Jin Shinigami

Scheda pilota

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    Mmmh se si tratta di un diario allora Jin lo dovrebbe trovare all'interno di un posto sicuro, non avrebbe senso trovarlo all'interno della cabina di pilotaggio del mobile suit. Magari dentro una cassetta di sicurezza.
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    tra i resti della sua casa?
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    Un pò troppo a buon mercato per non essere stato trafugato da chi l'ha distrutta. Bastava cercare bene e trovarlo sarebbe stato facile. Meglio un'altra soluzione.
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    Non mi viene in mente nulla...se non che lo si ritrovi dentro al wing...in fondo se si tratta di un diario relativo al mezzo che deve essere tenuto al sicuro direi che comunque il luogo migliore è la villa Tsubasa...
    Poi non sò...qualche idea?
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    Io pensavo che non fosse soltanto relativo al mezzo ecco perché pensavo che fosse altrove, pensavo che avesse pagine relative ai giorni che il padre di Jin impiegava a stare dietro al Wing, ma non che fosse interamente ad esso dedicato.
    Mh...
    Se la si vede come l'hai detta tu però potrebbe anche andare bene.
    Avrebbe un senso a questo punto.
    Gestiscitela tu, poi quando hai completato la storia dimmelo.

    Ah, hai anche da rispondere sia in stanza che nei corridoi dove ti ho aperto una giocata privata. ^_^
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    XD non mi sono dimenticata della nostra ruolata, soltanto volevo finire la storia prima di prendere realmente parte al gdr
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    Ok allora prima finiscila e poi ci vediamo nei due topic: quello in stanza in cui concludere la ruolata ed in quello aperto nei corridoi ^__-
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    Credo di aver finito!
    Dammi un parere così potrò iniziare a ruolare (oltre che a completare definitivamente la scheda ^^)
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    Allora posso editare la scheda?
    che te ne pare della storia?
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    scusami, te lo dico appena posso, prima finisco di rispondere alle quest/missioni aperte e poi rispondo anche alla tua giocata, poi ti ricontrollo la storia.
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    certo, fai con calma non ti preoccupare ^^
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    Jin era l'unica figlia di Adam Shinigami e Kana Unmei.
    I tre viveno nella villa che era appartenuta alla famiglia materna e conducevano una vita agiata e relativamente tranquilla.
    Il padre era un genetista sempre assorbito dal proprio lavoro che a stento si ricordava di tornare a casa per le feste mentre la madre era stata una bambina di salute decisamente cagionevole e la gravidanza non migliorò certo le sue condizioni.
    Kana morì quando Jin aveva soltanto 7 anni.
    Ancora adesso ricorda la lite fra Umeko Kurisutaru, che era stata la nutrice prima della madre e poi della figlia, ed il padre subito dopo i funerali...la donna rimproverava l'uomo di non essere stato nè un buon marito nè un buon padre, prova ne sia l'esser arrivato in ritardo al funerale della moglie!
    Ad ogni modo neanche il lutto e questa tirata d'orecchie riuscirono a farlo cambiare; anzi con la morte della moglie quella casa gli metteva troppa tristezza e faceva ritorno il meno possibile...cioè non più di 2 o 3 volte all'anno.
    Jin non sapeva di preciso di che cosa si occupasse suo padre o dove di preciso lavorasse, in realtà la cosa l'aveva mai interessata; il suo laboratorio avrebbe potuto trovarsi tra i ghiacciai eterni del nord o nella cantina della villa, per lei era deltutto indifferente.
    Non che non tenesse al genitore, anzi nonostante le sue assense gli voleva comunque molto bene ma reputava che le sue preoccupazioni dovessero concentrarsi su persone che realmente le avrebbero apprezzate.
    In fondo non era sola, con lei c'erano Umeko, l'autista Hanshi, il cuoco Drey e le cameriere Hanako ed Chiyo quindi non avrebbe certo potuto soffrire di solitudine!
    Anche se non lo avrebbe certo citato fra le persone che più le stavano a cuore c'era anche Kiyomi, il suo maestro; si era sempre chiesta perchè il padre non volesse farle frequentare la scuola ma si ostinasse a chiamare maestri privati....
    La piccola Jin crebbe come in una campana di vetro...non aveva amici della sua età e, a dire il vero, non era uscita dalla proprietà ma questo, almeno inizialmente, non le pesava molto.
    Lei adorava leggere e la grande biblioteca del nonno faceva al caso suo...non le serviva altro, perchè non c'era altro modo di saper tante cose sul mondo se non leggendo!
    Questo pensava, ma quando la vita la costrinse ad uscire fuori dal suo mondo incantato le cose cambiarono.
    Aveva 18 anni quando il padre morì, non le venne spiegato molto in proposito ma pare fosse stato colto da un malore mentre faceva un esperimento, di che cosa si trattasse non le venne detto e lei non lo chiese.
    Anche questa volta il funerale venne celebrato nella cappella di famiglia ed il corpo sepolto poco lontano ma contrariamente a quando accadde in occasione del funerale della madre questa volta non pianse e la cosa stupì se non gli altri quantomeno lei.
    Sapeva di non essere particolarmente legata al genitore ma non versare neppure una lacrima la riteneva una cosa disumana...eppure per quanti tentativi facesse non vi riuscì...
    Il giorno dopo venne contattata da un notaio perchè firmasse quanto necessario per succedere al padre.
    dovette andare lei dal legale e la cosa la infastidì molto, era la prima volta che vedeva una città e ne avrebbe fatto volentieri a meno...
    L'uomo la informò dell'esistenza di una seconda villa molto distante da quella in cui aveva sempre vissuto e riguardo a cui lei non aveva mai sentito alcun accenno...
    Tornata a casa cercò tra gli oggetti del padre ed in effetti vi trovò delle strane chiavi con su incisa la dicitura "Villa Tsubasa".
    Quella in cui viveva si chiamava Villa Kurisutaru quindi le chiavi non potevano che essere dell'altra...ma perchè tenerle praticamente nascoste?
    Affasciata e totalmente presa dalla curiosità Jin si fece accompagnare alla Villa Tsubasa.
    La costruzione era molto particolare, soprattutto i colori esterni, i tetti di un rosso scuro che, molto probabilmente, assomigliava al colore del cosiddetto "sangue rappreso" di cui spesso aveva letto in alcuni libri; le pareti invece erano grigie e la lontano sembravano di pietra quanto invece un'analisi ravvicinata mostrato che erano soltanto di legno.
    Volle entrare da sola e, superato il grande cancello nero si trovò di fronte un giardino non molto grande ma diverso da quello di casa sua, le siepi erano state potate con cura ma i tagli erano imprcisi, come se chi se ne fosse occupato l'avesse fatto per la prima volta nella sua vita, all'interno la casa era coperta da un finizzimo strato di polvere, troppo sottile per lasciar pensare che la casa non fosse stata curata; ma questo non era importante, la cosa sconvolgente era un'altra.
    Aprendo la porta Jin si trovò di fronte una sfera verde incastonata su di una superficie metallica blu.
    Le scale non erano al centro dove sarebbe stato logico trovarle ma hai lati, due scalinate molto alte di legno scuro larghe non più di 2m portavano al secondo piano della casa ed al resto della struttura in metallo.
    Il secondo piano in questione però si trovava decisamente troppo in alto...più esattamente dove sembrava finire la struttura in metallo.
    Si avvicinò alla struttura in metallo e vide che non solo era così alta da poterne raggiungere la cima soltanto con la scala ma che una buona parte dovesse essere incastrata sotto, nella cantina...
    Come prima cosa Jin decise di salire e non fu per niente una passeggiata!
    Alla fine quando raggiunse quello che doveva essere il secondo piano intuì cosa di sosa si trattasse...
    Si avvicinò con timore e cautela e ne ebbe la conferma...quella era un'enorme testa di metallo, quello era un essere meccanico, un mecha!
    A ben guardare, salendo le scale, si sarebbero potute distinguere le braccia, ulteriore segno che si trovava di fronte ad un qualcosa di antropomorfo e quindi quella sfera verde all'entrata doveva esser il petto dell'essere e sotto, in cantina, dovevano trovarsi le gambe ed i piedi!
    Superato lo sgomento si rese conto che l'intera villa era stata costruita attorno all'enorme robot, o almeno così sembrava poichè esternamente niente poteva lasciar sospettare che vi fossero delle aperture per permettere al mecha di uscire.
    Ma da quanto tempo era li?
    Chi ce lo aveva portato?
    Il padre era un genetista, da quel che sapeva si occupava di malattie genetiche, cosa aveva a che fare lui con quel mezzo?
    Con queste ed altre domande che le ronzavano in testa si fece riportare a casa senza dire nulla di ciò che aveva scoperto...
    Passò tutto il resto della giornata fra i libri di suo nonno cercando una risposta ma vi trovò ben poco...
    Sebbene il nonno avesse una passione per tutti i robot di grossa taglia come quello lei non sapeva di preciso cosa cercare...quei libri non contenevano figure o descrizioni utili dalla quale risalire al modello ma erano soltanto cronache di battaglie...
    Il giorno seguente lo passò ad esaminare il mezzo ma non lo toccò neanche una volta frenata da un certo timore reverenziale...
    Alla fine decise che l'unico modo era cercare qualche volume che potesse chiarire i suoi dubbi...ma anche un uomo in carne ed ossa sarebbe andato più che bene!
    Fece qualche foto al mezzo ma senza utilizzare il flash, fece volutamente in modo che le foto non fossero troppo nitide....
    a quel punto si rese conto che una parte del mezzo non l'aveva esaminata cioè quella che avrebbe dovuto trovarsi sottoterra.
    Cercò a lungo ma non riuscì a trovare alcun passaggio quindi alla fine lasciò perdere è tornò a casa.
    A cena riunì tutti gli abitanti della villa e comunicò che sarebbe partita per fare u breve viaggio da sola, alcuni non furono contenti mentre altri sostennero con gioia la sua idea di un breve viaggio per vedere, se non il mondo intero, almeno un pezzetto di esso.
    Drey avrebbe voluto accompagnarla ma alla fine riuscì a convincerlo a restare e Jin partì in sella alla vecchia moto del nonno paterno, era stata affidata alle cure di Drey che l'aveva sempre tenuta benissimo e che, dopo la morte di Kana, aveva insegnato alla piccola Jin non solo come curarla ma anche come guidarla riuscendo a distrarla dal dolore per la sua perdita.(Jin possiede la patente? Perché altrimenti dovresti scrivere che per guidare il veicolo possiede la patente internazionale che le consente di adoperarla)
    Viaggiò molto a lungo ma non riusciva a fidarsi di nessuno quindi cercava informazioni unicamente nelle biblioteche informatiche, che non poco le fecero rimpiangere i cari vecchi volumi del nonno, con scarsi risultati.
    Oltre alle sue evidenti difficoltà con la tecnologia Jin si rese presto conto che i suoi occhi rossi attiravano non poco l'attenzione così decise di riparare con l'utilizzo di lenti a contatto colorare o di occhiali scuri. Fu proprio in quel periodo che le venne un dubbio...Nonostante il nome ed il luogo in cui viveva la sola persona che aveva tratti somatici tipici dell'asia era Umeko...la madre aveva lunghi capelli biondi ed occhi verdi mentre il padre aveva capelli ed occhi color nocciola...a ben persare non assomigliava affatto ai suoi genitori...
    A quel punto Jin cominciò a dubitare persino sulle sue effettive origini così decise di tornare a casa ma una terribile sorpresa l'attendeva....
    Goccie di sangue punteggiavano il viale d'ingresso alla sua abitazione ma al posto di essa Jin non trovò altro che un cumulo informe di macerie...
    In vano cercò tra la cenere i corpi dei suoi cari, non le rimase neppure un cadavere su cui piangere.
    L'unica cosa che riuscì a recuperare fu una delle due tachi custodite dentro la biblioteca...
    Il dolore per la sua perdita fu immenso, aveva perso tutti coloro che l'avevano cresciuta, tutti coloro che l'amavano...adesso era realmente sola a mondo!
    Perchè mai qualcuno avrebbe dovuto attaccare la sua dimora?
    Jin riuscì a trovare una sola risposta...non poteva che essere colpa del mecha! (perché dev'essere per forza colpa sua? Non si evince da dove parte il ragionamento attraverso il quale da la colpa al mecha, e così com'é appare un poco azzardato, cerca di motivare meglio il suo accanimento ^__- )
    Probabilmente qualcuno, nel cercare quel mezzo, aveva pensato che fosse nascosto lì...o più semplicemente era stato deciso di farle delibaratamente del male...
    entrata nella villa Tsubasa la rabbia di Jin esplose:

    -E TUTTA COLPA TUA DANNATISSIMO PEZZO DI METALLO! TUTTE LE PERSONE A CUI VOLEVO BENE SONO MORTE E SONO CERTA CHE è A CAUSA TUA!-



    La ragazza cominciò a dare calci e pugni al petto del mezzo che ad un tratto si aprì mostrando il posto destinato al pilota.
    Jin si fermò e si appoggiò al mecha.

    -No...è colpa mia...non sono stata dovutamente attenta...-

    (anche qui, questo cambio di impronta psicologica avviene troppo rapidamente, tanto rapidamente che sembra un pò troppo azzardato. Cerca di rendere più sofferto e graduale il cambiamento di Jin in questo punto, così che non sembri passare da uno status mentale all'altro così di colpo. )

    Abbassò la testa e pianse fino a che non ebbe più forze.
    Benchè la curiosità la spingesse ad entrare nel mezzo un certo timore la frenava...cosi decise di fare "conoscenza"...
    Salì la lunga scalinata fino a raggiungere la testa dell'enorme robot e si sedette li accanto, prese la tachi ed iniziò a parlare come se il mezzo fosse senziente... (perché fare una cosa del genere? Fare conoscenza in un modo simile porta il lettore a pensare che l'arrabbiatura di Jin od il suo trauma siano passati troppo rapidamente, cerca, anche qui, di rendere graduale il suo cambiamento, e di rendere più "duro" l'impatto dell'approccio col mezzo, perché così com'é risente dei precedenti due errori facendo risultare la cosa un tantino assurda. >_<)

    -Sai, questa è un'arma antichissima...o almeno così mi hanno sempre detto...Io non l'ho mai provata ma pare che sia estremamente tagliente...Se è vero quello che raccontava mia madre questa spada è sempe appartenuta alla mia famiglia...questo mi fa pensare che i miei antenati non la brandissero a cavallo, ho letto che le katane sono più indicate...-

    (lascia appositamente la frase a metà?)

    Estrasse la spada dal fodero.
    Nella lama era inciso un carattere giapponese.


    -Sai, questo carattere...significa fuoco...questa tachi ha una gemella...su quella era inciso il simbolo che significa ala...insieme formavano la coppia ala di fuoco...adesso però a me non rimane che questa.
    Non sarò un guerriero degno se non combattero con entrambe le spade...anche per questo devo recuperare l'altra lama e vendicare...vendicare la mia famiglia...-



    Le lacrime cominciarono a rigarle le guancie.

    -E buffo...questa villa si chiama Tsubasa....ala...e tu...tu sei praticamente un'arma...-



    Si fermò per qualche secondo per asciugarsi il viso con la manica della camicia.

    -Magari potresti diventare tu la mia ala!-



    Sorrise.
    Ripose la tachi e cominciò a scendere le scale.
    (Il ragionamento é buono, ma come già detto, é la situazione sentimentale di fondo ad essere avventata riguardo al tempo trascorso - troppo poco - per poter avere una reazione di ripresa tanto repentina. Poi, più che felice di aver trovato la propria ala nel Wing Jin dovrebbe essere determinata ad utilizzare quell'arma per vendicare la propria famiglia, visto e considerato che potrebbe essere proprio a causa del mezzo che la sua casa é stata distrutta. Il mio consiglio é quello di stendere il BG come se fosse un "breve" romanzetto, con un crescendo emotivo costante e credibile, in modo da non risultare troppo avventato o repentino da leggersi nei mutamenti caratteriali di Jin.)

    §Sono sempre stata un'animista...ma arrivare a parlare con un robot...§



    Tornata al piano terra notò nuovamente che il mezzo era aperto...in effetti le era passato di mente...in preda ai ricordi di una vita che non sarebbe più tornata si era dimenticata di quel varco verso l'interno del corpo di metallo...
    Alla fine decise di entrare all'interno del mezzo guidata, più che altro, da una forte curiosità. La prima cosa che notò fu che la tachi le dava non poco fastitio ma che ai lati del sedile vi erano dei ganci della misura ersatta dell'arma.(Questa cosa perché l'hai inserita? nel mezzo non c'é.)I ganci erano due quindi si supponeva che, chiunque si fosse seduto al suo interno, avrebbe avuto entrambe le spade con se...per testare la veridicità della sua idea Jin aggangiò l'arma ed, inaspettatamente le cinture di sicurezza del sedile si agganciarono e l'apertura che aveva mostrato a Jin il posto del pilota si chiuse inesorabilmente senza che la ragazza potesse fare nulla. (anche quuesta cosa é inventata, non ci sono comandi del genere nel Wing, e poi, perché mai chi l'ha costruito dovrebbe portarsi dietro due katane?, semmai é una modifica che potrebbe farci Jin in futuro, dubito che un genetista, o chiunque vi abbia lavorato sopra, abbia idealizzato di trasportarvi all'interno armi simili.)
    Il mezzo partì da solo e nello schermo centrale iniziarono ad apparire delle frasi:

    <avvio automatico eseguito --- coordinate ******>



    Un'enorme forza invisibile la schiacciò premendola contro il sedile...

    -CHE DIAVOLO SUCCEDE!??!-



    Urlò ma sapeva bene che nessuno poteva sentirla, che nessuno poteva aiutarla...
    Cercò di razionalizzare...avrebbe dovuto fermarlo ma non aveva idea di come fare...troppi tasti e lei con la tecnologia non ci era mai andata molto daccordo.
    Alla fine decise di allacciarsi rapidamente la cintura...fu così che notò un piccolo taccuino nero vicino al gancio destro per la tachi, quello attualmente vuoto, lo prese aprendolo lentamente, notò subito che c'era qualcosa di strano, vi erano pagine strappate, altre avevano delle cancellature, altre pagine ancora erano macchiate d'inchiostro e quindi era impossibile leggere le parole ma si sforzò di capire... (un pò improbabile leggere in una situazione del genere, sopratutto se Jin é schiacciata al sedile dalla forza di gravità generata dal mezzo che parte. Tra l'altro sarebbe meglio descrivere come il mezzo partì, se ha distrutto la casa, come l'ha distrutta, se si é messo a volare, camminare ecc...)


    CITAZIONE
    I giorno
    Dopo lunghe richerche finalemnte ci siamo!
    E stata dura ma ci siamo procurati tutto il necessario per iniziare...
    [...]

    IV giorno
    Finalemente sembra che i problemi maggiori siano stati risolti,
    ma il lavoro è ancora lungo
    [...]

    ....




    Di ogni pagina era possibile leggere ben poco e certe volte la grafia cambiava bruscamente lasciando intendere che il diario fosse stato scritto da due mani differenti.
    In particolare Jin notò che qualcuno si era occupato di annotare gli eventi, qualcun'altro dei dati tecnici infatti la ragazza vi trovò annotazioni per lei incomprensibili di carattere matematico.

    Ad ogni modo la cosa che più la colpì fu che verso il centro vi era una pagina completamente conprensibile.
    Vi era uno schizzo a matita che illustrava la testa del mezzo

    CITAZIONE
    Questo è il XXXG-01W
    appartiene alla categoria dei Mobile suit trasformabili
    è costruito con una lega chiamata gundanium e per questo motivo chiamato Gundam
    si muove grazie ad un reattore a fusione ultracompatto di cui la potenza di uscita erogata è sconosciuta.
    (in teoria non é sconosciuta, semplicemente le fonti ufficiali della Sunrise non la riportano, chiunque, nel futuro dive ci troviamo, se esaminasse il mezzo noterebbe il kilowattaggio che possiede - ovvero la sua potenza di uscita. Quindi meglio omettere il dettaglio della potenza del generatore o renderlo illeggibile. )

    Non sappiamo chi sia il suo creatore originale ma faremo del nostro meglio per rimetterlo in sesto...
    Quando ci riusciremo allora potremo nuovamente sperare!




    Ancora una volta era evidente la differenza di grafia ma soprattutto la ragazza notò che la pagina era stata strappata e posta li al centro, era quindi logico pensare che in realtà il diario iniziasse in origine con quella pagina...


    §Così ti chiami XXXG-01W ... Sei un Gundam ...§




    Intanto il mezzo era giunto a destinazione, non appena fu atterrato aprì il portellone e Jin potè vedere uno strano spettacolo...nel bel mezzo della natura incontaminata si ergeva un enorme magazzino in metallo arruginito accanto al quale vi era una modesta casetta di legno.
    In un modo o nell'altro Jin riuscì a scendere lentamente e con cautela portando con se sia il diario che la tachi con la quale liberò il passaggio da alcune erbacce fino a giungere all'interno del magazzino.
    All'interno in realtà era più simile ad una vecchia officina, era evidente dal disordine che il posto doveva esser stato abbandonato in tutta fretta.
    Si recò poi nell'abitazione dove, al contrario, era tutto perfettamente in ordine:
    L'ingresso era costituito da una piccola sala con un divano, un tavolo basso ed una piccola libreria, oltre vi era un corridoio stretto che conduceva alle altre 3 stanze della casa e cioè al bagno, alla camera da letto ed alla cucina; entrando in cucina notò subito un foglio appoggiato sul tavolo...

    CITAZIONE
    Grazie per aver accettato la missione, anche se forse non sarò lì quando arriverai di certo i ragazzi dell'officina ti daranno una mano giovane pilota.
    Nel momento stesso in cui il tuo suit è atterrato loro hanno ricevuto tutti i dati necessari, presto ti contatteranno ed inizierai l'addestramento per entrare nelle loro file.
    contiamo tutti su di te!




    Dalla grafia e dal tipo di carta Jin capì che quel foglio doveva esser stato strappato dal diario...ma che lei venisse considerata un pilota era una cosa che proprio non riusciva a concepire...
    Che avesse sbagliato? Che in realtà la chiave della villa fosse destinata a qualcun'altro?
    Era impossibile che chiunque avesse scritto il diario riponesse una qualche fiducia in lei... (Infatti questa cosa suona un tantino poco credibile. Meglio reindirizzare la cosa al fatto che non c'era nessun possibile pilota perché predisporre una casa del genere disposta in un luogo sconosciuto del mondo - che non descrivi - é una cosa davvero improbabile. Meglio far giungere direttamente Jin alla base Irregulars. Durante il tragitto, sullo schermo del mezzo appariranno delle scritte realizzate del padre di Jin, che comunicherà all'improbabile pilota - in questo caso proprio a Jin - che a che cosa era adibito il mezzo. Ovvero ad entrare nelle file Irregulars.)


    §Non sono un pilota...non ho idea di come farlo muovere quel coso!§




    Dopo qualche minuto si sentì uno strano rumore che Jin attribuì ad un elicottero, ed in effetti poco dopo un piccolo elicottero atterrò poco distante dal gundam.
    Istintivamente uscì e sguiainò la spada ma e 3 uomini che ne uscirono erano molto meglio armati di lei...però solo 2 di loro le puntarono contro l'arma, il terzo si limitò a parlarle...

    -Tu devi essere il nuovo proprietario del Wing, molto piacere! Mi è stato ordinato di venire qui per avvisarti che presto verrai contattata per l'addestramento, non è ancora stoto deciso chi sarà il tuo istruttore ma-

    -Hey un momento! Io non so niente di tutto questo, mi sono trovata qui per caso! Che significa!?-

    -...Credevo che il Dottor Shinigami le avesse spiegato tutto...-


    -Adam Shinigami era mio padre...è morto qualche tempo fa...non mi ha mai detto proprio niente in proposito!-

    -Capisco...quindi devo dedurne che intende rinunciare alla proprietà del mezzo!?!-

    -Non ho detto questo!-

    -Mi pare di capire che lei non solo non abbia l'istruzione e le capacità necessarie ma che non abbia neppure una motivazione valida! E inutile imbarcarsi in un'impresa del genere in questo modo!-

    -IL FATTO CHE TUTTI QUELLI CHE CONOSCO SIANO STATI UCCISI PER COLPA DI QUESTO COSO MECCANICO NON E UNA MOTIVAZIONE SUFFICENTE A VOLERNE ALMENO SAPERE DI PIU!?!?!-




    L'uomo non aggiunse altro, usò uno strano gancio per salire sul gundam dove premette dei pulsanti, poi riscese e diede quel gancio a Jin.

    -Ho ricevuto ordini precisi, non posso dirle nulla di preciso...l'unica cosa che posso fare e dirle che tra circa una settimana verrà addestrata per entrare a far parte degli Irregulars. Ho programmato il suo suit come da istruzioni perchè raggiunga autonomamente il luogo dell'addestramento...Se deciderà di tirarsi fuori da tutta questa storia le basterà abbandonarlo qui, ci penseremo noi a recuperarlo altrimenti veda di essere lì dentro prima del tramonto!-



    Senza aggiungere altro si voltò ed andò via seguito dagli altri 2 che per tutto il tempo non avevano smesso di tenere le armi puntate su di lei...

    Che cosa doveva fare?
    La situazione non le era chiara ma era evidente che le era stato nascosto qualcosa di importante...forse il padre non aveva avuto il tempo di parlargliene?
    O più semplicemente non aveva voluto immischiarla in faccede pericolose?
    Oramai era inutile pensarci...sentiva che gli unici a poterle dare delle risposte erano questi Irregulars della quale lei non aveva mai sentito parlare...

    §Una cosa è certa, tu sei una mia responsabilità...§



    Si avvicinò al suit

    -Mi pare di aver sentito quel tizio chiamarti Wing...strano...prima di partire ti avevo chiesto se volevi essere la mia ala...-



    Alla fine decise che era suo dovere occuparsi di quel gundam che iniziò a considerare il suo unico amico (difficile visto che potrebbe essere stato la causa di ogni suo male), il suo unico legame con il padre... (molto più probabile ed importante da avvalorare come concetto, la "pseudo affezione per il mezzo, a mio avviso, sarebbe meglio svilupparla in gdr, con congrui riferimenti alla solitudine d Jin ed al fatto che é il suo unico legame con il proprio passato)il motivo per la quale la sua vita era stata distrutta e l'unico mezzo per vendicarsi!

    Attendendo il giorno designato per l'addestramento cercò di leggere il diario dalla quali non ricavò molte informazioni, quando alla fine desistette si dedicò ai libri della piccola libreria; stranamente quei pochi volumi lì contenuti erano a lei molto familiari...

    §Hakagure...L'arte dalla guerra...Il libro dei cinque anelli...§



    Prese l'Hakagure pensando che qualche massima in esso contenuta avrebbe potuto darle consiglio.
    Iniziò a sfogliare il libro in piedi quando da esso cadde un foglio...

    CITAZIONE
    Gli Irregulars [...] sono una forza speciale multinazionale [...] indipendente schierata solo in favore di ideali come Libertà ed Uguaglianza [...] non sottostà a nessun ente sovrano e non riceve ordini da nessuno. [...]



    Il resto era pressochè illegibile fatta eccezione per l'ultimo rigo

    CITAZIONE
    Scegli con cura di chi fidarti



    Ovviamente anche questo frammento proveniva dal diario.
    Jin meditò a lungo su quelle parole fino a convincersi che per avere giustizia l'unica cosa da fare era rivolgersi agli Irregulars ed aiutarli come poteva.
    (più che altro il tutto assumerebbe più senso se Jin prima di aiutarli decida di farsi dare risposte alle proprie domande. Cosa che reputo più importante. altra cosa importante sarebbe richiedere un colloquio con un ufficiale in modo da saperne di più sul padre e sulle sue presunte implicazioni con gli Irregulars. Magari potrebbe uscire fuori - fa attenzione però alla coerenza di pensiero - il dettaglio durante la nostra scena GDR con Ryoko. )

    Così ad una settimana esatta dall'incontro con i 3 uomini, al calar del sole, salì a bordo del Wing per iniziare l'addestramento...

    Tutta la parte dopo il diario é da modificare, perché un calcolo così esatto delle probabilità ed il dettaglio del foglio nel libro dei cinque anelli sono estremamente poco probabili. Meglio focalizzare il tutto su un unico punto per semplificare la cosa e renderla più credibile. Meglio che Jin apprenda tutto quello che c'é da sapere dal wing stesso che - al momento dell'attivazione - fornirà tutte le informazioni necessarie al pilota (in questo caso a Jin) per trovarsi faccia a faccia con gli Irregulars. Quindi i dettagli da esaltare maggiormente sarebbero a questo punto solo due, il diario (fonte di informazione e dubbi importante) ed il wing stesso, che farebbe apparire durante il volo le informazioni che Jin leggerà per capire cosa deve fare arrivata dagli Irregulars.




    la scheda di per se l'ho coorretta, ci sono alcune cose da cambiare ed altre semplicemente da rivedere, segui i miei consigli e se non capisci qualcosa o hai dei dubbi chiedimi pure.
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    prima di continuare la ruolata "ali cadute2 forse è meglio finire qui.
    Ho rivisto tutto in base ai tuoi suggerimenti, spero che adesso vada bene ^^
    Ho scritto in verde le note ed ho sottolineato quello che ho aggiunto...fammi sapere che te ne pare ^^




    Jin era l'unica figlia di Adam Shinigami e Kana Unmei.
    I tre viveno nella villa che era appartenuta alla famiglia materna e conducevano una vita agiata e relativamente tranquilla.
    Il padre era un genetista sempre assorbito dal proprio lavoro che a stento si ricordava di tornare a casa per le feste mentre la madre era stata una bambina di salute decisamente cagionevole e la gravidanza non migliorò certo le sue condizioni.
    Kana morì quando Jin aveva soltanto 7 anni.
    Ancora adesso ricorda la lite fra Umeko Kurisutaru, che era stata la nutrice prima della madre e poi della figlia, ed il padre subito dopo i funerali...la donna rimproverava l'uomo di non essere stato nè un buon marito nè un buon padre, prova ne sia l'esser arrivato in ritardo al funerale della moglie!
    Ad ogni modo neanche il lutto e questa tirata d'orecchie riuscirono a farlo cambiare; anzi con la morte della moglie quella casa gli metteva troppa tristezza e faceva ritorno il meno possibile...cioè non più di 2 o 3 volte all'anno.
    Jin non sapeva di preciso di che cosa si occupasse suo padre o dove di preciso lavorasse, in realtà la cosa l'aveva mai interessata; il suo laboratorio avrebbe potuto trovarsi tra i ghiacciai eterni del nord o nella cantina della villa, per lei era deltutto indifferente.
    Non che non tenesse al genitore, anzi nonostante le sue assense gli voleva comunque molto bene ma reputava che le sue preoccupazioni dovessero concentrarsi su persone che realmente le avrebbero apprezzate.
    In fondo non era sola, con lei c'erano Umeko, l'autista Hanshi, il cuoco Drey e le cameriere Hanako ed Chiyo quindi non avrebbe certo potuto soffrire di solitudine!
    Anche se non lo avrebbe certo citato fra le persone che più le stavano a cuore c'era anche Kiyomi, il suo maestro; si era sempre chiesta perchè il padre non volesse farle frequentare la scuola ma si ostinasse a chiamare maestri privati....
    La piccola Jin crebbe come in una campana di vetro...non aveva amici della sua età e, a dire il vero, non era uscita dalla proprietà ma questo, almeno inizialmente, non le pesava molto.
    Lei adorava leggere e la grande biblioteca del nonno faceva al caso suo...non le serviva altro, perchè non c'era altro modo di saper tante cose sul mondo se non leggendo!
    Questo pensava, ma quando la vita la costrinse ad uscire fuori dal suo mondo incantato le cose cambiarono.
    Aveva 18 anni quando il padre morì, non le venne spiegato molto in proposito ma pare fosse stato colto da un malore mentre faceva un esperimento, di che cosa si trattasse non le venne detto e lei non lo chiese.
    Anche questa volta il funerale venne celebrato nella cappella di famiglia ed il corpo sepolto poco lontano ma contrariamente a quando accadde in occasione del funerale della madre questa volta non pianse e la cosa stupì se non gli altri quantomeno lei.
    Sapeva di non essere particolarmente legata al genitore ma non versare neppure una lacrima la riteneva una cosa disumana...eppure per quanti tentativi facesse non vi riuscì...
    Il giorno dopo venne contattata da un notaio perchè firmasse quanto necessario per succedere al padre.
    dovette andare lei dal legale e la cosa la infastidì molto, era la prima volta che vedeva una città e ne avrebbe fatto volentieri a meno...
    L'uomo la informò dell'esistenza di una seconda villa molto distante da quella in cui aveva sempre vissuto e riguardo a cui lei non aveva mai sentito alcun accenno...
    Tornata a casa cercò tra gli oggetti del padre ed in effetti vi trovò delle strane chiavi con su incisa la dicitura "Villa Tsubasa".
    Quella in cui viveva si chiamava Villa Kurisutaru quindi le chiavi non potevano che essere dell'altra...ma perchè tenerle praticamente nascoste?
    Affasciata e totalmente presa dalla curiosità Jin si fece accompagnare alla Villa Tsubasa.
    La costruzione era molto particolare, soprattutto i colori esterni, i tetti di un rosso scuro che, molto probabilmente, assomigliava al colore del cosiddetto "sangue rappreso" di cui spesso aveva letto in alcuni libri; le pareti invece erano grigie e la lontano sembravano di pietra quanto invece un'analisi ravvicinata mostrato che erano soltanto di legno.
    Volle entrare da sola e, superato il grande cancello nero si trovò di fronte un giardino non molto grande ma diverso da quello di casa sua, le siepi erano state potate con cura ma i tagli erano imprcisi, come se chi se ne fosse occupato l'avesse fatto per la prima volta nella sua vita, all'interno la casa era coperta da un finizzimo strato di polvere, troppo sottile per lasciar pensare che la casa non fosse stata curata; ma questo non era importante, la cosa sconvolgente era un'altra.
    Aprendo la porta Jin si trovò di fronte una sfera verde incastonata su di una superficie metallica blu.
    Le scale non erano al centro dove sarebbe stato logico trovarle ma hai lati, due scalinate molto alte di legno scuro larghe non più di 2m portavano al secondo piano della casa ed al resto della struttura in metallo.
    Il secondo piano in questione però si trovava decisamente troppo in alto...più esattamente dove sembrava finire la struttura in metallo.
    Si avvicinò alla struttura in metallo e vide che non solo era così alta da poterne raggiungere la cima soltanto con la scala ma che una buona parte dovesse essere incastrata sotto, nella cantina...
    Come prima cosa Jin decise di salire e non fu per niente una passeggiata!
    Alla fine quando raggiunse quello che doveva essere il secondo piano intuì cosa di sosa si trattasse...
    Si avvicinò con timore e cautela e ne ebbe la conferma...quella era un'enorme testa di metallo, quello era un essere meccanico, un mecha!
    A ben guardare, salendo le scale, si sarebbero potute distinguere le braccia, ulteriore segno che si trovava di fronte ad un qualcosa di antropomorfo e quindi quella sfera verde all'entrata doveva esser il petto dell'essere e sotto, in cantina, dovevano trovarsi le gambe ed i piedi!
    Superato lo sgomento si rese conto che l'intera villa era stata costruita attorno all'enorme robot, o almeno così sembrava poichè esternamente niente poteva lasciar sospettare che vi fossero delle aperture per permettere al mecha di uscire.
    Ma da quanto tempo era li?
    Chi ce lo aveva portato?
    Il padre era un genetista, da quel che sapeva si occupava di malattie genetiche, cosa aveva a che fare lui con quel mezzo?
    Con queste ed altre domande che le ronzavano in testa si fece riportare a casa senza dire nulla di ciò che aveva scoperto...
    Passò tutto il resto della giornata fra i libri di suo nonno cercando una risposta ma vi trovò ben poco...
    Sebbene il nonno avesse una passione per tutti i robot di grossa taglia come quello lei non sapeva di preciso cosa cercare...quei libri non contenevano figure o descrizioni utili dalla quale risalire al modello ma erano soltanto cronache di battaglie...
    Il giorno seguente lo passò ad esaminare il mezzo ma non lo toccò neanche una volta frenata da un certo timore reverenziale...
    Alla fine decise che l'unico modo era cercare qualche volume che potesse chiarire i suoi dubbi...ma anche un uomo in carne ed ossa sarebbe andato più che bene!
    Fece qualche foto al mezzo ma senza utilizzare il flash, fece volutamente in modo che le foto non fossero troppo nitide....
    a quel punto si rese conto che una parte del mezzo non l'aveva esaminata cioè quella che avrebbe dovuto trovarsi sottoterra.
    Cercò a lungo ma non riuscì a trovare alcun passaggio quindi alla fine lasciò perdere è tornò a casa.
    A cena riunì tutti gli abitanti della villa e comunicò che sarebbe partita per fare un breve viaggio da sola, alcuni non furono contenti mentre altri sostennero con gioia la sua idea di un breve viaggio per vedere, se non il mondo intero, almeno un pezzetto di esso.
    Drey avrebbe voluto accompagnarla ma alla fine riuscì a convincerlo a restare e Jin partì in sella alla vecchia moto del nonno paterno, era stata affidata alle cure di Drey che l'aveva sempre tenuta benissimo e che, dopo la morte di Kana, aveva insegnato alla piccola Jin non solo come curarla ma anche come guidarla riuscendo a distrarla dal dolore per la sua perdita (Mumble....avevo pensato che, sapendola guidare, pur di allontanarsi da sola, avrebbe rischiato)
    Viaggiò molto a lungo ma non riusciva a fidarsi di nessuno quindi cercava informazioni unicamente nelle biblioteche informatiche, che non poco le fecero rimpiangere i cari vecchi volumi del nonno, con scarsi risultati.
    Oltre alle sue evidenti difficoltà con la tecnologia Jin si rese presto conto che i suoi occhi rossi attiravano non poco l'attenzione così decise di riparare con l'utilizzo di lenti a contatto colorate o di occhiali scuri. Fu proprio in quel periodo che le venne un dubbio...Nonostante il nome ed il luogo in cui viveva la sola persona che aveva tratti somatici tipici dell'asia era Umeko...la madre aveva lunghi capelli biondi ed occhi verdi mentre il padre aveva capelli ed occhi color nocciola...a ben persare non assomigliava affatto ai suoi genitori...
    A quel punto Jin cominciò a dubitare persino sulle sue effettive origini così decise di tornare a casa ma una terribile sorpresa l'attendeva....
    Goccie di sangue punteggiavano il viale d'ingresso alla sua abitazione ma al posto di essa Jin non trovò altro che un cumulo informe di macerie...
    In vano cercò tra la cenere i corpi dei suoi cari, non le rimase neppure un cadavere su cui piangere.
    L'unica cosa che riuscì a recuperare fu una delle due tachi custodite dentro la biblioteca...
    Il dolore per la sua perdita fu immenso, aveva perso tutti coloro che l'avevano cresciuta, tutti coloro che l'amavano...adesso era realmente sola a mondo!
    Perchè mai qualcuno avrebbe dovuto attaccare la sua dimora?
    Nessuno prima di allora si era anche solo avvicinato a quella casa, perchè qualcuno avrebbe voluto distruggerla?
    Jin riuscì a trovare una sola risposta ma, tra tutta quella distruzione, tra tutto quel dolore, un pensiero prevalse, inaspettatamente su tutto il resto....Il mecha!
    Era l'unica cosa estranea a quella che era stata fino ad ora la sua vita, la ragazza non seppe spiegarsi perchè ma sentì il bisogno di andare dall'enorme macchina così legò alla meglio la tachi alla sua schiena e partì...
    Jin aprì velocemente il cancello che, dopo il suo passaggio, rimase socchiuso e si direse correndo all'interno della villa.
    Entrando chiuse la porta dietro di se e si fermò a contemplare quell'enorme sfera verde per qualche secondo per poi salire velocemente, per quanto possibile, al secondo piano; li giunta cadde in ginocchio fissando la testa metallica.
    Un enorme senso di solitudine la pervase, come se avesse realizzato solo adesso di essere ormai sola al mondo.

    -Sola....-

    Due lacrime le rigarono il viso seguite presto da molte altre.
    Perchè qualcuno avrebbe dovuto uccidere Umeko, Hanshi, Drey, Hanako ed Chiyo?
    Sebbene nessuno di loro avesse mai detto nulla sulla loro vita prima di iniziare a lavorare in quella casa sembravao tutti delle brave persone; ciascuno di loro si era preso cura della piccola Jin con amore come fossero una vera famiglia...
    Chi avrebbe potuto temere la vecchia nutrice, solitario autista, l'allegro cuoco o le due cameriere chiaccherone?
    La ragazza analizzò la sua vita ed i suoi genitori, di certo una madre morta prematuramente ed un padre assente non rendevano certo unico quel nucleo familiare e lei dal canto suo non poteva certo essere ritenuta una persona inteeressante o pericolosa da nessuno al mondo!
    Che cosa rendeva quelle persone passibili di un tale attacco?
    Fu allora che, sbattendo le palpebre, mise a fuoco lo sguardo sulla testa metallica davanti a lei...
    Un enorme mecha custodito in una villa segreta della sua famiglia, ecco cosa rendeva speciali i suoi genitori, ecco per cosa sarebbero potuti morire Umeko e gli altri...ecco per cosa lei stessa poteva essere in pericolo!


    Probabilmente qualcuno, nel cercare quel mezzo, aveva pensato che fosse nascosto lì e, non credendo alle parole di quelle persone, li aveva uccisi!
    Si alzò di scatto, gli occhi lucidi assunsero una strana espressione, strinse le mani in un pugno ed in quel momento iniziarono a tremare...forse per la prima volta in vita sua Jin era furente e non ci volle molto prima che esplodesse

    -E TUTTA COLPA TUA DANNATISSIMO PEZZO DI METALLO! TUTTE LE PERSONE A CUI VOLEVO BENE SONO MORTE E SONO CERTA CHE è A CAUSA TUA!-

    Iniziò a dare pugni e calci a quella dannata testa incurante che tra i due era lei la sola a provare dolore, in quel momento ogni parte del suo corpo era pervasa da una rabbia incontrollabile.
    Continuò fino a che il dolore non prese il sopravvento così si fermò e ,dopo qualche secondo di riposo, si accorse che la sua ira andava scemando pur non essendo comunque sparita, infatti la sola vista di quel volto le era oramai intollerabile così decise di scendere al piano terra.
    Il dolore le impediva quasi di muoversì ma scese comunque seppur molto lentamente.
    Scendendo la rabbia ebbe modo di placarsi scivolando via allo stesso lento ritmo dei suoi passi.
    Ad ogni scalino sceso un granello di rabbia, scendendo dalla parte superiore di un'ideale clessidra a quella inferiore, si tramutava in un sentimento strano molto più simile allo sconforto ed alla tristezza...
    Alla fine della lunga scalinata rimasero in lei solo pochissimi granelli di rabbia sublimati con un ultimo pugno alla sfera verde nel petto del mostro di metallo che
    ad un tratto si aprì mostrando il posto destinato al pilota.
    Jin si fermò e si appoggiò al mecha.
    Sospirò, nessun granello di rabbia era più presente in lei, solo un'erme tristezza e la prospettiva di un futuro di solitudine che fecero tornare le lacrime a scorrere.

    -No...è colpa mia...non sono stata dovutamente attenta...-

    Abbassò la testa.
    Era andata in giro a fare ricerche su quella stana macchina, era naturale che attirasse l'attenzione, anche se mai avrebbe potuto immaginare qualcosa di simile!
    Che colpa ne aveva quell'ammasso di metallo inanimato se lei non aveva avuto la dovuta prudenza nel muoversi?
    A ben pensare il mecha era una vittima quanto lei! Un ricercato come lo era probabilmetne anche lei!
    Piangendo si pentì di non aver mai fatto pressioni per uscire di casa e fare delle conoscenze, si pentì di non avere un amico con cui parlare...
    Si sedette a terra, avendo quasi timore ad avvicinarsi all'interno del mecha, e solo allora si ricordò della tachi legata alla sua schiena, un leggero sorriso apparì sul suo volto.

    §E patetico ma questo coso di metallo dalla forma umanoide e l'unica cosa che mi è rimasta...potrei perfino dire che è il mio unico amico...§


    -Sai, questa è un'arma antichissima...o almeno così mi hanno sempre detto...Io non l'ho mai provata ma pare che sia estremamente tagliente...Se è vero quello che raccontava mia madre questa spada è sempe appartenuta alla mia famiglia...-



    Estrasse la spada dal fodero.
    Nella lama era inciso un carattere giapponese.


    -Sai, questo carattere...significa fuoco...questa tachi ha una gemella...su quella era inciso il simbolo che significa ala...insieme formavano la coppia ala di fuoco...adesso però a me non rimane che questa.
    Se fossi un antico guerriero probabilmente il mio primo pensiero sarebbe stato recuperare la mia arma e vendicare la mia famiglia...invece, essendo solo una ragazzetta viziata che non sa nulla del mondo, men che meno dell'onore, il mio primo pensiero sei stato tu.E buffo...questa villa si chiama Tsubasa....ala...e tu...tu sei praticamente un'arma...-



    Si fermò qualche secondo

    -Magari potresti diventare tu la mia ala!-




    Sorrise.
    Non era felice, semplicemente rideva di se anche solo per averlo pensato....
    Lei che impugnava un'arma del genere per vendicare la sua famiglia, degno di un romanzo più che della vita vera...eppure...eppure come avrebbe potuto, da quel giorno in poi, vivere serena?
    Qualcuno che non si faceva scrupoli ad uccidere persone innocenti l'avrebbe sicuramente cercata ed uccisa per prendersi il mecha e lei non solo non avrebbe avuto giustizia ma avrebbe permesso ad una simile arma di cadere in mano a persone di tale specie!
    Non poteva permetterlo!
    Strinse l'impugnatura della tachi e si alzò.

    -Io non sono un guerriero, probabilmente non sono neanche in grado di lottare e se dipendesse solo da me credo che non ci proverei neanche; ma come potrei, una volta giunta nel regno dei morti, guardare il viso dei miei cari? Con che coraggio gli rivolgerei la parola?...-



    La strana classidra iniziò a scorrere in modo strano...i granelli di tristezza tornarono su, al loro posto originale, ma nel passaggio diventavano coraggio riempiendo il petto della giovane.
    Si voltò verso il mecha.

    -Da sola non ce la posso fare ma con il tuo aiuto, forse, ho una speranza! Prometto di proteggerti come posso e di diventare una persona degna di stare al tuo fianco, tu prometti di stare al mio fianco almeno fino a che no avrò chiarito chi ha ucciso la mia famiglia! Diventerò degna di te.......Ala!-



    Con il cuore confio di coraggio e speranza Jin iniziò a pensare a cosa le occorresse per diventare un guerriero, e la risposta era proprio davanti ai suoi occhi...

    §Non si è mai visto un guerriero che non ha il coraggio di "entrare" dentro la propria arma!§

    Fece un respiro profondo ed entrò.
    Cercò subito un posto dove collocare la tachi per potersi sedere nel sedile destinato al pilota ma era difficile in quello spazio angusto, così la appoggiò a caso, si sedette e allacciò le cinture, fu così che notò un piccolo taccuino nero, lo prese aprendolo lentamente e notò subito che c'era qualcosa di strano: vi erano pagine strappate, altre avevano delle cancellature, altre pagine ancora erano macchiate d'inchiostro e quindi era impossibile leggere le parole ma si sforzò di capire...


    CITAZIONE
    I giorno
    Dopo lunghe richerche finalemente ci siamo!
    E stata dura ma ci siamo procurati tutto il necessario per iniziare...
    [...]

    IV giorno
    Finalemente sembra che i problemi maggiori siano stati risolti,
    ma il lavoro è ancora lungo
    [...]

    ....

    Di ogni pagina era possibile leggere ben poco e certe volte la grafia cambiava bruscamente lasciando intendere che il diario fosse stato scritto da due mani differenti.
    In particolare Jin notò che qualcuno si era occupato di annotare gli eventi, qualcun'altro dei dati tecnici infatti la ragazza vi trovò annotazioni per lei incomprensibili di carattere matematico.

    Ad ogni modo la cosa che più la colpì fu che verso il centro vi era una pagina completamente conprensibile.
    Vi era uno schizzo a matita che illustrava la testa del mezzo

    Questo è il XXXG-01W
    appartiene alla categoria dei Mobile suit trasformabili
    è costruito con una lega chiamata gundanium e per questo motivo chiamato Gundam
    si muove grazie ad un reattore a fusione ultracompatto.


    Non sappiamo chi sia il suo creatore originale ma faremo del nostro meglio per rimetterlo in sesto...
    Quando ci riusciremo allora potremo nuovamente sperare!

    [/QUOTE]


    Ancora una volta era evidente la differenza di grafia ma soprattutto la ragazza notò che la pagina era stata strappata e posta li al centro, era quindi logico pensare che in realtà il diario iniziasse in origine con quella pagina...


    §Così ti chiami XXXG-01W ... Sei un Gundam ...§

    Stava continuando a leggere quando ad un tratto accadde una cosa che Jin non avrebbe mai immaginato...
    La tachi scivolò e, cadendo, premette un qualche bottone che attivò una catena di eventi che terrorizzò la giovane:
    come prima cosa il portellone iniziò a chiudersi inesorabilmente; Jin, dal canto suo, provò a slacciarsi le cinture per cercare di uscire ma la fretta le impedì di farlo e, una volta che l'apertura fu chiusa completamente, i rumori che Jin sentì la convinsero che era meglio restare seduta con le cinture ben allacciate!
    Dopo qualche lunghissimo secondo
    il mezzo partì da solo e nello schermo centrale iniziarono ad apparire delle frasi:

    <avvio automatico eseguito --- coordinate ******>




    Un'enorme forza invisibile la schiacciò premendola contro il sedile...

    -CHE DIAVOLO SUCCEDE!??!-



    Urlò ma sapeva bene che nessuno poteva sentirla, che nessuno poteva aiutarla...
    Cercò di razionalizzare...avrebbe dovuto fermarlo ma non aveva idea di come fare...troppi tasti e lei con la tecnologia non ci era mai andata molto daccordo.
    Alla fine decise di attendere pazientemente la fine dell'inaspettato viaggio...

    Intanto la scena vista dall'esterno aveva qualcosa di surreale:
    La villa di legno si distrusse letteralmente in mille pezzi ed un enorme robot schizzò via volando rapidamente.

    Subito dopo la partenza nello schermo centrale apparirono altre frasi, anche questa volta Jin rimase molto sorpresa...ma in modo diverso....

    <destinazione base degli Irregulars...Attivazione scheda informativa 01.>



    -Ma che diavolo significa?!-



    <pilota, ti trovi sul Gundam XXXG-01W diretto alla base degli Irregulars. Gli Irregulars sono una forza speciale multinazionale indipendente schierata solo in favore di ideali come Libertà ed Uguaglianza, non sottostà a nessun ente sovrano e non riceve ordini da nessuno.
    Fine scheda informativa 01.
    Scheda informativa 02.
    Ciao Chibi-Jin!
    >



    Jin rimase di sasso!
    chibi-Jin era il vezzeggiativo usato da suo padre quand'era una bambina...da quello che ricordava però l'uomo non lo aveva più usato dopo la morte della moglie!

    <o almeno spero che sia tu! Come pensavo i miei esperimenti mi hanno attirato non pochi nemici, ma questo era un rischio già calcolato, ciò che non avrei mai voluto era fare del male a te...ma credo che se sei qui significhi che sei rimasta da sola e quindi ho fallito nel mio ruolo di padre!
    Parlarti adesso delle mie ricerche non farebbe altro che farti confondere e, forse, ti metterebbe ancora di più in pericolo, per questo motivo ho programmato il XXXG-01W per raggiungere automaticamente la base degli Irregulars, potrai fare affidamento su di loro per ogni cosa!
    Quando arriverai lì probabilmente si aspetterano un pilota ben addestrato e pronto alla battaglia, tu spiega loro come stanno le cose e decidi cosa fare...il solo fatto che il gundam sarà in mano loro mi fa stare più tranquillo...
    Mi raccomando, quando sarai lì decidi con attenzione cosa vuoi fare da adesso in poi...
    Ti voglio bene piccola!
    Fine scheda informativa 02

    ...Destinazione raggiunta...>



    Jin non riusciva a crederci!
    Cosa mai poteva avere a che fare suo padre con tutta questa storia!
    A questo punto era chiaro che l'uomo non era un genetista e che i suoi esperimenti non riguardavano le malattie genetiche!
    La ragazza era completamente sconvolta quando il petto del gundam si aprì e si udirono delle voci...

    -Presto venite, presto!-

    La mente di Jin era invasa da mille pensieri:
    Cosa aveva fatto suo padre per scatenare una cosa simile?
    Chi erano questi Irregulars?
    Che cosa sarebbe accaduto a lei ed al mecha?
    Sarebbe rimasta ancora a lungo con lo sguardo perso nel nulla a farsi centinaia di domande a cui non avrebbe mai saputo dare una risposta se quanlcuno dall'esterno non le avesse rivolto la parola...

    A questo punto non so che fare....qualche suggerimento?
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    Allora, ho letto la storia, e l'unica cosa che mi da da pensare é il fatto che il padre abbia scritto una scheda informativa riguardante Jin.
    Sarebbe meglio, per amor di coerenza, che avesse scritto una scheda informativa senza soggetto, rendendo la cosa addirittura più impersonale dando modo a Jin di sentire ancora lontano il padre e di conseguenza di sentirsi sempre più sola al mondo. In questo modo avrebbe anche senso il suo attuale crescente attaccamento a Ryoko ed agli altri membri della base.
    Oltre a ciò, alla fine di tutto, puoi scrivere che Jin, dopo alcune ore di viaggio, è atterrata all'interno di un grande piazzale in terra battuta, davanti ad una gigantesca struttura cementizia dalle porte metalliche dischiuse. Lì, un gruppo di persone vestite in arancione, hanno cominciato ad animarsi come tante formiche attorno al mezzo e lo hanno poi sdraiato e portato attraverso un camion dentro all'hangar.
    Jin probabilmente scenderà, o si affaccerà dal portellone del cockpit che si aprirà automaticamente; una volta fuori un meccanico le darà spiegazioni su cosa fare, dopodiché - non sapendo altro sulla faccenda - la spediranno al luogo dell'addestramento dove incontrerà il suo istruttore (Ryu quando era ancora Tenente o addirittura sottotenente non me lo ricordo nemmeno io XD da quanto è antico lol) dopodiché termini l'addestramento e ti ritiri in quell'altra villa (che adesso non ricordo ma di cui avevamo parlato alla fine del training per aggiustare i tempi) e da lì ricolleghi che ricevi la missiva dove ti vien detto che sei entrata all'interno del corpo e che devi recarti nuovamente alla base degli Irregulars.

    Puoi fare così.

    Fammi sapere.
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    Jin era l'unica figlia di Adam Shinigami e Kana Unmei.
    I tre viveno nella villa che era appartenuta alla famiglia materna e conducevano una vita agiata e relativamente tranquilla.
    Il padre era un genetista sempre assorbito dal proprio lavoro che a stento si ricordava di tornare a casa per le feste mentre la madre era stata una bambina di salute decisamente cagionevole e la gravidanza non migliorò certo le sue condizioni.
    Kana morì quando Jin aveva soltanto 7 anni.
    Ancora adesso ricorda la lite fra Umeko Kurisutaru, che era stata la nutrice prima della madre e poi della figlia, ed il padre subito dopo i funerali...la donna rimproverava l'uomo di non essere stato nè un buon marito nè un buon padre, prova ne sia l'esser arrivato in ritardo al funerale della moglie!
    Ad ogni modo neanche il lutto e questa tirata d'orecchie riuscirono a farlo cambiare; anzi con la morte della moglie quella casa gli metteva troppa tristezza e faceva ritorno il meno possibile...cioè non più di 2 o 3 volte all'anno.
    Jin non sapeva di preciso di che cosa si occupasse suo padre o dove di preciso lavorasse, in realtà la cosa l'aveva mai interessata; il suo laboratorio avrebbe potuto trovarsi tra i ghiacciai eterni del nord o nella cantina della villa, per lei era deltutto indifferente.
    Non che non tenesse al genitore, anzi nonostante le sue assense gli voleva comunque molto bene ma reputava che le sue preoccupazioni dovessero concentrarsi su persone che realmente le avrebbero apprezzate.
    In fondo non era sola, con lei c'erano Umeko, l'autista Hanshi, il cuoco Drey e le cameriere Hanako ed Chiyo quindi non avrebbe certo potuto soffrire di solitudine!
    Anche se non lo avrebbe certo citato fra le persone che più le stavano a cuore c'era anche Kiyomi, il suo maestro; si era sempre chiesta perchè il padre non volesse farle frequentare la scuola ma si ostinasse a chiamare maestri privati....
    La piccola Jin crebbe come in una campana di vetro...non aveva amici della sua età e, a dire il vero, non era uscita dalla proprietà ma questo, almeno inizialmente, non le pesava molto.
    Lei adorava leggere e la grande biblioteca del nonno faceva al caso suo...non le serviva altro, perchè non c'era altro modo di saper tante cose sul mondo se non leggendo!
    Questo pensava, ma quando la vita la costrinse ad uscire fuori dal suo mondo incantato le cose cambiarono.
    Aveva 18 anni quando il padre morì, non le venne spiegato molto in proposito ma pare fosse stato colto da un malore mentre faceva un esperimento, di che cosa si trattasse non le venne detto e lei non lo chiese.
    Anche questa volta il funerale venne celebrato nella cappella di famiglia ed il corpo sepolto poco lontano ma contrariamente a quando accadde in occasione del funerale della madre questa volta non pianse e la cosa stupì se non gli altri quantomeno lei.
    Sapeva di non essere particolarmente legata al genitore ma non versare neppure una lacrima la riteneva una cosa disumana...eppure per quanti tentativi facesse non vi riuscì...
    Il giorno dopo venne contattata da un notaio perchè firmasse quanto necessario per succedere al padre.
    dovette andare lei dal legale e la cosa la infastidì molto, era la prima volta che vedeva una città e ne avrebbe fatto volentieri a meno...
    L'uomo la informò dell'esistenza di una seconda villa molto distante da quella in cui aveva sempre vissuto e riguardo a cui lei non aveva mai sentito alcun accenno...
    Tornata a casa cercò tra gli oggetti del padre ed in effetti vi trovò delle strane chiavi con su incisa la dicitura "Villa Tsubasa".
    Quella in cui viveva si chiamava Villa Kurisutaru quindi le chiavi non potevano che essere dell'altra...ma perchè tenerle praticamente nascoste?
    Affasciata e totalmente presa dalla curiosità Jin si fece accompagnare alla Villa Tsubasa.
    La costruzione era molto particolare, soprattutto i colori esterni, i tetti di un rosso scuro che, molto probabilmente, assomigliava al colore del cosiddetto "sangue rappreso" di cui spesso aveva letto in alcuni libri; le pareti invece erano grigie e la lontano sembravano di pietra quanto invece un'analisi ravvicinata mostrato che erano soltanto di legno.
    Volle entrare da sola e, superato il grande cancello nero si trovò di fronte un giardino non molto grande ma diverso da quello di casa sua, le siepi erano state potate con cura ma i tagli erano imprcisi, come se chi se ne fosse occupato l'avesse fatto per la prima volta nella sua vita, all'interno la casa era coperta da un finizzimo strato di polvere, troppo sottile per lasciar pensare che la casa non fosse stata curata; ma questo non era importante, la cosa sconvolgente era un'altra.
    Aprendo la porta Jin si trovò di fronte una sfera verde incastonata su di una superficie metallica blu.
    Le scale non erano al centro dove sarebbe stato logico trovarle ma hai lati, due scalinate molto alte di legno scuro larghe non più di 2m portavano al secondo piano della casa ed al resto della struttura in metallo.
    Il secondo piano in questione però si trovava decisamente troppo in alto...più esattamente dove sembrava finire la struttura in metallo.
    Si avvicinò alla struttura in metallo e vide che non solo era così alta da poterne raggiungere la cima soltanto con la scala ma che una buona parte dovesse essere incastrata sotto, nella cantina...
    Come prima cosa Jin decise di salire e non fu per niente una passeggiata!
    Alla fine quando raggiunse quello che doveva essere il secondo piano intuì cosa di sosa si trattasse...
    Si avvicinò con timore e cautela e ne ebbe la conferma...quella era un'enorme testa di metallo, quello era un essere meccanico, un mecha!
    A ben guardare, salendo le scale, si sarebbero potute distinguere le braccia, ulteriore segno che si trovava di fronte ad un qualcosa di antropomorfo e quindi quella sfera verde all'entrata doveva esser il petto dell'essere e sotto, in cantina, dovevano trovarsi le gambe ed i piedi!
    Superato lo sgomento si rese conto che l'intera villa era stata costruita attorno all'enorme robot, o almeno così sembrava poichè esternamente niente poteva lasciar sospettare che vi fossero delle aperture per permettere al mecha di uscire.
    Ma da quanto tempo era li?
    Chi ce lo aveva portato?
    Il padre era un genetista, da quel che sapeva si occupava di malattie genetiche, cosa aveva a che fare lui con quel mezzo?
    Con queste ed altre domande che le ronzavano in testa si fece riportare a casa senza dire nulla di ciò che aveva scoperto...
    Passò tutto il resto della giornata fra i libri di suo nonno cercando una risposta ma vi trovò ben poco...
    Sebbene il nonno avesse una passione per tutti i robot di grossa taglia come quello lei non sapeva di preciso cosa cercare...quei libri non contenevano figure o descrizioni utili dalla quale risalire al modello ma erano soltanto cronache di battaglie...
    Il giorno seguente lo passò ad esaminare il mezzo ma non lo toccò neanche una volta frenata da un certo timore reverenziale...
    Alla fine decise che l'unico modo era cercare qualche volume che potesse chiarire i suoi dubbi...ma anche un uomo in carne ed ossa sarebbe andato più che bene!
    Fece qualche foto al mezzo ma senza utilizzare il flash, fece volutamente in modo che le foto non fossero troppo nitide....
    a quel punto si rese conto che una parte del mezzo non l'aveva esaminata cioè quella che avrebbe dovuto trovarsi sottoterra.
    Cercò a lungo ma non riuscì a trovare alcun passaggio quindi alla fine lasciò perdere è tornò a casa.
    A cena riunì tutti gli abitanti della villa e comunicò che sarebbe partita per fare un breve viaggio da sola, alcuni non furono contenti mentre altri sostennero con gioia la sua idea di un breve viaggio per vedere, se non il mondo intero, almeno un pezzetto di esso.
    Drey avrebbe voluto accompagnarla ma alla fine riuscì a convincerlo a restare e Jin partì in sella alla vecchia moto del nonno paterno, era stata affidata alle cure di Drey che l'aveva sempre tenuta benissimo e che, dopo la morte di Kana, aveva insegnato alla piccola Jin non solo come curarla ma anche come guidarla riuscendo a distrarla dal dolore per la sua perdita.
    Viaggiò molto a lungo ma non riusciva a fidarsi di nessuno quindi cercava informazioni unicamente nelle biblioteche informatiche, che non poco le fecero rimpiangere i cari vecchi volumi del nonno, con scarsi risultati.
    Oltre alle sue evidenti difficoltà con la tecnologia Jin si rese presto conto che i suoi occhi rossi attiravano non poco l'attenzione così decise di riparare con l'utilizzo di lenti a contatto colorate o di occhiali scuri. Fu proprio in quel periodo che le venne un dubbio...Nonostante il nome ed il luogo in cui viveva la sola persona che aveva tratti somatici tipici dell'asia era Umeko...la madre aveva lunghi capelli biondi ed occhi verdi mentre il padre aveva capelli ed occhi color nocciola...a ben persare non assomigliava affatto ai suoi genitori...
    A quel punto Jin cominciò a dubitare persino sulle sue effettive origini così decise di tornare a casa ma una terribile sorpresa l'attendeva....
    Goccie di sangue punteggiavano il viale d'ingresso alla sua abitazione ma al posto di essa Jin non trovò altro che un cumulo informe di macerie...
    In vano cercò tra la cenere i corpi dei suoi cari, non le rimase neppure un cadavere su cui piangere.
    L'unica cosa che riuscì a recuperare fu una delle due tachi custodite dentro la biblioteca...
    Il dolore per la sua perdita fu immenso, aveva perso tutti coloro che l'avevano cresciuta, tutti coloro che l'amavano...adesso era realmente sola a mondo!
    Perchè mai qualcuno avrebbe dovuto attaccare la sua dimora?
    Nessuno prima di allora si era anche solo avvicinato a quella casa, perchè qualcuno avrebbe voluto distruggerla?
    Jin riuscì a trovare una sola risposta ma, tra tutta quella distruzione, tra tutto quel dolore, un pensiero prevalse, inaspettatamente su tutto il resto....Il mecha!
    Era l'unica cosa estranea a quella che era stata fino ad ora la sua vita, la ragazza non seppe spiegarsi perchè ma sentì il bisogno di andare dall'enorme macchina così legò alla meglio la tachi alla sua schiena e partì...
    Jin aprì velocemente il cancello che, dopo il suo passaggio, rimase socchiuso e si direse correndo all'interno della villa.
    Entrando chiuse la porta dietro di se e si fermò a contemplare quell'enorme sfera verde per qualche secondo per poi salire velocemente, per quanto possibile, al secondo piano; li giunta cadde in ginocchio fissando la testa metallica.
    Un enorme senso di solitudine la pervase, come se avesse realizzato solo adesso di essere ormai sola al mondo.

    -Sola....-

    Due lacrime le rigarono il viso seguite presto da molte altre.
    Perchè qualcuno avrebbe dovuto uccidere Umeko, Hanshi, Drey, Hanako ed Chiyo?
    Sebbene nessuno di loro avesse mai detto nulla sulla loro vita prima di iniziare a lavorare in quella casa sembravao tutti delle brave persone; ciascuno di loro si era preso cura della piccola Jin con amore come fossero una vera famiglia...
    Chi avrebbe potuto temere la vecchia nutrice, solitario autista, l'allegro cuoco o le due cameriere chiaccherone?
    La ragazza analizzò la sua vita ed i suoi genitori, di certo una madre morta prematuramente ed un padre assente non rendevano certo unico quel nucleo familiare e lei dal canto suo non poteva certo essere ritenuta una persona inteeressante o pericolosa da nessuno al mondo!
    Che cosa rendeva quelle persone passibili di un tale attacco?
    Fu allora che, sbattendo le palpebre, mise a fuoco lo sguardo sulla testa metallica davanti a lei...
    Un enorme mecha custodito in una villa segreta della sua famiglia, ecco cosa rendeva speciali i suoi genitori, ecco per cosa sarebbero potuti morire Umeko e gli altri...ecco per cosa lei stessa poteva essere in pericolo!


    Probabilmente qualcuno, nel cercare quel mezzo, aveva pensato che fosse nascosto lì e, non credendo alle parole di quelle persone, li aveva uccisi!
    Si alzò di scatto, gli occhi lucidi assunsero una strana espressione, strinse le mani in un pugno ed in quel momento iniziarono a tremare...forse per la prima volta in vita sua Jin era furente e non ci volle molto prima che esplodesse

    -E TUTTA COLPA TUA DANNATISSIMO PEZZO DI METALLO! TUTTE LE PERSONE A CUI VOLEVO BENE SONO MORTE E SONO CERTA CHE è A CAUSA TUA!-

    Iniziò a dare pugni e calci a quella dannata testa incurante che tra i due era lei la sola a provare dolore, in quel momento ogni parte del suo corpo era pervasa da una rabbia incontrollabile.
    Continuò fino a che il dolore non prese il sopravvento così si fermò e ,dopo qualche secondo di riposo, si accorse che la sua ira andava scemando pur non essendo comunque sparita, infatti la sola vista di quel volto le era oramai intollerabile così decise di scendere al piano terra.
    Il dolore le impediva quasi di muoversì ma scese comunque seppur molto lentamente.
    Scendendo la rabbia ebbe modo di placarsi scivolando via allo stesso lento ritmo dei suoi passi.
    Ad ogni scalino sceso un granello di rabbia, scendendo dalla parte superiore di un'ideale clessidra a quella inferiore, si tramutava in un sentimento strano molto più simile allo sconforto ed alla tristezza...
    Alla fine della lunga scalinata rimasero in lei solo pochissimi granelli di rabbia sublimati con un ultimo pugno alla sfera verde nel petto del mostro di metallo che
    ad un tratto si aprì mostrando il posto destinato al pilota.
    Jin si fermò e si appoggiò al mecha.
    Sospirò, nessun granello di rabbia era più presente in lei, solo un'erme tristezza e la prospettiva di un futuro di solitudine che fecero tornare le lacrime a scorrere.

    -No...è colpa mia...non sono stata dovutamente attenta...-

    Abbassò la testa.
    Era andata in giro a fare ricerche su quella stana macchina, era naturale che attirasse l'attenzione, anche se mai avrebbe potuto immaginare qualcosa di simile!
    Che colpa ne aveva quell'ammasso di metallo inanimato se lei non aveva avuto la dovuta prudenza nel muoversi?
    A ben pensare il mecha era una vittima quanto lei! Un ricercato come lo era probabilmetne anche lei!
    Piangendo si pentì di non aver mai fatto pressioni per uscire di casa e fare delle conoscenze, si pentì di non avere un amico con cui parlare...
    Si sedette a terra, avendo quasi timore ad avvicinarsi all'interno del mecha, e solo allora si ricordò della tachi legata alla sua schiena, un leggero sorriso apparì sul suo volto.

    §E patetico ma questo coso di metallo dalla forma umanoide e l'unica cosa che mi è rimasta...potrei perfino dire che è il mio unico amico...§


    -Sai, questa è un'arma antichissima...o almeno così mi hanno sempre detto...Io non l'ho mai provata ma pare che sia estremamente tagliente...Se è vero quello che raccontava mia madre questa spada è sempe appartenuta alla mia famiglia...-



    Estrasse la spada dal fodero.
    Nella lama era inciso un carattere giapponese.


    -Sai, questo carattere...significa fuoco...questa tachi ha una gemella...su quella era inciso il simbolo che significa ala...insieme formavano la coppia ala di fuoco...adesso però a me non rimane che questa.
    Se fossi un antico guerriero probabilmente il mio primo pensiero sarebbe stato recuperare la mia arma e vendicare la mia famiglia...invece, essendo solo una ragazzetta viziata che non sa nulla del mondo, men che meno dell'onore, il mio primo pensiero sei stato tu.E buffo...questa villa si chiama Tsubasa....ala...e tu...tu sei praticamente un'arma...-



    Si fermò qualche secondo

    -Magari potresti diventare tu la mia ala!-




    Sorrise.
    Non era felice, semplicemente rideva di se anche solo per averlo pensato....
    Lei che impugnava un'arma del genere per vendicare la sua famiglia, degno di un romanzo più che della vita vera...eppure...eppure come avrebbe potuto, da quel giorno in poi, vivere serena?
    Qualcuno che non si faceva scrupoli ad uccidere persone innocenti l'avrebbe sicuramente cercata ed uccisa per prendersi il mecha e lei non solo non avrebbe avuto giustizia ma avrebbe permesso ad una simile arma di cadere in mano a persone di tale specie!
    Non poteva permetterlo!
    Strinse l'impugnatura della tachi e si alzò.

    -Io non sono un guerriero, probabilmente non sono neanche in grado di lottare e se dipendesse solo da me credo che non ci proverei neanche; ma come potrei, una volta giunta nel regno dei morti, guardare il viso dei miei cari? Con che coraggio gli rivolgerei la parola?...-



    La strana classidra iniziò a scorrere in modo strano...i granelli di tristezza tornarono su, al loro posto originale, ma nel passaggio diventavano coraggio riempiendo il petto della giovane.
    Si voltò verso il mecha.

    -Da sola non ce la posso fare ma con il tuo aiuto, forse, ho una speranza! Prometto di proteggerti come posso e di diventare una persona degna di stare al tuo fianco, tu prometti di stare al mio fianco almeno fino a che no avrò chiarito chi ha ucciso la mia famiglia! Diventerò degna di te.......Ala!-



    Con il cuore confio di coraggio e speranza Jin iniziò a pensare a cosa le occorresse per diventare un guerriero, e la risposta era proprio davanti ai suoi occhi...

    §Non si è mai visto un guerriero che non ha il coraggio di "entrare" dentro la propria arma!§

    Fece un respiro profondo ed entrò.
    Cercò subito un posto dove collocare la tachi per potersi sedere nel sedile destinato al pilota ma era difficile in quello spazio angusto, così la appoggiò a caso, si sedette e allacciò le cinture, fu così che notò un piccolo taccuino nero, lo prese aprendolo lentamente e notò subito che c'era qualcosa di strano: vi erano pagine strappate, altre avevano delle cancellature, altre pagine ancora erano macchiate d'inchiostro e quindi era impossibile leggere le parole ma si sforzò di capire...


    CITAZIONE
    I giorno
    Dopo lunghe richerche finalemente ci siamo!
    E stata dura ma ci siamo procurati tutto il necessario per iniziare...
    [...]

    IV giorno
    Finalemente sembra che i problemi maggiori siano stati risolti,
    ma il lavoro è ancora lungo
    [...]

    ....

    Di ogni pagina era possibile leggere ben poco e certe volte la grafia cambiava bruscamente lasciando intendere che il diario fosse stato scritto da due mani differenti.
    In particolare Jin notò che qualcuno si era occupato di annotare gli eventi, qualcun'altro dei dati tecnici infatti la ragazza vi trovò annotazioni per lei incomprensibili di carattere matematico.

    Ad ogni modo la cosa che più la colpì fu che verso il centro vi era una pagina completamente conprensibile.
    Vi era uno schizzo a matita che illustrava la testa del mezzo

    Questo è il XXXG-01W
    appartiene alla categoria dei Mobile suit trasformabili
    è costruito con una lega chiamata gundanium e per questo motivo chiamato Gundam
    si muove grazie ad un reattore a fusione ultracompatto.


    Non sappiamo chi sia il suo creatore originale ma faremo del nostro meglio per rimetterlo in sesto...
    Quando ci riusciremo allora potremo nuovamente sperare!

    [/QUOTE]


    Ancora una volta era evidente la differenza di grafia ma soprattutto la ragazza notò che la pagina era stata strappata e posta li al centro, era quindi logico pensare che in realtà il diario iniziasse in origine con quella pagina...


    §Così ti chiami XXXG-01W ... Sei un Gundam ...§

    Stava continuando a leggere quando ad un tratto accadde una cosa che Jin non avrebbe mai immaginato...
    La tachi scivolò e, cadendo, premette un qualche bottone che attivò una catena di eventi che terrorizzò la giovane:
    come prima cosa il portellone iniziò a chiudersi inesorabilmente; Jin, dal canto suo, provò a slacciarsi le cinture per cercare di uscire ma la fretta le impedì di farlo e, una volta che l'apertura fu chiusa completamente, i rumori che Jin sentì la convinsero che era meglio restare seduta con le cinture ben allacciate!
    Dopo qualche lunghissimo secondo
    il mezzo partì da solo e nello schermo centrale iniziarono ad apparire delle frasi:

    <avvio automatico eseguito --- coordinate ******>




    Un'enorme forza invisibile la schiacciò premendola contro il sedile...

    -CHE DIAVOLO SUCCEDE!??!-



    Urlò ma sapeva bene che nessuno poteva sentirla, che nessuno poteva aiutarla...
    Cercò di razionalizzare...avrebbe dovuto fermarlo ma non aveva idea di come fare...troppi tasti e lei con la tecnologia non ci era mai andata molto daccordo.
    Alla fine decise di attendere pazientemente la fine dell'inaspettato viaggio...

    Intanto la scena vista dall'esterno aveva qualcosa di surreale:
    La villa di legno si distrusse letteralmente in mille pezzi ed un enorme robot schizzò via volando rapidamente.

    Subito dopo la partenza nello schermo centrale apparirono altre frasi, anche questa volta Jin rimase molto sorpresa...ma in modo diverso....

    <destinazione base degli Irregulars...Attivazione scheda informativa 01.>



    -Ma che diavolo significa?!-



    <pilota, ti trovi sul Gundam XXXG-01W diretto alla base degli Irregulars. Gli Irregulars sono una forza speciale multinazionale indipendente schierata solo in favore di ideali come Libertà ed Uguaglianza, non sottostà a nessun ente sovrano e non riceve ordini da nessuno.
    Fine scheda informativa 01.
    Scheda informativa 02.
    Da adesso in poi tu sei il responsabile di queso mezzo, pilota!
    >



    Jin rimase di sasso!
    chibi-Jin era il vezzeggiativo usato da suo padre quand'era una bambina...da quello che ricordava però l'uomo non lo aveva più usato dopo la morte della moglie!

    < il suit XXXG-01W è programmato per raggiungere automaticamente la base degli Irregulars, potrai fare affidamento su di loro per ogni cosa!
    Affido a te il mio tesoro!
    Fine scheda informativa 02

    ...Destinazione raggiunta...>



    Jin, per un attimo, sentendo quelle parole si sentì tradita...
    Per il padre il "suo tesoro" era quell'ammasso di metallo e circuiti su cui stava involontariamente viaggiando...
    Si era fatta l'idea che per i genitori i figli sono il tesoro più prezioso anche se sono lontani ma, evidentemente non era così, non per suo padre...
    Ancora una volta Jin si sentì immensamente sola!
    Ripensando con più razionalità a tutta la faccenda la ragazza ne concluse che di certo l'uomo non era un genetista e che i suoi esperimenti non riguardavano le malattie genetiche!
    La ragazza era completamente sconvolta quando il petto del gundam si aprì e si udirono delle voci...

    -Presto venite, presto!-

    La mente di Jin era invasa da mille pensieri:
    Cosa aveva fatto suo padre per scatenare una cosa simile?
    Chi erano questi Irregulars?
    Che cosa sarebbe accaduto a lei ed al mecha?
    Sarebbe rimasta ancora a lungo con lo sguardo perso nel nulla a farsi centinaia di domande a cui non avrebbe mai saputo dare una risposta se quanlcuno dall'esterno non le avesse rivolto la parola...

    -Tutto bene?-

    Jin non seppe rispondere, l'uomo con una strana tuta arancione le porse la mano e lei scese da lì.
    Si rese conto di essere atterrata all'interno di un grande piazzale in terra battuta, davanti ad una gigantesca struttura cementizia dalle porte metalliche dischiuse.
    Mentre lei cercava di capirci qualcosa dei meticolosi uomini in arancione facevano qualcosa al mecha.
    Avrebbe voluto protestare ma era troppo sconvolta e poi...cosa avrebbe potuto dir loro?!
    Quelle schede l'avevano definita "pilota" ma lei non lo era di certo e l'avere una parentela con l'uomo che, a quanto pare, l'ha rimesso in sesto di certo non faceva di lei la proprietaria.
    Vedendola spaesata un meccanico andò in suo soccorso, apparentemente più per bontà d'animo che per assolvere ad un dovere e, resosi conto della situazione, indicò alla giovane n luogo dove rilassarsi e sedersi, la caffetteria.
    Jin si sedette ma non ordinò nulla, ignorò la cameriera ma non per scortesia, semplicemente la mente di Jin era altrove; inaspettatamente si rese conto di una cosa...la domanda che più ogni altra girava ella sua mente era: dov'è il Gundam?!
    Il meccanico di prima si rifece vivo e, rendendosi nuovamente conto del suo stato emotivo, la portò dal Gundam.
    Inaspettatamente davanti alla gigantesca macchina Jin iniziò a piangere in modo incotrollato, da quel momento in poi quel pezzo di metalli sarebbe stato l'unico legame per il suo passato.

    Quando finalmente smise di pingere si calmò e le venne spiegato che, se voleva guidare personalmente il mezzo, le sarebbe stato impartito un adeguato addestramento; Jin accettò senza pensarci due volte, forse perché voleva veramente essere un pilota o forse perché non avrebbe mai permesso a ness'altro di salire sul suo amico Gundam!...


    Il giorno dell'addestramento Jin conobbe Ryu Vegea per la quale provò un'instintivo senso di rispetto ma, soprattutto, di devozione per la possibilità che le aveva concesso: la possibilità di prendersi cura del suit senza essere eccessivamente di peso!
    La giovane non era mossa da nobili ideali, non sapeva cosa l'aspettava, ma voleva mettersi alla prova ed essere degna del suo Wing!




    Spero che adesso vada bene XD
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30 replies since 30/10/2005, 19:32   860 views
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