[Missione #Speciale - 1] The Promised Peace

- Test speciale per i nuovi iscritti -

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Trinity Tea Party

    Group
    Reclute
    Posts
    4,164
    Location
    Will you save me, Sensei?

    Status
    Offline offline
    Narrato
    "Pensato"
    -Parlato-


    ~Act.10~
    The day everything fell apart
    I always thought my life
    To be one of happiness.
    But I was mortally wrong.
    We're nothing but bags of flash
    Our life is but a fleeting moment.
    And I, robbed a child of it.
    What happiness could I expect...
    What future I could have hoped for...
    Since I robbed a young girl,
    of her right to live?
    Good child goes to Heaven...
    Then tell me, what awaits me...
    Kyousuke-jii?



    OST
    Song: Vocalise Op.34 no.14
    Author: Kajiura Yuki
    Album: Mahou Shoujo Madoka Magica OST 2




    Sentì chiaramente il rumore metallico del grilletto.
    Lo scatto secco del meccanismo di sparo, l'otturatore che scorreva.
    Il proiettile iniziò la sua corsa disperata lungo la canna zigrinata.
    Ecco, era quello il momento, mancava poco, pochissimo.
    Ed eccola, la vibrazione, il rinculo, ed infine lo sbuffo di vapore dalla volata.
    Pareva di essere in un sogno, tutto si muoveva a rallentatore.
    I cecchini avevano un modo molto semplice di chiamarlo.
    Lo chiamavano il punto di non ritorno, o molto amichevolmente il "vanishing point".
    Perchè una volta sparato, non si poteva più far tornare indietro il proiettile.
    E una volta sparato, la prima lezione prevedeva un concetto molto semplice.
    Sparire: prima di sparare, durante lo sparo, e dopo, un bravo cecchino doveva sparire.
    Prima, sparivano le emozioni, poi la sensibilità e infine il corpo si allontanava per non essere individuato.
    E per la prima volta Izumi c'era riuscita, aveva passato il punto di non ritorno.
    Per un brevissimo, fuggevole momento si permise, presuntuosamente di pensare di avercela fatta.
    Niente, nessuno, poteva evitare un simile colpo.
    Nemmeno uno dei tanto famigerati newtipe poteva scansarlo.
    Certo, avrebbe potuto prevederlo, ma non evitarlo, visto che la velocità e i riflessi erano pur sempre quelli di un comune essere umano.
    Come fosse un semplice spettatore vide la piccola capsula di acciaio composito divorare lo spazio e la distanza, aspettandosi da un momento all' altro uno sbuffo di sangue e perchè no, un grugnito di dolore.
    Sarebbe stato un dono dal cielo, una ben magra punizione per la carneficina che aveva fatto.


    Eppure niente di tutto ciò accadde.
    Vide il bersaglio compiere qualcosa di inumano.
    Girarsi, schivare il proiettile, e fare qualcos'altro.
    Non ne era sicura, ma il suo cervello lo registrò come sparo.
    Un leggero schiocco, scintille ed un leggero intorpidimento alla guancia.
    Le aveva sparato?
    maivoid
    Impossibile, irreale, era come vivere un incubo.
    Mentre si spostava però, per un attimo, i loro sguardi si incrociarono.
    Ne era certa, la misteriosa strega dai capelli d'argento l' aveva vista.
    E per un tempo che sembrò lungo una eternità, il cecchino e la sua preda si fissarono.
    Ne era certa, non l'avrebbe mai dimenticato.
    Quell'occhio, rosso cremisi, come un rubino, pareva ardere di fiamme.
    Si sentì risucchiare al suo interno, a poco a poco, come attratta da una forza invisibile che andava al di là della sua comprensione.
    Quella ragazza aveva compiuto qualcosa di impossibile, aveva evitato il suo colpo.
    Avrebbe tanto voluto mandarla all' inferno...
    Ma un solo sguardo le aveva già dato risposta.
    Era da lì, dalle fauci stesse degli inferi, che quella creatura proveniva.
    Avrebbe voluto dire qualcosa, aggiungere anche solo una sillaba, fermarla in qualche modo.
    Ma non appena il bagliore argentato scomparve dalla sua visuale, si ritrovò faccia a faccia con un altro paio di occhi.
    Freddi, immobili, che la fissavano con una muta accusa.
    Una singola frase, che si scolpì a fuoco dentro la sua mente.
    Hai sbagliato, e per questo mi hai uccisa.
    In un istante il mondo, crollò e prese a girare, confondendosi tra bianco e nero.
    A malapena registrò il fatto di essere scivolata nella neve.
    Le gambe non la reggevano, le braccia non si muovevano.
    A fatica strisciò per allontanarsi e prima di accorgersene era di nuovo in piedi.
    Gli occhi sbarrati, fissi, camminava senza una meta precisa, allontanandosi dal balcone, le mani premute sugli occhi.
    Non voleva vedere, non voleva guardare, ma quelle immagini le continuavano a danzare davanti allo sguardo come una grottesca danza macabra.
    Quelle mani così piccole, protese ad afferrare l'aria.
    Quei piedi così delicati, che scalciavano debolmente la neve, resa viscida dal sangue.
    Il piccolo petto, che affannosamente e inconsciamente cercava ancora di respirare.
    Il cranio, aperto in due come un melone dalla potenza del proiettile, il piccolo cervello che ancora fumava a contatto con l' aria gelida.
    Ma peggio, peggio di ogni cosa, erano gli occhi.
    Quegli occhi che la fissavano in una muta accusa.
    In una domanda, semplice e diretta.
    Perchè?
    E quella era la cosa più terribile.
    Cosa avrebbe potuto dirle...
    Ho sbagliato? E' stato un errore? Un imprevisto?
    -Non...volevo....-
    La sua stessa voce sembrava lontana, irreale, quasi non provenisse da lei.
    Le sue gambe si muovevano erraticamente, il mondo girava, impazzito, la neve scricchiolava sotto i suoi piedi, macchiata di cenere e polvere.
    Continuava a muoversi, senza meta, come uno zombie, incapace di pensare ad altro se non a quello che era successo.
    Sentì lo stomaco contrarsi, a ritmo inverso di quello del cuore, mentre cercava di rigettare.
    Non lo avrebbe fatto, lo aveva già svuotato pochi minuti prima.
    Sentì un dolore sordo sul retro della testa.
    Un sentore metallico, solido...
    Era il serbatoio dell' acqua, la finta cisterna, che incombeva alle sue spalle, immensa e torreggiante come un gigante delle leggende, insormontabile, indistruttibile.
    Non poteva più indietreggiare, no, non poteva, doveva...
    Scivolò a terra, mentre le sue gambe scalciavano sempre più forte, scavando una buca nella neve, sino a toccare il cemento sottostante.
    Doveva scappare, fuggire, lontano da quella vista allucinante.
    Gli occhi coperti di lacrime, si passò le mani sul volto, coprendosi gli occhi.
    Ancora continuava a vedere quella scena, i suoi occhi continuavano a mostrarle la sua colpa, quel sangue innocente versato per niente altro che un capriccio del destino.
    Singhiozzava, si contorceva, preda di dolori atroci.
    Gli occhi le pulsavano, gonfi di lacrime, la guancia era fredda.
    Era inutile, anche attraverso le dita, la poca luce che filtrava illuminava le sue mani guantate.
    Erano...sporche di sangue.
    Il cuore le mancò un battito mentre l'ansia iniziava ad attanagliarle il cuore, come se qualcuno le stesse piantando ripetutamente un coltello nel petto.
    Non era possibile, si ripeteva, non era possibile, era grottesco.
    Non c'era assassinio più orribile di quello perpetrato da un cecchino, la massima evoluzione dell'omicidio.
    Nessuno si sporcava le mani, a centinaia di metri di distanza, con un colpo pulito.
    Eppure persino le sue mani, erano lorde di sangue.
    Rosso, cremisi brillante.
    Cadde in ginocchio ansimando mentre piccole nuvole di vapore si sollevavano dagli angoli della sua bocca miste a piccoli e sottili fili di saliva, quasi un diadema di perle.
    Le allontanò e poggiò i palmi a terra mentre i suoi occhi dilatati fissavano la neve come a volervi trovare una risposta.
    Una risposta per una domanda che nemmeno c'era.
    Scivolò leggermente in avanti, e nel farlo, la neve dove prima si trovava la sua mano destra, divenne di colore rosa.
    Tremando in preda al terrore sollevò la mano, mentre guardava il palmo di stoffa bianca.
    Ora intriso di rosso, di sangue... del suo sangue.
    Ad un tratto tutta la forza l'abbandonò, e scivolò, lentamente singhiozzando sul metallo freddo.
    maivoid02
    Sollevò lo sguardo al cielo, una espressione ebete dipinta sul viso.
    Continuava a cadere, la neve, coprendo i corpi dei vivi e dei caduti in egual misura.
    Tanta indifferenza era semplicemente orribile, pensò.
    Come poteva cercare il perdono, per quello che aveva fatto.
    Chi poteva donarglielo, per quello che aveva commesso.
    Un dio che osservava come se nulla fosse un simile massacro?
    Un dio, che nulla faceva per intervenire nelle faccende delle persone normali?
    Dove erano le istituzioni, dove era la giustizia, dove erano gli ideali...
    -Ah...ahah....ahahah-
    Rideva, rideva singhiozzando, uno spettacolo orribile.
    Tossiva, mentre la saliva si mescolava in gola con l' aria che cercava di uscire.
    Gli occhi vacui fissi al cielo, verso le colonie di PLANT, così lontane.
    Così distanti da lei in quel momento.
    Tese una mano verso l' alto con un movimento nervoso, smuovendo le dita, come a cercare di spostare le nuvole.
    Cercando di aprire un varco oltre quella cappa di fiamme e di morte.
    Suo nonno, aveva visto tutto questo, aveva passato anche di peggio.
    Solo ora capiva, quale peso fosse per lui, una simile cosa.
    Quale terribile dolore si tenesse dentro.
    Sorridi, aveva detto, Sorridi sempre, qualunque cosa accada.
    Con le pupille dilatate fisse nel vuoto, il sangue che gocciolava lungo il mento, cadendo in grosse macchie circolari sulla maglia di cotone e sul giubbotto, la giovane coordinator disse in un lamento, in un singulto pieno di rimorso.
    Le lacrime ora più copiose di prima.
    -Perdonami...Kyousuke-jii, io...io non ce la faccio...-
    Si girò lentamente, verso il portello alle sue spalle.
    Era camuffato bene, ma non abbastanza da non poter essere ignorato da questa distanza.
    Con il viso imbrattato da sangue, muco e lacrime, ansimando per respirare, le sue mani si mossero verso la maniglia.
    Il metallo, reso viscido dalla neve sciolta e dal sangue sui guanti rendeva difficile mantenere la presa.
    Tentò una, due volte, sino a quando finalmente non cedette con un cigolio, rivelando il loculo oscuro all' interno dell' enorme cilindro di acciaio.
    Là dentro, immobile, solenne, la macchina da gerra la guardava dall' alto, con aria d' accusa.
    Addormentata, un'arma di incredibile potenza.
    Sì, quel posto così oscuro, così isolato, così separato dal mondo, era perfetto.
    Nessuno l'avrebbe trovata laggiù, nessuno l' avrebbe vista.
    Laggiù sarebbe stata al sicuro.
    Nessuno l' avrebbe giudicata, nessuno l'avrebbe scoperta.
    -Non riesco davvero...non ho il coraggio...di sorridere...-
    Iniziò a salire la scaletta che portava al portellone del cockpit, nel ventre del colosso.
    Un piolo alla volta salì con velocità, mentre le urla dell' esterno si mischiavano in una cacofonia di suoni indistinti.
    Suoni che si mischiavano al folle martellare del suo cuore.
    Ad ogni tonfo distante risentiva il sibilare del proiettile.
    Lo schiocco di Charline, quel fucile maledetto.
    No...era sbagliato, non poteva biasimare quell' arma.
    Non esisteva nessuna arma assassina, era chi la impugnava a decidere chi viveva e chi moriva.
    L' unico errore del suo fucile era stato salvarle la vita.
    Il proiettile che l'aveva colpita alla guancia era rimbalzato sull' ottica del mirino.
    Ma era giusto? Perchè, chi aveva stabilito che lei dovesse vivere.
    Dio, aveva un pessimo senso dell'umorismo, quasi macabro.
    Arrivata quasi in cima si fermò.
    Non era passato neanche un minuto eppure pareva una eternità, aveva talmente tanta adrenalina in corpo che sembrava di vivere in un sogno.
    Anzi, in un incubo.
    Sollevò la testa a guardare il volto del suo mezzo, come a cercare conforto, ma nell' oscurità non vedeva niente.
    Solo la luce che penetrava dall' ingresso del silos rivelava qualcosa.
    Girò la maniglia e fece scorrere il pannello che copriva l' entrata del posto di pilotaggio.
    Rosso intenso, rosso come un cuore umano.
    Come il sangue di quella ragazzina.
    E con la testa sollevata, inspirò e la schiantò con violenza sul bordo del cockpit aperto.
    Un dolore intenso le pervase il cervello, mentre gocce di sangue iniziarono a macchiare la fascia che le copriva la fronte.
    Eppure, nonostante tutto, il nome di Lacus Clyne, scritto a penna, era ancora perfettamente leggibile.
    Singhiozzò, mentre si sedeva al posto di guida, sul sedile.
    Non riusciva a vedere bene, tutto stava diventando rosso.
    Perchè l' aveva fatto? Non lo capiva.
    Forse perchè sentiva troppo sangue andarle alla testa.
    Ma oramai niente più aveva senso.
    Come si sedette al posto di guida chiuse il portellone, e il cockpit ricadde nel buio.
    Laggiù, sola, come in un ventre materno, lo stretto spazio illuminato solo dalle luci a led dei comandi, accese i sistemi e gli altoparlanti.
    La cabina venne invasa dal lucore di tutti gli schermi, che proiettavano il metallo circostante...
    E dai rumori dell' esterno, che invasero tutto come un fiume in piena.
    Le grida, gli ululati di dolore e di rabbia.
    Così, cullata dal massacro, tranquillizzata dal dolore, Mai Izumi raccolse le braccia attorno alle ginocchia, e accoccolata al posto di guida si rannicchiò tremante.
    E pianse, pianse di cuore, come mai aveva fatto in vita sua.
    Con la segreta speranza in fondo al cuore, che prima o poi quel momento sarebbe passato.
    Sarebbe svanito come neve al sole.
    Pareva di vivere un incubo...eppure si ritrovò a pensare, e a mormorare.
    -Se questo...è un incubo...voglio svegliarmi...-
    Ma il sonno non sarebbe arrivato.
    Come chiudeva gli occhi, il volto della bambina si parava di continuo davanti al suo volto.
    E non era solo, si sovrapponeva di volta in volta a tutte le persone che aveva conosciuto.
    Ad amici, a parenti, a semplici conoscenti.
    Ora era Miss Clyne, ora era uno dei meccanici della base, ora un compagno di classe, ora un semplice passante.
    Ma cosa poteva fare lei, lei che li aveva delusi tutti.
    Lei, che aveva sbagliato il proiettile della sua vita.
    Li aveva condannati tutti.
    Con che coraggio poteva nuovamente imbracciare un arma?
    Con che coraggio poteva ripresentarsi ai suoi commilitoni?
    Con che coraggio, poteva ancora portare quel gagliardetto?
    Con un gesto rabbioso afferrò la fascia bianca che portava al braccio, e la gettò a terra con un grido selvaggio.
    Come una foglia la fascia scivolò sul pavimento della capsula di comando, la stoffa candida, macchiata di ditate cremisi.
    Ansimava, Mai Izumi, era in iperventilazione da almeno quaranta secondi, da quando si era allontanata, da quando aveva inizato a salire le scalette...forse ancora prima.
    La vista le si annebbiava, i rumori del massacro erano più forti...
    Tenendosi la testa tra le mani mormorò con un filo di voce, le parole, rotte dall' emozione.
    -...aiuto...-
    E qualcosa, o meglio, qualcuno rispose.
    Era una voce sin troppo familiare negli ultimi tempi.
    Una voce preoccupata, quasi terrorizzata.
    Era la voce di Dan Howlett.
    Quello stupido dunque, era ancora vivo!
    Sollevò pian piano la testa dalle ginocchia.
    Se Howlett era ancora vivo poteva farcela!
    Lui poteva risolvere la situazione, tutte le sue parole forse, non erano buffonate.
    Non aveva capito quello che aveva detto, ma ne era certa, era lui.
    Quel natural sbruffone, egotista, era proprio lui.
    Con tutta la gioia che poteva riuscire a trovare si mosse in avanti, cercando freneticamente di dare potenza a Hime.
    Le dita si mossero rapide come fulmini sopra la consolle, mentre caricava tutti i movimenti dello ZAKU Warrior che erano stati registrati nell' O.S del mezzo.
    Un Natural avrebbe impiegato almeno un minuto per quella operazione, ma per una coordinator come lei, pur nello stato in cui si trovava era come respirare.
    In meno di sei secondi il Mobile suit divenne in grado di muoversi.
    Si lanciò sul pulsante degli altoparlanti, preparandosi a rispondergli, come un naufrago che si aggrappi ad una corda di salvezza.
    Quell' ultimo brandello che teneva insieme la sua coscienza.
    Lui avrebbe capito, l' avrebbe ascoltata, l'avrebbe...perdonata forse.
    Con le lacrime agli occhi avvicinò il dito al pulsante.
    E il mondo, letteralmente esplose, con la forza di dieci chili di tritolo Semtex.
    Spazzando via il camion e lo Strike di Howlett in una palla di fuoco.
    E travolgendo allo stesso modo le ultime tenui speranze di Mai.



    Distrutta, la giovane si accasciò sul sedile, le mai inerti come molle cera, mentre da fuori provenivano i rumori degli spari.
    Il radar sullo schermo si illuminò trillando come un invasato mentre: uno, due,tre...dieci nuovi contatti facevano la loro comparsa.
    Inutile nello spazio, ma vitale sul suolo terrestre, la copertura della cisterna sicuramente ne diminuiva le prestazioni, ma non gli impediva di evidenziare dieci unità non identificate...
    Ed un segnale scomparso.
    Con gli occhi sbarrati per il terrore e la mascella inerte, la coordinator dai capelli rosa osservò esterrefatta il segnale dello strike sparire dallo schermo.
    Bravo2 era attualmente, irrevocabilmente...
    [LOST]
    maivoid03
    Quelle quattro lettere furono come un proiettile.
    La testa di Mai cadde piegandosi in avanti, seguita dal torso, andandosi a posare sulle ginocchia.
    -No...nonono...quello stupido non può morire così...no...nonono...dannato idiota...crepare così...non...non sotto il mio comando...-
    Improvvisamente il corpo della Coordinator si rilassò.
    Fu scosso da un tremito, costante, profondo.
    Singhiozzi, misti a risate, marcarono il suo ritorno alla coscienza.
    E quando rialzò lo sguardo, nessuno l'avrebbe potuta riconoscere.
    I suoi occhi dalle tinte rosate, erano due pozzi di puro odio.
    Odio primordiale.
    Completamente vuoti, se non per una atavica furia ancestrale.
    Tutto quello in cui aveva creduto, che aveva lottato per proteggere, che aveva custodito come legge di vita.
    Era stato tutto spazzato via.
    Strinse i guanti e la cloche sottostante, mentre singhiozzando spasmodicamente sibilava con odio.
    Un odio che mai nessuno si sarebbe aspettato, nemmeno lei.
    Spinse la leva della potenza come una clava, facendola scorrere nel suo alloggiamento con un rumore elettrico.
    Istantaneamente si accesero luci rosse e lampeggianti, mentre un enorme icona ricopriva lo schermo dello status del Mobile suit.
    Pericolo, diceva, non è assicurato il funzionamento del mezzo.
    E perchè non avrebbe dovuto avvisarla?
    Una attivazioni così rapida senza neppure impostare le basilari norme di sicurezza o settare correttamente l'output del motore era sicuramente deleterio per un meccanismo delicato come il mobile suit.
    Con un ringhio animalesco Mai colpì la tastiera con un pugno.
    -Ignora! Ora procedi!-
    Gridò selvaggiamente, pur sapendo che la macchina non poteva sentirla.
    Eppure tutto sembrava contro di lei.
    Quella che doveva essere la giornata più bella della della sua vita si era trasformata in un incubo.
    Coloro che la dovevano guidare erano spariti, presumibilmente morti.
    I suoi compagni, i suoi superiori, morti anche loro.
    Il suo sottoposto, Dan Howlett, morto, in una esplosione catastrofica.
    Coloro che doveva proteggere...morti anche loro...
    E perchè no, li aveva uccisi lei con la sua mancanza di abilità.
    Cosa restava ora per lei?
    Le era stato insegnato a cogliere sempre il lato buono della vita.
    Ma adesso che la vita era stata spazzata via tutto quello che le restava era solo una cosa.
    Una cosa terribile, una cosa da cui si era sempre tenuta lontana un dolce veleno che era la causa di tutti i problemi.
    L' Odio, l' odio e la vendetta.
    Ancora una volta l' icona lampeggiante si accese, inondando di una luce rossa l' abitacolo, che per un istante parve immerso nel sangue.
    Aah, una vista decisamente in tema, dato il sangue che ruscellava lungo la fronte della pilota.
    Niente casco, solo le cinture antigravità allacciate, per prevenire la forte accellerazione.
    Con un ulteriore ringhio selvaggio il pugno di Mai si abbattè con violenza sul quadro comandi, ignorando per l' ennesima e ultima volta gli avvertimenti disperati del sistema automatizzato.
    -Ignora! E fai partire questa carcassa, dannato pezzo di ferraglia, te lo ordino!-
    E con un basso sibilo ed una lieve scossa, il potente gigante color ciliegia prese vita.
    Gli scarichi sul petto soffiarono una nube di vapore, come l'ancestrale sospiro di una belva trattenuta prigioniera troppo a lungo.
    Con la morte dipinta sul viso la pilota dai capelli color ciliegia fece muovere il potente guerriero di lega composita, mandando le scalette a battere sull' interno della cisterna e con un muto digrignare dei denti, conficcò le mani metalliche nella superficie della cisterna posticcia, aprendola con un stridio di metallo torturato.
    Inclinò le braccia tramite le cloche, e diede potenza, mentre obbedendo allo schema preimpostato nel computer le dita si chiudevano per avere maggior presa sul metallo.
    Con uno stridio torturato la parete di ferro si divise in due, portando finalmente alla luce la potente macchina da guerra che vi era rimasta sepolta dall' inizio della missione.

    hime00


    Il ciclope accese il suo occhio rosso fuoco, con il quale iniziò a guardarsi attorno.
    Sullo schermo all'inteno del veicolo la padrona di quella macchina di morte, la guerriera che si faceva scudo della principessa osservò con rabbia crescente la scena.
    Le dieci macchine sopraggiunte spiccavano chiaramente, già lockate dal sistema di puntamento, mentre il mono-eye ronzava pigro nella sua ghiera, posizionando nella vista meccanica attorno ad ognuna di esse una icona rettangolare, ed una parola, che più di ogni altra attizzava l' incendio che stava crescendo nel cuore della pilota.
    ENEMY-UNKNOWN.
    La prima però era tutto quello che aveva bisogno di sapere.
    Nessuno aveva previsto la presenza di Rk-92 "Savage" al concerto.
    Pertanto nessuno li aveva segnalati al sistema dell' O.S
    Dunque in ultima analisi, non erano amici.
    E questo, a Mai Izumi, bastava e avanzava.
    L'enorme occhio rosso, grande quanto un frigorifero si mosse, mentre il corpo restava immobile, analizzando le vicinanze, e soffermandosi in particolar modo davanti a due carcasse.
    Quella del Siegfried, a terra, i cui solori spiccavano scuri contro il terreno innevato, e i resti fumanti del camion dei rifiuti.
    Non c'era possibilità che fosse sopravvisuto.
    Howlett, lo stupido...l'inutile...il natural...e l' unico amico vero si fosse fatta al suo arrivo.
    Pieno di vita...sempre con la risposta pronta...
    Sparito così, in un istante.
    Poi il suono delle mitragliatrici da 14,5 mm riempì l' aria, risvegliando la bestia che era stata momentaneamente distratta.
    E quando la Coordinator guardò, volle non essere mai nata.
    -E' così?... volete il sangue...il massacro?-
    Corpi fatti a pezzi, civili massacrati.
    Quello non era terrorismo, quella era pura e semplice violenza.
    Colei che risiedeva nel cockpit oramai non poteva più essere definita come Mai Izumi.
    Non aveva niente più niente della spensierata ragazzina di PLANT.
    Adesso si tratava solo di una creatura assetata di vendetta.
    Volevano sangue?
    Lo avrebbe avuto.
    Il suo sguardo si posò sui quattro AS che stavano sparando sulla folla.
    Mentre lo zoom si attivava e calibrava la traiettoria il potente cannone M1500 "Orthros" usciva dal suo alloggiamento in un unico e fluido movimento.
    Era una tecnica che avevano spiegato tempo prima all' accademia.
    Visto il lungo tempo di dispiegamento del cannone dallo Wizard pack, ativarne il dispiegamento durante la
    mairage
    manovra di puntamento riduceva visibilmente il tempo di ingaggio, rendendo praticamente nulla la differenza tra l' estrazione di un normale fucile e il dispiegamento del cannone 1
    Pochi sapevano calcolare correttamente i tempi e farli coincidere, e solo i riflessi ed un O.S sviluppato per i coordinator rendevano possibile questa delicata manovra.
    Fortunatamente Mai Izumi possedeva tutte queste caratteristiche.
    L'energia racchiusa nel compatto generatore alle spalle del mezzo color ciliegia iniziò a riversarsi nella camera di sparo, arrivando quasi al punto di raggiungere la massa critica.
    Il raggio di energia cremisi scaturito dalla bocca da fuoco sarebbe dovuto scaturire con forza dalla canna e proseguire in linea diretta per oltre duecento metri andando a schiantarsi esattamente in mezzo ai piccoli A.S, tranciandone a metà almeno due prima della esplosione.
    L'Orthros era un'arma concepita per abbattere navi spaziali, perforandone la corazza e facendo esplodere i generatori all' interno.
    Era un'arma di potenza devastante, usarla contro dei semplici Savage era l'equivalente di utilizzare un martello per schiacciare una formica.
    I piloti sarebbero morti, e l'onda d'urto avrebbe incenerito un'area di circa trenta metri quadrati, provocando un forte spostamento d'aria.
    Il palco non avrebbe dovuto subire danni.
    Ma ormai a chi importava?
    Tutto era perduto, era inutile preoccuparsi di queste cose.
    Eppure dentro di sè, la coordinator non poteva, non voleva comunque perdersi del tutto.
    Esitò per un solo istante, poi l'immagine del volto sorridente di una bambina le balenò nella mente.
    No, non poteva tornare più indietro.
    Aveva le mani lorde di sangue, cosa sarebbero state poche altre gocce?
    Le crociere del mirino all' interno dello schermo si sovrapposero, indicando la traiettoria.
    Due minuti, erano passati solo due maledetti minuti.
    Era bastato così poco tempo a farle accantonare tutti i suoi ideali.
    E con un urlo animalesco, che risuonò dagli altoparlanti del mezzo come un cavernoso grido di guerra, come il lamento di un Berserker furioso, premette il grilletto.
    Era un grido carico di rabbia, di tristezza e di un dolore infinito.
    -Rraaaaaaaaaagh!-
    E tutto il suo mondo scomparve in un bagliore rosso.
    Se questo era un sogno...
    Avrebbe davvero tanto voluto svegliarsi.

    CITAZIONE

    Pilota
    Status Fisico: Taglio sul labbro inferiore, giramento di testa, crampi allo stomaco, forte nausea, tremito incontrollato, offuscamento parziale della vista, taglio superficiale da scheggia (proiettile) sulla guancia sinistra e taglio sulla fronte.

    Status Psicologico: Lo stress continuo, e gli avvenimenti recenti hanno infine sovraccaricato il sistema nervoso causando quella che in termini medici è conosciuta come P.T.S.D (Disturbo post traumatico da stress)
    Mai ha dunque subito, subito dopo lo shock, un momento di confusione più che totale, nella quale si è mossa in maniera erratica, cercando di sfuggire come possibile all' immagine cha ha scatenato la crisi (rifugiandosi nel Mobile suit)
    In seguito poi ad un secondo stimolo esterno (L'esplosione del camion dei rifiuti) la sindrome è poi proseguita, passando allo stadio noto come "Hyperarousal", contraddistinto da rabbia, manifestazioni aggressive.
    In questo caso, unito all'idea del fallimento tutto ciò ha spinto la Coordinator a quello che è definito come precesso di "Redemption" per il quale, ha stabilito che l'unico modo per superare la propria condizione, sia quello di porvi rimedio (in questo caso eliminando le minacce, nel modo più drastico e radicale possibile).
    In questo momento il soggetto è però ipersensibile, qualunque stimolo esterno può provocare reazioni inconsulte ed incoerenti, persino in netto contrasto con quella che era la precedente personalità del soggetto.


    Equipaggiamento/dotazione:Fascia da fronte autografata (Indossata), Cappotto pesante da esterno, Felpa, maglietta, pantaloncini da ginnastica, scaldamuscoli, pantaloni jeans e guanti [Con il tessuto sull' indice destro tagliato per permettere maggiore libertà di movimento], Gagliardetto Irregulars (bianco) [Strappato e caduto all' interno del mobile suit], registratore tascabile (stato sconosciuto)

    Equipaggiamento supplementare

    Knife
    Tipologia arma: Coltello
    Peso: 0.3 Kg
    Lunghezza: 260 mm
    Note: Tagliente da un lato e seghettato dall'altro é il tipico coltello utilizzabile per le operazioni di guerriglia. Leggero, resistente e multiuso. Può essere allacciato quasi dappertutto grazie ad una fondina adattabile al vestiario ed alle parti del corpo tramite appositi lacci.: .

    Sniper rifle "Charline" [Stato: sconosciuto]
    Tipologia arma: sniper/anti-material rifle
    Nome in codice: Charline
    Numero del modello: M-82 DX-4
    Munizioni per caricatore: 10
    Caricatori: 3 (2 standard da 7.62mm , 1 HE)
    Tipologia di proiettili supportati: Standard da 14,5 mm, Standard da 7,62 mm, HE, AP, Cartucce esplosive a basso potenziale da 25 mm
    Tipologia di proiettili in uso: Standard da 7,62 mm; HE
    Tipologia di proiettili nel caricatore: Standard da 7,62x39 mm
    Gittata: 2320 m
    Peso: 11,9 Kg
    Lunghezza: 1758 mm
    Ottica: mirino ottico telescopico Digitale-Analogico 10x, ABC system 1
    Sistemi ottici di rilevamento: Visione notturna agli infrarossi e sensore di rilevamento di calore
    Note: Fucile di precisione anticarro, usato sia per azioni anti-veicolo che per azioni anti-uomo. Pare essere appartenuto ad un commilitone di Mauser.

    Azioni difensive ed offensive: Nessuna azione difensiva preparata, nè intenzionata a compierne.
    Colpo di M1500 "Orthros" long-range beam rifle, diretto nel gruppo di quattro "Savage" che stanno sparando sulla folla, con l' intenzione di dilaniarne almeno due con il raggio di energia e altri due con l' esplosione risultante.




    Riassunto azioni::
    Azione di Movimento: Sconvolta dagli avvenimenti cerca in ogni modo di sfuggire alla vista di quello che ha fatto abbandonando Charline muovendosi erraticamente verso il mobile suit ed entrandovi freneticamente all' interno per cercarne conforto.
    Udite le parole di Howlett sembra trovi la forza di riprendersi, ma l' esplosione la porta a supporre che anche questi sia morto, da quel momento in poi perde completamente il senso della ragione.
    Azione Offensiva: Epura la copertura preparando il cannone "Orthros", e non appena ha una visuale completa del campo di battaglia apre il fuoco sul gruppo di "Savage" che sta sparando sulla folla.
    Azione Difensiva: Non ne intraprende e non ne ha intenzione, la sua incolumità è passata in secondo piano adesso.

    Note

    [1]: Fare riferimento all' episodio "05" di Gundam SEED Destiny
    Al combattimento tra il Gaia e lo Zaku Gunner


    EDIT: corretti alcuni errori di battitura e parte dello status fisico [31/01]


    Edited by Allen92 - 31/1/2012, 14:25
     
    Top
    .
  2. Danteh ™
     
    .

    User deleted


    Macross city
    piazzale-zona nord_09.26 pm



    [... Bzz... zzzzz..... bzzzzz....]

    Nulla...Nemmeno un segnale dall'esterno, qualcosa che potesse confortare positivamente la giovane mente di Dan Howlett in quella situazione così surreale eppure sfortunatamente divenuta un incubo reale. Cosa avevano sbagliato per essere arrivati fino a tal punto? Davvero il gruppo irregulars aveva tralasciato qualcosa di importante, fondamentale nel piano di missione tanto da permettere a qualcuno di dar vita ad una sciagura così cruenta ed inaspettata?
    Dan non riusciva a crederci...e non si dava pace ripensando alle immagini che proprio qualche istante prima il suo cervello aveva purtroppo già archiviato indelebilmente nella sua memoria...
    Aveva appena lasciato in standby il canale audio, con l'idilliaca speranza che qualche sopravvissuto avesse accolto il suo s.o.s. e stesse per apprestarsi a rispondergli... Le sue mani scivolarono fra i capelli, Imbrattate di un miscuglio di lerciume e sangue di cui il solo odore sgradevole, bastava per provocargli nuovi conati di vomito...
    Poi portò la testa all'indietro, come a volersi aggrappare all'effimero senso di protezione che l'avvolgente sedile dello Strike poteva conferirgli...

    -KABOOOOOOOOOOOOOOOOM!!!-
    m

    Un frastuono assordante sconvolse all'improvviso i sensi di Dan e poi fu buio totale. Sbalzato violentemente contro il sedile il giovane nippo-canadese perse i sensi, mentre una ferita abbastanza profonda alla spalla destra e qualche evidente escoriazione sulla parte sinistra del volto andarono a guarnire il suo corpo inerme, accasciato all'interno di quello che a mala pena poteva ancora essere definito un cockpit...
    Il suo sangue andò ad impregnare la sua felpa rendendola se possibile ancora più scura di quel che era. Tutt'intorno era un baluginio di fiamme rossastre e fumo denso e nero come la pece. L'esplosione aveva generato un considerevole aumento di temperatura tutt'attorno al camion dei rifiuti o meglio, attorno a quel che ne restava.
    Il pattume era stato incenerito quasi istantaneamente, ma il danno più grande l'aveva ricevuto lo Strike Gundam, il mezzo in cui Dan poco prima aveva riposto le sue ultime speranze di contenere quell'atto terroristico.
    Le fiamme ardevano ed illuminavano sinistramente la zona colpita, mostrando in penombra una sagoma quasi deforme di quello che sarebbe dovuto essere il mobile suite di Dan.
    La nube di fumo lentamente si diradò, lasciando spazio solo a ciò che paradossalmente era stato risparmiato dalla furia devastatrice dell'esplosione.
    La monocromatica colorazione dello Strike era diventata un amalgama di sfumature nerastre dovute alle molteplici bruciature su tutta la superficie. Le giunture in prossimità del torso erano in gran parte andate a farsi fottere, saltate, come se qualcuno le avesse scardinate per il puro gusto di farlo. L'hatch era stato il punto critico, il fulcro dal quale il tutto poi si era diramato. Ormai non sembrava nemmeno più un portello di copertura, appeso e barcollante ad un'unica giuntura che chissà per quale miracolo aveva retto all'impatto.
    No... nemmeno quella aveva retto. Poco dopo il portello rovinò al suolo con un clangore metallico coperto solo da altri rumori più assordanti...
    La testa del Gundam presentava diversi e marcati squarci ed anche li, la maggior parte se non proprio l'intera serie di sensori e telecamere posizionati, sembravano essere completamente andati. Reclinata su un lato, in una posizione innaturale perfino per una macchina, la parte in cima allo Strike fissava con insistenza un punto imprecisato ad una cinquantina di metri in direzione della zona sud-est del piazzale...
    Braccia e gambe erano all'incirca nelle medesime condizioni, ma soprattutto queste ultime avevano subito con più violenza l'onda d'urto provocata dall'esplosione; molto probabilmente se si fosse tentato di far muovere gli arti di quel mezzo, ogni tentativo sarebbe potuto risultare vano...
    Il torso però era stata la parte più pesantemente danneggiata. Nel complesso la sua struttura esterna sembrava integra, ma in realtà era solo apparenza. Gli schermi panoramici del linear seat erano letteralmente esplosi, andando a ferire il povero Howlett che si era rifugiato all'interno dell'abitacolo. L'intero cockpit era cosparso di detriti e sarebbe stato difficile per chiunque stabilire se qualcosa li dentro fosse rimasta integra.
    per uno strano scherzo del destino invece l'aile pack montato sul MS sembrava essere solo ammaccato, ma senza lo Strike in funzione esso avrebbe potuto servire a ben poco.

    Ironicamente però il giovane ex federale era stato fortunato. Che l'esplosione avesse danneggiato o meno la fonte di alimentazione del Gundam, il solo fatto che essa non fosse di tipo nucleare gli avrebbe potuto far tirare un profondo sospiro di sollievo.

    Dan però in quel momento era da tutt'altra parte... Nulla di quel che stava accadendo attorno a lui poteva riguardarlo. Il violento urto di poco prima ne aveva annientato di botto la coscienza, rendendolo incapace di fare qualsiasi cosa... o quasi...

    [...]



    *Il gruppo di supporto del corpo irregulars era appena approdato a Macross city. Ognuno nella sua tenuta da soldato aveva ricevuto un compito ben preciso. Dan assieme alla giovane coordinator aveva ricevuto l'incarico di tenere sotto osservazione l'intera zona nord del piazzale, mentre gli altri si sarebbero suddivisi le restanti zone.
    Dan era tranquillo, non c'era nulla che potesse smuoverne la stabilità psichica. Perfino con Mai non vi erano stati litigi di sorta e l'intero tragitto fatto per arrivare in quel luogo l'avevano passato in sala mensa a discutere su quale dei loro mezzi fosse il migliore...
    Lo spettacolo cominciò come da programma in un tripudio di luci e suoni d'effetto. Tutto davvero impeccabile, le idol che si alternavano sul palco sembravano trovarsi a casa, tale era la calorosa accoglienza riservata loro dalla moltitudine di fans riunitasi li per l'occasione.
    Erano tutte davvero belle, Lynn Minmay, Ranka Lee, Sheryl Nome e Lacus Clyne. Ognuna con il proprio fascino, la propria giovinezza, il proprio candore, la propria sensualità...
    Il pubblico ne era estasiato, come se fosse stato colto dall'effetto di una droga molto potente. Le idol avevano rapito i loro sguardi, le loro menti e i loro cuori.
    png
    L'ovazione finale sembrava non finire mai. Le grida del pubblico non cessavano di assillare i poveri timpani di Dan che dalla sua postazione godeva di una vista ottimale del palco... Ma ecco che accadde qualcosa di inaspettato...
    Una delle ragazze si volto verso la sua posizione, gesticolando vistosamente mentre l'intera calca di gente si era d'improvviso ammutolita e si era voltata per cercare di capire per quale motivo una celebrità di tale portata stesse cercando l'attenzione di un semplice soldato...

    -Non essere timido, coraggio...Non ti mangio mica!!!-


    disse la giovane Idol facendo cenno a Dan di raggiungerla sul palco. Non poteva, gli ordini erano stati chiari e abbandonare la sua posizione avrebbe potuto mettere a rischio l'intera missione. Dopotutto però il concerto era finito e nessuno si era fatto prendere da atti di pura follia o roba simile.

    -D'accordo...-


    gli fece eco il giovane nippo-canadese, raggiungendola poco dopo sul palco. La giovane gli sorrise caldamente e poi lo presentò al pubblico che sollecitato dall'entusiasmo della ragazza cominciò ad osannare anche il nuovo arrivato

    -E' anche merito suo se siamo tutti qui a goderci questa splendida serata, signore e signori! Il suo compito insieme ai suoi compagni era quello di proteggere la vostra e la nostra incolumità durante il concerto e direi che hanno davvero svolto alla perfezione il loro lavoro, non trovate???-


    Un coro di assensi si sollevò come un fiume impetuoso dalla folla, investendo l'intera platea.

    -Cosa ne dite se lo ringraziassimo con qualcosa di concreto per il suo lavoro di oggi?-


    la folla ancora più scalmanata cominciò ad agitare in aria le braccia in segno di approvazione per qualsiasi cosa Sheryl Nome avesse in mente di fare...
    Il suo viso andò a sfiorare quello di Dan e poco dopo le sue calde labbra si posarono sulla sua guancia diffondendone all'istante un'intenso calore, mentre la sua mano andò a poggiarsi sulla spalla di Howlett...
    Dopo quel gesto la folla esplose in un tremendo boato di gioia festante. Urla schiamazzi e ritornelli delle più celebri canzoni delle idol vorticavano nella testa di Dan, mentre Sheryl Nome assieme alle sue compagne di avventura sparirono una alla volta dietro le quinte del palco, lasciandolo li da solo a godersi il pubblico che adesso lo fissava in modo strano, pur continuando ad applaudirlo. Il Bacio di Sheryl aveva fatto avvampare le sue guance, rendendole quasi incandescenti.
    Si passò una mano sul viso e quando la portò davanti ai suoi occhi per poco non gli prese un colpo...Sangue.
    Cosa accidenti ci faceva del sangue sul suo viso? Da dove era uscito e per quale motivo? Sembrava non ci fossero risposte a quelle domande, eppure quello era il suo sangue, ne era certo...
    La folla nel frattempo si era dileguata, scomparsa, come se li sul palco lui fosse l'unico spettatore di quell'assurda storia. Che fine avevano fatto tutti quanti e perchè l'avevano abbandonato li in mezzo al palco senza dirgli nulla?
    Dan era sempre più stranito, sempre più confuso...
    La sua mano sinistra andò distrattamente a grattare la spalla destra e fu proprio in quel preciso istante che si rese conto di star perdendo molto sangue anche da essa.
    Era forse un incubo? Beh, se lo era, sicuramente Dan avrebbe voluto svegliarsi anche se probabilmente la situazione -per sua sfortuna- non sembrava essere tanto differente nella realtà... *





    CITAZIONE
    Pilota: Dan Howlett
    Status Fisico: Contusione all'occhio destro e leggero livido appena visibile. Trauma cranico dovuto all'esplosione, varie escoriazioni più o meno gravi sul volto e ferita abbastanza grave alla spalla destra.
    Status Psicologico: Versa attualmente in stato di incoscienza
    Equipaggiamento/dotazione: Indumenti di uso comune: jeans, felpa e fazzoletto legato al collo.
    Universal Digital clock al polso sinistro
    Piastrine militari del padre allacciate al collo ed infilate sotto la felpa

    Equipaggiamento supplementare

    Knife
    Tipologia arma: Coltello
    Peso: 0.3 Kg
    Lunghezza: 260 mm
    Note: Tagliente da un lato e seghettato dall'altro é il tipico coltello utilizzabile per le operazioni di guerriglia. Leggero, resistente e multiuso. Può essere allacciato quasi dappertutto grazie ad una fondina adattabile al vestiario ed alle parti del corpo tramite appositi lacci.: .

    Rifle
    Tipologia arma: assault rifle
    Nome in codice: Kampfer
    Numero del modello: ISW-1000
    Munizioni per caricatore: 150
    Caricatori: 2 (1 reversibile per doppia scorta)
    Tipologia di proiettili supportati: standard da 5,56 mm
    Tipologia di proiettili in uso: standard da 5,56 mm
    Gittata: 600 m
    Peso: 2,1 kg
    Lunghezza: 650 mm (senza silenziatore); 950 mm (con silenziatore)
    Ottica: digitale ad ingrandimento telescopico.
    Sistemi ottici di rilevamento: nessun sistema di puntamento speciale installato.
    Note: Arma leggera per combattimento dalla medio-lunga distanza.


    Azioni difensive ed offensive: //

    Riassunto azioni:A seguito dell'esplosione Dan subisce un forte trauma cranico che gli fa perdere i sensi, mentre tutt'attorno a lui l'impatto provoca danni più o meno gravi al MS. Nel frattempo il suo subconscio produce una specie sogno nella sua mente in cui il concerto sembra non aver avuto complicazioni come in realtà è successo...

    Note:
    UDc_ Universal Digital clock, oggetto in possesso di Dan (vedi scheda)

     
    Top
    .
  3. Lorak Vanadius
     
    .

    User deleted


    Narrato
    -Parlato Lorak-
    "Pensato Lorak"


    Un minuto. Non lo sapeva ma tutto accadde in un minuto. Una situazione già difficile peggiorò improvvisamente nel giro di sessanta secondi. Un tempo all'apparenza infinitesimale ma che, in quel momento, gli sembrò durare un'eternità. Un minuto tra i peggiori della sua vita.
    Ciò che le sue glaciali i9ridi si trovarono a contemplare era uno degli spettacoli peggiori della sua vita. Aveva visto gli orrori della guerra, aveva visto in faccia la morte ma non era preparato ad una cosa del genere. Ora non aveva di fronte soldati uccisi ma civili, uomini donne, bambini, tutti pigiati uno contro l'altro con bestie che vengano portate al macello. Poté vedere che un bambino perse la presa della mano della madre e venne travolto e calpestato, vivo, da coloro che gli erano dietro. Vide una ragazzo coperto di sangue, che si aggirava con sguardo stralunato, tenendo nella destra un braccio...il suo braccio sinistro come fosse stato un macabro giocattolo vinto ad una fiera di paese. Distolse lo sguardo, sopprimendo un conato di vomito, si impose di ritrovare il suo autocontrollo, non poteva essere debole, non in quel momento per lo meno. Riportò la sua attenzione sulle due ragazze a cui aveva appena finito di parlare e che gli si erano fatte incontro poco prima, indirizzandole verso un luogo sicuro quando una potente esplosione risuonò nell'aria. Un ufficiale della polizia era poco distante da dove lui e Atsuta si trovavano, impegnato ad indirizzare la folla verso le vie di fuga e Lorak fece per andargli incontro; avevano bisogno di informazioni, dovevano avere un quadro quanto più+ possibile completo di ciò che era accaduto e di quale fosse l'attuale situazione per evitare di brancolare come topi in un labirinto. Le sue buone intenzioni, però, vennero immediatamente cancellate da una forte esplosione. Girò di scatto la testa verso il punto da cui credeva che il boato venisse ed una espressione preoccupata gli si dipinse sul volto. I suoi occhi azzurri puntavano infatti verso il luogo dove si sarebbe dovuto trovare lo Strike di Howlett. Stava per girarsi verso Subaru, che lo so seguiva a poca distanza quando un'altra cosa attirò la sua attenzione, facendogli spalancare gli occhi e lasciandolo con la bocca leggermente aperta. Il suo Siegfried era appena crollato a terra con un forte clangore metallico, spinto da un mezzo antropomorfo che riconobbe essere un Arm Slave di colore bianco e, all'apparenza, senza alcun simbolo di riconoscimento sopra. Le cattive notizie, si sa, non arrivano però mai da sole e, come a voler dare una ulteriore conferma di questo antico detto, Lorak vide che altri dieci AS, identici a quello che era sopra il suo Sieg, erano appena comparsi alle sue ore due, in emersione, dal bacino idrico di fronte all' SDF1. Armati di tutto punto e con un aspetto decisamente minaccioso, i mezzi nemici, senza preavviso e senza una valida motivazione, aprirono il fuoco sulla folla impotente, iniziando una vera e propria carneficina.

    -NO!!!-



    Urlò ma non lo sentì nessuno, forse solo Subaru, che gli era relativamente vicino poté udire il grido straziato dell' ex test pilot che ora era impalato con gli occhi sbarrati di fronte a quell'eccidico immotivato ed ingiustificato ma fu solo una cosa momentanea, il suo addestramento e la sua disciplina ebero la meglio sullo shock.
    Agendo di puro istinto Lorak si buttò tra le macchine presenti nel vicino parcheggio in cerca di riparo e così si trovò accucciato a terra, con la schiena contro la fredda lamiera di un furgoncino nero e da solo.

    “Dove diavolo è finito...”

    Neanche il tempo di finire il pensiero che la sua silenziosa domanda ebbe risposta. Alpha Two si stava dirigendo di gran carriera nella direzione opposta rispetto a quella presa da Lorak, verso il punto in cui Alpha One, che ora era divenuto Alpha Leader, ricordava essere parcheggiato l'AS del suo compagno d'armi. Senza fare un grande sforzo di immaginazione il pilota di Orb capì cosa voleva fare il compagno così si preparò di conseguenza, assicurandosi che il proprio fucile d'assalto fosse pronto a sparare nel caso ne avesse avuto bisogno. Doveva arrivare al suo Siegfried se voleva avere dare una mano sul campo di battaglia ed il modo migliore di farlo era aspettare che Subaru si mettesse in azione ed attirasse su di se le attenzioni degli AS nemici, così lui sarebbe potuto arrivare al suo MS.

    -Figli di puttana, ve la farò pagare maledetti terroristi! Non siete uomini siete bestie che non meritano di vivere!!-



    Mai aveva provato un odio simile nei confronti di qualcuno, mai sis arebbe detto capace di un sentimento tanto forte. Strinse in maniera quasi convulsa l'impugnatura del suo fucile ed attese che arrivasse il momento di entrare in azione, ben deciso a vendicare le vittime innocenti di quel vile attacco terroristico.


    Status fisico: In perfetta forma fisica, carico di adrenalina, pronto e reattivo

    Status psicologico: Decisamente scosso per la vista di tutti i morti civili ma anche deciso a farla pagare ai terroristi che hanno causato la strage.

    Equipaggiamento/dotazione: Uniforme standard delle forze armate di Orb, colletto slacciato e maniche rimboccate fino ai gomiti. Occhiali da sole a lenti gialle appesi alla parte frontale della giubba. Fino a quando ha funzionato coem parte dell'equipaggiamento c'era anche la ricetrasmittente che ci era stata consegnata durante il briefing. Coltello ed il fucile d'assalto. Fascia reclute Irregulars al braccio sinistro

    Tipologia arma: assault rifle
    Nome in codice: Kampfer
    Numero del modello: ISW-1000
    Munizioni per caricatore: 150
    Caricatori: 2 (1 reversibile per doppia scorta)
    Tipologia di proiettili supportati: standard da 5,56 mm
    Tipologia di proiettili in uso: standard da 5,56 mm
    Gittata: 600 m
    Peso: 2,1 kg
    Lunghezza: 650 mm (senza silenziatore); 950 mm (con silenziatore)
    Ottica: digitale ad ingrandimento telescopico.
    Sistemi ottici di rilevamento: nessun sistema di puntamento speciale installato.
    Note: Arma leggera per combattimento dalla medio-lunga distanza.

    Tipologia arma: Coltello
    Peso: 0.3 Kg
    Lunghezza: 260 mm
    Note: Tagliente da un lato e seghettato dall'altro é il tipico coltello utilizzabile per le operazioni di guerriglia. Leggero, resistente e multiuso. Può essere allacciato quasi dappertutto grazie ad una fondina adattabile al vestiario ed alle parti del corpo tramite appositi lacci.

    Riassunto azioni: Una volta sul piazzale ed indirizzate le due ragazze verso un posto sicuro vorrebbe andare a parlare con un vicino agente di polizia ma l'esplosione della granata che colpisce lo Strike, il tonfo del Sieg e la comparsa degli AS lo costringono a cambiare i suoi piani. Si mette al riparo dietro la macchina più vicina nel parcheggio che prima lui e Subaru avevano controllato e poi controlla il suo equipaggiamento, quasi certo che alpha two avrebe preso il proprio mezzo ed avrebbe ingaggiato i Savage nemici.

    Note:
    Il post è volutamente corto perchè ho pensato che rispecchiasse meglio il tempo limitato a disposizione del personaggio e che fosse più in linea con l'attuale momento concitato della storia ^___^!

    EDIT: Corretto il riassunto azioni


    Edited by Lorak Vanadius - 7/2/2012, 21:02
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Reclute
    Posts
    6,178
    Location
    Misaki Town

    Status
    Offline offline

    - XII -
    Arm Slave



    narrato
    -parlato-
    "pensato"
    -Parlato Lorak-

    Flashback



    Macross City,
    Piazzale, zona parcheggio
    Ore 09:26 pm






    Se lo aspettava, nel profondo. Dopo una esplosione, l'attentato ha sempre quell'effetto: panico e desiderio di fuggire diventano l'unico obiettivo della folla nelle vicinanze.
    Si smette di pensare al prossimo, si schiaccia a terra e si calpesta chi è caduto. Solo la propria vita è importante, e fino a quando non si è sufficientemente lontani la razionalità è qualcosa di alieno: così pensa la folla, un qualcosa di incredibilmente istintivo... E pericoloso, specialmente se vi è un professionista del terrore a saperla veicolare nel migliore dei modi.
    Ormai il concerto era rovinato, ma per Subaru era l'ultimo dei problemi.
    Attorno a quanto si sarebbe potuto aggirare il bilancio delle vittime? L'esperienza gli suggerì un numero a due, più probabilmente tre cifre. Senza contare i feriti gravi che i medici non sarebbero riusciti a salvare una volta che le forze dell'ordine avessero riassunto il controllo.
    Una strage, non c'era altro modo per definirla. Una strage che -nonostante tutto- né lui né i suoi compagni avevano avuto la possibilità di fermare.
    Cecchini dalle abilità impensabili, una coordinazione degna dei migliori professionisti, una rete di sorveglianza composta da più livelli -come minimo le Forze di difesa e gli Irregulars- elusa con facilità disarmante... Chi diavolo erano questi attentatori?
    In tutta la sua carriera l'ex Sergente aveva avuto a che fare con diverse organizzazioni terroristiche, ma mai si era trovato davanti a una scena del genere. Almeno quando era alla Mithril non era mai stato mandato allo sbaraglio senza un supporto logistico e di personale adeguato.
    Quanto era passato dall'esplosione? Non era importante, fatto stava che ancora non aveva visto un solo tentativo apprezzabile di riportare almeno in parte alla calma quella situazione ormai incandescente.
    Qualcuno doveva porre fine a tutto ciò, qualcuno in grado di prendere in mano la situazione.
    Qualcuno come loro.

    <KABOOOOOOOOOOOOOOOOM!!!>

    Non era ancora finita.
    png
    Una nuova esplosione, forte quanto e più della precedente scosse l'area. Nuove urla, ancor più caos.
    Da dove si era originata? Bastò uno sguardo per capirlo: in quella direzione c'era soltanto un mecha, quello di Dan Howlet!!
    Doveva esserci un'errore, quel Mobile Suit era stato celato all'interno di un camion di rifiuti: nessuno avrebbe potuto individuarlo... Eppue per quanto Subaru ci provasse, sentiva che non c'erano errori.
    Era proprio quel camion ad essere stato colpito, non ce ne erano altri con cui confondersi.
    Dan si trovava all'interno del mecha? Vi stava salendo sopra al momento dell'esplosione... Oppure era ancora bloccato in mezzo alla folla?
    Con le comunicazioni saltate, non c'era modo di scoprirlo.

    -BRAVO-TWO!!-

    L'ex membro della Mithril non sapeva più cosa fare. Tutto stava accadendo troppo velocemente, neppure i suoi vecchi compagni avrebbero potuto agire con rapidità ed efficacia in completa mancanza di informazioni ed in preda ad un assalto che sembrava frutto della fantasia di uno sceneggiatore piuttosto che essere l'opera di un gruppo terroristico.
    Troppo preciso, troppo rapido, troppo... troppo tutto!
    Il freddo ormai era divenuto un problema secondario, l'adrenalina in corpo era tale da fargli dimenticare temperatura umidità dell'aria. In quei momenti era il pericolo ciò che percepiva con tutto sé stesso.
    Lo vedeva, negli occhi della gente che gli passava più vicino, nei corpi calpestati in lontananza e nella massa diffusa e indistinguibile che come un incubo stava esondando dalle biglietterie.
    Lo udiva in quella confusione fatta di urla, pianti e maledizioni.
    E l'odore... Quel miscuglio di plastica e carne bruciata, di sangue e sudore era inconfondibile. Non importava dove si trovasse, l'odore del massacro era uno e uno solo.
    Tutto attorno a lui ne era impregnato, suggerendogli implicitamente di rimettere quanto aveva mangiato mezza giornata prima. Qualcosa che non poteva permettersi proprio ora.

    -Eh...? E ora che diavol-...-

    Ancora una volta un suono sovrastò tutti gli altri nel piazzale.
    Non era quello fragoroso di una nuova eslposione, stavolta. Si trattava del brontolio cupo e metallico tipico della caduta di grossi oggetti metallici, qualcosa che Subaru non si sarebbe aspettato di udire qui, non in un simile frangente.
    Si voltò di scatto, presagendo il peggio.
    Quando vide la scena, realizzò di averci quasi preso.
    Il mezzo di Lorak Vanadius -così almeno gli sembrava di ricordare basandosi su quanto aveva visto nell'hangar del Garuda- era a terra. Intero ad una prima occhiata, ma comunque in una pessima posizione.
    Dietro di lui, un altro mezzo; uno che stavolta Subaru Atsuta riconobbe immediatamente.
    Solo... Non aveva alcun motivo di esserci.
    Alto tra gli otto e i nove metri, la silouette della gigantesca macchina era inconfondibile.
    Gli arti esili in rapporto al corpo, ovoidale e protetto da una corazza sufficientemente spessa da proteggerlo da gran parte delle armi della fanteria.
    I movimenti rigidi eppure straordinariamente fedeli a quelli di un normale essere umano.
    La testa ampia e schiacciata, i due sensori simili ad occhi rossi tanto distanziati da aver procurato a quel robot l'appellativo dispregiativo di "rana" nel suo ambiente.
    No, "Robot" non era il termine giusto.
    Era un Arm Slave. Il più comune e diffuso tra i modelli di seconda generazione.

    -Non è possibile... Cosa ci fa qui un Savage?-

    Relativamente economici in rapporto a modelli più avanzati come gli M9 gli Rk-92 Savage, quelle macchine antropomorfe si erano imposte sul mercato degli AS finendo per essere incluse negli eserciti di paesi di mezzo mondo con una certa preferenza da parte dei regimi dittatoriali di una moltitudine di piccole nazioni.
    In parte sostenuti da un sistema idraulico, erano più longevi dei Gernsback e -a dispetto delle prestazioni assai più basse in ogni campo- non necessitavano di una manutenzione costante: protetti da una solida corazza davano il meglio di sé contro la fanteria ed i carri armati medio/leggeri risultando uno dei metodi più efficaci per stroncare alla radice le ribellioni che parevano essere tanto comuni nelle tumultuose situazioni politiche delle dittature sopra citate.
    Adattabili a seconda delle esigenze, erano un'arma versatile e pericolosa... E se a bordo vi erano dei piloti esperti le loro capacità potevano variare tantissimo, arrivando a costituire una seria minaccia persino per gli Arm Slave di Terza Generazione.
    Quello che doveva aver spinto a terra il mecha di Vanadius era un modello classico, almeno all'apparenza.
    Livrea bianca, nessun segno di riconoscimento né emblemi che ne attestassero l'appartenenza a questo o a quel gruppo.
    Era armato pesantemente, quanto bastava per costituire una minaccia per qualunque mezzo di dimensioni pari alle sue.
    Sturm Faust ed una lama da corpo a corpo riposti dietro la schiena, un fucile mitragliatore per scontri AS-AS imbracciato e pronto al fuoco.
    Avvicinarsi in quelle condizioni sarebbe stato un suicidio, persino sfruttando appieno la mobilità del Gernsback.
    Lo scontro era comunque fattibile, alla Mithril gli avevano insegnato fin troppo bene come affrontare quei dannati affari: il problema era che quell'esoscheletro potenziato di dimensioni improbabili non era da solo.
    Ce ne erano altri. Molti altri.
    Vedendoli uscire in lontananza dal bacino idrico della Macross, Subaru dovette trattenersi dallo spalancare la bocca in una espressione di totale sbigottimento. Tutto ciò... Era completamente assurdo!!
    Ne contò tra gli otto e i dieci, prima di realizzare la portata della cosa.
    Non solo gli attentatori erano riusciti a compiere una serie di prodezze che nessun altro sarebbe riuscito a concludere con simile precisione e rapidità, ma avevano portato con loro un fottuto esercito!
    Alcuni degli Arm Slave non avevano ancora completato l'emersione.
    Altri si, purtroppo. E puntavano...
    L'urlo dell'ex Sergente della Mithril non poté impedire ai cannoncini installati sulle teste degli AS di fare fuoco, né fare da scudo alle decine e decine di persone che vennero fatte letteralmente a pezzi dalla pioggia di proiettili.

    Afghanistan, 23061Schegge di cemento e pietrisco volano dappertutto. Panico.
    La raffica di proiettili lo ha mancato di pochissimo, qualche centimetro più in basso e non avrebbe più avuto un cranio.
    Uruz 15 si abbassa di scatto, riparandosi come può dalla pioggia di morte.
    E' fortunato, pensa. E' vivo, almeno lui.
    In strada la gente non lo è altrettanto. Non ha modo di sfuggire alla repressione in atto.
    Si odono tuoni in lontananza.
    No, non sono tuoni. Né c'è un temporale. Sono i passi dei giganti, degli Arm Slave.
    Il cuore martella, l'adrenalina è alle stelle.
    La divisa è strappata, in alcuni punti macchiata di sangue. Sangue suo. Neanche se ne accorge.
    Il respiro è affannoso, ma cerca di restare lucido.
    Se non ci riesce è morto. I suoi compagni lì vicino sono morti. E ciò non deve accadere.
    Lo pagano per combattere, ma è lì per sua volontà.
    Se ora fosse alla guida di uno dei Savage -nella strada- il regime che ora combatte lo pagherebbe tre volte tanto quanto guadagna per la Mithril.
    Si volta verso Uruz 16 e sorride.
    Ha fatto la scelta giusta, ora non resta che difenderla.
    Lui e i suoi vivranno. E abatteranno dal primo all'ultimo quei dannati Savage.
    Uruz 15 si appiattisce sotto la finestra, non vuole fornire di nuovo un bersaglio. E' al secondo piano di uno dei tanti edifici che si affacciano sulla strada. Ce ne sono tre di AS i vista.
    E ancora nessuna traccia degli M9.
    Abbatterli tutti è impossibile, non con il loro equipaggiamento.
    Ma possono comunque trattenerli. E magari disabilitarne uno, se sono fortunati.
    Uruz 15 riflette sul da farsi. Non è una situazione semplice. Ma neanche senza via d'uscita.
    Potrebbe andare peggio.
    L'istante dopo Uruz 15 si sporge dalla finestra.
    Prende la mira e spara ancora.
    E ancora.
    Finché ce n'è bisogno.


    Per qualche istante paralizzato dall'orrore, Subaru non voleva né poteva credere a quanto stava accadendo. Non era più un semplice attentato quello... Era un massacro indiscriminato, qualcosa che avrebbe scosso la mattina seguente l'opinione pubblica di mezzo mondo!
    E stavolta tutto ciò non era nato in un paese dove la stampa era stata preventivamente repressa. Quel sangue, quei corpi avrebbero fatto il giro del mondo per giorni e giorni su giornali, notiziari e attraverso il web, spargendo ulteriormente panico e dolore come un'epidemia.


    -NO!!!-

    -Un codice B12a2... Dio mio, speravo di non doverne vedere più.-

    Codice B12a: distruzione su vasta scala procurata da uno o molteplici Arm Slave.
    Fino a quel momento era intervenuto su tre casi simili nel breve periodo nell'SRT. Ognuno di essi era stato un inferno in terra per lui, ed il solo pensiero di ritrovarvisi dentro non contribuiva certo a calmarlo.
    Scappare sarebbe stato fin troppo facile, sparire nei vicoli e lasciare quel campo di battaglia appena divenuto tale alle sue spalle era una tentazione fin troppo ghiotta... Se non fosse stato la persona che era.
    Perché tutto quel che sentiva in quel frangente era soltanto rabbia?
    Perché anziché scappare ciò che desiderava era riempire quei dannati Savage di tutti i proiettili presenti nel Kampfer e -una volta finiti quelli- ridurli a pezzi informi di metallo con l'armamento dell'M9 affidatogli?
    Vanadius -accanto a lui- osservava la scena con espressione agghiacciata: impossibile dire cosa stesse provando, se terrore o rabbia.
    Ben difficilmente però qualcuno, non importava con quanta esperienza alle spalle, avrebbe potuto restare impassibile davanti ad una scena del genere.

    -Maledetti...-

    Perché sparare su una folla inerme e già in fuga? Avevano così disperatamente bisogno di causare delle vittime? Davvero quel concerto dava noia a qualcuno al punto da giustificare un assalto corazzato in piena regola come quello cui lui e Vanadius stavano assistendo?
    Al diavolo.
    Non avrebbe riportato indietro le già numerose vittime... Ma avrebbe fatto pagare cara a quei piloti l'aver causato una strage di quelle proporzioni!
    Aveva gli strumenti giusti, ed ora era giunto il momento di usarli!

    Afghanistan, 2306
    png
    E' la terza granata che esplode. Il Savage è avvolto da polvere, fumo e fiamme.
    Quanto sono resistenti quegli affari?
    Uruz 15 sa che è solo questione di tempo. Un proiettile vagante, un muro che crolla... E per lui è finita.
    No, non ci stà. I vestiti sono mezzi di sudore, la stanchezza è insopportabile.
    Ma deve guadagnare tempo.
    Attirare l'attenzione degli AS è un suicidio, lo sa bene. Ma che scelta ha? Meglio lui che la folla in preda al panico.
    Tra di loro ci sono donne, vecchi e bambini. Bersagli per le mitragliatrici installate sulle teste dei Savage.
    Quanti corpi si sono dissolti sotto i suoi occhi in nuvole rosse? Troppi, non sa più quanti ormai.
    Digrigna i denti, Uruz 15 mentre le scelte a sua disposizione si riducono di secondo in secondo.
    Merda.
    Gli esoscheletri dei Savage sono troppo spessi, e i sensori alla loro portata li hanno già fatti saltare. Non importa se indeboliti, il loro pericolo resta.
    Finché si muovono, lo possono uccidere.
    Ci vorrebbe un cecchino abile come Uruz 6, ma Weber è a miglia di distanza con il suo Team. Neppure sa se arriveranno in tempo.
    Con le dita tremanti armeggia con la radiotrasmittente.
    I polmoni sono pieni di fumo e dell'odore di carne bruciata.
    I proiettili fischiano atorno a lui, mentre cerca di farsi più piccolo possibile.
    Ha paura, non vuole morire.
    Ma se non agisce, è comunque morto.
    Contatta uno ad uno i membri del suo Team.
    Sono vivi, grazie al cielo.
    Vivi e più fortunati di lui. Loro non sono inchiodati nella loro posizione attuale.
    C'è ancora speranza.
    Ma deve avere fiducia in loro. Così comincia a urlare gli ordini.
    Farsi sentire in mezzo a quel caos è già di per sé un'impresa.
    Il piano prende forma, lentamente. Chissà, potrebbe pure portare a casa la pelle...



    Gli occhi del mercenario andarono agli Arm Slave. Poi alla folla. Quindi al Sigfried.
    E infine si posarono nel punto in cui avrebbe dovuto essere situato l'M9 che gli Irregulars gli avevano affidato.
    La situazione era semplice, per quanto agghiacciante.
    I Savage stavano puntando alla folla, lasciarli fare avrebbe solo aumentato il numero delle vittime. Altri loro compagni stavano emergendo pericolosamente troppo vicini al palco.
    Con Izumi e Howlet irrintracciabili o -peggio- già morti non poteva che contare su Vanadius e sul suo mezzo tanto avveniristico... Se non fosse stato per il problema del Savage vicino ad esso.
    Non disponeva di armi adeguate, e il Kampfer non aveva potenza di fuoco necessaria per superare la spessa corazza del Rk-92: il Savage si sarebbe semplicemente scrollato di dosso i proiettili, e non ricordava gli avessero consegnato granate o lanciamissili nel corso del briefing sul Garuda.
    Ciò di cui aveva bisogno era il GDC-B del Gernsback, il fucile d'assalto di calibro più che sufficiente a ridurre quell'ostacolo ad un colabrodo.
    Liberare la strada a Vanadius. Una volta fatto questo non avrebbe dovuto fare altro che guadagnare tempo mentre il suo ora diretto superiore recuperava il proprio mecha... E sperare -in un modo o nell'altro- di respingere quella decina di mostri su due gambe.
    Un Gernsback non avrebbe mai potuto perdere contro un M9, se non contro uno gestito da un pilota di capacità quasi inarrivabili... Ma contro ben dieci Savage?
    Impossibile, non con queste condizioni meteorologiche, dove l'uso dell'ECS gli era precluso al di fuori dell'area dove ora stazionava l'Arm Slave.

    -Alpha-One, procedo all'impiego del mezzo corazzato!!-

    Lo aveva sentito in mezzo a tutta quella confusione?
    Non c'era tempo per controllare, solo per muovere le gambe.
    E il più velocemente possibile.


    Afghanistan, 2306Il colonnato è lungo una ventina di metri, ma per Uruz 15 paiono centinaia e centinaia.
    Dalla porta dietro cui si trova all'edificio seguente, solo qualche colonna intatta come copertura.
    Troppi spazi scoperti. Ed uno dei Savage è là fuori. Sta cercando lui.
    Non pul sfuggirgli in eterno, se proverà ad attraversare quell'area quasi certamente morità.
    Uruz 14 è sul tetto dell'edificio accanto, pronto a fare fuoco.
    Uruz 16 gli è poco distante, pronta a lanciare le granate e i fumogeni.
    Hanno bisogno di una distrazione. Di qualcuno che attiri la sua attenzione.
    Non c'è scelta, ormai.
    Il sangue gli gocciola da un taglio quasi all'attaccatura dei capelli.
    Poco danno. Non lascerà neppure il segno.
    Si sporge appena, osservando la bestia di metallo.
    png

    Otto metri di altezza. Il mitragliatore a terra, privo di munizioni.
    La testa danneggiata, almeno una delle bocche di fuoco distrutta.
    L'apparato muscolare e idraulico sembrano illesi. Piena libertà di movimento, quindi.
    I sensori lampeggiano, stanno accusando il combattimento prolungato.
    Il loro Team ha svolto un buon lavoro, sinora.
    Uruz 15 prova a calmarsi. Cerca di focalizzare il respiro.
    Odia fare da esca, vorrebbe essere altrove.
    Non si è mai trovato così in difficoltà sinora, ma vuole ancora vivere.
    La salvezza lo aspetta oltre l'altra porta. Lì troverà riparo e -se è fortunato- nuove armi e munizioni.
    Quelle vecchie sono esaurite da tempo. Il fucile che porta a tracolla è completamente inutile, ora.
    Sibili, schiocchi e sbuffi di vapore.
    Il pilota del Savage è nervoso quanto lui. Può sentirlo. Deve essere stanco, muovere quella macchina è sfiancante.
    Lui lo sa fin troppo bene.
    Uruz 15 comincia a correre, confidando nelle energie che gli restano e nelle proprie abilità.
    Se ha fortuna, arriverà dall'altra parte tutto in tero.
    Forse.



    Da dove si trovava al Gernsback erano poche decine di metri.
    Metri di terreno scoperto, con un Savage davanti a sé. Era lontano, abbastanza per poterlo vedere però.
    Era una scommessa, più che altro: nascondersi ed aspettare che rivolgesse la sua attenzione alla folla sarebbe stato sicuramente più saggio... Ma quante persone sarebbero morte nel frattempo?
    Erano solo poche decine di metri, sufficienti a valere il rischio: correva veloce, avrebbe potuto -con un po' di fortuna- schivare la prima, forse la seconda raffica delle mitragliatrici facciali dell'Rk-92.
    Non era la prima volta che lo faceva. In passato un rischio del genere gli era valsa una piccola ma importante vittoria... Permettendo a lui e ai suoi compagni di portare a casa la pelle.
    Che ironia.
    Ancora una volta si trovava a fare qualcosa del genere pur avendo giurato a sé stesso -appena qualche anno prima- che mai e poi mai si sarebbe permesso nuovamente di giocare a tal punto con la propria vita.
    Che stupidaggine.
    Troppe vite in gioco, un minuto in più o in meno avrebbe potuto fare la differenza per chissà quanti civili, colpevoli soltanto di stare partecipando al concerto sbagliato. Troppe per permettersi il lusso di attendere: se fosse morto non avrebbe avuto neanche il tempo di pentirsi, se fosse arrivato al mecha... Avrebbe fatto pentire amaramente quei Savage delle loro azioni!
    Non era più nella Mithril, ma fino a quando avesse potuto contare su qualcuno in grado di fornirgli gli strumenti adeguati avrebbe ugualmente fatto la sua parte contro quei dannati terroristi e tutta la loro schiatta.
    Messo il Kampfer a tracolla, cominciò a correre.
    A tutta velocità, senza neppure il tempo di guardare il Savage distante svariate centinaia di metri.
    A quella distanza, e con la neve che cadeva le possibilità che l'AS si accorgesse di lui erano più basse che in Afghanistan... Questa volta non era lui il suo bersaglio.
    Si, poteva farcela!
    Corse con tutte le sue forze.
    Verso il punto in cui -a distanza ravvicinata- il caratteristico alone blu-violaceo dell'ECS gli avrebbe rivelato la presenza dell'Arm Slave con cui poter finalmente fare qualcosa di concreto per fermare quella tragedia.
    L'importante -ora- era non pensare ai corpi, al sangue, a tutta la distruzione. Ci sarebbe stato tempo dopo... E non sarebbe stato piacevole.
    Di questo ne era certo.


    Afghanistan, 2306Schiena contro schiena, Uruz 15 cerca di inspirare quanta più aria possibile.
    I polmoni gli bruciano, e sa che anche Uruz 16 è nelle sue stesse condizioni.
    Neanche riesce a ricordarsi con chiarezza quanto è accaduto. Ma in qualche modo ce l'hanno fatta.
    Il Savage è a terra, una trentina di metri da loro. In fiamme.
    Una granata precisa, o un tiro fortunato. Ha fatto abbastanza danno, a quanto sembra.
    Sono vivi, tutti e tre.
    Uruz 15 quasi non ci sperava più.
    La mano destra trema. La tensione trova finalmente uno sfogo.
    Ride, di gusto.
    Ha compiuto l'impossibile, tutti loro lo hanno fatto.
    Non vorrebbe rifarlo mai più. Oggi gli è andata bene, ma la prossima volta?
    Ha rischiato di essere dilaniato, bruciato, schiacciato. O addirittura tutte etre le cose insieme.
    Questa è la guerra. Brutta, nauseante e inevitabile.
    Se non ci fossero stati loro, il bilancio sarebbe stato anche peggiore.
    Molti più morti, tra i civili.
    Non ha più energie in corpo, eppure fa per alzarsi.
    "Perché" gli chiedono.
    Sono solo a un terzo del lavoro. Gli altri due Savage sono ancora là fuori.
    E potrebbero essercene anche altri, che magari non hanno visto. Pura follia.
    Eppure devono andare.
    Tremano le ginocchia, il respiro è affannoso.
    Ma dopo essersi alzati, dopo aver ridistribuito l'equipaggiamento rimasto dovranno proseguire.
    Una parte di Uruz 15 vorrebbe piangere. Urlare.
    E' sfuggito all'ingerno, ora sta tornandoci di propria iniziativa.
    Ogni minuto del loro combattimento, è un minuto in più concesso ai civili per evacuare.
    Una motivazione più che sufficiente.
    Per lui, almeno.







    Pilota

    Status Fisico: Teso e carico di adrenalina,

    Status Psicologico: scioccato per la repentinità degli eventi che si susseguono. Agghiacciato dalla vista della strage, relega ogni considerazione a quando tutto ciò sarà finito.

    Equipaggiamento/dotazione: Divisa standard della Mithril (gradi rimossi), guanti e giubbotto pesante di medesima provenienza; fascia riconoscimento Irregulars.

    Kampfer
    Nome in codice: Kampfer
    Numero del modello: ISW-1000
    Munizioni per caricatore: 150
    Caricatori: 2 (1 reversibile per doppia scorta)
    Tipologia di proiettili supportati: standard da 5,56 mm
    Tipologia di proiettili in uso: standard da 5,56 mm
    Gittata: 600 m
    Peso: 2,1 kg
    Lunghezza: 650 mm (senza silenziatore); 950 mm (con silenziatore)
    Ottica: digitale ad ingrandimento telescopico.
    Sistemi ottici di rilevamento: nessun sistema di puntamento speciale installato.

    Note: Arma leggera per combattimento dalla medio-lunga distanza.

    Coltello
    Peso: 0.3 Kg
    Lunghezza: 260 mm
    Note: Tagliente da un lato e seghettato dall'altro é il tipico coltello utilizzabile per le operazioni di guerriglia. Leggero, resistente e multiuso. Può essere allacciato quasi dappertutto grazie ad una fondina adattabile al vestiario ed alle parti del corpo tramite appositi lacci.

    Walkie-talkie
    Descrizione: Portato da Subaru alla cintura e collegato all'auricolare indossato dal mercenario, questo piccolo apparecchio Riceve sia sotto effetto di disturbi particellari che all'interno di strutture in cemento armato fino ad oltre un chilometro di profondità sottoterra.

    Stato: Inutilizzabile

    Azioni difensive ed offensive: Nessuna.




    Riassunto azioni: Assiste all'esplosione proveniente dal punto in cui si trova il Mecha di Howlet ed il successivo atterramento del Sigfried di Vanadius. Riflette sul da farsi e -avvisato Lorak- comincia a correre in direzione del proprio M9 approfittando della scarsa visibilità e della notevole distanza che lo separa dal Savage più vicino.

    Note:
    [1] Data e luogo di una delle missioni sostenute da Subaru Atsuta (Codename: Uruz 15) per conto della Mithril assieme al suo Team.
    [2] Codice impiegato dalla Mithril per classificare le varie missioni. Nello specifico tale sigla indica "Distruzione causata da un singolo o da molteplici unità Arm Slave".


     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Gundam Master

    Group
    Admin - GM
    Posts
    6,593
    Location
    Il profondo cielo dei miei sogni

    Status
    Anonymous Anonymous
    P h a s e   12:
    The theft_

    Location:// Palcoscenico di Macross for the Peace_
    Ore 09:27 pm



    Corre, la figura che ha appena fatto esplodere il portellone blindato dello Strike Gundam immerso nei rifiuti.
    Scatta ad una velocità inaudita scartando tra i membri del corpo di polizia che, incredibilmente, se pur le sparano contro con i loro mitragliatori d'assalto e le loro pistole, la mancano tutte le volte.
    A lei basta poco.
    Semplici colpi mirati al millimetro con la sua pistola.
    Questa volta non manca il bersaglio.
    Non come con Izumi.
    Uccide tutti i nemici con precisione chirurgica.
    Come una macchina, passando loro in mezzo senza fermarsi, in poco meno di una decina di secondi.
    Fa una strage.
    Poi il peggio.

    Il palco.

    Lo raggiunge saltando le transenne, sgominando con rapidissimi colpi di pistola in sequenza le guardie di fronte ad esso, per poi saltare ancora ed uccidere con tre colpi precisi i gorilla che erano sopraggiunti per portare via la Nome dal VF-25. Nel frattempo la cantante era caduta dall'aviogetto camminando verso il bordo del palco in maniera sconnessa, era rovinata a terra con le lacrime agli occhi, in ginocchio, atterrita per ciò che in pochissimi attimi ha coinvolto l'intero piazzale.
    Il suo vestiario succinto è sparito, sostituito da ciò che veramente la vestiva: una tuta olografica grigia, che le consentiva di mostrarsi al pubblico in quelle vesti nonostante il freddo.
    La corrente, mancando, ha dissolto persino quella magia.
    Oltre a quella generata dalla sua voce, ora ammutolitasi.
    L'assassina, saltando di lì a pochi attimi, piove quindi addosso a Sheryl che - subitaneamente - si rialza mossa da veemenza e rabbia incontrollabili, tentando di tirarle un pugno in carica.
    La terrorista atterrando, però, quasi istintivamente le fa uno sgambetto spingendola a terra con sé, suscitando lo stupore della idol...

    - Ma cos...! -

    In meno di un istante entrambe si ritrovano l'una sopra l'altra,
    guardandosi negli occhi per un lunghissimo istante.
    La Nome è terrorizzata.
    Poi, con tutta la naturalezza di questo mondo, la ragazza dai capelli argentei si solleva lievemente dalla bionda cantante, per poi sorriderle e rivolgerle parole inaspettatamente gentili.

    - Ops! Scusa! Ti sei fatta male? -

    Sheryl, interdetta, rimane incantata dall'aspetto della sua improbabile assassina.
    Sì, perché non la uccide?
    Ma la idol non ha il tempo di protrarsi nei propri ragionamenti, la figura su di lei si stacca velocemente rialzandosi, per poi - con balzo felino - senza aspettare la risposta della cantante, saltare nell'abitacolo del VF-25.

    - Scusa ancora, ma adesso devo andare! -

    Sorridendole ed agitando la mano verso Sheryl, la ragazza avvia la sequenza di accensione del valkyrie, mentre chiude il portellone del cockpit sopra di sé appena in tempo per ripararsi da una raffica di pallottole, sparate da ulteriori membri del corpo di sicurezza sopraggiunti in quello stesso medesimo istante.

    La Nome la osserva, imbambolata ed incredula, mentre altri tre uomini in nero la raggiungono e fanno per portarla via.

    Il VF-25 ci mette poco ad avviarsi e, passando in modalità Gerwalk1, comincia ad innalzarsi verso quella che sembra essere la sommità della SDF-1, dove dovrebbe esserci il main frame della struttura.

    Il prototipo, quindi, sale verso l'alto con alla guida una giovane ladra terrorista...
    sotto gli occhi increduli dei presenti.

    ~

    Squadra Bravo
    ( Mai / Dan )


    Mai Izumi
    Location (Point A)://
    Sul grattacielo a nord del piazzale, duecento metri al di sopra del livello del suolo_
    Ore 09:27 pm



    Corre.
    Lo senti.
    La frequenza cardiaca è in aumento.
    Il tuo cuore spinge, spinge e spinge ancora.
    Il respiro accelera.
    La frenesia del tuo corpo ti guida come una bestia sul limitare del parapetto del grattacielo.
    Il tuo Zaku rosso sangue urla il tuo grido di guerra cavernoso, come quello di un berserker in preda ad una furia animale.
    Sei intrappolata.
    Non hai via di scampo.
    Prigioniera di te stessa e della tua ira incontrollabile.
    Niente può fermarti.
    Nulla.
    E tutta l'energia accumulata dal cannone Orthros piove inesorabile sui tuoi nemici.
    Un unico fascio di rabbia scarlatta.

    E' un fugace attimo.
    Un infinitesima frazione di secondo.
    I piloti dei Savage non si accorgono nemmeno di ciò che sta per travolgerli.

    screen12

    I due che si trovano nel centro della fila vengono attraversati dal raggio di plasma incandescente come fossero fatti di burro, diventando da prima due sfere amorfe di materiale semiliquido arancioneggiante, per poi detonare e trasformarsi in due palle di fuoco.
    Il primo e l'ultimo della fila - invece - esplodono in un secondo tempo semi disciolti dal passare del raggio, troppo vicini ad esso per rimanere illesi. Subito dopo i primi due - infatti - deflagrano anch'essi, facendo piovere frammenti di metallo e cascate di olio bollente ovunque.

    Purtroppo, però, il tuo cammino di guerriera ti porta ad attirare l'attenzione di tre dei cinque nemici che - ormai - sono completamente emersi dalle acque del bacino idrico della Macross, per poi essere sopraggiunti quasi nella medesima posizione dove i loro compagni sono tristemente esplosi.
    Il trio di tartarughe metalliche sulla tua sinistra - dalla livrea candida come la neve - si rivolge quindi verso di te, sparando addosso a Hime tre Sturm Faust, uno per ogni unità.
    Però, mentre la tua attenzione viene attirata da questi tre soggetti, altri dieci Savage sorgono dal lato destro del palco, alla tua sinistra...
    medesima livrea, medesimo obbiettivo:
    distruggere...

    e quando il sensore di prossimità dello Zaku pare ormai essere impazzito da tanto che cicala, ti accorgi che i cinque sulla destra del gruppo iniziano a muoversi verso il piazzale, mentre l'altra metà ti spara addosso i suoi Sturm Faust, diretti proprio verso la tua posizione, verso il torso del tuo mobile suit.

    Otto micidiali proiettili di morte da cinquecento chilogrammi di esplosivo ognuno.

    Ma saranno un problema per te?
    Senti il tuo cervello spezzarsi, il tuo corpo tendersi fino a raggiungere il limite.
    Le mani stringersi sulle leve di controllo in maniera del tutto anormale.
    Non senti nulla, solo la frenesia omicida che ti pervade.
    Qualcosa dentro di te si rompe inesorabilmente.

    screen12

    Senti una forza incontenibile, una convinzione inamovibile, il viso della bambina divorato dalle fiamme ti ritorna come un rigurgito alla mente distruggendo ogni altra emozione.
    Il suo cranio frantumato dal proiettile.
    Le sue cervella calde sul fango calpestato.
    Il tuo fucile fumante e le tue mani sporche di sangue.
    La guancia ti brucia.
    Il tuo cuore brucia.
    TU bruci.

    E con te...

    bruciano i tuoi nemici.

    ke7u9v

    I tuoi occhi hanno perso la luce.
    Attorno a te c'è solo

    la distruzione.


    Dan Howlett
    Location (Point B)://
    Ai piedi del grattacielo a nord del piazzale, davanti alle transenne che separano la folla dal corridoio laterale, nei pressi dello Strike Gundam._
    Ore 09:27 pm



    Lo Strike giace avvolto dalle fiamme, la struttura pesantemente danneggiata nella parte ventrale, il portellone del cockpit rovinato al suolo, schiantatovisi con il rumore che avrebbe fatto una vecchia auto cadendo da un dirupo.
    Sei incosciente.
    Non ti accorgi nemmeno che i due Savage che non si sono interessati ad Izumi - quelli immediatamente alla vostra destra - mirano con i loro due Sturm Faust verso di te, sparandoti contro il loro potente carico di morte.
    La traiettoria dei colpi è rettilinea, ma l'esplosione degli Arm Slave colpiti dalla bordata dello Zaku Warrior devia la direzione dei due razzi, che per questo non colpiscono completamente il mobile suit dentro al quale sei imprigionato.

    Il primo razzo oltrepassa lo Strike colpendo la parte anteriore del camion dei rifiuti, ancora intatta.
    Il secondo invece colpisce la giuntura della spalla sinistra del tuo mobile suit, detonando con tutta la sua potenza.
    Il primo razzo fa esplodere completamente il camion, investendo con una potente fiammata il serbatoio di carburante - che era ancora rimasto illeso dalla precedente esplosione - facendo quindi ergere in piedi il Gundam, a causa del potentissimo spostamento d'aria.
    Il secondo Sturm Faust, colpendo proprio quando lo Strike si trova in piedi in precario equilibrio, disarciona il braccio a manca, fiondando quindi lateralmente - verso destra e quindi verso il piazzale - il mezzo dentro al quale sei.
    Il braccio e lo scudo viaggiano quindi dalla parte opposta, contro al palazzo sopra al quale c'è Izumi, e tu assieme allo Strike rovini al suolo incosciente, ignaro di ciò che sta accadendo.
    Non subisci ulteriori ferite, il sedile di pilotaggio attutisce lateralmente quella che avrebbe potuto essere per te una certezza di morte.
    Nel frattempo giaci nella più completa oscurità, prigioniero della tua incoscienza....
    coinvolto da un trauma cranico che potrebbe costarti fin troppo caro.

    ~

    Squadra Alpha
    ( Lorak / Subaru )


    Lorak Vanadius
    Location://
    Macross City, piazzale, zona parcheggio, dietro ad un'autovettura_
    Ore 09:27 pm



    Mentre Subaru si allontana da te per avvicinarsi al suo mezzo, vedi improvvisamente il Savage avvicinarsi al Sieg pericolosamente.
    Il punto è che appena esso si avvicina al tuo mobile suit, tanto da esserci praticamente addosso, il suit con un movimento potente e furibondo gli sgancia un fortissimo calcio con la pianta del piede destro, mentre dagli altoparlanti la voce di Balmung risuona stizzita e quantomai furiosa...

    - Levati dai piedi scatoletta di latta!
    E' tutta colpa tua Lorak! Tua e della tua stupida natura umana fallimentare! -


    Il colpo è tanto forte da far rientrare la paratia metallica corazzata del ventre del Savage, facendolo rotolare e rimbalzare più volte al suolo fino a farlo cadere nell'acqua, proprio all'interno del bacino idrico della SDF-1.
    Poi, con una potente spinta dei suoi propulsori chimici, il Sieg si rialza in piedi e compie un salto in arretramento, fino a raggiungere la tua posizione, quasi facendoti volare via con una ventata d'aria sollevata dai suoi motori.

    - Ora vedi di montare in sella che ci sono contatti nemici ovunque! -

    Ma nonostante la rassicurante presenza di Balmung - attivatosi da sé in chissà quale modo - ciò che vedi aggrappato al portellone blindato del tuo mezzo ti spaventa.

    screen12

    Un uomo, nero come la pece.
    Ha due fessure cremisi e tondeggianti ad osservarti ed un'armatura d'assalto indosso.
    Ha un grosso tubo collegato ad un respiratore che gli fuoriesce dalla faccia, mentre dalla schiena vedi una lunga rastrelliera di proiettili che si inserisce in quello che sembra essere un pesantissimo fucile mitragliatore.
    Sta rivolgendoti contro la sua arma, il cui calibro intuisci essere di certo al di sopra della media.
    E' proprio ancorato al portellone della cabina di pilotaggio del Sieg, aperta.
    Hai un'istante per agire, prima che l'uomo entri nel cockpit del tuo suit e lo rubi...
    sempre che prima non decida di spararti addosso ed ucciderti.

    Subaru Atsuta
    Location://
    Macross City, piazzale, zona parcheggio, davanti all'M9_
    Ore 09:27 pm



    Hai appena il tempo di verificare dove si trova il tuo M9 che fai per salirci sopra, arrampicandoti sul nulla.
    Improvvisamente però - alle tue spalle - senti le urla disperate di un uomo.
    Lo vedi con la coda dell'occhio: è un bigliettaio, veste la divisa tipica con il cartellino dello staff di Macross City.
    Una giacchetta grigio chiaro ed un bedge con il simbolo della U.N. Spacy.
    E' un tipo sulla trentina, in evidente sovrappeso, che corre disperato fino ad aggrapparsi alla tua schiena.
    Impaurito e sicuramente al limite dello sgomento.

    - Aiuto! La prego! La prego mi aiuti! -

    Fai in tempo ad ascoltare la preghiera dell'uomo, che egli con violenza estrae un coltellaccio dalla sua tasca destra, per poi tentare di conficcartelo nel fianco.

    screen12

    E' vicinissimo, ed in più aggrappato alla tua schiena, con la mano libera ancorata alla tua spalla sinistra.
    Sei scomodo ed impacciato nei movimenti, anche a causa del tuo vestiario pesante.
    La lama, per come ti sta arrivando addosso, si conficcherebbe nel tuo fegato, in diagonale dal basso verso l'alto.
    La tua morte sarà atroce, lunga...
    e la tua sofferenza infinita.

    PoV - Mai Izumi:

    Furia, rabbia, istinto.
    Tre parole delle quali ora vivi.
    Le immagini della piccola infestano il tuo cranio ancora, ancora ed ancora.
    Violandoti.
    Stuprando il tuo animo un tempo lindo.
    Puro.
    Stai valicando il labile confine tra sanità e follia, mentre qualcosa - di inspiegabile e violentissimo - si spezza dentro di te, sublimando la belva omicida in cui ti sei tramutata.




    PoV - Dan Howlett:

    Il trauma cranico che hai riportato ti impedisce di risvegliarti, costringendoti nel limbo in cui sei ora.
    Non sai ancora se riuscirai a riprenderti o se il tuo incubo durerà invece in eterno.




    PoV - Lorak Vanadius:

    La situazione è critica, vedi un uomo bardato con armi ed armatura pesante davanti a te, ancorato al portellone del cockpit del Sieg.
    Hai la certezza che ti sparerà o che alla peggio entrerà nel tuo mezzo approfittandosene.
    Rubandolo.
    Dio solo sa cosa sarebbe in grado di fare un terrorista imbracciando le armi del Sieg...




    PoV - Subaru Atsuta:

    Come tristemente accade in situazioni simili anche tu vieni inaspettatamente travolto dalla peggiore delle sfortune.
    La peggior situazione che potesse capitarti.
    Una persona innocua, ti si avvicina, chiede il tuo aiuto.
    E poi tenta di pugnalarti, a tradimento, sfaldando quei ferrei ideali di comprensione e fiducia che un uomo dai saldi principi morali come te possiede.
    E' proprio vero, a questo mondo le apparenze ingannano.
    E tu stai per farne le amare conseguenze.




    Simbolo-tabella-spoiler

    Game-master
    Ecco finalmente il nuovo post! Scusate il tempo impiegato, ma tra il censimento e varie vicissitudini non siamo riusciti a postare prima di oggi (colpa esclusivamente mia visto che Lark - poverina - sta ancora poco bene ;__; ).
    Ma veniamo a noi, spenderò qualche parola ufficiosa per tutti, così da chiarificarvi la situazione in game:

    ALLEN:
    Il tuo personaggio entra in Seed Mode. I suoi riflessi aumentano, interpreta di conseguenza e se hai domande chiedi pure, mi pare doveroso se vuoi avere spiegazioni.
    Sappi solo che il tuo status è dettato dall'enorme shock psicologico e dalla fortissima furia che il tuo personaggio sta provando in questo momento. Lo status è del tutto momentaneo e transitorio, la sua durata ed intensità dipenderanno da noi e da ciò che ti comunicheremo via via durante i post.
    Speriamo che l'immagine di Mai in Seed Mode sia di tuo gradimento, è grazie a Lark che siamo riusciti a trovare una screen decente da modificare.

    DANTE:
    Il tuo personaggio per ciò di cui abbiamo parlato in PM rimarrà svenuto per un bel pò.
    Nel frattempo che il tuo personaggio non potrà risvegliarsi puoi fare flashback parlando di quello che vuoi. Ti consiglio di fare un flashback lungo, che magari parli di qualche periodo della vita di Dan, in modo da poterlo allungare di post in post fino a quando (se sarà il caso) non potrai tornare a giocare attivamente.

    LORAK:
    Per te come per Felio il discorso è diverso. Siete entrati in fase di combattimento e - come spiegato addietro nel regolamento - dovrete applicare le regole per il combattimento uomo a uomo. Agirete quindi di conseguenza.

    FELIO:
    Per te vale lo stesso discorso di Lorak. Sei entrato anche tu nella fase di combattimento, ma, a differenza di lui, ti trovi addirittura in corpo a corpo. Segui il regolamento come da programma ed agisci di conseguenza.

    PER TUTTI (tranne per Dante che è al di fuori della situazione presente):
    Siccome siete nella fase del combattimento attiva valgono le regole sul combattimento vere e proprie, e siccome vivete tutti quanti il medesimo tempo da adesso i turni di combat dureranno 6 secondi.
    Pensate bene prima di postare, agite entro i limiti temporali e dateci dentro.
    Andremo più velocemente se ci organizziamo bene. Io tra poco ho finito di lavorare quindi potrò starvi molto più dietro.
    Aggiornate la mappa del piazzale, le condizioni climatiche ed il prospetto sui nemici in campo.

    Per motivi pratici, abbiamo mantenuto la turnazione precedente:

    -Allen92
    -Dante™
    -Lorak Vanadius
    -Felio86

    MECHA AVVERSARIPERSONALE NEMICO
    Savage-ico2copia
    Nome unità: RK-92 Savage (1)
    Status strutturale: Impossibilitato ad agire, corazzatura ventrale pesantemente danneggiata e rientrata all'interno della struttura.
    Azioni: In affondamento all'interno del bacino idrico della Macross.
    Savage-ico2copia
    Nome unità: RK-92 Savage (2 e 3)
    Status strutturale: Perfettamente funzionanti
    Azioni: Si spostano dov'erano i precedenti 4 Savage e sparano i loro Sturm Faust sullo Strike di Dan, colpendolo al braccio sinistro e distruggendo il camion dei rifiuti definitivamente.
    Savage-ico2copia
    Nome unità: RK-92 Savage (4, 5 e 6)
    Status strutturale: Perfettamente funzionanti
    Azioni: Si spostano dov'erano i precedenti 4 Savage e sparano i loro Sturm Faust verso lo Zaku di Izumi.
    Savage-ico2copia
    Nome unità: RK-92 Savage (dal 7 al 11)
    Status strutturale: Perfettamente funzionanti
    Azioni: Emergono dall'acqua e si dirigono verso il piazzale.
    Savage-ico2copia
    Nome unità: RK-92 Savage (dal 12 al 15)
    Status strutturale: Perfettamente funzionanti
    Azioni: Emergono dall'acqua e sparano i loro Sturm Faust verso lo Zaku di Izumi.
    Soldato-ico
    Nome: Soldato nemico (1)
    Status fisico: Nessun danno fisico apparente.
    Azioni: E' aggrappato al portellone del cockpit del Sieg rivolto verso Lorak; imbraccia un fucile mitragliatore con la mano destra.
    Soldato-ico
    Nome: Bigliettaio
    Status fisico: Nessun danno fisico apparente.
    Azioni: Tenta di accoltellare Subaru al fianco destro (Intensità Alta), mirando al fegato.


    Mappa della zona delle operazioni:
    - Zona Piazzale
    - Mappa operativa del briefing

    Dettagli sull'ambientazione:
    Condizioni climatiche: Notte, nuvoloso, nevischio lieve in caduta.
    Temperatura: -5° C (-12° C a 200 mt. d'altezza)
    Vento a 200 mt. di altezza: Alcune raffiche di vento generate dalle ripetute esplosioni.
    Vento a terra: Fortissime onde d'urto nei pressi della zona Nord del piazzale, con successive altre fortissime ventate provenienti dall'area del palco ad Est.

    Note:
    1) Gerwalk: Modalità in cui un caccia ad assetto variabile si trova a metà tra la forma umanoide e la forma caccia. Consente una migliore manovrabilità ed un più facile controllo del velivolo per il volo a spinta vettoriale.

    Eventuali errori di battitura verranno corretti in seguito, scusate la fretta >__<

    EDIT: Per Subaru ho dimenticato di inserire l'intensità del colpo portatoti dal bigliettaio, mea culpa. Ora la trovi all'interno del quadro riassuntivo all'interno della tabella dei nemici. ^__-





    Edited by ryuvegea - 10/3/2012, 19:03
    Web
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Trinity Tea Party

    Group
    Reclute
    Posts
    4,164
    Location
    Will you save me, Sensei?

    Status
    Offline offline
    Narrato
    "Pensato"
    -Parlato-

    ~Act.11~
    Six seconds to martyrdom

    This is gonna be a warning,
    I wish you could stop complaining a long time ago.
    Now I will go where ever
    I want to get my right place in my life
    I am ready to fight

    Every memory I remembered,
    communicated with each other in my world.
    But something or someone
    seems to lead me somewhere wrong.
    I have to have strong mind and soul

    I will not be useless to you.. I swear...
    I'll never be useless to people who I love...
    I'll never show you the real me if it'll make you hate me...
    I can't be useless to myself...
    This is gonna be a last chance,
    all those my excuses are not working... anymore...

    Every memory I remembered,
    communicated with each other in my world.
    But something or someone
    seems to lead me somewhere wrong.
    I have to have strong mind and soul...

    I will not fail you.. I swear..
    I'll never let die the people who I love...
    I'll show you the real me, if you make me hate you...
    I can't be a fake to myself...
    So I'll fight, to prove you that I'm me.

    Suilen- Shintou shite
    Hellsing Ultimate OST



    OST
    Song: United we stand, divided we fall
    Author: Two steps form hell
    Album: Army of kings





    Se sei l'ultimo soldato rimasto a combattere...
    Significa che non stai combattendo abbastanza duramente


    -Frase attribuita ai commissari del generale Kaldenbach-
    Dan Abnett, Straight silver




    In un attimo tutto cessò di esistere.
    Un'area pari a circa cinquanta metri quadrati implose su se stessa, invasa da una energia pari circa ad un terzo di quella di un ordigno termonucleare.
    Per pochi, minuscoli istanti un piccolo sole in miniatura si accese sulla terra.
    Cielo e terra si mutarono e si fusero in una unica luce abbacinante.
    Pietre si sollevarono da terra, per poi scindersi e polverizzarsi in pulviscolo.
    I due Rk-92 Savage, investiti dal raggio di energia avevano già cessato da alcuni secondi le proprie funzioni, divisi in due parti esatte, i monconi separati solo da una sottile striscia di materiale ferroso semifuso ed incandescente.
    Scariche elettriche fluivano ancora tra le due metà, il computer ancora non aveva registrato quanto era successo, e continuava ad inviare impulsi elettrici lungo i cavi ormai disciolti
    I due Arm slave sembrarono contorcersi, gonfiandosi come vesciche mentre il metallo della loro corazza si dilatava a velocità allucinante, miriadi di crepe si aprirono sulla superficie bianca del rivestimento brillando di una luce rossastra.
    Poi, dopo aver raddoppiato le proprie dimensioni, esplosero in una vampata abbacinante al calor bianco.
    In un solo unico e terribile istante acciaio composito laminato, rivetti di ferro, circuiti elettronici, cavi elettrici, componenti vari si fusero in un singolo unico blocco.
    L'olio ed il carburante, così come le fibre del pack muscolare evaporarono in una nube incandescente che si andò ad aggiungere all' inferno...Poi le fiamme lambirono gli Sturm Faust ed i nastri delle munizioni da 37mm stivate nel backpack sul retro.
    E l'Inferno si scatenò tra le fila dei terroristi.
    Una cascata rutilante di morte eruttò d'improvviso, mentre i piloti bruciarono in un solo momento come torce, non ebbero nemmeno il tempo di sentire niente.
    I caschi si fusero con il loro cranio mentre l'ossigeno nei loro polmoni si immolava in un incendio devastante.
    Ma i due ebbero la sorte migliore, i loro nervi erano già fusi dall'intenso calore del raggio che aveva vaporizzato la parte del bacino dei loro mezzi.
    Gli altri superstiti del plotone di fuoco ebbero appena il tempo di realizzare cosa era successo prima che una pioggia di detriti incandescenti penetrasse all' interno degli enormi squarci causati dalla fusione dei loro esoscheletri.
    In entrambe i casi il vapore surriscaldato dell' esplosione raggiunse la turbina, innescando in pochi millisecondi una violenta reazione a catena delle scorte di gas della turbina.
    I piloti morirono in pochi istanti bolliti vivi dal vapore surriscaldato generatosi dai condotti di raffreddamento situati al di sotto della cabina di pilotaggio.
    Gli stretti loculi dei guidatori, pressurizzati ed isolati dall' ambiente esterno si trasformarono in una trappola mortale, da cui nessuno avrebbe potuto fuggire.
    L'agonia dei due terroristi duro a malapena pochi secondi prima che le munizioni prendessero fuoco e deflagrassero ponendo fine alle loro sofferenze.
    Era passata nemmeno una decina di secondi che dei quattro Arm slave non restavano altro che pochi ammassi carbonizzati e semifusi, il metallo sciolto che sfrigolava a contatto con il gelido ambiente circostante.
    L'aria si riempì dell' odore di cordite e di fycilene delle munizioni, a cui presto si mischiarono l'acre odore del lubrificante e della carne bruciata.
    C'erano voluti pochi battiti del cuore per cancellare dalla faccia del pianeta una squadra di mezzi da oltre mezzo milione di dollari l'uno, e quattro vite.
    In piedi, sulla cima dell'hotel invece, lo ZAKU color ciliegia osservò la devastazione indifferente, del tutto incurante della carneficina che aveva avuto luogo soli quattrocento metri più avanti, il singolo occhio cremisi luccicante alla luce degli incendi, spietato, insensibile, la neve su di esso si era istantaneamente disciolta a causa dell'immenso calore generato dalla voltata dell'Orthros beam cannon e del dispositivo di raffreddamento di quest'ultimo montato sulla schiena.
    himew
    La pioggia gelata si era sciolta in ampi rivoli, che si condensavano nella feritoia che circondava il sensore mono-eye come una sorta di minuscolo laghetto.
    L'acqua piovana accumulata iniziò a scendere, nonappena il sistema di giroscopi stabilizzatori fece riacquistare alla macchina da guerra una postura più stabile non dovendo più sopportare il contraccolpo del cannone.
    Aka-hime, come era soprannominata, si mosse con un rumore vibrante simile ad un basso tremore, mentre la neve semisciolta colava lungo le linee di fusione della griglia di raffreddamento.
    Ad un operatore molto sentimentale sarebbe potuto sembrare quasi piangesse.
    Ma tra la macchina e la sua pilota, ironia della sorte, era solo la prima a piangere.
    Seduta nella cockpit dell' enorme mobile suit, ansimante, con il fiato corto, Mai osservava con distacco la strage che aveva appena compiuto.
    Aveva appena ucciso quattro persone, quattro vite, quattro uomini o donne che magari avevano una famiglia, dei figli...eppure non sentiva alcun rimorso.
    Non sentiva neppure la minima stilla di pietà, nè compatimento...
    E perchè avrebbe dovuto, la vendetta era completamente inutile, una cosa momentanea, insignificante.
    Aveva ceduto all' odio, alla rabbia, aveva permesso loro di dominarla, ma cosa ne aveva guadagnato?
    Niente, niente di niente.
    Poi anche queste erano sparite, lasciandola con niente, assolutamente niente con cui riempire la sua esistenza.
    Stringendo conviulsamente le leve delle braccia la giovane coordinator fissò avanti a sè lo schermo, i resti fumanti dei bersagli distrutti, l'unica variazione nel loro stato era denotata dalla grande scritta rossa su ognuno dei marcatori del radar.
    [Annihilated].
    Aveva completamente cancellato la loro esistenza, senza neppure lasciare una singola traccia della loro presenza su questa terra.
    Era una assassina, su questo non aveva dubbi.
    Ma aveva fatto di peggio, molto di peggio negli ultimi minuti.
    Che cosa erano quelle quattro "ranocchie" se non una goccia nel mare di sangue di cui erano lorde le sue mani?
    Era colpa sua, solamente sua e della sua mancanza di abilità se la strega dai capelli d'argento era riuscita ad eludere i controlli, e a far detonare quella bomba nel mezzo della folla.
    Era sulle sue mani che ricadeva il sangue di quegli innocenti.
    Era per causa sua se il concerto era fallito, e si era trasformato in tragedia.
    Era per causa sua che uomini, donne, bambini avrebbero atteso invano uno dei loro familiari o amici tornare.
    Era per causa sua se Atsuta, Mauser, Vanadius, Solance erano morti.
    Anche Howlett, se solo avesse colpito il suo bersaglio forse il natural sarebbe stato ancora vivo...
    E se non avesse sbagliato forse, quella bambina sarebbe stata ancora viva.
    Gli occhi rossicci le dolevano, bruciavano come un incendio.
    Le ghiandole lacrimali continuavano a pompare una soluzione salina che non esisteva più.
    Oramai Mai Izumi aveva già pianto tutte le sue lacrime.
    Digrignò i denti, mentre si tirava indietro sullo schienale ad osservare meglio i monitor.
    All' esterno il mono-eye ronzò nel suo alloggiamento mentre scansionava l'area e mandava le immagini all'OS centrale affinchè le rielaborasse.
    Tutti i sensori, obbedendo ai comandi della pilota iniziarono istantaneamente una ricerca a banda larga, su ogni spettro disponibile per individuare tutto ciò che poteva essere sfuggito alla semplice visuale.
    Infrarossi, termici, rilevatori di radiazioni e di metalli scansionarono l'ambiente inviando sul display centrale una panoramica completa dellla situazione.
    E quello che Mai vide, non le piacque affatto.
    Corpi, cadaveri ovunque nelle posizioni e nelle condizioni più assurde.
    Uomini e donne che parevano semplicemente addormentati accanto a vecchi e bambini in condizioni talmente atroci che persino il semplice appellativo di essere umano era messo in discussione.
    Numerosi roghi nella zona del pubblico, senza contare la spessa nube di fumo nero e denso che si sollevava dalle carcasse annerite dei mezzi abbattuti.
    Il vento teso portava verso l'alto le ceneri nere come la notte, quasi fosse una bizzarra caricatura della neve che cadeva leggera dal cielo.
    Le nuvole si mischiavano in un caleidoscopio di colori degno del massacro che stava avendo luogo, il grigio delle nubi, il nero della combustione e il rosso delle fiamme si mescolavano rendendo l'intera area simile ad uno scorcio infernale.
    La guerra era giunta davanti alla SDF-01, al concerto di Macross for the peace, simile all' ira di un dio spietato.
    E lei, l'unica superstite della sua squadra, per quello che ne sapeva, era tutto ciò che separava ciò che restava del pubblico e le Idol da una morte orribile.
    Una morte che aveva la forma di cinque sgraziatissimi Esoscheletri dalla livrea bianca.
    -Che idiozia...- mormorò con voce stanca, mentre contemplava la panoramica degli schermi, in attesa che il resto del gruppo di fuoco di AS si facesse avanti, pronto ad incontrare la sua dipartita.-...e io che ho sempre pensato che il bianco fosse un bel colore.-
    Bianco, come un tempo era stata la fascia da irregulars, che giaceva strappata sul pavimento della cabina di pilotaggio.
    Come lo era la neve che si era depositata attorno a lei ascoltando quelle voci angeliche.
    Eppure tutto aveva assunto le sfumature del grigio della cenere e del rosso del sangue.
    Gratificò di uno sguardo di ghiaccio le carcasse fumanti degli Arm-slave, la loro verniciatura bianca era stata completamente escoriata dal calore rovente del potente raggio del cannone ad impulsi.
    Con un gesto che mai si sarebbe aspettata da se stessa, la coordinator sogghignò divertita.
    Era una cosa incredibile, inconcepibile, persino lei se ne rendeva conto, e la cosa le faceva venire da vomitare, si stava divertendo, almeno una parte di lei, a vedere quello scempio.
    Allontanò l' idea scuotendo la testa, e con umorismo tetro disse, rivolta più che altro a se stessa che ai terroristi, che ormai in ogni caso non sarebbero stati in grado di sentirla.
    -A voi bastardi, il nero dona decisamente di più...-
    Improvvisamente, come il gracchiare di un avvoltoio divoratore di carcasse o di un uccello da preda, l'allarme iniziò ad assegnare nuovi segnali.
    Uno,due,tre, cinque nuovi identificativi apparvero sullo schermo, non appena altri cinque Rk-92 emersero dalle acque.
    Le teste piatte, simili a ciottoli levigati unite ai visori ai lati della testa li rendeva decisamente degni del nomignolo di "ranocchia" che era stato loro affibbiato.
    Ce ne erano ancora, non era ancora finita...solo a pensare a quante risorse erano state investite in un attacco del genere la parola attentato smetteva di avere senso, più che terrorismo questa poteva essere considerata ai livelli di una guerra vera e propria.
    Fissò le sgraziate macchine emergere dalle acque provocando una cascata di vapore, mentre le turbine a gas presenti nelle loro armature rigonfie scaricavano il vapore esausto direttamente nell'atmosfera.
    Avrebbe dovuto premere nuovamente il grilletto, avrebbe dovuto sparare ancora una volta per difendere il suo obbiettivo.
    Ma stavolta non avrebbe esitato neppure un secondo.
    Sapeva solo una cosa, quei Savage sapevano dove lei si trovasse ora che aveva perso l'effetto sorpresa.
    Non sarebbe stato facile, per niente.
    Solo quando sentì un sapore ferroso sulla lingua si accorse che in preda al nervosismo si era morsa il labbro inferiore sino a farlo sanguinare.
    Era un buon segno, finche sentiva dolore, significava che era ancora viva.
    Il lockdown trillò di avere acquisito il bersaglio appena oltre la postazione televisiva.
    I cinque AS bianchi spiccavano chiaramente sulla terra rivoltata dall'esplosione precedente mentre avanzavano sulle carcasse dei loro predecessori, la loro corazza bianca si vedeva chiaramente anche oltre la selva di antenne della postazione televisiva, ormai rivoltata come un guanto.
    Li poteva vedere benissimo, non aveva senso cercare di nascondersi.
    Realizzò solo in un secondo momento l' idiozia di una frase del genere, dal momento che lei era una cecchina, appollaiata sulla cima di un palazzo alto duecento metri all' interno di un mecha umanoide alto quasi venti metri e color rosa brillante.
    Indubbiamente quanto di più lontano ci si poteva aspettare dal concetto di "furtivo".
    Ma in fondo non le importava.
    Che la vedessero, che puntassero contro di lei le loro armi, ogni colpo diretto verso di lei era un colpo in meno che avrebbe provocato vittime tra la folla.
    Osservò con malcelata brama l'indicatore di carica dell' "Orthros", ancora non era al massimo dell' energia, e il sistema di raffreddamento stava ancora cercando di raffreddare l'affusto del lungo cannone.
    Nel gelo dello spazio siderale era molto più semplice, ma nell'atmosfera terrestre era costretta ad affidarsi ad un sistema di dispersione del calore meccanizzato.
    Venti secondi, un tempo relativamente breve per un'arma antinave di quella potenza.
    Ma assolutamente improponibile in una battaglia di terra tra mezzi corazzati.
    Lanciò uno sguardo nervoso al contatore.
    Ancora tre secondi, i tre secondi più lunghi della sua vita.
    Poi gli allarmi iniziarono a lampeggiare, riempiendo il modulo di comando di una luce rosso cremisi, simile ad un tramonto.
    E solo allora realizzò, che forse, tre secondi di tempo erano un lusso che non si poteva permettere.
    Il mondo allora sparì, sostituito solo dagli impulsi elettrici del sistema di puntamento e dal cicalio degli allarmi di prossimità.
    L'avevano già inquadrata, settando su di lei il Lock-on dei puntatori ad infrarossi, i suoi sensori l'avevano percepito.
    Ora non c'era più modo di scappare, beh, non che ne avesse avuto voglia prima.
    Vide i mezzi antropomorfi estrarre all'unisono i loro Sturm-faust, ed istintivamente rabbrividì.
    Lo Sturm-faust non era un'arma elegante, nè particolarmente tecnologica o in un qualche modo particolarmente subdola, anzi, era notevolmente primitivo come concetto.
    Eppure ciò non lo rendeva certo meno letale.
    Si trattava di un semplice efficacissimo cannone senza rinculo, che sparava un razzo autopropulso.
    Dotato non di una particolare precisione nè di una elevata potenzialità di penetrazione della corazza, compensava questi suoi difetti con una forza esplosiva dirompente, cinquecento chili di esplosivo reattivo alla massa compresso oltre ogni limite immaginabile nella camera di sparo.
    Ideato per il combattimento contro forze corazzate di terra, in breve tempo era divenuto l'unica arma degli Rk-92, con l'eccezione dell'Heat-hammer, in grado di danneggiare o persino distruggere mezzi del calibro di un mobile suit.
    Uno solo di quegli ordigni era perfettamente in grado di ridurre in pezzi il torso di uno qualunque dei mezzi di produzione di massa della Federazione o di Zaft, e solo particolari protezioni come la Phase shift armour potevano offrire una difesa valida contro un tale potere dirompente.
    I piloti di un mezzo ordinario come il suo avevano solo una possibilità di sopravvivere contro più colpi di Sturm-faust, dovevano affidarsi alla prevedibilità della traiettoria e sperare di evitarli.
    Se fosse stata colpita in pieno, osservò con occhio critico, difficilmente anche un mezzo di relativa nuova progettazione come Hime avrebbe rischiato di esplodere.
    Gettò uno sguardo preoccupato prima ai tre "Savage" mentre alzavano le armi verso di lei, e poi all' indicatore di carica, che aveva raggiunto quasi il livello critico.
    Due secondi, mancavano ancora due fottutissimi secondi.
    Vide le dita degli AS contrarsi e poggiarsi sui grilletti, mentre le ottiche sui loro carapaci brillavano di una sinistra luce rossa.
    Con un tremolio ed una nube di fumo, i primi tre razzi parirono sibilando verso la sua posizione.
    Si stava preparando a schivarli di lato, quando i segnalatori chiocciarono di nuovo.
    Poi si scatenò l' inferno ancora una volta.
    Decine di nuove voci si unirono al coro con il loro pigolio insistente, mentre lo schermo che mostrava la sua posizione si riempiva di segnalatori lampeggianti che si avvicinavano a gran velocità.
    Con il cuore che batteva a velocità folle notò con la coda dell' occhio una cosa che non aveva senso.
    senzatitolo3nm
    Altri dieci segnali, altri [Unknown] apparvero sul lato del molo, e al loro seguito altri cinque segnali lampeggianti.
    Non aveva bisogno di confrontare entrambi i rilevamenti per capire che si trattava di altre cinque testate.
    -Merda!- esclamò d'istinto mentre il suo cervello si arrovellava per trovare una soluzione che le permettesse di portare a casa la pelle, un sorriso caustico si dipinse a tinte fosche sul suo volto, mentre valutava la situazione sforzandosi di restare calma -ma quanti diavolo sono!-
    Tuttavia era pressochè impossibile riuscire a mantenere i nervi saldi in quel momento.
    Tutto sembrava andare a rallentatore per i suoi occhi, i tre razzi che si avvicinavano diretti verso il suo torso, altri cinque di lato, più lontani ma in rapido avvicinamento simili a stelle nel cielo coperto di nubi.
    Non poteva saltare in alto, o i proietti provenienti dalla sua sinistra l'avrebbero colpita sul fianco trasformandola in una palla di fuoco.
    Le avevano inibito la ritirata in tutte le direzioni, e lei come una stupida si era fatta trovare in un fuoco incrociato come una stupida.
    Stupida, stupida, stupida, ed in ultima analisi pure morta.
    Sentì la rabbia montare dentro di lei come una furia, come l'acqua che sgorgava da una fontana riempiendola completamente.
    Non solo quegli animali avevano osato assalire il concerto, massacrare innocenti e rovinare una occasione unica per il mondo come quella...
    Ma non solo, quei mezzi non potevano essere completamente di proprietà di una qualunque banda di terroristi.
    Chiunque fossero qualcuno li doveva necessariamente finanziare, e non solo, li aveva anche armati e in tutta probabilità addestrati.
    Come era possibile si chiese disperata, che qualcuno potesse giungere a tanto?
    Un fanatico, un fondamentalista, un eugenetista come potevano essere i Blue cosmos, o i fantici religiosi del sud est asiatico era un conto, una delle pagine più vergognose dell'umanità, ma pur sempre un essere umano.
    Ma qualcuno che li armava per proprio tornaconto, che forniva loro i mezzi per compiere una simile strage, non poteva esistere, o almeno, non poteva essere autorizzato a vivere più.
    Digrignò i denti, e se avesse potuto avrebbe pianto, ma riusciva solo ad avere gli occhi rossi e doloranti.
    Un secondo, mancava ancora un secondo alla completa ricarica dell' "Orthros"
    Un secondo di troppo, di quelli che facevano la differenza tra la vittoria e la sconfitta, tra la vita e la morte.
    Aveva fallito, aveva fallito di nuovo.
    "Tu cosa sei Izumi..." quelle parole le vennero in mente automatiche come un mantra.
    Chi le aveva dette, tanto tempo fa era stato il suo istruttore di tiro, Mansell, in uno dei tanti addestramenti.
    Lo ricordava chiaramente, l'aveva presa da parte dopo le lezioni e l'aveva fatta venire nel suo ufficio.
    Lo poteva quasi percepire come se fosse ieri, l'odore di fumo proveniente dai sigari che il sottotenente era solito fumare nelle pause, e mentre insegnava...beh praticamente sempre, impestava l' aria facendola tossire.
    Si era seduta davanti alla scrivania lisciandosi la tenuta da fatica ed aveva fissato il massiccio veterano negli occhi.
    Lui aveva ricambiato lo sguardo con quei suoi occhi duri e freddi come il ghiaccio, in cui sembrava quasi di sprorofondare.
    E le aveva detto quelle stesse parole con la voce gutturale di sempre a causa degli impianti mostrandole la sua scheda di valutazione ed esponendole i suoi pensieri in merito, quella stessa frase che lei stessa, nella sua mente stava ripetendo adesso.
    "Perchè credi ti abbiamo insegnato ad usare un mobile suit? Tu non vuoi uccidere, e dunque sei inutile...e lo sai perchè?"
    Inutile, una frase del genere l'aveva fatta morire dentro.
    Era dopo un episodio del genere che aveva deciso di unirsi a miss Clyne.
    Era per trovare una soluzione a quella domanda, per dimostrare che lei non era un peso.
    Aveva scelto di combattere, aveva scelto di lottare per un ideale superiore.
    Quello stesso ideale che era stato fatto a pezzi per il desiderio di pochi davanti ai suoi occhi.
    Eppure aveva inizato a lottare, ad uccidere, per quanto in preda alla furia.
    E ora sarebbe morta, dilaniata dall'insano ammontare di esplosivi presenti nelle testate degli sturm faust.Avrebbe esalato l'ultimo respiro lassù, a duecento metri d'altezza, con le morti di tutti i presenti incise nell' animo.
    Ma chi era lei per sopravvivere? Che scopo aveva per continuare a lottare?
    La risposta arrivò come un mantra, rimbombando tra le sue labbra come un tempo aveva fatto davanti all'istruttore.
    "Tu sei un'arma Mai, e un'arma che non combatte e si fa uccidere, non otterrà mai di proteggere qualcosa.
    Dunque per quale motivo non dovresti farti uccidere, Mai Izumi?"

    L'ennesima domanda che l'aveva scossa, sin nelle fondamenta.
    Che senso aveva che si atteggiasse a paladina della giustizia se non la dispensava?
    Come poteva instillare l'ordine e la correttezza se lei per prima si rifiutava di sporcarsi le mani?
    Non voleva morire, questo era chiaro, chi mai avrebbe voluto se non un pazzo?
    Tuttavia quel giorno non aveva trovato una risposta, non sapeva perchè, ma non voleva morire.
    Istinto di autoconservazione, quella era una delle cause certo, ma per il resto quale scopo aveva?
    Cosa avrebbe cambiato la sua permanenza in questo mondo?
    Sola, nella cabina di pilotaggio mentre la sua vita le scorreva davanti, Mai Izumi comprese.
    Mentre si trovava a fissare la fine che si avvicinava capì, cosa era che la teneva in questo mondo.
    Se lei fosse morta laggiù, in mezzo alla neve, sarebbe morta proteggendo qualcosa certo...
    Ma poi? Avrebbe fatto la differenza? No, la violenza sarebbe ricominciata, forse non quel giorno, forse tra un mese o un anno, ma sarebbe senza dubbio alcuno ricominciata.
    E lei, lei non sarebbe stata laggiù a combatterla.
    Aveva ancora troppe cose da fare, troppi luoghi da vedere, persone da incontrare.
    Le mancavano ancora troppe cose da fare.
    Il suo primo appuntamento, il suo primo colpo di fulmine, un matrimonio, una famiglia felice e poi infinite altre cose da vedere, sentire, sperimentare.
    Ma più di ogni altra cosa, non avrebbe permesso loro di portare via niente altro da lei in quella giornata.
    Non avrebbe mai acconsentito a ciò, specialmente da parte di quei bastardi.
    Mentre sentiva la rabbia pulsare dentro di se, come una creatura viva, senziente, sinuosa, chinò la testa.
    Digrignò i denti, e alzò lo sguardo verso i razzi che erano diretti di fronte a lei, tutti e tre.
    Distavano esattamente cinque secondi, era quello il tempo che aveva per agire.
    Disse soltanto una frase.
    Non era una domanda, e nemmeno una imprecazione.
    Era una affermazione, quantomai carica di determinazione e fiducia in se stessa.
    Ma più di ogni altra cosa era una risposta.
    Una risposta a quella domanda di sei anni prima.
    -Perchè non posso permettermi di morire qui, almeno sino a quando non avrò riservato la stessa sorte ad ognuno di questi bastardi.-



    maiseed
    E all' improvviso, il tempo parve fermarsi.
    Gli sturm faust sembrarono galleggiare nell' aria, quasi si muovessero a rilento.
    Erano vicini, anche troppo, tempo tre, forse quattro secondi al massimo sarebbero arrivati a colpirla, quelli alla sua sinistra avrebbero impiegato circa due secondi di più...
    Era più che abbastanza, per riuscire ad elaborare un buon piano.
    Mai Izumi, per la prima volta in vita sua nella quale rischiava veramente la vita, si stupì della cosa.
    Sapeva che appena prima della propria morte si tende a vedere tutto a rallentatore, ma non credeva che la sua adrenalina potesse raggiungere quei livelli.
    No, non era quello, c'era qualcosa di strano in lei, lo pecepiva.
    Poteva sentire la rabbia che la divorava, che le bruciava l' animo.
    Ma era come una sensazione sorda, di sottofondo, più di ogni altra cosa ora lei si sentiva libera...
    Nonostante tutto fosse parte di una situazione critica, nella cockpit dello ZAKU color ciliegia, la cecchina si mosse con movimenti semplici, meccanici, eleganti.
    Quasi si trattasse di una normale routine, di una situazione di tutti i giorni...
    senzatitolo1zg
    I suoi piedi si mossero rapidi, diretti, eleganti, come i passi di una balerina impegnata in un valzer.
    Le pesanti scarpe da ginnastica premettero sui pedali in sequenza, applicando di volta in volta più o meno forza, facendo compiere all'MS dei movimenti al limite del possibile, persino per un coordinator.
    Con una fluidità incredibile Aka-hime portò una mano al bacino, e le dita si chiusero su un piccolo cilindro, grande non più di tre metri di lunghezza e trenta centimetri di larghezza.
    Con un gesto fulmineo la pesante armatura da combattimento scagliò ciò che teneva in mano verso i cinque Sturm Faust in arrivo da sinistra, poi si lasciò cadere giù dalla facciata del palazzo.
    Entrambe le gambe meccaniche affondarono pesantemente nel cemento e nel vetro che componeva la facciata dell' albergo, e a circa 6 metri al secondo iniziò a scivolare lungo la parete che dava sulla faccia.
    Una runa verde si accese a lato di un piccolo schermo all'interno del monitor principale, mentre con aria completamente inespressiva e concentrata la coordinator iniziava a muovere le leve di posizionamento che avrebbero attivato l' "Orthros".
    Erano passati meno di due secondi dal salto, quando una esplosione terrificante riempì l' aria.
    I cinque Sturm-faust erano deflagrati in aria, grazie alla piccola sorpresina che aveva lanciato loro.
    Una granata a frammentzione modello ZR30F, una delle quattro diverse granate che si era portata dietro, attaccate al gonnellino di Hime.
    Una granata a frammentazione in un duello tra mobile suit era inutile, buona solo a danneggiare lievemente l' avversario, ma dotata di troppa poca potenza d'urto per infliggere gravi danni.
    Era una granata solitamente ignorata a favore delle sue cugine ZR20E esplosive e ZR271 termiche dirompenti.
    Tuttavia aveva una sua utilità, una delle prime cose che si imparavano all' accademia.
    Se non si può schivare un missile, si può sempre distruggerlo prima che colpisca.
    Solitamente un compito del genere era svolto dal fucile "Orthros", capace di coprire una ampissima area con i suoi devastanti raggi cremisi.
    Ma per quel genere di colpi multipli, l' umile ZR30F si rivelava la scelta migliore.
    Dieci chili di esplosivo facevano detonare istantaneamente sei piccoli pellet che contenevano ognuno cento piccole sub-unità.
    In pochi istanti un'area di circa trenta metri cubi veniva saturata di piccole biglie incandescenti ad oltre 600°, capaci di fondere fino a 120mm di materiale ablativo non composito, prima di ricadere a terra e rendersi completamente innocue.
    Una cosa assolutamente inutile contro la corazza di un Mobile suit, ma più che sufficiente a devastare una colonna di carri armati o, come in questo caso, a far detonare simultaneamente i cinque ordigni distruggendo i loro involucri metallici.
    Per lanciare e settare il timer della granata con precisione però, occorrevano riflessi fulminei ed una incredibile capacità analitica, cose che Izumi fortunatamente aveva già però di suo.
    La prima scommessa era andata bene, il difficile però, veniva ora.
    In due miseri secondi lo ZGMF-1000/A1 era già trenta metri più in basso rispetto alla sua posizione iniziale.
    Nemmeno lontanamente abbastanza però, da evitare i tre proiettili avanti a lei.
    Ancora una volta, le mani di Mai si mossero come fulmini, armeggiando con le leve di comando.
    In una pioggia di calcinacci e schegge di vetro, il mobile suit sollevò la bocca da fuoco del canone a impulsi particellari avanti a se, verso i savage che avevano sparato.
    All' interno, la mano fissa sul pulsante che avrebbe premuto il grilletto del cannone, Mai Izumi si stupì di se stessa.
    Pensava avrebbe provato rabbia, odio, emozioni violente per quello che si apprestava a fare.
    Eppure, in quel momento non provavva nulla: ansia, paura, ira, disprezzo, non sentiva niente.
    Tutto quello che importava ora era eliminare i suoi bersagli.
    Sullo schermo principale tutti e cinque gli RK-92 furono incapsulati un reticolo di puntamento verde.
    Davanti ad ognuno dei carapaci bianchi, una scritta che suonava molto come una condanna a morte.
    [Locked]
    Se avesse potuto provare qualcosa, probabilmente Mai avrebbe urlato in quel momento.
    E invece si limitò a sibilare qualcosa in tono perfettamente monocorde.
    Il che, se possibile, rendeva il tutto ancora più inquietante.
    Mosse le labbra e disse laconicamente un semplice -Bang- prima che il mondo esplodesse di cremisi.
    Il raggio color rubino, spesso come un furgoncino di medie dimensioni partì dalla bocca da fuoco, tuttavia Mai non ebbe occasione di vederne gli effetti.
    Gli sturm-faust erano ora talmente vicini che ne poteva vedere persino i rivetti, gli alettoni stabilizzatori, persino i numeri sulla testata esplosiva.
    Era impossibile, ma ora come ora, si sentiva in grado di fare tutto.
    Adesso aveva uno scopo.
    Il raggio di energia dell' arma aveva vaporizzato uno dei tre proiettili, nebulizzando l'esplosivo prima ancora che potesse innescarsi, uno dei vantaggi dell'innesco a impatto di quelle armi così primitive ma efficaci.
    Il problema però, arrivava nella forma dei due ordigni superstiti.
    Mai, capì di avere una sola possibilità di evitare la distruzione del suo mezzo.
    senzatitolo2hl
    Le leve del controllo delle mani si mossero come quelle di un pianista, mentre tramite la pressione dei pulsanti una nuova configurazione veniva inviata alla centralina presente nello scudo, i piedi si mossero invece sui pedali, cercando un punto d'appoggio stabile.
    Nel momento stesso in cui entrambi i razzi autopropulsi entrarono in un raggio di sei metri dal mobile suit, il pesante scudo coperto di ceramite si interpose sulla loro traiettoria.
    Si trattava di una posizione incredibilmente rischiosa.
    Non solo lo ZAKU stava scivolando lungo una parete pressochè verticale sollevando una nube di detriti, ma stava anche arreggendo l'enorme cannone a impulsi che stava ancora sputando un torrente di morte color rubino con una sola mano.
    La mano sinistra, era andata a sorreggere la parte posteriore dello scudo.
    La coordinator non era certo stupida, se non poteva evitare il colpo, avrebbe almeno potuto contenerne i danni.
    Erano passati cinque secondi dall'inizio dell'azione quando il primo dei due proietti, impattò contro la superficie dello scudo, quasi parallelo ad esso.
    Un errore che molti piloti novellini commettevano, era quello di porre lo scudo avanti a sè, e sfruttarlo come un muro, incontrando i proiettili nemici con una inclinazione di 90°.
    Non esisteva niente di più sbagliato da fare in combattimento, più resistente era un oggetto, paradossalmente, più aumentava il coefficiente di penetrazione del proiettile.
    Lo scudo di Hime era invece andato ad incontrare il colpo, con una angolazione molto inclinata, di circa 30°.
    Una mossa da manuale, che avrebbe anche potuto funzionare contro un proiettile normale, ma gli Sturm Faust non erano certo normali.
    Le testate da 500 chili erano equipaggiate con un innesco da impatto, il quale attivava una carica che faceva detonare un sottile strato di cromo, rame e molibdeno, questo strato esplodeva verso l'esterno ad una temperatura altissima forando la corazza nemica per permettere una maggior penetrazione dell' esplosivo.
    Si trattava della stessa tecnologia HEAT utilizata anche per i siluri delle navi da guerra.
    Solo che lo scopo dei colpi degli Rk-92 non era di perforare l' avversario.
    Avendo a che fare con AS superiori a loro sul campo della velocità e manovrabilità, il loro scopo non era di colpirli in pieno, quanto più di farli a pezzi con la potenza dell' esplosione.
    E questo fu quello che accadde.
    La carica cava HEAT non si attivò, merito della corazza composita dello ZAKU, costituita da un sub-strato lamellare il cui scopo era proprio quello di annullare le testate di quel tipo, dimezzandone ulteriormente la penetrazione.
    Tuttavia, nulla avrebbe potuto preparare Mai al contrccolpo successivo.
    Pochi nanosecondi dopo entrambe le cariche esplosive da 500 kg deflagrarono con la potenza dell' eruzione di un vulcano, sollevando una nuvola di detriti e di polvere tale da mandare in tilt per un attimo tutti i sistemi elettrici del mezzo di ZAFT.
    Tutte le dodicimila finestre dell' intero albergo, almeno quelle lasciate intatte dalla caduta di Hime, esplosero verso l' esterno, proiettando una vera e propria pioggia di schegge nei venti metri circostanti.
    Le camere d'albergo vennero letteralmente sventrate, mentre un'onda d'urto che viaggiava a circa 6300 metri al secondo le rivoltava come un guanto, proiettandone il contenuto nella zona circostante.
    Tutto ciò che si trovava in un'ara di circa duecento metri di diametro venne scagliato in aria, mentre una enorme palla di fuoco avvolgeva il mobile suit color ciliegia.
    Lo scudo di Hime resse, almeno per i primi quattro secondi.
    Progettato per resistere alle alte temperature delle armi a raggi della federazione poteva riuscire a resistere fino a sei secondi di rientro atmosferico a 6000° centigradi prima di disintegrarsi a causa del calore.
    Tuttavia questo prevedeva che il rivestimento in ceramite inerte fosse intatto.
    L'impatto con il primo proietto aveva invece irrimediabilmente compromesso la struttura.
    Con quello che può essere definito solo frutto dell' amorevole cura dei meccanici del garuda e della sua pilota, lo scudo resse ben oltre quello che ci si sarebbe aspettati, quasi avesse voluto omaggiare la sua padrona dimostrandogli così la sua fedeltà, tuttavia, quattro secondi dopo l'impatto una enorme crepa si aprì dividendo la piastra di metallo composito in due parti, le quali, prive di protezione, vennero investite in pieno dall' onda d'urto.
    In una conflagrazione allucinante, lo scudo protettivo e il braccio sinistro di Hime, posti a protezione del cockpit, vennero spazzati via.
    L'onda d'urto, finì così per colpire in pieno anche l' abitacolo.
    Solo allora, Mai realizzò di essere stata una completa idiota.
    Accecata dalla furia aveva saltato tutti i basilari controlli di sicurezza, compreso il comando di pressurizzazione della cabina.
    La potenza dell'impatto, sebbene mitigata dalle spesse pareti di materiale composito, fu terribile, e scosse il corpo della coordinator come una bambola di pezza.
    La primogenita degli Izumi, ebbe a malapena il tempo di espirare, prima che un martello invisibile la colpisse in pieno petto, facendole momentaneamente perdere le funzioni biologiche.
    Non indossava nemmeno la normal suit, difficlmente sarebbe potuta sopravvivere.
    Eppure ce la fece, ma fu solo grazie alla sua prontezza di riflessi.
    Se non avesse espirato e rilassato i polmoni, l'improviso cambio di pressione ne avrebbe causato l'immediata esplosione.
    Poi il mondo tremò mentre lo ZAKU color ciliegia, flagellato dalla potente deflagrazione arrestava la sua corsa all' interno dell' hotel, devastando una ventina di piani, sino a schiantarsi in quella che era la hall principale.
    senzatitolo4de
    Semisepolto dai detriti il gigante ferito rimase immobile per pochi istanti, poi riprese a muoversi, nonostante le gambe sfrigolassero di energia dovuta a circuiti elettrici danneggiati e tubi recisi.
    Era sopravvissuto, il colosso di ferro era sopravvissuto, ma a che prezzo.
    Lo scudo, così come gran parte del braccio sinistro erano andati in pezzi, lubrificante nero come la pece grondava come una cascata dalla terribile ferita, solo uno spallaccio martoriato segnalava dove un tempo si innestava il braccio al corpo.
    La parte sinistra della testa era bruciacchiata e annerita, laddove alcune schegge impazzite vi avevano aperto numerosi solchi.
    Le gambe ondeggiavano malferme, a causa soprattutto della brusca discesa attraverso la facciata del palazzo, le prese d'aria sul torso erano semifuse, ed uno dei tubi di raffreddamento posti attorno alle cosce si era lacerato, e ora spruzzava vapore come una arteria recisa.
    Ferito, mutilato, ma ancora combattivo il potente mezzo aveva ancora qualcosa da dire in quel combattimento.
    Rinchiusa nel suo bozzolo, adesso solamente illuminato dalle luci di emergenza, Mai riuscì finalmente a realizzare l' entità dei danni subiti.
    Come solo un coordinator poteva fare digitò centinaia di cifre in un battito del cuore ricalibrando l' O.S del mezzo, parte dei sensori erano andati, così come gli stabilizzatori, tuttavia si trattava solo di escludere i sistemi danneggiati.
    Sempre tenendo un occhio sulla eventuale presenza di nemici sopravvissuti al colpo dell' "Orthros", iniziò dunque a fare un rapido check dei sistemi.
    Doveva fare in fretta, non poteva permettersi errori.
    Le sue dita danzarono rapide sui tasti, mentre blocccava il liquido di raffreddamento e lo deviava dalla tubazione lacerata e risettava i giroscopi dello ZAKU per far fronte alla perdita del braccio sinistro.
    Con un sospiro carico di rancore verso se stessa ed il mondo intero diede il comando di epurare ciò che rimaneva dello spallaccio., almeno per conservare il liquido lubrificante.
    Aveva bisogno di tutte le risorse possibili, quindi non appena il comando [Purge] apparve sul piccolo display dello status, tutte le intersezioni tra lo spallaccio ed il corpo del mobile suit si chiusero, facendo crollare al suolo l'articolazione ormai inservibile della spalla.
    Fece per sollevare l' "Orthros", quando vide che anch'esso era comletamente inutilizzabile, alcune schegge di metallo si erano conficcate dentro la canna e spuntavano dal metallo come grottesche spine di cactus, rendendo di fatto la possente arma assolutamente inservibile.
    Due presioni dei tasti, ed anche il generatore ed il pesante cannone caddero a terra, era meglio non andare in giro con una potenziale bomba ad orologeria sulla schiena.
    Era affezionata a quel wizard pack, era stato il suo compagno per tutta la sua permanenza con Hime, abbandonarlo le provocava una certa tristezza, ma era sempre meglio che essere morta.
    Adesso era decisamente più leggera, e aveva un motivo in più per volere quei Savage morti.
    Come per miracolo si accorse che lo schermo era appannato, leggermente sfocato e sollevò il braccio per pulirlo...
    Mai rimase leggermente interdetta, non si puliva...
    No, non era lo schermo ad essere appannato, bensì la sua visuale.
    Abbassò lo sguardo ad osservare i tasti che aveva premuto, e poi la mano...erano entrambi sporchi di sangue.
    Tossì, e alcune gocce di sangue le caddero in grembo.
    maiblood
    Rimase in silenzio per un istante, poi un improvviso conato la fece rigettare.
    Portò la mano alla bocca per cercare di frenare quel moto peristaltico così inusuale, ma non servì a nulla.
    Un fiotto di sangue scuro filtrò con un rumore umido tra le sue dita, e poi dalle sue labbra, dagli angoli degli occhi, persino dai padiglioni auricolari.
    In pochi secondi una pozza di liquido cremisi ed appiccicoso fi formò sul pavimento, raggiungendo la fascia irregulars che giaceva sul pavimento, la quale iniziò immeditamente ad imbeversi del sangue.
    Ci mise pochi istanti a capire cosa stava succedendo.
    L'onda d'urto, essendo priva di normal suit, le aveva sfracellato le costole, e ridotto parte degli organi interni a gelatina.
    A giudicare dai dati sul display delle sue funzioni vitali doveva essere proprio messa male.
    Con occhio clinico, perfettamente inespressiva, si toccò il torso in vari punti, e fu piuttosto sopresa nel constatare che in alcuni punti le ossa parevano non esistere proprio più.
    L'urto, valutò approssimativamente, le aveva sfracellato almeno otto costole, distrutto il plesso solare e spappolato milza e fegato, il cuore era salvo solo grazie alla cintura di sicurezza che aveva evitato il peggio del contraccolpo.
    Se non avesse svuotato i polmoni forse, a quest'ora sarebbe gia stata cadavere, notò con una punta di sopresa.
    Si guardò le mani, ma vide che non tremavano.
    Stranamente non erano ferite letali, non nell' immediato almeno.
    Ancora riusciva a muovere le braccia e le gambe, seppur con qualche problema.
    Aveva rimediato qualche minuto in più di vita, sebbene a prezzo di dolori allucinanti.
    -*Coff*...*coff*...ha visto...sottotenente? Li ho eliminati....tutti...sono stata brava?-
    Chiese con aria assente a qualcuno che neanche volendo avrebbe potuto sentirla.
    Premette debolmente uno dei pedali, e in maniera leggermente goffa, ma ancora funzionante, lo ZAKU color ciliegia si erse pronto per un'altra sfida, la luce nel rosso fuoco del mono-eye non si era ancora spenta.
    Con la mente obnubilata dal dolore allucinante la giovane coordinator ormai zuppa del proprio sangue, armeggiò con la mano destra nella cassetta del pronto soccorso mentre con l'altra mano muoveva la mano ad estrarre il beam rifle dietro il bacino, l'ultima arma rimasta.
    L'ultima arma, con l'ultimo arto, una cosa molto ironica.
    Era anche fortunata che un'arma come il fucile a raggi d'assalto MMI-M633 usasse un grilletto ed una fonte energetica esterna per sparare.
    I danni all' Orthros avevano causato un sovraccarico della cellula dell' energia, dunque ora come ora, persino usare il beam Tomahawk sarebbe stato impossibile, ovviamente se solo lo avesse ancora avuto invece di averlo visto disintegrarsi con lo scudo.
    Frugò nella cassetta, sino a quando non trovò quella che pareva essere una siringa monouso.
    L'appoggiò ad un lato del collo e singhiozzò leggermente mentre la morfina entrava in circolo.
    Non poteva svenire a causa del dolore, avrebbe dovuto reggere quanto possibile.
    Controllò le munizioni del Beam rifle.
    Rimaneva solo un caricatore circolare da 15 colpi.
    Poche munizioni, troppo poche, per un nemico apparentemente inesauribile.
    Il malconcio mezzo si girò verso est, da dove sarebbero dovuti provenire i rimanenti mezzi avversari, e spianò l' arma avanti a sè appoggiandosi alla parete di quello che rimaneva dell' albergo.
    Nella cabina di pilotaggio Mai tremava, sia per lo stress, sia per il notevole trauma, e nonostante la dose da cavalli di morfina, continuava a provare un dolore intenso all' altezza del petto.
    Improvvisamente i sensori cicaleggiarono, segnalando che qualcosa oltre il fumo e la polvere si stava muovendo dietro l' angolo del palazzo di fornte.
    Con la bocca sporca di sangue, la giovane coordinator sorrise.
    Stavano arrivando per lei stavolta, per lei e nessun altro.
    Rivolse un pensiero alle idol, certa che ogni secondo guadagnato, era un secondo prezioso per loro per andarsene in salvo.
    Tossì di nuovo, e si scopri ad ansimare.
    -Avanti dannate ranocchie...chi è il prossimo?-
    La morte stava arrivando per lei, questo era certo.
    L'unica incognita era quanto velocemente sarebbe arrivata a prenderla.


    CITAZIONE

    Pilota

    Status Fisico: Taglio sul labbro inferiore, offuscamento parziale della vista, taglio superficiale da scheggia (proiettile) sulla guancia sinistra e taglio sulla fronte.
    In seguito al terribile impatto degli Sturm-faust, il corpo di Mai è inoltre letteralmente a pezzi.
    Le costole inferiori, dalla sesta alla dodicesima sono fratturate o peggio, la milza e il fegato sono completamente devastati ed inoltre è presente una vasta emorragia interna unita ad innumerevoli altri microtraumi sottocutanei.
    La coordinator è profondamente provata da queste ferite, e se non dovesse ricevere cure adeguate d'urgenza entro i prossimi otto-dieci minuti potrebbe trovarsi in pericolo di vita.
    Da notare che i movimenti di Mai sono momentaneamente normali a causa dell' assunzione di antidolorifici.
    Quando l'effetto di questi ultimi finirà tuttavia, le sue prestazioni avranno un netto calo.
    [I sensi ed i riflessi sono funzionanti al 150% della normale capacità a causa dell' attivazione del SEED mode.]

    Status Psicologico: In questo momento lo status psicologico di Mai è assolutamente anomalo.
    Nonostante la debilitante ed atroce ferita continua ad essere cosciente, nonostante il semplice stare sveglia richieda un grande sforzo. Non desidera altro se non combattere ed annientare i propri avversari per permettere a quanta più gente possibile di fuggire dalla scena del massacro, eppure nonostante provi una rabbia ed una frustrazione incredibile, ella stessa non sembra rendersi conto di cose le stia accadendo ed approccia l'evolversi della situazione con una apparente calma serafica.
    [SEED mode: Attiva]


    Equipaggiamento/dotazione:Fascia da fronte autografata (Indossata), Cappotto pesante da esterno [Gettato sullo schienale del seggiolino del cockpit], Felpa, maglietta, pantaloncini da ginnastica, scaldamuscoli, pantaloni jeans e guanti [Con il tessuto sull' indice destro tagliato per permettere maggiore libertà di movimento], Gagliardetto Irregulars (bianco) [Strappato e caduto all' interno del mobile suit], registratore tascabile (stato sconosciuto)

    Equipaggiamento supplementare

    Life saving unit
    Tipologia oggetto: Contenitore di scorte mediche per il primo soccorso
    Peso: 2.0 Kg
    Lunghezza: 60 cm
    Note: Questa piccola scatola di materiale plastico alloggiata sotto la postazione di pilotaggio di Aka-hime continene al suo interno attrezzi per le riparazioni d'emergenza, la lasgun ISPA personale di Mai, assieme ad un piccolo ma ben fornito Kit medico.
    Quest'ultimo contiene bende, garze sterili, medicinali per il primo soccorso, alcune fiale di un cocktail di morfina e stimolanti e alcuni strumenti per le medicazioni di emergenza.
    [NOTA: La presenza di questo scomparto era già presente nella scheda alla voce equipaggiamento, l'ho inserito solo ora nel riassunto del post in quanto solo adesso è stata allegata la scheda riassuntiva di Hime]

    Knife
    Tipologia arma: Coltello
    Peso: 0.3 Kg
    Lunghezza: 260 mm
    Note: Tagliente da un lato e seghettato dall'altro é il tipico coltello utilizzabile per le operazioni di guerriglia. Leggero, resistente e multiuso. Può essere allacciato quasi dappertutto grazie ad una fondina adattabile al vestiario ed alle parti del corpo tramite appositi lacci.: .

    Sniper rifle "Charline" [Stato: sconosciuto]
    Tipologia arma: sniper/anti-material rifle
    Nome in codice: Charline
    Numero del modello: M-82 DX-4
    Munizioni per caricatore: 10
    Caricatori: 3 (2 standard da 7.62mm , 1 HE)
    Tipologia di proiettili supportati: Standard da 14,5 mm, Standard da 7,62 mm, HE, AP, Cartucce esplosive a basso potenziale da 25 mm
    Tipologia di proiettili in uso: Standard da 7,62 mm; HE
    Tipologia di proiettili nel caricatore: Standard da 7,62x39 mm
    Gittata: 2320 m
    Peso: 11,9 Kg
    Lunghezza: 1758 mm
    Ottica: mirino ottico telescopico Digitale-Analogico 10x, ABC system 1
    Sistemi ottici di rilevamento: Visione notturna agli infrarossi e sensore di rilevamento di calore
    Note: Fucile di precisione anticarro, usato sia per azioni anti-veicolo che per azioni anti-uomo. Pare essere appartenuto ad un commilitone di Mauser.





    Mecha


    himechanZGMF 1000/A1 ZAKU Gunner (B)aka-hime

    +++Status strutturale:+++

    Scansione terminata, inizio analisi...

    Funzionalità operativa: 48%
    Capacità motoria residua 65%
    Capacità offensiva residua 20%
    Elaborazione rapporto danni...
    Testa: Lievi danni alla corazzatura esterna, sensori lievemente danneggiati, perdita leggera al sistema di raffreddamento [connessione interrotta, operatività limitata], impianto visivo lievemente danneggiato.
    Torso: Lievi danni alla corazzatura esterna.
    Arti superiori:
    Arto destro: Lievi danni alla corazzatura esterna, sistema di trasferimento energetico sovraccarico e compromesso.
    Arto sinistro: Danni critici all' intera struttura [Epurato]
    Scudo protettivo: Danni critici all' intera struttura [Epurato]
    Arti inferiori:
    Arto destro:Lievi danni alla corazzatura esterna, giroscopio stabilizzatore leggermente danneggiato [operatività garantita]
    Arto sinistro: Danni medi alla corazzatura esterna, Lievi danni ai meccanismi interni, giuntura del ginocchio in condizioni precarie, perdita al sistema di raffreddamento [connessione interrotta, operatività limitata]
    Sistema energetico: Trasmissione di energia a braccio destro interrotto [funzionalità del reattore:ottimale]
    Sistema elettrico: Lievi problemi al sistema vocale [speaker esterno: inutilizzabile]

    Equipaggiamento/dotazione:

    +++Raccolta dati in corso+++

    - Nome arma/sistema: M1500 "Orthros" high-energy long-range beam cannon
    - Status: Operatività meccanismo di fuoco compromessa [Epurato]
    - Munizioni 3/5 rimanenti, operatività generatore compromessa [Epurato]

    - Nome arma/sistema: MA-M8 beam tomahawk
    - Status: Danni di livello critico in seguito a esplosione scudo [Distrutto]
    - Munizioni //

    - Nome arma/sistema: MMI-M633 beam assault rifle
    - Status: Impugnato in mano destra, pronto all' uso [Funzionalità ottimale]
    - Munizioni 15/15 rimanenti, munizioni di riserva [Perdute]

    - Nome arma/sistema: Shoulder shield
    - Status: Danni critici a tutta la struttura [Distrutto]
    - Munizioni //

    - Nome arma/sistema:4x Granate portatili
    - Status: Montate sulla struttura del bacino
    - Munizioni
    ZR30F a frammentazione [ ]
    ZR20E ad alto esplosivo [x]
    ZR271 termica dirompente [x]
    ZR13Q bomba fumogena [x]

    Equipaggiamenti utilizzati:
    M1500 "Orthros" high-energy long-range beam cannon [Epurato]
    (Prima azione di attacco)
    Granata modello ZR30F a frammentazione
    (Prima azione di difesa)
    Shoulder shield [distrutto]
    (Seconda azione di difesa)
    MMI-M633 beam assault rifle
    (Azione di movimento)




    Riassunto azioni::

    Dopo avere aperto il fuoco sui savage aspetta che il secondo gruppo si renda visibile, nell' attesa che il cannone "Orthros" finisca di ricaricarsi.
    Viene individuata da tre Rk-92 che aprono il fuoco
    Altri cinque Rk-92 aprono il fuoco
    Scaglia una granata ZR30F a frammentazione con timer 2 sec su i 5 Sturm-faust
    Scivola lungo la facciata dell' albergo per mantenere la mira costante
    Apre il fuoco con l' "Orthros" vaporizzando un proiettile, e continua a puntare il raggio sui Savage (2,3,4,5,6). Nel frattempo la granata a frammentazione esplode disabilitando i 5 missili provenienti da sinistra facendoli detonare in sicurezza a mezz'aria.
    Cerca di schermarsi dall' esplosione con lo scudo, il braccio sinistro e lo scudo vengono distrutti. Approfittando degli effetti causati dall' esplosione poi, setta rapidamente i nuovi dati nel computer, ripristina la funzionalità basilare accorgendosi poi dei danni subiti dall' "Orthros" epura il wizard pack
    In quello stesso momento vomita sangue e realizza i danni subiti, avendo ignorato il dolore a causa dell' adrenalina.Estrae dunque il beam rifle dall'alloggiamento sul retro del bacino e nel contempo si inietta una dose di morfina e stimolanti per restare cosciente.
    Infine spiana l'arma avanti a sè, pronta ad affrontare eventuali nuovi avversari.
    [NOTA: Il tutto nonostante la descrizione chilometrica, occupa poco più di sette-otto secondi, ho cercato di rendere la narrazione come se agli occhi di Mai tutto andasse a rallentatore a causa del SEED, dunque se qualcosa è da biasimare è la mia incapacità di rendere chiaro questo punto]

    Azione difensiva
    Prima semi-azione Lancio della granata sui cinque Sturm-Faust e si getta lungo la facciata dell' albergo per evitare l'onda d'urto.
    Seconda semi-azione Tentativo di parare gli Sturm-faust con lo scudo
    Azione offensiva
    Prima azione Colpo di "Orthros" beam rifle sui Savage (2,3,4,5,6)
    Azione di movimento
    Emerge dallle rovine ricalibrando l'OS, vomita sangue e si inietta la morfina, estraendo dall'alloggiamento sul retro del bacino di Hime il Beam rifle




    NOTE al testo

    [1]: Testata HEAT
    Acronimo per High Explosive Anti Tank, queste munizioni utilizzano il cosiddetto effetto Munroe per avere ragioni di corazzature altrimenti impenetrabili con proiettili convenzionali.
    Praticando una cavità conica o iperbolica in un cilindro di esplosivo dotato di una spoletta che lo faccia esplodere all'opportuna distanza dal bersaglio, si può concentrare la forza dell'esplosione contro un punto di esso e causare una tale temperatura e sovrapressione da praticare un foro in una lastra metallica o in una parete di cemento.
    Dal punto di vista militare l'effetto sull'interno del bersaglio è devastante: innalzamento della temperatura, investimento degli occupanti del bersaglio con frammenti di metallo fuso o di cemento, esplosione di eventuali munizioni e carburanti.

    [1]: Corazza composita lamellare
    La corazza composita lamellare è simile alla corazza Chobam utilizzata dai moderni MBT americani come l' M1A1 Abrahams ed è strutturata a strati: quelli esterni sono costituiti da lastre di acciaio che assolvono il compito di contenere le piastre di ceramica (per aumentare la resistenza alle testate termiche e a carica cava) immerse in una matrice di materiale plastico (per aumentare l'elasticità contro le testate ad energia cinetica). Durante l'assemblaggio, le piastre devono essere raccordate tra loro in modo particolare per non generare punti deboli lungo le linee di saldatura: tutto ciò aumenta il grado di complessità durante la costruzione, al contrario delle più deboli corazze convenzionali fuse in un pezzo solo.
    In aggiunta a ciò, la corazza lamellare presenta all' interno delle piastre dell' armatura una struttura a livelli sfalzati, i quali al momento dell' impatto, frangono la testata metallica dei proiettili HEAT riducendone la capacità di penetrazione.



    EDIT: Se ci sono alcune discrepanze tra la tempistica del riassunto e la narrazione, prego lo staff di fare riferimento al riassunto, in quanto non sono riuscito per motivi di tempo a correggere tutto il narrato.
    Gomen =_="
     
    Top
    .
  7. Danteh ™
     
    .

    User deleted


    frammenti di passato



    png
    -Chi è il mio campione?-
    La voce del giovane uomo passò oltre la finestra dell'accogliente abitazione incuriosendo l'altrettanto giovane figura che, all'interno di essa, stava ultimando il riordino della zona cucina...
    Era un bel ragazzo, senza dubbio...
    I suoi capelli mediamente lunghi ne sfioravano le spalle robuste e coperte solo da una leggera giacca riportante le mostrine graduate da sergente.
    La sua barba sapientemente curata gli forniva un aspetto da uomo vissuto, anche se in realtà egli era poco più che ventenne.
    La vita militare ne aveva temprato corpo e spirito, rendendolo uomo molto precocemente. Forse era per questo motivo che a dispetto della sua giovane età era tenuto molto in considerazione dai suoi superiori come dai suoi parigrado...
    La ragazza si accostò alla finestra per sbirciare fuori e sul suo viso un sorriso affettuoso andò a disegnarsi mentre i suoi occhi seguivano con attenzione ogni movimento dei suoi due uomini. Anche lei giovanissima, adolescente, mostrava un aspetto più maturo della sua età effettiva. La sua fermezza nei confronti del padre di voler restare accanto all'uomo che amava non era una cosa di poco conto... Oltretutto, nonostante provenisse da una famiglia agiata, aveva sempre rifiutato di essere servita e riverita, preferendo di gran lunga rimboccarsi le maniche per gestire al meglio la sua vita...
    -Pa...pà!-
    La voce tenera ed incerta di un bambino andò a contornare quel quadretto familiare, riempiendo di gioia i cuori dei due genitori...
    Alto poco più di mezzo metro, un piccolo ometto dai capelli arruffati e gli occhietti di un blu intenso, giocava contento nel giardino di casa, contornato da un paesaggio naturale di straordinaria bellezza.
    -Lin....Liiiin!!!! Hai sentito? Cavoli, mi ha chiamato papà, mi ha chiamato papà...!!!- Il viso dell'uomo era colmo di gioia; il suo piccolo ometto, che ormai aveva imparato a camminare da solo adesso gli andava incontro caracollando e pronunciando quella semplice parola che perà per lui aveva un significato immenso...
    -Si Logan, l'ho sentito...il piccolo Dan diventa ogni giorno più grande...-
    Con una nota di pura gioia nel cuore, Lin si strinse tra le braccia e una lacrima di felicità le solcò il viso, quasi a voler autenticare quel sentimento che ella provava nel vedere i progressi di suo figlio.
    Logan prese in braccio il suo campione e lo tirò su facendogli fare qualche piroetta; Il piccolo Dan rideva, contento di tutte quelle attenzioni ed ignaro delle problematiche che affliggevano il governo mondiale...
    Rientrarono in casa. Sulla porta ad attenderli c'era la giovanissima Lin, che prese in custodia il piccolo dalle braccia del padre mentre le sue piccole manine si protendevano verso colui che fino ad un attimo prima l'aveva tenuto in braccio
    -Sembra che voglia rimanere con te...-
    La voce di Lin si fece d'un tratto malinconica. I vispi occhietti di un blu intenso del piccolo Dan la scrutarono con aria interrogativa. La sua manina andò a posarsi sul suo viso, dando la sensazione che il piccolo in qualche modo avesse compreso la situazione e volesse in un certo senso consolarla.
    -Devi proprio?-
    Logan la fissò accennando un si con il capo. Lasciare i propri affetti per servire la federazione non era mai una cosa che faceva volentieri, ma era il suo dovere di soldato e poi non poteva di certo lasciare il suo amico Lester Cole senza supporto...
    -Purtroppo si, è il mio lavoro... Lo faccio per voi e perchè il piccolo Dan possa avere un futuro di speranza e di pace...Spero che possa capire un giorno...-
    Lin avrebbe dovuto farci l'abitudine. Il suo giovane compagno le promise che sarebbe tornato presto...




    CITAZIONE
    Pilota: Dan Howlett
    Status Fisico: Contusione all'occhio destro e leggero livido appena visibile. Trauma cranico dovuto all'esplosione, varie escoriazioni più o meno gravi sul volto e ferita abbastanza grave alla spalla destra.
    Status Psicologico: Versa attualmente in stato di incoscienza
    Equipaggiamento/dotazione: Indumenti di uso comune: jeans, felpa e fazzoletto legato al collo.
    Universal Digital clock al polso sinistro
    Piastrine militari del padre allacciate al collo ed infilate sotto la felpa

    Equipaggiamento supplementare

    Knife
    Tipologia arma: Coltello
    Peso: 0.3 Kg
    Lunghezza: 260 mm
    Note: Tagliente da un lato e seghettato dall'altro é il tipico coltello utilizzabile per le operazioni di guerriglia. Leggero, resistente e multiuso. Può essere allacciato quasi dappertutto grazie ad una fondina adattabile al vestiario ed alle parti del corpo tramite appositi lacci.: .

    Rifle
    Tipologia arma: assault rifle
    Nome in codice: Kampfer
    Numero del modello: ISW-1000
    Munizioni per caricatore: 150
    Caricatori: 2 (1 reversibile per doppia scorta)
    Tipologia di proiettili supportati: standard da 5,56 mm
    Tipologia di proiettili in uso: standard da 5,56 mm
    Gittata: 600 m
    Peso: 2,1 kg
    Lunghezza: 650 mm (senza silenziatore); 950 mm (con silenziatore)
    Ottica: digitale ad ingrandimento telescopico.
    Sistemi ottici di rilevamento: nessun sistema di puntamento speciale installato.
    Note: Arma leggera per combattimento dalla medio-lunga distanza.


    Azioni difensive ed offensive: //

    Riassunto azioni: //
    Note:
    nessun riassunto azioni inserito, dato che Dan al momento è fuori gioco. Il post è unicamente un flashback.
    Mi scuso per il post poco articolato, ma sto avendo dei problemi in real con il lavoro e il tempo a mia disposizione questa settimana per postare si è notevolmente ridotto.
    PS. nel caso sia necessario descrivere cosa succede a Dan mentre è inconscio fatemi sapere :wacko: =____=

    Ah Ryu, per i prossimi flashback vorrei entrare un pò più nel dettaglio di quel che faceva Logan e di come è venuto in contatto con gli irregulars... Se mi potessi illuminare sulle questioni politiche e burocratiche di quella fascia temporale te ne sarei grato ;)





     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Reclute
    Posts
    6,178
    Location
    Misaki Town

    Status
    Offline offline

    - XIII -
    The thirteen twelfth Apostole



    narrato
    -parlato-
    -parlato bigliettaio-



    Macross City, piazzale, zona parcheggio, davanti all'M9
    Ore 09:27 pm








    La soddisfazione era piccola, considerando il fatto che tutti loro stavano rischiando la vita.
    Ben poca cosa tenendo conto che -forse- i primi tra loro erano già caduti.
    Ma intanto Subaru era arrivato indenne al suo mezzo... O almeno al punto in cui riteneva dovesse trovarsi con una buona approssimazione. Inizialmente indeciso sulla sua esatta posizione, aveva avuto conferma della presenza dell'M9 dal lievissimo, quasi impercettibile alone freddo dell'Arm Slave. Una linea poteva confondersi nella neve, due bagliori non erano più un caso.
    png
    L'ECS funzionava davvero: se non gli avessero detto la sua posizione, avrebbe potuto trascorrere ore a cercarlo finendo probabilmente con lo sbatterci il naso andandoci a sbattere più per caso che altro.
    Se aveva sperato per un istante che il caos potesse acquietarsi... Si era sbagliato, e anche di grosso.
    Il massimo volume della folla urlante sembrava non avere limite, inframezzato da esplosioni di portata tale dal non fargli dubitare del pericolo corso da chiunque fosse trovato in quell'area senza essere alla guida di un mezzo.
    Anche trovandosi -almeno per il momento- a decine di metri dall'azione non dubitava del fatto che una scheggia impazzita di una qualunque di quelle deflagrazioni potesse raggiungerlo senza neanche dargli il tempo di capire cos'era successo.
    Lorak se la sarebbe probabilmente cavata, aveva l'aria di essere già passato in situazioni del genere e fino a quel momento era riuscito a matenere un sangue freddo invidiabile.
    Probabilmente anche Solence, avendo avuto la fortuna di trovarsi nel luogo in quel momento più sicuro di tutti... Sufficientemente lontana, cioè, da quell'inferno in terra.
    Dan e Mai? Tutto ciò che aveva udito era stata quell'esplosione, e da loro nessuna cominicazione: erano ancora vivi? Stavano difendendo come meglio potevano il palco, le Idol e la sicurezza dei presenti?
    Avrebbe datto chissà cosa pur di saperlo.

    "...Fa' che siano ancora vivi, ti prego. Fa' che siano ancora vivi..."

    Subaru non credeva, ma in quel momento avrebbe implorato persino lo strano animaletto da compagnia di Ranka Lee se le sue preghiere avessero potuto cambiare l'esito di quel massacro unilaterale.
    Affidarsi a sé stesso e alle proprie forze era bello e nobile, ma poco pratico quando il nemico pareva essere in grado di prevedere e anticipare ogni tua mossa. Mauser freddato in un posto dove nessuno avrebbe potuto scoprirlo per caso, le comunicazioni tempestivamente interrotte, la coordinazione e la struttura dell'attacco tanto precisa da far quasi sembrare la posizione della loro squadra conosciuta in anticipo... Le coincidenze erano troppe.
    Ed ora si stavano trovando costretti a sopravvivere, a difendere sé stessi più che il loro obiettivo.
    Esplosivi, cecchini, Arm Slave.
    Cosa diavolo erano in grado di fare quei bastardi con quell'esercito in miniatura? Conquistare l'intera Macross City??
    png
    Tsk... Forse per assoggettare l'intera città le loro risorse avrebbero potuto rivelarsi insufficienti, ma di certo per ottenere il controllo di quell'area bastavano e avanzavano.
    A meno che le forze dell'SDF non disponessero di qualche asso nella manica non previsto dagli attentatori e in grado di sfondare il perimetro dell'area ora presidiata dalle unità nemiche, i misteriosi terroristi avrebbero potuto tenere in scacco polizia e forze militari per chissà quanto tempo!

    "Missione tranquilla? Banale pattugliamento? Se sopravvivo a tutto questo, qualcuno la pagherà cara!"

    Proposito altrettanto lodevole, peccato che mancasse qualcuno su cui sfogare la sua giusta ira.
    Mauser era morto, dei responsabili di quell'operazione neppure conosceva il volto... I colpevoli? Abbondavano, per quanto quelli entro il suo campo visivo fossero circondati dalle corazze dei Savage.
    Non sarebbero stati gli unici... Ma almeno era un'inizio.
    Salire sul mezzo gli avrebbe richiesto, quanto? Tra i quindici e i dieci secondi a dire tanto.
    Aprire il portello, attivare il mezzo e prendere parte attiva al combattimento altrettanti: i più rischiosi di tutti, dal momento che l'ECS si sarebbe disattivata al momento dell'apertura del portello.
    Non c'era molto da fare in quel caso, se non sperare di avere fortuna: una raffica dei Savage magari avrebbe potuto mancarlo o essere deflessa dalle parti più spesse della corazza del suo mezzo.
    Con uno Sturm Faust -se aveva visto davvero giusto- non gli sarebbe andata così bene.

    - Aiuto! La prego! La prego mi aiuti! -

    Si voltò appena, sentendo la voce troppo vicina a lui per essere indirizzata ad altri.
    Era... Chi diavolo portava quella divisa? Ah si, uno della U.N.Spacy.
    Ed era evidentemente in preda al panico. Probabilmente doveva essere il primo scontro a fuoco a cui prendeva parte, volente o nolente... Difficilmente uno con la sua faccia doveva aver visto un campo di battaglia prima di allora.
    Tsk, dilettanti.
    Certo, come poteva pretendere che tutto il personale fosse pronto a reagire al minimo segnale di pericolo e -a maggior ragione- quando si trovava davanti ad uno scenario che Subaru non avrebbe augurato a nessuno, se stesso in primis?
    La sua era una reazione dannatamente comprensibile, invece!
    Probabilmente gli avrebbe dato una mano, se la situazione non fosse stata tanto critica e lui impegnato a tentare di risolverla... Ora purtroppo tutto quel che poteva fare era dargli le istruzioni necessarie per mettersi al riparo.
    No, neanche quelle.
    Ogni secondo era prezioso, specialmente con tutti quei Savage pronti a finire coloro che non erano stati abbastanza veloci da mettersi in salvo in quella manciata di secondi.
    Si sentì afferrare per la spalla.
    Quell'uomo... Accidenti a lui, perché diavolo insisteva?
    Non avrebbe potuto essergli d'aiuto neanche volendolo, non quando il Gernsback davanti a sé era realisticamente il modo più efficace per distogliere i piloti dei Savage dal loro macabro tiro a segno.

    -Si calmi, non è quest-...!!!-

    Tutto si svolse in un secondo o poco più.
    Subaru si volse appena verso l'uomo per ordinargli di lasciarlo andare, ma la sua attenzione era rivolta in quel momento all'Arm Slave ancora invisibile.
    Un grosso errore, giustificato solo parzialmente dal fatto che l'uomo indossava una divisa amica.
    Fu solo il movimento brusco dell'inopportuno membro dello staff a far scattare in Subaru quell'istintiva scintilla dovuta al suo passato piuttosto che ai veri e propri riflessi.
    Neppure riuscì a realizzare cosa era successo.
    Il suo corpo si mosse.
    Qualcosa lo raggiunse al fianco poco al di sopra del bacino.
    Un dolore bruciante sotto il cappotto, il rumore di tessuto lacerato.
    Un movimento brusco, uno strattone.
    La sensazione della mano dell'uomo che perde la presa sulla sua spalla. Un mezzo giro su sé stesso, la gamba del lato offeso a terra, Subaru era in ginocchio.
    Il membro della U.N. Spacy era ora davanti a lui, qualcosa impugnato nella mano destra.
    Un coltello, chiazzato di rosso.
    Maledizione.
    Un profondo respiro, mentre la mano corse istintivamente al fianco.
    Il cappotto era lacerato, probabilmente sporco di sangue.
    Il dolore era costante, ma meno accentuato del previsto. Doveva averlo preso di striscio, probabilmente gli abiti avevano reso difficile per la lama penetrare con sufficiente precisione.
    Gli occhi fissi sull'uomo, il volto di Subaru era contratto in una smorfia di rabbia e stupore.

    -Maledetto...-

    L'uomo -su cui ora aveva piena visuale- era a pochi passi da lui.
    Armato apparentemente solo con quella lama, aveva tentato il tutto per tutto... E ci era quasi riuscito!
    Se al suo posto vi fosse stato qualcuno anche solo di poco più competente, avrebbe rischiato di fare compagnia a Tanhauser.
    Morto, in modo appena meno patetico del proprio superiore.
    Stupido, stupido, stupido.
    Quell'uomo era evidentemente sovrappeso. Poca spinta, scarso equilibrio e grossa forza d'impatto quindi.
    Quanto a sé, sentiva di potersi muovere: il taglio non sembrava invalidante, l'impaccio maggiore restava quello del giubbotto.
    Troppo azzardato sprecare secondi preziosi nel prendere il Kampfer. Riposto dietro la schiena, avrebbe potuto considerarlo se fosse stato distante dal suo nuovo nemico almeno dieci-quindici metri.
    Restava il coltello, quindi.
    Era a portata di mano, legato alla coscia.
    Non avrebbe mai scommesso sul doverlo utilizzare... Ma era grato a sé stesso di non averlo assicurato sotto al giubbotto.
    Affrontare quel bastardo disarmato avrebbe potuto essere problematico.
    Senza distogliere gli occhi da quelli dell'uomo, la mano destra scivolò giù al fianco e da lì alla coscia.
    La tensione era palpabile, il tempo pareva quasi essere rallentato.
    L'ex Sergente neppure respirava.

    -...!!-

    Cosa doveva fare? Troppe variabili, poco tempo a disposizione. Lo scontro lo aveva raggiunto, e lui era stato colto impreparato.
    Maledettamente stupido da parte sua.
    La scelta ora era tra attaccare o difendersi in attesa di trovare l'occasione giusta.
    Agire d'istinto era rischioso, ma vista la situazione riflettere troppo era fuori discussione.
    Con i movimenti limitati dal vestiario pesante, dare all'uomo altro tempo era un rischio.
    Per quanto più agile, se quel tizio si intendeva anche solo un minimo di combattimento corpo a corpo non avrebbe avuto troppi problemi a metterlo in stallo.
    A fargli perdere tempo prezioso.
    E lui aveva fretta.
    Una dannata fretta di salire su quell'Arm Slave.
    Nell'attimo in cui la punta delle dita si strinse sull'impugnatura dell'arma, Subaru si alzò, scagliandosi in avanti.
    Di scatto, senza preavviso.
    Come gli avevano insegnato.
    A differenza sua, quel falso membro dello staff doveva essere pronto a una reazione: privo dell'effetto sorpresa, Subaru non aveva scelta se non di giocarsi il tutto per tutto nel primo scambio di colpi.
    A Merida, aveva perso parecchi scontri simulati per quello.
    Guadagnato un vantaggio sull'avversario, si diventava spesso troppo fiduciosi. Ed era proprio in quel momento che un colpo inaspettato poteva ribaltare l'esito di uno scontro apparentemente già scritto.
    Così avrebbe fatto.
    Un singolo affondo, dal basso verso l'alto.
    Preciso, alla gola dell'uomo.
    Con tutto il suo peso, confidando nella spinta in grado di esercitare su di lui e nel terreno viscido di neve.
    Non c'era tempo per esitare.




    Pilota

    Status Fisico: Ferita sanguinante al fianco di entità ancora da determinare1.

    Status Psicologico: Tutto si svolge troppo rapidamente perché Subaru possa ragionarvi sopra a mente fredda. Rabbia verso l'uomo e verso sé stesso, preoccupazione per i propri compagni e allenata determinazione lo muovono dal momento dell'inaspettato attentato al suo successivo e immediato attacco.

    Equipaggiamento/dotazione: Divisa standard della Mithril (gradi rimossi), guanti e giubbotto pesante di medesima provenienza; fascia riconoscimento Irregulars. Coltello impugnato nella mano destra.

    Kampfer
    Nome in codice: Kampfer
    Numero del modello: ISW-1000
    Munizioni per caricatore: 150
    Caricatori: 2 (1 reversibile per doppia scorta)
    Tipologia di proiettili supportati: standard da 5,56 mm
    Tipologia di proiettili in uso: standard da 5,56 mm
    Gittata: 600 m
    Peso: 2,1 kg
    Lunghezza: 650 mm (senza silenziatore); 950 mm (con silenziatore)
    Ottica: digitale ad ingrandimento telescopico.
    Sistemi ottici di rilevamento: nessun sistema di puntamento speciale installato.

    Note: Arma leggera per combattimento dalla medio-lunga distanza.

    Coltello
    Peso: 0.3 Kg
    Lunghezza: 260 mm
    Note: Tagliente da un lato e seghettato dall'altro é il tipico coltello utilizzabile per le operazioni di guerriglia. Leggero, resistente e multiuso. Può essere allacciato quasi dappertutto grazie ad una fondina adattabile al vestiario ed alle parti del corpo tramite appositi lacci.

    Walkie-talkie
    Descrizione: Portato da Subaru alla cintura e collegato all'auricolare indossato dal mercenario, questo piccolo apparecchio Riceve sia sotto effetto di disturbi particellari che all'interno di strutture in cemento armato fino ad oltre un chilometro di profondità sottoterra.

    Stato: Inutilizzabile

    Azioni difensive ed offensive: Nessuna.




    Riassunto azioni: Avvertita la presenza dell'uomo ne sottovaluta la minaccia: solo un repentino movimento all'ultimo momento impedisce alla lama di raggiungere il bersaglio.
    Rotola a poca distanza finendo in ginocchio e quindi -nel rialzarsi- sfila dalla custodia il proprio coltello sferrando un singolo colpo alla gola del nemico.

    Azione Difensiva: Brusco movimento per allontanarsi dalla traiettoria del colpo (portato -si deduce dal post del QM- da destra verso sinistra/ dal basso verso l'alto).
    L'attacco risulta schivato solo in parte con lacerazione del giubbotto e ferimento di Subaru.
    Azione Offensiva: Affondo dal basso verso l'alto alla gola dell'uomo. A causa della posizione di partenza (in ginocchio) e dell'impaccio del giubbotto, l'attacco è da considerarsi portato ad Intensità Critica.

    Note:
    [1] Considerata la rapidità degli eventi e l'adrenalina che ora carica l'ex Sergente, sia il dolore che la capacità di movimento reali potrebbero non corrispondere a quelli avvertiti da Subaru nel corso di questo post.
    L'effettiva gravità del danno verrà specificata alla prima occasione utile o dal QM, quale delle due circostanze si verifichi prima.

     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Gundam Master

    Group
    Admin - GM
    Posts
    6,593
    Location
    Il profondo cielo dei miei sogni

    Status
    Anonymous Anonymous
    P h a s e   13:
    Between heaven and earth_

    Location:// Nei pressi del Main Frame della corazzata di classe Macross SDF-1_
    Ore 09:27:06 pm



    Il VF-25 resta a gravitare davanti ad uno specifico punto, in cima alla SDF-1, attendendo che "il carico" arrivi.
    Un'esplosione dilania la paratia corazzata al di sotto del ponte di comando, che esplode come fosse fatto di pongo, contorcendosi come un fiore che sboccia, arrossato dall'incandescenza dettata dalla carica di plastico utilizzata per la detonazione.
    Al di là della palla di fuoco generatasi - che si disperde velocissimamente a causa del vento forte - una figura scura, con indosso un cappotto ed in mano una valigetta.

    - Sei in ritardo! Era da un po' che aspettavo! -

    La strega dai capelli d'argento urla alla figura il proprio disappunto aprendo l'abitacolo del variable fighter, nonostante stia evidentemente scherzando col sorriso stampato in faccia.
    L'ombra sogghigna, e - saltando direttamente nel secondo posto del Valkyrie appena rubato - si diverte a stare allo scherzo, rispondendo a tono con voce maliarda e carica di charme.

    screen12

    - Solo di due secondi...
    ora vai, Canaan. -


    Il tutto mentre qualcuno o qualcosa sopraggiunge nel medesimo punto in cui prima era la figura incappottata, sparando contro al VF-25 mirando al vetro dell'abitacolo, abbassatosi appena in tempo.
    Una lunga raffica di mitragliatore, proprio sulla calotta blindata del cockpit.
    Scintille dorate incandescenti schizzano nell'aria, partendo dalla fronte della figura nel retro del Valkyrie cautamente protetta dal vetro anti-proiettile, la quale osserva Kat Solance, che sulla bordura del main frame continua a sparare venendo sferzata dalle forti ventate. E' ricoperta da un alone di sangue scuro su tutto il corpo, imbraccia il Kampfer con la destra terminando i colpi a disposizione con estremo disappunto, mastica fortemente una gomma, il suo viso è una maschera di rabbia.

    La figura alle spalle della strega dagli occhi d'argento le concede poche parole per lei inudibili, ma Kat riesce a catturarle mediante la propria ottica cibernetica.
    "Spiacente, sarà per la prossima volta,
    Kathrine Quinn..."

    Poi l'aviogetto muta la propria configurazione, passando in modalità fighter, per poi venir lanciato via da una colossale spinta dei propri motori di nuovissima concezione.
    Il prototipo scompare così nei cieli dell'Alaska, mentre - da una delle due navi portaerei agganciate al corpo centrale della Macross - uno stormo di VF-11C Super Thunderbolt Aerospace1 effettua un rapidissimo scramble2...
    Mentre un elicottero d'assalto compare dal basso davanti alla pilota del Tachikoma, generando una potentissima serie di ventate grazie al suo vorticante rotore principale.

    screen12

    Il tipico sibilo dettato dalla rotazione dell'albero motore e dalle pale dell'elicottero riempie l'aria con la propria cacofonia, mentre l'aeromobile si scopre armato con otto missili anticarro ed altrettanti pod di razzi non guidati.
    Possiede anche un cannoncino gatling a tre canne rotanti, il quale si punta verso Kat in pochissime frazioni di secondo.
    Lei però non si scompone, sa già cosa fare, e prende solo una dovuta rincorsa. Poi salta, ad oltre seicento metri d'altezza sul bacino idrico, per poi agganciarsi al portellone blindato dell'abitacolo del mezzo.
    Il pilota è esterrefatto, non crede ai propri occhi.
    La donna - appiccicando la propria gomma da masticare nel centro del vetro frontale - gli comunica così tutta la propria frustrazione.

    - Crepa bastardo... -

    Poche, le gelide parole che regala al nemico prima di far esplodere la lastra trasparente dell'abitacolo in migliaia di frammenti, riparandosi di lato prima della detonazione.
    Quella piccola carica di plastico era una chicca che si riservava proprio per momenti simili.
    Il pilota è dilaniato, ma ancora vivo, ha perso parte della faccia e parte del petto.
    Ma Solance lo aggrappa per il collo e con forza erculea lo scaglia via dal sedile di pilotaggio, facendogli sfondare il resto del vetro gettandolo così nel vuoto.
    Una volta eliminato l'ostacolo entra nel cockpit, prima che l'elicottero possa perdere stabilità e precipitare; in successione, con disarmante semplicità, strappa alcuni cavi posti al di sotto della console di comando infilandoseli dietro la testa...
    per poi stringere gli occhi ed ordinare al proprio compagno cosa fare.

    - Vai Tachikoma, aiuta i tuoi compagni. -

    Dopodiché l'elicottero - con alla guida la pilota del Tachikoma - si lancia in picchiata contro ai Savage appena usciti dall'acqua alla destra del palco.
    Neanche aspetta la risposta del Tachikoma, il quale - tutto contento - se ne esce da una paratia sulla destra del foro generato dall'esplosione precedente con alcuni cadaveri addosso, ed un rottame fumante di qualcosa, dalla forma irriconoscibile, nell'artiglio destro - subitaneamente lanciato via.

    - ROGER! -

    Il ragnetto percorre quindi in discesa la parete della SDF-1, correndo come un matto ad una velocità incredibile, quasi in caduta libera, grazie alla rotelline installate sulle sue zampe.
    Arrivato davanti a dei cavi di ancoraggio della struttura - arrivanti proprio nel retro del palco prefabbricato - si lancia di sotto aggrappandosi ad uno di essi, lasciandosi scivolare verso il suolo veloce come un proiettile, facendo sfrigolare di scintille il proprio artiglio sinistro, usato come gancio per effettuare la discesa.
    Arrivato poi quasi in prossimità dei nemici, in pochissime frazioni di secondo e con la violenza di un bisonte in carica, urla a squarciagola, con la voce campionata di un attore del passato dal tono gutturale e quantomai caratteristico...

    - Io non sono più Tachi!
    SONO RAAAAAAMBOOOOOOOO!!!!! -


    Salta di nuovo - questa volta partendo dal cavo - il ragnetto, lasciandosi cadere al di sopra del Savage più a sinistra del gruppo diretto verso il piazzale (il n°11) per poi aggrapparsi al suo collo con il proprio gancio retrattile e sparargli dentro una granata infilandola in una fessura.
    Troppo piccolo per essere identificato o per finire afferrato dall'Arm Slave, il cui pilota ha il tempo di rendersi conto unicamente della botta subita dalla caduta del ragno meccanico.
    La granata esplode cuocendo istantaneamente il terrorista, bollendolo nel proprio stesso sangue, per poi contorcere le lamiere dall'interno generando alcune bolle sulla struttura, che si gonfia come un palloncino pieno d'acqua e detona come un gigantesco petardo. Il piccolo mecha ha il tempo unicamente di saltare via, per poi atterrare in arretramento proprio vicino alla bordura del bacino idrico ella SDF-1.
    Il Tachikoma, ebbro della propria vittoria, sfodera il proprio urlo di guerra, degno del miglior Rocky Balboa...

    screen12

    - ADRIAAAANAAAAAAAAAAA!!!!!! -

    Agguerrito, veloce ed imprendibile.
    ora fronteggia i Savage alle spalle.

    ~

    [porre il player in modalità "repeat" e premere il tasto play]



    Squadra Bravo
    ( Mai / Dan )


    Mai Izumi
    Location://
    Ai piedi del grattacielo, davanti al gruppo di Savage in avvicinamento_
    Ore 09:27:06 pm



    Sangue, vedi solo sangue.
    Sangue che vola verso i tuoi nemici, plasma rossastro incandescente che percorre gli oltre quattrocento metri che ti separano da chi sta attentando alla vita di poveri innocenti.
    Colpisci.
    Il tuo raggio penetra la corazzatura ventrale dell'RK-92 che si trova nel centro dei tre che ti hanno sparato contro - quelli più vicini alla banchina - liquefacendo la sua pancia, attraversando l'apparato muscolare, fondendo il pilota dapprima con il sedile di pilotaggio, per poi amalgamarlo in una bolla di materiale semi-fuso. Il colpo fuoriesce dopo una micrometrica frazione di secondo dalla parte opposta, innescando nel serbatoio di carburante del Savage una reazione a catena per cui detona e fa esplodere tutte le condotte del sistema di trazione, trasformando il tuo bersaglio in una palla di fuoco ed olio incandescente.
    I due all'esterno del gruppo, rispettivamente alla destra ed alla sinistra del tuo bersaglio, vengono disciolti dal passare del raggio.
    Il destino dei loro piloti è ben peggiore di quello riservato a colui che hai appena ucciso.
    Il metallo esterno si scioglie, il sistema di raffreddamento del motore si surriscalda a tal punto da far evaporare l'olio motore, trasformando l'ossigeno del sistema di ventilazione interno in un inferno di calore. Aria tanto calda che i piloti vengono lacerati da pesantissime ustioni, mentre divengono tutt'uno con le loro tute e con le imbragature del sistema di movimento, che si sciolgono per l'elevatissima temperatura.
    Ancora vivi - purtroppo per loro - in quell'infinito secondo che li separa dalla morte, vengono ulteriormente bolliti con lentezza torturante dal calore del metallo, il quale avvolge i loro arti inferiori semi-liquefacendosi, arrecando alle mostruosità che questi piloti sono diventati sofferenze inenarrabili.
    Le senti.
    Le loro urla.
    Gli altoparlanti, per una controversa strada del destino, sono ancora attivi.
    I loro mezzi non esplodono.
    No.
    Non hai dato loro il beneficio dell'eterno riposo questa volta.
    Non sei certo uno spietato Shinigami.
    O forse...
    Ma sì...
    Dea della morte...

    Calza bene per questo campo di battaglia.

    La tua guerra personale è appena cominciata, ma voi due siete dei rottami.
    Tu e la tua macchina siete dei cadaveri in movimento.
    Siete un mostro che non vuole morire.
    Davanti a voi
    le prede.
    I cinque Savage in avvicinamento verso il piazzale, al trotto.
    Queste ranocchie sono proprio tante...
    Ma tu sei la Dea della morte.
    Invincibile.
    Immortale.
    E non lascerai loro scampo.

    Senti nel frattempo il dolore che nonostante gli antidolorifici si fa strada nel tuo corpo, annebbiandoti la mente.
    Percepisci il loro movimento, ma quasi non riesci a vedere che le loro sagome.
    Agirai per puro istinto.
    Il radar ti segnala i contatti in avvicinamento, quando qualcosa inizia a sparargli contro dall'alto.
    I cinque Savage vengono mitragliati da qualcosa, non capisci cosa, che attira la loro attenzione verso l'alto ed alle loro spalle, lasciandoli tutti e cinque in tua balia.
    Sparano in cielo.
    Uno di loro - quello alla tua più estrema sinistra - esplode in una palla di fuoco inspiegabilmente.
    Meglio così,
    uno in meno.
    Il cielo si popola di scie azzurre, di nuvole di fumo e di missili che partono simultaneamente verso i contatti costringendoli a rompere la formazione, sparpagliandosi.

    Ma non hai il tempo di osservare lo stormo di VF-11C che ha appena effettuato lo scramble venire in tuo soccorso che,
    qualcosa
    lo travolge da destra verso sinistra.
    E' un gigantesco raggio scattering3 di colore ambrato.
    Una potenza spaventosa.
    In un istante tutti gli alleati - o quasi - vengono vaporizzati ancor prima che questi possano essere da te completamente distinguibili.

    Il sensore di prossimità impazzisce segnalandoti il pericolo nonostante quest'arma sia situata probabilmente alla tua destra, da qualche parte - perché non la vedi - ad oltre trecento, quattrocento metri di distanza? Ha sparato verso l'imboccatura della portaerei agganciata sulla destra della SDF-1, neanche ti accorgi che una decina di VF-11C - su un totale che rasentava le cinquanta unità - si salva e tenta disperatamente di fronteggiare i Savage disposti davanti al palco sulla tua sinistra, fuori dal tuo attuale campo visivo.

    Poi qualcos'altro...
    Un maglio,
    tondeggiante e pieno di speroni, impatta improvvisamente su di un Patlabor vicino alla tua posizione, sulla sinistra.
    Lo travolge con un sibilo ed un fortissimo schianto, dilaniandolo come fosse fatto di plastilina.
    La sagoma lattea del Patrol Labor viene contorta da questa palla di metallo di circa quattro metri di diametro, pesante chissà quante tonnellate e propulsa da un vettore di spinta incredibilmente potente.

    No, il sensore di prossimità non è impazzito, c'è qualcosa alla tua destra, solo che...
    ...
    non è visibile.
    Vedi altro però, quando cerchi questa figura con lo sguardo.
    E' una scheggia.
    Una velocissima sagoma bianco-bluastra che saetta tra i labor come un fulmine.
    Destra, sinistra, destra ed ancora sinistra.
    Scarta tra le macchine della polizia sospinta da incredibili e subitanee spinte laterali.
    Saetta come un lampo impossibile da afferrare, incredibilmente veloce, ed i mecha della polizia esplodono come mosche al suo passaggio, venendo dapprima divisi in due orizzontalmente, come dalla lama di un samurai.
    Poi si ferma, davanti ai tuoi occhi.
    Ed allora,
    solo allora,
    realizzi in che guai ti ritrovi.
    Quando qualcosa fa riverberare uno strato di Mirage Colloid presente nell'aere, ed avvolgente l'unità che prima non riuscivi a distinguere - ora sulla destra del mostro di velocità che hai di fronte -
    rendendo finalmente grazie alla forma con cui la morte ha deciso di presentarsi di fronte ai tuoi occhi.
    Nella sua duplicità.
    screen12

    Alla tua sinistra vedi poggiarsi a terra - con surreale eleganza - una macchina dalla livrea perlacea.
    La riconosci, per un'istante i tuoi occhi riacquistano la capacità di vedere nitidamente, la silhouette strutturale della serie GAT-X.
    Le gambe caratteristiche, il sistema di armatura modulare dotata di Striker Pack, la testa...
    quegli occhi di vivido e cupo smeraldo intagliato nella più vorace e rapace delle forme,
    propulsori ovunque lungo il corpo...
    quanta agilità ha questa macchina!?
    E' aberrante, come nella mano destra ancora stringa una lama di oltre dieci metri dalla cromia cerulea, pezzata per la maggior parte da macchie di sangue ed olio mescolati insieme in un unico e granuloso putridume.
    Ma non è finita, alla tua destra il riverbero che hai appena visto ti rende visibile la seconda forma con cui la distruzione oggi ha deciso di palesarsi innanzi a te.
    E' Nero.
    Come la pece.
    I suoi occhi dalla cerulea opalescenza risplendono di violenza e forza, inchiodando il tuo sguardo per infiniti attimi nella contemplazione di questo mostro alto diciotto metri.
    Prima che le sue forme tornino invisibili ai tuoi occhi, scorgi armi lungo tutto il suo torace, cannoni sulla sua schiena e quel famoso maglio che hai intravisto pochi istanti fa...
    che con un secco e graffiante sibilo viene richiamato attraverso il cavo che lo collega al suo meccanismo di lancio, con un potentissimo sfrigolare di scintille ed un profondo e cupo clangore metallico, al momento del cozzare della sfera puntuta contro la propria base di partenza.

    Sono Gundam.
    Sul loro corpo...
    Un'insegna.

    L I B R A R I A N
    -----------------------------
    W O R K S

    Mai vista prima, né l'insegna né le macchine.
    CHI DIAVOLO SONO!?
    Poi quello che riconosci essere un mezzo simile al GAT-X103 svanisce davanti ai tuoi occhi così com'è momentaneamente comparso.
    Impossibile...
    Solo un nome, spicca sulla paratia sinistra del suo gonnelino:
    H a i l   B u s t e r
    Lasciandoti davanti allo Strike Gundam che hai di fronte.
    Sì, è proprio uno Strike.
    Il quale sul proprio ginocchio destro riporta la scritta:
    G a l e   S t r i k e
    Poi come se nulla fosse, quella macchina biancastra che hai di fronte ti dà il fianco sinistro, voltandosi verso l'ultimo labor della polizia.
    Per poi caricare la propria lama e scattare velocissimo verso di esso.
    Ti hanno completamente ignorata.

    Non riesci a spiegarti il motivo, ma è come se quegli occhi animati dalla più tetra brillanza dello smeraldo e dello zaffiro - avvinti dal formicolante riverbero delle fiamme - ti avessero risucchiato al loro interno.
    Imprigionandoti.


    Dan Howlett
    Location (Point B)://
    All'interno dello Strike Gundam_
    Ore 09:27:06 pm

    No information_


    Signal Lost_

    ~

    Squadra Alpha
    ( Lorak / Subaru )


    Lorak Vanadius
    Location://
    Macross City, piazzale, zona parcheggio, dietro ad un'autovettura_
    Ore 09:27 pm



    Spara, Lorak prima ancora che l'uomo possa rendersene conto.
    Fermarlo è la priorità massima che ha il caposquadra e per farlo ha una sola opzione:
    ucciderlo prima che lui possa anche solo muoversi.
    Ma la raffica - lunga e velocissima - del Kampfer s'infrange contro la corazzatura dell'uomo, che in tutta risposta lo stava ignorando facendo per entrare nel cockpit.
    Solo quando i colpi lo raggiungono l'uomo si volta e fa per rispondere al fuoco.
    Ma qualcosa, velocissimo e preciso, gli fa portare la mano al collo e lo fa voltare alla sua sinistra.
    Uno zampillo copioso di sangue nerastro sgorga dalla sua gola e la figura in armatura cade di sotto sbilanciandosi all'indietro, cadendo dal portellone del cockpit da oltre dieci metri d'altezza. Picchia la testa contro al cemento freddo ed innevato, curvando il collo lateralmente con un'angolatura innaturale rilasciando un secco rumore di ossa spezzate.
    Qualche convulsione e l'attentatore giace esanime ai piedi del Sieg.
    Un poliziotto, il viso tozzo ed il revolver fumante in mano.
    Un colpo preciso ed uno sguardo di odio nei confronti della sua vittima.
    Poi rivolge rapide parole al caposquadra Irregulars.

    - Sali a bordo e vedi di fare qualcosa con quell'affare! -

    Il poliziotto incita così Lorak a salire a bordo del Sieg, il quale non se lo fa ripetere due volte e sale mediante l'aiuto del classico argano all'interno dell'abitacolo, facendo un cenno di ringraziamento all'uomo che gli ha salvato la vita.
    Il portellone del cockpit si chiude così dietro al passaggio del pilota di ORB, con un forte ronzare elettrico ed un gracchiante sfrigolare metallico delle due paratie blindate poste al suo esterno.
    Il Siegfried quindi si solleva dalla sua posizione inginocchiata ed imbraccia entrambi i suoi due beam rifle per poi puntare e colpire i due Savage risparmiati dalla bordata di Izumi.
    I Tiger Fangs sono due potenti rifle convertibili in spade fisiche, la cui potenza di uscita è estremamente maggiorata rispetto ai fucili a raggi convenzionali.
    Non appena il collimatore del sistema di puntamento supportato da Balmung si sovrappone al di sopra delle due ranocchie, l'ex-pilota collaudatore preme il grilletto, facendo fuoriuscire due fasci di energia rosata verso le macchine in avanzamento dopo il colpo di Izumi.

    Entrambi gli RK-92 prima ancora di accorgersi dell'arrivo del colpo vengono letteralmente divisi a metà dalla potenza delle due bordate, esplodendo come due fuochi d'artificio.
    Quell'esplosione, unitamente alla bordata di Izumi, genera una deflagrazione tanto forte da distruggere il piazzale prefabbricato in quel punto, facendo letteralmente innalzare un geyser d'acqua alto una trentina di metri, dove lo spessissimo metallo composito del piazzale è stato già precedentemente dilaniato dalle bordate al plasma dell'"Orthros" dello Zaku Warrior.

    - Fuori due! -

    L'esclamazione mal trattenuta del pilota del Sieg viene fatta fuoriuscire all'esterno dagli altoparlanti del mezzo, precedentemente sfruttati da Balmung.
    Finalmente si può pareggiare i conti.

    Subaru Atsuta
    Location://
    Macross City, piazzale, zona parcheggio, davanti all'M9_
    Ore 09:27:06 pm



    Ansimi,
    il taglio brucia come se non più dell'inferno.
    E' un'istante, il tuo corpo reagisce ancor prima che tu possa accorgertene, la rabbia, l'istinto e la fretta s'impossessano di te, facendoti agire come ti hanno insegnato a Merida.

    Uccidi, prima di essere ucciso.

    Quindi scatti.
    I muscoli delle tue gambe si tendono nell'elevazione, mentre il coltello che tieni nella destra viene scagliato dal tuo braccio velocissimo verso la gola dell'uomo.
    Lui non riesce a reagire, il tuo volto era una maschera d'odio e frustrazione.
    Lo hai spaventato a morte.
    Lascia persino cadere il coltello da tant'è che è atterrito.
    Fa per ruotarsi e scappare, ma tu sei estremamente più veloce di lui, sei un killer dal sangue freddo come il ghiaccio e non ti accorgi nemmeno di come i tuoi occhi si siano impercettibilmente allargati, nel tentativo di mantenere al massimo l'attenzione sul nemico.
    Rapido.
    Sei il più letale dei predatori.

    screen12

    La lama del tuo coltello, lunga venti centimetri, penetra con violenza lo ioide del bigliettaio, recidendo i muscoli del collo, perforandogli la lingua e sfondandogli il palato, per poi conficcarglisi nel cervello.
    Il trauma è tanto esteso e repentino da permettere all'uomo ancora qualche movimento convulso.
    Non ti accorgi nemmeno che nell'ucciderlo lo hai leggermente sollevato da terra, nonostante pesi oltre cento chili...

    Infatti, dopo appena un secondo dalla tua uccisione, il braccio all'altezza della spalla ti si infiamma come se te lo avessero staccato di netto dal tronco.
    Un dolore lancinante, di cui ti accorgi assurdamente in ritardo, da tant'è l'adrenalina che ti scorre in corpo.
    Per non parlare del fianco, brucia come se un tizzone ardente ti si fosse conficcato nella carne nel punto dove probabilmente ti ha lacerato il coltello dell'uomo.
    Sei debilitato.
    Il braccio ha la spalla lussata, fuoriuscita dalla propria sede per il movimento brusco e repentino che hai fatto.
    Scomposto, troppo veloce per la posizione in cui eri, ma efficace...
    per fortuna.
    Non hai altro tempo da perdere.
    Devi montare su quell'Arm Slave.
    Prima che qualcos'altro possa fare ulteriori danni.

    PoV - Mai Izumi:

    Cosa farai?
    La morte è venuta a farti visita mostrandosi nella propria duplice cromia davanti ai tuoi occhi.
    Un nemico invisibile ed un altro che ti ignora.
    Che mai avranno in mente?
    E chi diavolo sono questi Librarian?
    Avrai il tempo di chiedertelo?




    PoV - Dan Howlett:

    ...
    Flashback mode_on
    ...



    PoV - Subaru Atsuta:

    Hai ucciso l'uomo che ha voluto tentare la sorte reclamando la tua vita.
    Il prezzo da pagare è stato una spalla lussata ed un maggiore dolore al fianco, probabilmente per l'allargarsi della ferita.
    Non hai altro tempo da perdere, devi fare di tutto per proteggere le idol e la popolazione.




    Simbolo-tabella-spoiler

    Game-master
    Purtroppo Lorak ha sforato con i tempi della quest e - come da regolamento - ha perso la turnazione ed è rimasto escluso dal test. ;__;
    Un vero peccato per qualcuno che era rimasto con noi per così tanto tempo.
    Un ringraziamento speciale a lui ed alla sua partecipazione.
    Ora siete rimasti in tre, ma le sorprese non sono ancora finite! ^___-
    Aggiornate la mappa del piazzale e le condizioni climatiche.
    Auguri per il vostro prossimo giro di post!


    ALLEN:
    La vista di Mai è sempre annebbiata, ma per un istante i suoi occhi tornano a vedere nitidamente le forme dei due Gundam che le si parano di fronte.
    Non hai mai visto queste due macchine né ne hai mai sentito parlare. Sono al di fuori delle tue conoscenze e non sai nemmeno chi siano questi LIBRARIAN WORKS.
    Il maglio che però imbraccia l'Hail Buster però lo riconosci, prima che possa scomparire avvolto dal Mirage Colloid: è Mjolnir, l'arma utilizzata dal pilota del Raider Gundam durante la prima guerra di Bloody Valentine.
    Se hai altre domande chiedi pure.

    DANTE:
    Vai con la seconda parte del flashback.

    FELIO:
    A causa del colpo portato ad intensità critica la spalla destra esce dalla propria sede, provocandoti un dolore intenso ed esecrante, oltre ad un fortissimo crampo all'addome nella parte destra, dove dovrebbe esserci il taglio da te subito, la cui dimensione (qualunque tu decisa che sia nel tuo prossimo post) si è ingrandita a causa del brusco movimento e della velocità del colpo.

    A causa della dipartita di Lorak da adesso la turnazione sarà la seguente:
    -Felio86
    -Allen92
    -Danteh™


    MECHA AVVERSARIPERSONALE NEMICO
    Savage-ico2copia
    Nome unità: Gale Strike Gundam
    Status strutturale: Perfettamente funzionante.
    Azioni: Compare nel campo visivo di Mai distruggendo Patrol Labor vicino al palco, per poi subitaneamente dirigersi verso di lei distruggendo altri 3 Labor. Si arresta per qualche istante a qualche decina di metri di distanza dal suo Zaku, poi, ignorandola, si dirige verso l'ultimo Labor rimasto in piedi.
    Savage-ico2copia
    Nome unità: Hail Buster Gundam
    Status strutturale: Perfettamente funzionante.
    Azioni: Viene reso parzialmente visibile da uno strano riverbero del Mirage Colloid che lo avvolge, e compare alla sinistra dello Strike Gale (destra di Izumi) dopo aver dilaniato un Labor con il Mjolnir che brandisce nella mano destra. Probabilmente è questa macchina ad aver colpito e distrutto almeno una quarantina di Valkyrie in un solo colpo.
    Subito dopo diventa invisibile nuovamente, sparendo dalla vista di Mai.
    Savage-ico2copia
    Nome unità: RK-92 Savage (2 e 3)
    Status strutturale: Distrutti dal doppio colpo di beam rifle del Sieg di Lorak.
    Azioni: /
    Savage-ico2copia
    Nome unità: RK-92 Savage (4, 5 e 6)
    Status strutturale: il Savage 5 viene letteralmente distrutto dalla bordata di Izumi, gli altri due non esplodono, semi-disciolti e disabilitati nel punto in cui Izumi ha colpito.
    Azioni: /
    Savage-ico2copia
    Nome unità: RK-92 Savage (dal 7 al 11)
    Status strutturale: Perfettamente funzionanti tranne il numero 11 che viene distrutto dal Tachikoma.
    Azioni: Tentano di avanzare verso il piazzale e provano ad inquadrare lo Zaku di Izumi, ma vengono ingaggiati prima da un gruppo di VF-11C partiti dalla SDF-1 e poi dal Tachikoma che distrugge il numero 11.
    Savage-ico2copia
    Nome unità: RK-92 Savage (dal 12 al 15)
    Status strutturale: Perfettamente funzionanti.
    Azioni: Sfruttano i loro mitragliatori per ingaggiare i VF-11C rimasti dopo l'attacco energetico portato probabilmente dall'Hail Buster.
    Soldato-ico
    Nome: Soldato nemico (1)
    Status fisico: Forte emorragia alla carotide, pesante trauma cranico con conseguente lesione del rachide cervicale alla base del collo.
    Azioni: Fa per entrare all'interno del cockpit quando Lorak gli spara, ma la corazzatura lo protegge abbastanza da permettergli di girarsi; un colpo di pistola di un poliziotto indomito - però - lo uccide prima che possa ammazzare il cowboy della squadra, colpendolo alla gola e facendolo cadere da dieci metri d'altezza al suolo di testa, spezzandogli così l'osso del collo uccidendolo.
    Soldato-ico
    Nome: Bigliettaio
    Status fisico: Perforazione dello ioide, danni da taglio e conseguente sanguinamento causato dalla perforazione del muscolo miloioideo, perforazione della lingua e del palato. Grave trauma cerebrale con conseguente emorragia della zona encefalica. Morte istantanea. Forti tremori causati dall'arresto delle funzioni neurali ed a causa dei gravissimi danni riportati.
    Azioni: Fa per scappare abbandonando a terra il coltello, ma il colpo di Subaru lo raggiunge prima di quanto egli possa rendersene conto.


    Mappa della zona delle operazioni:
    - Zona Piazzale
    - Mappa operativa del briefing

    Dettagli sull'ambientazione:
    Condizioni climatiche: Notte, nuvoloso, nevischio lieve in caduta.
    Temperatura: -8° C (in lieve rialzo a causa delle continue esplosioni)
    Vento a terra: Fortissime onde d'urto nei pressi della zona Nord del piazzale, con successive altre fortissime ventate provenienti dall'area del palco ad Est.

    Note:
    1) VF-11C Super Thunderbolt Aerospace: Modello di Valkyrie attualmente in servizio presso tutte le installazioni della U.N. Spacy. Armato con un fucile mitragliatore e diversi missili è uno dei primi modelli di Valkyrie Fighter ad essere dotato di scudo. Ha una silhouette esile, ma molto resistente, è dotato di ottime prestazioni in relazione al suo costo contenuto. Ottimizzato per il volo atmosferico, questa versione dotata di installazioni aggiuntive denominate Fast Pack, è studiata per migliorare le prestazioni durante il volo in presenza di atmosfera, sfruttando dei pack a bassa resistenza aerodinamica e propulsori aggiuntivi.
    2) Scramble: Lo scramble (o scrambling) è un termine militare che definisce l'atto di far decollare un caccia intercettore per intercettare ed identificare un aereo sconosciuto. In questo caso viene generalizzato e sfruttato in ambiente sci-fi per la partenza dei mecha della U.N. Spacy.
    3) Scattering: Per "scattering" s'intende tutta quella sottospecie di armi energetiche a diffusione, ovvero che non sparano un unico fascio energetico particellare ma una più larga - anche se meno intensa - rosata di raggi energetici che - come avviene con gli shotgun - riempie una più ampia zona d'interessa dilaniando così un più largo numero di obbiettivi.
    Solitamente queste armi possono anche ruotare i singoli raggi in multiple direzioni devastando così intere aree, ma in questo caso il raggio in questione assomiglia proprio alla rosata di una doppietta, solo di dimensioni estremamente più grandi.

    P.S. eventuali errori di battitura verranno corretti prossimamente >__<
    EDIT: Errori corretti! ^_^





    Edited by - Temari - - 22/9/2013, 00:39
    Web
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Reclute
    Posts
    6,178
    Location
    Misaki Town

    Status
    Offline offline

    - XIV -
    Pain



    narrato
    -parlato-



    Macross City, piazzale, zona parcheggio, davanti all'M9
    Ore 09:27:06 pm






    La prima sensazione fu il calore del sangue. Sangue non suo, stavolta.
    Poi giunse l'ebbrezza della felicità: lo aveva beccato quel bastardo... Lo aveva preso in pieno!
    Il coltello era penetrato esattamente dove voleva, in quel breve e ferale istante aveva ucciso il suo avversario, era sopravvissuto ancora una volta.
    L'uomo cadde a terra, rovinosamente.
    Subaru restò in piedi qualche frazione di secondo in più, prima di seguirlo artigliandosi il braccio destro.
    Non era mai stato colpito da un taser, ma la sensazione doveva essere più o meno quella. Qualcosa che il termine "dolore" non bastava neanche a cominciare a descrivere.

    La sua spalla era stata dilaniata.

    No, non era così.
    Se quello fosse stato il caso non avrebbe potuto neppure rendersene conto. Sarebbe morto per lo shock ancora prima di cadere a terra, come gli era capitato di vedere altre volte in passato.
    Nessuno lo aveva ferito, il coltello dell'infiltrato non era più neppure nella sua mano.
    Aveva fatto tutto da solo, quindi.
    E non era neppure la prima volta che gli capitava, di lussarsi qualcosa: eppure questo era il brutto di quel genere di traumi. Arrivavano nel momento peggiore con un'intensità iniziale tale da mozzarti il respiro ed azzerare per pochi istanti tutte le tue capacità.
    Brutte bestie... E a quanto pareva la sua spalla aveva finito per subirne proprio una.
    Perfetto, davvero.
    Come se avesse avuto tutto il giorno per restare lì a sguazzare nella neve.

    -*A-anf*... -

    Dannazione... Si trattava soltanto di un osso disallocato, eppure bruciava come se gli avessero aperto il muscolo come un fiore.
    Era quasi peggio del taglio al fianco, almeno quello non era stato tanto traumatico... O almeno così gli era sembrato.
    I vestiti ora gli aderivano fastidiosamente a causa del sudore freddo comparsogli addosso in pochissimi secondi e quasi spuntato dal nulla. Una sensazione fastidiosa, e purtroppo non sarebbe neppure stata l'ultima di lì a poco tempo.
    Il suo pensiero andò al rialzarsi.
    Doveva rimettersi in piedi, e trovare una superficie su cui eseguire la spiacevole e sicuramente dolorosa manovra che gli avrebbe permesso di poter usare nuovamente quel braccio ora inutilizzabile.
    Neppure provò a fare forza su di esso. Anche soltanto il lasciarlo molle era quasi insostenibile.
    Poi -forse- tutto sarebbe andato meglio.
    La minaccia immediata era cessata... Il pericolo rappresentato dai loro nemici, quello no.

    -Avanti, rialzati in piedi... -

    Più facile a dirsi che a farsi, sfruttando solo il sinistro.
    In fin dei conti non era stata la mossa più brillante che potesse avere. Si era giocato la perfetta funzionalità dell'arto per diverso tempo, e sommando la cosa al taglio lungo il fianco il resto dello scontro non sarebbe stato dei più semplici.
    Non era la prima volta che gli toccava di pilotare quel modello di AS in condizioni fisiche non ottimali... Ma -come tutte le altre- sarebbe stato un'inferno.
    Ringraziando il cielo almeno le gambe erano a posto: con così tanti nemici avrebbe avuto bisogno di tutta la mobilità del Gernsback anche solo per potervisi avvicinare senza essere crivellato di colpi.
    Era stato troppo ottimista.

    Il fianco destro bruciava più delle fiamme dell'inferno

    Quello scatto non aveva giovato alla ferita. Doveva togliersi il cappotto, verificare il danno... Ma non c'era modo se prima non sistemava la spalla: una cosa per volta, ecco quello che doveva fare.
    Non c'era nulla attorno a sé, nessuna superfice verticale sufficientemente grossa da poter sfruttare.
    O meglio, c'era un oggetto a portata di mano.
    E bello grosso pure.
    La mano sinistra di Subaru era rossa del proprio sangue.
    Girandosi, la allungò in avanti come a voler raggiungere qualcosa.
    E difatti dopo due passi le sue dita si bloccarono.
    Qualcosa che i suoi occhi non avevano percepito.
    La mano si mosse lateralmente, seguendo la superficie.

    E lasciando una lunga strisciata cremisi a mezz'aria.

    La gamba del Gernsback era lì, inamovibile.
    Di cos'altro aveva bisogno? Coraggio, quello si non gli sarebbe dispiaciuto: riallocare una spalla era qualcosa di veramente brutto, brutto e doloroso.
    Il movimento di per sé non era chissà cosa, ma il dolore che seguiva... Quello era anche peggio di quello iniziale.
    subarux014
    Afferrandosi il gomito, Subaru chiuse un'istante gli occhi.
    Dio, quanto avrebbe voluto poter essere altrove. E invece era ancora una volta nel bel mezzo di un campo di battaglia.
    Sarebbe stato dolorosissimo, ma non c'era altro modo. Il gomito neppure arrivava a toccare il busto, figuriamoci reggere il peso del corpo mentre si arrampicava sull'Arm Slave.
    Combattere con quell'handicap era impensabile.

    -Non pensarci... non pensarci... -

    Ma chi diavolo glielo stava facendo fare? Perché doveva ridursi così?
    Strinse i denti riflettendo sulla propria stupidità. Era lì perché aveva accettato un'incarico: ed ora per contratto gli spettava di dare il meglio. Quello e anche di più se fosse stato necessario.
    Aveva paura.
    Una paura dannata del dolore che lo attendeva.
    Odiava farsi del male, e se il risultato fosse stata una fiammata di dolore come l'ultima volta... No, meglio non pensarci neppure.
    La mano sinistra tremava per la tensione.
    La avvicinò agli occhi, scostando i capelli davanti alla fronte.
    Il trucco era tutto lì, focalizzare la mente su qualcos'altro.
    Almeno fino a quando il dolore non avesse raggiunto il cervello: lì il difficile sarebbe stato il trattenersi dall'urlare.
    Con un po' di fortuna avrebbe perso i sensi, risvegliandosi la mattina dopo a giochi finiti.
    Chiuse gli occhi.
    Si ripeté di non avere tempo.
    E diede una spallata all'invisibile parete, più forte che poté.

    < C R A C K >

    Tutto attorno a lui esplose.
    Per un solo -curioso istante- fu il fianco a fargli più male, sebbene la sensazione fosse diametralmente opposta a quella provocatagli dall'osso che si reinseriva con un rumore secco e disgustoso nella propria sede.
    Il vero trauma arrivò l'istante dopo.
    La vista si spense.
    Le gambe gli si fecero molli.
    Il respiro cessò e il cuore quasi mancò un battito.
    Solo dolore.
    Panico.
    Ma fu solo per un'attimo.

    -...Hnnnnk!! -

    Non cadde di nuovo a terra, però. Si impose di non farlo, di mantenersi lucido.
    Merda... Era persino peggio di quanto si ricordava. E molto, molto più doloroso dell'ultima volta.
    La spalla si muoveva, adesso. Rigida, ogni movimento era per lui un fastidio... Ma si muoveva.
    Avrebbe reagito con più lentezza però. E quel ritardo si sarebbe fatto sentire a bordo dell'M9.
    Riacquisì l'equilibrio, puntellandosi contro il Gernsback.
    C'era ancora una cosa da fare, prima.
    Stringendo i denti, sfilò prima una manica e poi l'altra del pesante giubbotto eredità della Mithril. Gli dispiaceva separarsene ora, ma era strappato, sporco di sangue... E soprattutto lo avrebbe impacciato non poco una volta entrato nel posto di guida.
    Il sistema Semi-Master Slave non ammetteva errori, ed in una qualsiasi delle manovre un movimento ostacolato avrebbe potuto farlo cadere rovinosamente.
    Non poteva permetterselo. Non era una esercitazione questa.
    Sotto il cappotto, la giacca verde acqua era anch'essa sporca di rosso: il taglio non sembrava troppo profondo, ma compensava in lunghezza.
    Bendarlo in quel momento era impensabile, e pur avendo macchiato camicia e giubba il sangue non sembrava fuoriuscire in maniera incontrollata.
    Neppure aveva cominciato a gocciolare per terra.
    Ci avrebbe pensato in seguito, una volta trovato il tempo per pensare a sé stesso.
    Pochi passi e fu sopra il cadavere dell'uomo che aveva tentato di ucciderlo. Non meritava questo onore... Ma più tardi quel cadavere fosse stato riconosciuto dai suoi colleghi, più tardi avrebbero scoperto che il suo bersaglio gli era sfuggito.
    Inoltre... Così facendo avrebbe segnato il corpo, se al termine della battaglia fosse stato ancora tutto intero.
    Avrebbe potuto scoprire qualcosa di interessante, in seguito.
    Voltandosi, fissò il punto in cui doveva trovarsi la testa del Gernsback.
    Lo aveva fatto talmente tante volte che ormai avrebbe potuto farlo anche ad occhi chiusi.
    Di arrampicarsi, intendeva.
    Il concetto era esattamente quello: bastava soltanto fare le cose con più attenzione del solito... E cercare a tasto quel che di solito faceva con la vista.
    Vanadius, Izumi e Howlett avevano bisogno di lui, e ne avevano bisogno ora.
    Non li avrebbe delusi.



    Pilota

    Status Fisico: Taglio sanguinante non troppo profondo da sopra il bacino fin quasi all'altezza delle costole, muscoli della spalla doloranti.
    La mobilità dell'arto destro appena riallocato è completa ma ostacolata dai nuovi e continui movimenti risultando in una involontaria rigidità.

    Status Psicologico: Un dolore quasi insopportabile lo investe nel momento in cui rimette forzatamente a posto l'articolazione, e l'impercettibile tremore del misto di tensione e sofferenza appena provate lo accompagna ancora man mano che si arrampica sul Gernsback.
    In questo momento la sua primaria urgenza è il montare nell'abitacolo ed azionare l'Arm Slave.

    Equipaggiamento/dotazione: Divisa standard della Mithril (gradi rimossi), guanti della medesima provenienza; fascia riconoscimento Irregulars.

    Il giubbotto viene abbandonato a terra in quanto di ostacolo all'interno del cockpit.

    Kampfer
    Nome in codice: Kampfer
    Numero del modello: ISW-1000
    Munizioni per caricatore: 150
    Caricatori: 2 (1 reversibile per doppia scorta)
    Tipologia di proiettili supportati: standard da 5,56 mm
    Tipologia di proiettili in uso: standard da 5,56 mm
    Gittata: 600 m
    Peso: 2,1 kg
    Lunghezza: 650 mm (senza silenziatore); 950 mm (con silenziatore)
    Ottica: digitale ad ingrandimento telescopico.
    Sistemi ottici di rilevamento: nessun sistema di puntamento speciale installato.

    Note: Arma leggera per combattimento dalla medio-lunga distanza.

    Coltello
    Peso: 0.3 Kg
    Lunghezza: 260 mm
    Note: Tagliente da un lato e seghettato dall'altro é il tipico coltello utilizzabile per le operazioni di guerriglia. Leggero, resistente e multiuso. Può essere allacciato quasi dappertutto grazie ad una fondina adattabile al vestiario ed alle parti del corpo tramite appositi lacci.

    Walkie-talkie
    Descrizione: Portato da Subaru alla cintura e collegato all'auricolare indossato dal mercenario, questo piccolo apparecchio Riceve sia sotto effetto di disturbi particellari che all'interno di strutture in cemento armato fino ad oltre un chilometro di profondità sottoterra.

    Stato: Inutilizzabile

    Azioni difensive ed offensive: Nessuna.




    Riassunto azioni: Con un colpo deciso alla spalla sulla parete del proprio AS tenta di riallocarsi l'articolazione lussata... e a quanto sembra ha successo. Gettato il giubbotto a coprire il cadavere si appresta ad arrampicarsi sull'M9 intenzionato a dare man forte ai suoi compagni.

    Note: //




    Edited by Felio86 - 22/3/2012, 17:42
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Trinity Tea Party

    Group
    Reclute
    Posts
    4,164
    Location
    Will you save me, Sensei?

    Status
    Offline offline
    Narrato
    "Pensato"
    -Parlato-

    ~Act.12~
    I wanna be your princess



    I'm reaching out, world! I feel almost giddy!
    Cryin' Smilin' Fallin' Flyin' Charmin' Wedding Heroine!
    Reach out your arm, because I will hold it tight!
    Morning, noon and night, I'm always going to hold you tight.

    Let's become princesses! It's not like it's a difficult thing.
    If you were born a girl, well after that it's semi-automatic.
    It's not a system or anything, it seems your body is ready...
    Everyone, "Born to be Bride!" So, let's become brides!

    Take off and scatter your glass shoes!
    Change from your dress into your pajamas.
    Even after 12 hours, the magic won't be undone.
    An overnight course of Cinderella

    Kotoko - Princess bride
    Album: Short circuit II



    OST
    Song: Magnolia
    Author: Suilen
    Album: Hellsing Ultimate OST








    Un coro di urla, strida di pura sofferenza si levarono dalle carcasse degli Rk-92.
    Grida disumane, belati di puro terrore lacerarono l'aria.
    Belati, già, non c'era termine migliore per definire i suoni emessi da quegli animali.
    Perchè altro non erano, bestie, destinate al macello.
    Il raggio dell' Ortros non faceva distinzioni tra carne e metallo.
    Era un'arma imparziale, come il segugio infernale della mitologia greca da cui prendeva il nome.
    Azzeccato, decisamente azzeccato come appellativo.
    Il cugino di cerbero dalle due teste e il cannone a impulsi avevano lo stesso compito.
    Condurre le anime all' inferno.
    E a quanto pareva, il potente sistema d'arma aveva svolto il proprio compito con assoluta precisione.
    Altre tre bare da preparare.
    Qualcun'altro non sarebbe tornato a casa quella notte.
    Ma che l' inferno gelasse, Mai Izumi non avrebbe pianto per loro.
    C'era molta, forse troppa gente per la quale il suo dolore e le sue lacrime meritavano di essere versate.
    Ma quei terroristi, quegli animali, non erano tra di loro.
    senzatitolo2o
    Il segnalatore sullo schermo cicalò inferocito, mentre il luminoso monoeye scansionava il fumo e mandava le immagini direttamente all' elaboratore, selezionando e classificando i metalli nell' area.
    Cinque aggregati in particolare attirarono la sua attenzione.
    Troppo densi, troppo complessi per essere semplici detriti, e il rilevatore termico captava facilmente la presenza di cinque turbine a gas, esattamente quante i rilevamenti di materiale ferroso composito.
    Senza esitazione i pattern vennero confrontati con quelli presenti in memoria.
    E senza indugio i segnali vennero etichettati come Rk.92, o più semplicemente [Hostile]
    Una denominaizone che in quel momento equivaleva ad una condanna a morte.
    Per Hime e per il suo cervello elettronico oramai preda della furia della sua pilota, non esisteva più alcun grigio.
    Solo bianco, o nero.
    Se emetteva un IFF1 positivo, allora era da proteggere.
    Se non rispondeva all' identificatore allora era un nemico, e in ultima analisi un cadavere ambulante.
    Cinque ranocchie apparvero in rapida successione avanti a lei mentre la nebbia e la polvere si disperdevano.
    Goffi, dinoccolati, la stessa esistenza di quelle cose era una offesa per gli occhi.
    I loro vitrei visori, scintillavano di un rosso cremisi, come rubini purissimi.
    Parevano quasi demoni, demoni dell' inferno.
    Strinse i pugni attorno alle cloche di comando, mentre lentamente i cinque AS si voltavano per affrontarla.
    Sembravano quasi perplessi, e sicuramente il suo aspetto non era dei migliori.
    Probabilmente erano indecisi se focalizzare la loro attenzione sulla folla alle sue spalle o sul Mobile suit color ciliegia.
    Sogghignò, la coordinator dai capelli del colore dei fiori di ciliegio, all' interno del cockpit imbrattato di sangue.
    -Andiamo, non volete concedermi questo ballo? Solo perchè non ho avuto il tempo di rifarmi il trucco...che maleducati...-
    Ridacchiò a mezza voce, non era particolarmente divertente, ma il sarcasmo, era l'ultima cosa intera che le era rimasta.
    Le parole di suo nonno le erano rimaste impresse a fuoco nel cuore...
    Sorridi, sorridi sempre, qualunque cosa accada.
    Beh, forse non era esattamente il momento giusto, per mostrarsi allegri.
    Non c'era probabilmente niente di cui essere divertiti in quel lago di sangue che era diventato il concerto.
    O forse sì?
    Guardando con un certo cinismo quello che era successo, se glielo avessero predetto pochi mesi prima avrebbe riso in faccia a chi lo avesse anche solo accennato.
    Se le avessero detto che sarebbe finita con un piede nella fossa a combattere per la sua vita in un mobile suit semi-distrutto, beh, non ci avrebbe certo creduto.
    Tu guarda i casi del destino.
    Rabbia, sangue e morfina correvano liberamente nel suo corpo, facendola sentire leggera.
    Si accorse solo al momento di muoversi, di stare stringendo ancora la leva che azionava il braccio sinistro.
    Una cosa completamente inutile in effetti, visto che quel braccio ormai non c'era più.
    Giaceva a pochi metri di distanza, semisepolto tra le rovine dell' albergo assieme a ciò che restava dell' articolazione della spalla.
    Aveva una mano libera in effetti, una mano che poteva usare per un sacco di altre cose.
    La prima delle quali fu però di ripulirsi il sangue che le imbrattava la faccia.
    La vista si appannava, la testa era leggera.
    Con occhio critico giudicò di avere perso almeno 400 cc di sangue.
    O forse anche di più.
    Era difficile dirlo nella penombra del loculo di pilotaggio.
    Si sentiva leggera, forse anche troppo sebbene tutto ciò fosse da imputare alla perdita di sangue e alla morfina in parti uguali.
    Si artigliò lo stomaco con la mano libera, faceva male diamine!
    Era decisamente troppo più contratto a livello muscolare del normale, chiaro segno di una emorragia interna.
    -Beh, se non altro non dovrò preoccuparmi di dimagrire, alla faccia di chi dice che a pilotare un mobile suit si ingrassa e non si fa esercizio fisico...-
    Tossicchiò imbarazzata.
    Si vedeva che stava male, persino le sue battute si facevano via via sempre meno convincenti.
    Si sistemò nuovamente i capelli lontani dal volto, e allungò la mano alla fascia da fronte che le era scivolata lungo il collo, approfittandone per tirarsi su i capelli che le erano finiti sul volto.
    Da adesso, si iniziava a fare sul serio.
    Quello non era più un concerto per le Idol, quella era guerra.
    E bene o male adesso che tutti i suoi compagni erano fuori combattimento era il suo turno di brillare.
    Era lei la star di quello spettacolo, ed era sul suo mobile suit, su Hime, che erano riposte le vite di tutti i presenti.
    Il mirino posto sullo schermo si fissò sul più vicino dei cinque savage in avvicinamento segnalando di avere acquisito il bersaglio.
    Le rune di avvertimento sullo schermo frontale brillarono di luce verde, mentre si apprestava a falciare un'altra vita.
    Poi improvvisamente il mondo esplose in un caleidoscopio di fiamme brucianti.
    Il savage in fondo al gruppo esplose come un fiore di fiamme e combustibile, come fosse stato centrato da un missile, e il cielo si accese di decine di comete scintillanti.
    Il rombo subsonico dei postbruciatori giunse fino a terra, simile alle esclamazioni di una folla festante mentre uno stormo di VF-11C ad assetto variabile si staccava dai suoi hangar sul ponte di decollo della SDF-01.
    Stava arrivando la cavalleria?
    Era forse finita?
    No, non aveva una simile speranza, sarebbe stato tutto troppo facile.
    Nessuno organizzava un attacco simile senza curarsi di programmare tutto.
    Fu per questo che la giovane coordinator si limitò ad un moto di sorpresa mentre il cielo si accendeva del colore dell' ambra.
    Una gigantesca serie di esplosioni si spanse nel cielo simile allo sbocciare simultaneo di fiori primaverili.
    Se lo sentiva che qualcosa sarebbe andato storto, ma così, così era veramente troppo.
    Le dita di Mai si strinsero sulla cloche di destra, mentre la sinista le artigliava il fianco facendola dolere all' interno.
    Ma non era solo il dolore delle ferite a bruciarle così tanto.
    Era la sua impotenza, la sua inutilità.
    Era chiaro che qualcos'altro sarebbe successo, ma non su questa scala.
    Quel colpo era opera di uno scattering cannon di potenza incredibile, qualcosa che veniva riservato agli scontri tra navi spaziali.
    Lei a confronto cosa era? Cosa poteva fare, solo con un misero beam rifle?
    L'unica arma che poteva reggere il confronto era a terra a circa cinque metri da lei, ridotta in condizioni pietose.
    Digrignò i denti, mentre il pensiero volava alle famiglie di quei piloti, che erano morti così in un momento.
    Magari come lei sino a quel momento si erano goduti il concerto, magari avevano amici, parenti, familiari tra il pubblico.
    E neppure avevano potuto vendicarli.
    Passati così in un fugace istante dalla vita alla morte.
    Cercò di riallineare il beam rifle verso i savage, mentre cercava di ignorare il continuo lamento dell' allarme di prossimità.
    Cosa diamine voleva quel coso?
    Il colpo era stato lontano, anche troppo, non aveva motivo di ululare così, neanche le avessero sparato addosso.
    Magra consolazione, visto che pure i savage avevano appena deciso di ignorarla per puntare verso un peircolo ignoto, ma certamente più immediato alle loro spalle.
    Sbattè con rabbia il pugno sinistro sulla consolle del braccio, ormai inutile, e gridò di rabbia e frustrazione.
    -Raaaagh! Fottuti bastardi, piantatela di comportarvi come se io non esistessi! Sono ancora viva, ancora viva, avete capito?-
    Il sensore di prossimità ululò ancora, stavolta più forte, mentre rune di avviso balenavano sul lato destro.
    I Labor avanti a lei non si erano mossi di un millimetro, presumibilmente i loro circuiti elettrici interni dovevano essere stati fritti dall' impulso magnetico, i poliziotti che li pilotavano si muovevano erraticamente chiaramente perplessi davanti all' evolversi degli eventi.
    I patrol labor non erano macchine da guerra, quanto più deterrenti per mantenere l' ordine pubblico.
    Più che capaci di arrestare criminali a piedi o motorizzati, erano concepiti per affrontare Labor da lavoro o in alcuni casi veicoli corazzati...
    Ma dei modelli specificatamente concepiti per la guerra come i savage erano fuori discussione non tanto per le prestazioni, quanto più per la mancanza di un equipaggiamento adeguato.
    Se non altro doveva rendere loro onore comunque, per essere rimasti a cercare di combattere sino a quel momento.
    In quell' istante, si accese l' ennesimo segnale di pericolo imminente, segnalando l' avvicinarsi di un proiettile.
    Basta, era la goccia che faceva traboccare il vaso, la coordinator fece appena in tempo ad imprecare sonoramente.
    -E allora, si può sapere cos...-
    Che una enorme massa di metallo piombò come una meteora tra gli inermi mecha, con un rumore simile al rombo di un tuono.
    Fu come assistere ad una scena a rallentatore, tutto si muoveva come in un sogno.
    Vide la corazza ventrale degli Ingram accartocciarsi, come fosse stata di carta stagnola, mentre la palla di acciaio del peso di svariate tonnellate impattava con la potenza di un meteorite spargendone gli arti metallici nell' arco di svariati metri.
    Come una bambina viziate che squarta una bambola con cui si è annoiata, con altrettanta facilità gli spuntoni sulla superficie del proiettile lacerarono il ferro come fosse burro sotto la spinta dei propulsori vettoriali.
    Era una visione allucinante.
    Improvvisamente lo stridio del metallo torturato iniziò a fondersi con il cacofonico e selvaggio ululato dell'allarme scaturito dai sensori di prossimità.
    C'era qualcosa, vicino, forse troppo vicino.
    L' unico occhio luminoso di Hime si mosse rapido come una meteora, cercando di captare il benchè minimo movimento.
    Ma il cavo con la quale l' arma era stata lanciata sembrava sparire nel nulla.
    Possibile che qualcosa avesse scagliato quell' enorme ammasso di metallo e poi lo avesse abbandonato?
    No, non aveva senso.
    Poi all' improvviso un bagliore bianco, nella zona davanti al palco.
    E le esplosioni, roventi, altrettanti fiori di fuoco che andavano ad unirsi a quelli nel cielo.
    C'era qualcos' altro che si stava muovendo, ma era così veloce, così rapido, da non essere perfettamente distinguibile.
    Neppure i sensori del sofisticato processore dello ZAKU Warrior riuscivano a dargli una consistenza maggiore di quella di una serie di pixel sfumati e casuali.
    Quella cosa non era niente più che uno sfarfallio di fotogrammi che si muovevano sullo schermo.
    Non avrebbe dovuto esistere niente, secondo i sensori, eppure laddove il dsturbo si muoveva, i Labor cadevano a terra divisi in due metà, per poi esplodere in una vampata di carburante surriscaldato.
    Poi improvvisamente, nel tempo di un battito di ciglia eccola cambiare direzione.
    Una, due, tre volte nell' arco di un istante.
    E per un capriccio del destino nel momento della svolta in una direzione, la sagoma tornava a malapena rilevabile.
    Era un oggetto metallico, una unità da combattimento, questo era certo.
    Ma era veloce, talmente veloce da bruciare i frame dello zoom ottico.
    Altri tre Labor esplosero, prima che il disturbo, si fermasse, immobile davanti a lei.
    Il gelo, di due occhi di vetro/cristallo composito, verdi come smeraldi, la fissarono con freddezza aliena.
    Come un guerriero delle leggende, come un cavaliere dei tempi che furono, la macchina di morte si stagliava adesso davanti a lei.
    Fissando, l' unico occhio a disposizione di Hime.
    Lentamente, la mano di Mai scivolò inerte lungo il comando del braccio destro, troppo sbalordita per dire alcunchè.
    Persino lo ZAKU, eseguendo e mimando i movimenti della propria pilota, abbassò la sua arma.
    Come uscito da una favola o da uno dei suoi peggiori incubi, la bianca armatura sporca d'olio e di sangue in egual misura, il misterioso assassino troneggiava davanti a lei.
    Le sillabe, fuoriuscirono silenziose tra le sue labbra, come una preghiera, più che come una imprecazione.
    -...Gun...dam...-
    Non c'era modo di sbagliarsi.
    Quella sagoma, quella decorazione sopra la testa a guisa degli elmi degli antichi samurai.
    Ma soprattutto, quelle prestazioni così incredibili per una macchina di quelle dimensioni...
    Si trattava del peggiore incubo per un pilota di mobile suit.
    Una tipologia di macchine così avanzate e specialistiche, da essere capaci di affrontare un plotone di fanteria meccanizzata da sole.
    Equipaggiate con una pletora pressochè sconfinata di armi specialistiche e dotate di una potenza distruttiva senza eguali.
    Un nome, che con il passare del tempo a ZAFT aveva iniziato ad essere associato con il termine eroe.
    Quelle macchine erano più di un semplice mezzo, erano uno status symbol.
    Solo i piloti più esperti, coloro che si fregiavano del titolo di "Ace" solitamente potevano ambire a pilotarne uno.
    Per i soldati semplici come lei, erano macchine superbe, il coronamento di una vita.
    E adesso, si trovava a doverne affrontare uno.
    Avrebbe potuto iniziare a tremare, tuttavia un segnale sullo schermo, la fece smettere all' istante.
    Con la mano libera premette un pulsante sul pannello di sinistra, facendo chetare finalmente l' allarme, che iniziava veramente a darle sui nervi.
    Osservò lo spettacolo che oramai si stava dipingendo davanti a lei, emergendo come un sogno nella realtà...
    Ed iniziò a ridere.
    -Heh..hehe...hehehe....-
    Quasi non riusciva a credere ai suoi occhi.
    Per un momento si era illusa di potercela fare, di riuscire a sopravvivere.
    Ma questo, questo era ridicolo.
    Mugugnò una scusa frettolosa ai sistemi di allarme di Hime, per averli spenti con così tanta rabbia.
    Non avevano torto, non avevano affatto torto.
    C'era effettivamente qualcosa accanto a lei, solo i sensori ottici o radar non potevano rivelarlo.
    Se già un Gundam era una vista terrificante, beh due iniziavano ad essere quasi una presa di giro.
    Si afferrò la fronte con la mano sinistra, mentre continuava a ridere.
    Era folle, una cosa decisamente irreale.
    Dio evidentemente tirando i dadi aveva fatto uscire un doppio uno.
    La sua fortuna si era completamente esaurita.
    Andiamo, DUE Gundam? Ma qualcuno stava scherzando?
    Neppure con il suo mobile suit nella migliore delle condizioni avrebbe potuto affrontare uno di quei mezzi ad armi pari.
    Ma due, erano veramente troppi.
    Se non altro però, questo avallava la sua ipotesi, ovvero che chiunque avesse voluto far fallire quel concerto, disponeva di mezzi decisamente al di sopra dell' ordinario.
    Ma chi?
    La risposta, arrivò come un colpo di maglio, osservando la corazza del gundam nero come la notte.
    Là, appena sotto la testa, sulla corazza che copriva il collo, si stagliava una insegna.
    I frame dello zoom ingrandirono la piccola icona in un angolo dello schermo panoramico.
    Si trattava di un tempio, un edificio greco stilizzato, adornato da due pergamente.
    Una, riportava un enorme numero in codice binario, l' altra invece, come di cartapecora, presentava un nome.
    Mai sentito prima, alieno, inquietante...
    -Librarian...Works...-
    Sibilò a mezza voce, mentre nel mormorare quelle parole il sapore ferroso del sangue in bocca iniziò a farsi sentire.
    Mai udito prima, eppure, non potè fare a meno di sentire un moto d' odio.
    Chiunque avesse fornito quei gundam, o peggio, orchestrato l' intero attentato, apparteneva a quella organizzazione.
    Ma chi erano, e soprattutto, cosa volevano?
    A giudicare dai mezzi parevano appartenere alla Federazione, in fondo i mezzi della serie GAT-X erano stati sviluppati proprio da loro.
    Ma perchè attaccare una delle loro stesse basi più efficienti? La UN-spacy in fondo era a tutti gli effetti loro alleata.
    Anche ZAFT aveva messo le mani su quei modelli durante la Bloody Valentine war...
    Ma ancora una volta la domanda era...che vantaggio potevano trarne?
    La risposta era sempre una, nessuno.
    Ma non aveva tempo di perdersi in chiacchiere, constatò nervosamente.
    La morte torreggiava davanti a lei.
    Ferita, la sua operatività seriamente compromessa, pareva proprio non avere probabilità di farcela.
    Fissò sullo schermo gli occhi inespressivi di quelle due macchine di morte.
    In pochi secondi il cavaliere nero, quello che rispondeva al nome di Hail Buster si dissolse davanti ai suoi occhi.
    Le particelle di Mirage colloid, il cui utilizzo era in teoria proibito dal trattato di Junius seven, lo rendevano invisibile alla vista.
    Il bianco invece rimase a guardarla, con i suoi occhi di smeraldo.
    Nella semioscurità del cockpit Mai lo fissò, e sorrise.
    In fondo, poteva immaginare una fine peggiore per un pilota, che non venire abbattuto da un asso.
    Perchè il pilota di quella macchina non poteva essere altrimenti.
    Inspirò, e si preparò al colpo finale, mentre il suo pensiero andava alla sua casa, su PLANT.
    Ai suoi genitori, al nonno, che non l' avrebbero più rivista.
    Il cavaliere bianco e azzurro, imbracciò l' enorme spada, lorda di sangue e lubrificante.
    La coordinator rimase immobile, attendendo il colpo finale.
    Colpo, che invece non arrivò.
    Ignorandola completamente il Gale strike si girò, e con un colpo dei potenti postbruciatori si diresse verso l' ultimo Labor sopravvissuto.
    Si dissolse, in una nube di neve nebulizzata, lasciando Mai completamente allibita.
    La tensione che l'aveva sorretta sino a quel momento svanì, più veloce dello Hail Buster, e singhiozzò mentre si accasciava sul sedile viscido di sangue.


    Quel pilota, quella creatura.
    L'aveva risparmiata...
    No peggio, l' aveva ignorata.
    Strinse convulsamente le mani sulle cloche di controllo, sino a quando le nocche non le divennero bianche per lo sforzo.
    Non l'aveva nemmeno risparmiata, no, l' aveva proprio ignorata.
    Lei, ai suoi occhi, non contava niente, meno di un Labor immobile come minaccia.
    Digrignò i denti selvaggiamente, mentre sentiva montare dentro di sè una furia cieca, come mai ne aveva provate.
    Quel Gundam, non l'aveva ferita nel corpo, ma nell' unica cosa che ancora era riuscita a salvare, l' onore.
    Singhiozzò, stavolta non di tristezza, ma di rabbia, di un odio bruciante come mai ne aveva sentiti.
    -Shikushodo2....-
    Disse con un singulto, mentre mascella e mandibola si contraevano.
    L'aria usciva dai suoi denti dischiusi mischiata a minuscole particelle di sangue.
    Il suo respiro era rovente, acceso dalla vampa di rabbia che covava nell' animo.
    -Shikushodo....-
    Ripetè ancora una volta, mentre alzava lo sguardo verso il mezzo che si allontanava.
    Nei suoi occhi ogni traccia di paura svanita, ogni riluttanza dissolta come neve al sole.
    Si portò il pugno alla bocca, mentre vi affondava i denti con forza.
    Il dolore arrivò, diritto come una freccia, al suo cervello.
    Vi si ancorò, per non pervedere il suo unico tramite con la realtà.
    No, non se ne poteva andare così liberamente, non dopo quello che le aveva fatto.
    una piccola goccia di sangue scarlatto imporporò il tessuto del guanto, all' altezza della nocca.
    Ma non faceva male, no, non quanto il suo onore.
    Meno di una mosca, meno di una bambola immobile, ecco quanto valeva agli occhi di quel terrorista.
    Lei, che aveva trovato in quella battaglia una ragione per continuare ad andare avanti.
    No, non sarebbe finita così.
    senzatitolo1ib
    E con un sordo brontolio dei servomeccanismi fu come se Hime le avesse espresso lo stesso pensiero.
    Avrebbe imparato una lezione, il borioso mobile suit, che nessuno si poteva prendere gioco di una Izumi.
    Brontolò, sempre più furiosa, le arcate dentarie contratte.
    -Pietà...Io gli avrei fatto solo pietà...
    E' possibile che io fossi così debole ai suoi occhi?
    Che per lui non fossi altro che un rottame della battaglia..?
    Questo significa...-

    Le parole uscivano a fatica.
    Sibilate, come silenziose imprecazioni, ma cariche di un risentimento profondo quanto l'oceano.
    Non si era mai sentita così animosa verso qualcuno, neppure contro le "ranocchie".
    Era imperdonabile, il suo comportamento non ammetteva giustificazioni.
    Se l' aveva lasciata andare era solo per un motivo.
    -Significa, che per lui non ero nemmeno considerabile come minaccia?
    Che ero così debole da non valere nemmeno un colpo di spada?-

    Quando sollevò lo sguardo e premette i pedali, Mai Izumi, non fu più la stessa.
    Quasi come se fosse la rabbia a spingerla in avanti, non riuscì più a sentire il dolore.
    Stava tirando avanti solo con la forza di volontà, violando qualunque istinto di conservazione.
    Tutto il suo corpo gridava in agonia, ma la sua mente, la sua anima no...
    Gridavano vendetta.
    Al diavolo l' emorragia interna, al diavolo le costole fracassate, quello che voleva lei era semplice rivalsa.
    Non si infangava così l' onore di una signorina, nè tantomeno si cercava così platealmente di distruggere le poche cose rimastele a cuore.
    Con la mano destra attivò un programma di ricerca automatica delle frequenze.
    Era una vana speranza, trovare la frequenza su cui trasmetteva il Gale, ma doveva provarci.
    Doveva mandargli il suo messaggio, almeno quello comprensibile a parole.
    Il bastardo era sparito dietro l' angolo, ma aveva ben chiaro quale fosse il suo bersaglio, l' ultimo Labor sopravvissuto.
    Una macchina inoffensiva, inabile a muoversi.
    Il colosso color ciliegia, l'occhio solitario luccicante nella notte, il beam rifle stretto in pugno scattò verso destra per avere una linea di visuale libera sul suo obbiettivo.
    Non appena la forma del gundam fu visibile nel reticolo di puntamento, aprì il fuoco, un raggio di energia verde brillante scaturì verso il mobile suit dalla livrea bianco-azzurra.
    Diritto alla schiena, ben sopra quella che era la sagoma del Labor che voleva proteggere.
    Non avrebbe più commesso lo stesso errore, adesso sapeva cosa il suo bersaglio aveva alle spalle.
    E mentre premeva il grilletto urlò, nella radio, incerta se il suo avversario potesse udirla o meno.
    -Avanti Gundam! Prenditela con qualcuno della tua taglia, invece che con povere macchine inermi...
    Affrontami, Io ti sfido! Accetta, o sii un codardo! -

    Pronunciò quella sfida così altezzosa, così incosciente, con disprezzo, con quanta più animosità possibile.
    E c'erano almeno tre buoni motivi perchè non la rifiutasse.
    Primo, perchè come quasi tutti coloro che pilotavano dei mezzi di Elite doveva avere una alta considerazione di se
    Secondo, perchè tra tutte le armi in grado di danneggiarlo, sicuramente il beam rifle era quella più pericolosa, e per quanto menomato, uno ZAKU Warrior continuava ad essere una valida minaccia.
    E Terzo, perchè a sfidarlo, era stata una ragazza.
    Se l' avesse ignorata, sarebbe stato problematico, ma era alquanto improbabile.
    Se invece avesse deciso di cambiare bersaglio e puntare a lei, avrebbe avuto una brutta sorpresa.
    Infatti poteva sembrare un suicidio affrontare un Gundam con un mezzo danneggiato, equipaggiato solo di un Beam rifle, ma Mai aveva un piano.
    Subito dopo il primo colpo infatti qualunque fosse stato l' esito, si sarebbe mossa indietro sfruttando i vernier thruster sulla schiena di Hime per portarsi una cinquantina di metri indietro
    Il suo rifle non avrebbe certo potuto danneggiare quel mezzo più di tanto...
    Ma non era l'unica arma a sua disposizione.
    C'era infatti un motivo se la sua traiettoria di movimento correva così vicina all' albergo della UN-Spacy...
    E tale ragione risiedeva nel relitto di quello che una volta era il gunner pack.
    La canna dell "Orthros" poteva essere inutilizzabile, ma nel backpack c'era ancora energia sufficiente per almeno tre colpi.
    Un singolo proiettile laggiù avrebbe tranquillamente provocato una reazione a catena tale da far detonare il meccanismo, e i resti dell' Hotel avrebbero tranquillamente indirizzato l'onda d'urto verso il piazzale risparmiando i resti mutilati dello Strike e la folla...almeno in teoria.
    Si trattava di una esplosione che avrebbe potuto benissimo almeno danneggiare il Gundam.
    Era la sua ultima possibilità, e la sua ultima carta da giocare, vista la velocità del suo avversario non avrebbe potuto permettersi errori.
    Non appena l' avesse visto sbucare da dietro l'angolo e muoversi con l'intenzione di colpirla, avrebbe immediatamente fatto detonare il serbatoio in maniera tale da coglierlo nel mezzo del movimento.
    Mentre il suo cuore sovraffaticato accellerava i battiti per la spinta dei vettori all' indietro ghignò, esclamando divertita all' interno della macchina, senza curarsi di chi avrebbe potuto ascoltarla, se non il pilota del gundam ceruleo.
    - Avanti mio principe azzurro, non hai letto le fiabe da piccolo?
    E' tuo dovere concedere almeno un ballo alla principessa! Non perdere tempo con le sorellastre cattive, e aiutami a rendere questa notte indimenticabile!-

    Il dolore allo stomaco le ricordò la sua condizione.
    Penetrante, terrificante, letale come una corona di spine...
    Se quella doveva essere la sua prima e unica missione negli Irregulars, tanto valeva farla finire in grande stile.
    Il palco che prima era delle Idol, adesso era solo per lei.
    Gli applausi si erano sotituiti con grida di terrore, e i fuochi artificiali con le esplosioni, ma poco importava.
    Si trattava del suo canto del cigno, del suo ultimo spettacolo, se lo sentiva nelle ossa.
    Tossì un'ulteriore boccata di sangue a causa della spinta vettoriale, mentre spasmodicamente osservava l' angolo del palazzo in attesa del suo cavaliere, per proseguire la sua ultima danza.
    -Sbrigati...mio principe azzurro...che la mezzanotte si avvicina...-
    Mormorò con un sorriso a metà.
    Mancava poco prima che finisse la magia.
    Ma prima di allora, non se ne sarebbe andata senza godersi ogni istante che le rimaneva.
    Avrebbe avuto il suo "per sempre felici e contenti", a qualunque costo.

    CITAZIONE
    Pilota

    Status Fisico: Taglio sul labbro inferiore, offuscamento parziale della vista, taglio superficiale da scheggia (proiettile) sulla guancia sinistra, taglio sulla fronte e morsosanguinante sulla nocca sinistra.
    In seguito al terribile impatto degli Sturm-faust, il corpo di Mai è inoltre letteralmente a pezzi.
    Le costole inferiori, dalla sesta alla dodicesima sono fratturate o peggio, la milza e il fegato sono completamente devastati ed inoltre è presente una vasta emorragia interna unita ad innumerevoli altri microtraumi sottocutanei.
    La coordinator è profondamente provata da queste ferite, e se non dovesse ricevere cure adeguate d'urgenza entro i prossimi otto-dieci minuti potrebbe trovarsi in pericolo di vita.
    Da notare che i movimenti di Mai sono momentaneamente normali a causa dell' assunzione di antidolorifici.
    Quando l'effetto di questi ultimi finirà tuttavia, le sue prestazioni avranno un netto calo.
    [I sensi ed i riflessi sono funzionanti al 150% della normale capacità a causa dell' attivazione del SEED mode.]

    Status Psicologico: In questo momento lo status psicologico di Mai è assolutamente anomalo.
    Nonostante la debilitante ed atroce ferita continua ad essere cosciente, nonostante il semplice stare sveglia richieda un grande sforzo. E' intenzionata a dare il massimo in quello che considera il suo ultimo e più importante scontro, ed intende trattenere il più a lungo possibile il gundam per permettere a quanta più gente possibile di fuggire dalla scena del massacro, eppure nonostante provi una rabbia ed una frustrazione incredibile le sue reazioni all' atto del pilotare sono del tutto calme e compassate.
    [SEED mode: Attiva]


    Equipaggiamento/dotazione:Fascia da fronte autografata (Indossata sulla fronte, a tenere indietro i capelli ed il sangue dal volto), Cappotto pesante da esterno [Gettato sullo schienale del seggiolino del cockpit], Felpa (Maniche tirate in su), maglietta, pantaloncini da ginnastica, scaldamuscoli, pantaloni jeans e guanti [Con il tessuto sull' indice destro tagliato per permettere maggiore libertà di movimento], Gagliardetto Irregulars (bianco) [Strappato e caduto all' interno del mobile suit], registratore tascabile (stato sconosciuto)

    Equipaggiamento supplementare

    Life saving unit
    Tipologia oggetto: Contenitore di scorte mediche per il primo soccorso
    Peso: 2.0 Kg
    Lunghezza: 60 cm
    Note: Questa piccola scatola di materiale plastico alloggiata sotto la postazione di pilotaggio di Aka-hime continene al suo interno attrezzi per le riparazioni d'emergenza, la lasgun ISPA personale di Mai, assieme ad un piccolo ma ben fornito Kit medico.
    Quest'ultimo contiene bende, garze sterili, medicinali per il primo soccorso, alcune fiale di un cocktail di morfina e stimolanti e alcuni strumenti per le medicazioni di emergenza.

    Knife
    Tipologia arma: Coltello
    Peso: 0.3 Kg
    Lunghezza: 260 mm
    Note: Tagliente da un lato e seghettato dall'altro é il tipico coltello utilizzabile per le operazioni di guerriglia. Leggero, resistente e multiuso. Può essere allacciato quasi dappertutto grazie ad una fondina adattabile al vestiario ed alle parti del corpo tramite appositi lacci.: .

    Sniper rifle "Charline" [Stato: sconosciuto]
    Tipologia arma: sniper/anti-material rifle
    Nome in codice: Charline
    Numero del modello: M-82 DX-4
    Munizioni per caricatore: 10
    Caricatori: 3 (2 standard da 7.62mm , 1 HE)
    Tipologia di proiettili supportati: Standard da 14,5 mm, Standard da 7,62 mm, HE, AP, Cartucce esplosive a basso potenziale da 25 mm
    Tipologia di proiettili in uso: Standard da 7,62 mm; HE
    Tipologia di proiettili nel caricatore: Standard da 7,62x39 mm
    Gittata: 2320 m
    Peso: 11,9 Kg
    Lunghezza: 1758 mm
    Ottica: mirino ottico telescopico Digitale-Analogico 10x, ABC system 1
    Sistemi ottici di rilevamento: Visione notturna agli infrarossi e sensore di rilevamento di calore
    Note: Fucile di precisione anticarro, usato sia per azioni anti-veicolo che per azioni anti-uomo. Pare essere appartenuto ad un commilitone di Mauser.





    Mecha


    himechanZGMF 1000/A1 ZAKU Gunner (B)aka-hime

    +++Status strutturale:+++

    Scansione terminata, inizio analisi...

    Funzionalità operativa: 48%
    Capacità motoria residua 65%
    Capacità offensiva residua 20%
    Elaborazione rapporto danni...
    Testa: Lievi danni alla corazzatura esterna, sensori lievemente danneggiati, perdita leggera al sistema di raffreddamento [connessione interrotta, operatività limitata], impianto visivo lievemente danneggiato.
    Torso: Lievi danni alla corazzatura esterna.
    Arti superiori:
    Arto destro: Lievi danni alla corazzatura esterna, sistema di trasferimento energetico sovraccarico e compromesso.
    Arto sinistro: Danni critici all' intera struttura [Epurato]
    Scudo protettivo: Danni critici all' intera struttura [Epurato]
    Arti inferiori:
    Arto destro:Lievi danni alla corazzatura esterna, giroscopio stabilizzatore leggermente danneggiato [operatività garantita]
    Arto sinistro: Danni medi alla corazzatura esterna, Lievi danni ai meccanismi interni, giuntura del ginocchio in condizioni precarie, perdita al sistema di raffreddamento [connessione interrotta, operatività limitata]
    Sistema energetico: Trasmissione di energia a braccio destro interrotto [funzionalità del reattore:ottimale]
    Sistema elettrico: Lievi problemi al sistema vocale [speaker esterno: inutilizzabile]

    Equipaggiamento/dotazione:

    +++Raccolta dati in corso+++

    Sistemi operativi

    - Nome arma/sistema: Radio di bordo per comunicazione a onde corte
    - Status: Meccanismo funzionante [Operatività ottimale]
    - Funzionalità: In modalità ricerca, sta trasmettendo la voce di Mai su tutte le frequenze conosciute verso l' apparato di sistemi del Gale Strike Gundam, non è chiaro se questa operazione sia riuscita.

    Sistemi d'arma

    - Nome arma/sistema: M1500 "Orthros" high-energy long-range beam cannon
    - Status: Operatività meccanismo di fuoco compromessa [Epurato]
    - Munizioni 3/5 rimanenti, operatività generatore compromessa [Epurato]

    - Nome arma/sistema: MA-M8 beam tomahawk
    - Status: Danni di livello critico in seguito a esplosione scudo [Distrutto]
    - Munizioni //

    - Nome arma/sistema: MMI-M633 beam assault rifle
    - Status: Impugnato in mano destra, pronto all' uso [Funzionalità ottimale]
    - Munizioni 14 (13)/15 rimanenti, munizioni di riserva [Perdute]

    - Nome arma/sistema: Shoulder shield
    - Status: Danni critici a tutta la struttura [Distrutto]
    - Munizioni //

    - Nome arma/sistema:4x Granate portatili
    - Status: Montate sulla struttura del bacino
    - Munizioni
    ZR30F a frammentazione [ ]
    ZR20E ad alto esplosivo [x]
    ZR271 termica dirompente [x]
    ZR13Q bomba fumogena [x]

    Equipaggiamenti utilizzati:
    MMI-M633 beam assault rifle
    (Prima azione di attacco)
    MMI-M633 beam assault rifle
    [M1500 "Orthros" high-energy long-range beam cannon]
    (Seconda azione di attacco)




    Riassunto azioni::
    Impreca contro i "Savage" mentre cerca di avere una visione chiara di quello che sta accadendo.
    Improvvisamente vede apparire i due Gundam e i Labor fatti a pezzi e dopo essere stata ignorata esplode in un attacco di isteria.
    Si muove verso destra, sparando un colpo alla schiena del Gale Buster, per attirare la sua attenzione (già conscia di quanto sia difficile che il colpo riesca) e poi a metà del movimento attiva i vernier dandosi una spinta all' indietro.
    La sua intenzione è attirare il Gale strike in un punto davanti all' Hotel crollato e far detonare il generatore dell' "Orthros" precedentemente abbandonato indirizzando l'esplosione grazie alle rovine.
    Accludo uno schema per chiarificare.
    Schema del movimento


    Azione offensiva

    Prima semi-azione Salta sulla destra per avere una linea di tiro sul Gale Buster e apre il fuoco con il MMI-M633 beam assault rifle alla schiena del Gale Buster
    Seconda semi-azione (Dipendente dalle azioni del nemico)
    Colpo di MMI-M633 beam assault rifle diretto al generatore dell' "Orthros" per scatenare una potente esplosione.
    Azione di movimento
    Prima azione Spinta con i Vernier all' indietro.

    NOTA: Il movimento nella prima semi-azione offensiva è parte integrante dell' azione di movimento, l'ho descritto come parte della semi-azione di attacco per semplificare la lettura.




    NOTE al testo

    [1]: IFF
    Acronimo per identification friend or foe, in italiano, identificazione amico o nemico, indica un sistema automatico elettronico di riconoscimento amico-nemico progettato per le funzioni di comando e controllo. Si tratta di un sistema che permette, mediante un'interrogazione, di identificare un bersaglio e determinarne la distanza dall'interrogatore.
    Si tratta di un sistema che attraverso una sorgente elettromagnetica, generalmente a bordo di un veicolo, sotto forma di ricetrasmettitore (similmente ad un radar) emette impulsi elettromagnetici che, una volta colpiti i transponder presenti su altri aerei in volo entro il raggio d' azione, registrano l'eco di ritorno sotto forma di informazione memorizzata ed emessa dai trasponder stessi: se tale informazione è riconosciuta come valida, allora il bersaglio è catalogato come Amico, altrimenti come Ostile.

    [2]: Shikushodo
    Termine della lingua giapponese che indica una reazione ad una offesa particolarmente grave.
    Traducibile approssimativamente in inglese con il termine: "Unforgivable".
    Ha una accezione più grave del termine nipponico "Yurusanai", dallo stesso significato, ma utilizzato più come reazione nella forma di una offesa alla persona, laddove il termine qui utilizzato contrassegna invece una offesa all' onore stesso dell' offeso.

     
    Top
    .
  12. Danteh ™
     
    .

    User deleted


    frammenti di passato



    L'aria primaverile era davvero un'iniezione di vitalità in quel periodo...
    I ragazzini gridavano e correvano senza un attimo di tregua rendendo impossibile ai loro genitori di trascorrere tranquilli pomeriggi in riva al lago o nel parco.
    Un ragazzino come tanti stava trascorrendo quell'assolato pomeriggio isolato da tutto e tutti. Non aveva fratelli o sorelle con cui giocare e condividere momenti spensierati; d'altro canto i suoi unici momenti di svago insieme a qualcuno erano stati spesi assieme al suo "vecchio", che poi in effetti tanto vecchio non era... Sin dalla giovane età quindi il ragazzino, che al passare di alcuni aviomezzi fissava la loro scia con i suoi occhi di un blu intenso, aveva sviluppato un carattere taciturno e poco predisposto al dialogo, tutto il contrario di suo padre, spigliato e turbolento, sempre entro i limiti della decenza...

    Dan era accucciato in un angolo, all'ombra di una grande quercia intento a trafficare con una console portatile che suo padre gli aveva portato in regalo per il giorno del suo ottavo compleanno. Era sempre stato affascinato dalla tecnologia, tant'è che la sua camera era tappezzata di poster raffiguranti diversi tipi di invenzioni dell'ultimo decennio. Erano la sua passione; ogni cosa tecnologica era per lui motivo di ricerche e studio per comprenderne il funzionamento. Ogni qual volta aveva l'occasione di tenere fra le mani qualcosa di particolare si estraniava completamente dal mondo fantasticando sui possibili usi alternativi degli oggetti che gli capitavano a tiro.
    Se non altro era un hobby non comune data anche la sua giovane età...

    Un pallone da calcio rotolò lentamente fino a toccare la punta della sua scarpa

    -Ehi! Ehi tu ragazzino, puoi passarci il pallone?-

    La voce di un suo coetaneo ne attirò l'attenzione, facendogli sollevare il capo dallo schermo olografico giusto il tempo necessario per far comparire la scritta game over a caratteri cubitali su tutto lo schermo.

    -Oh accidenti! adesso dovrò ricominciare il livello daccapo...-

    Posò la console per terra e prese il pallone con entrambe le mani mentre il ragazzino che poco prima l'aveva chiamato a gran voce adesso era quasi a cinque metri da lui...

    -Ecco, tieni, questo è tuo...-

    Il nuovo venuto respirava a fatica, le mani sulle ginocchia e la schiena ricurva l'aiutavano in un certo senso a riprender fiato. Era grassottello, ma a Dan il suo viso paffuto stava simpatico. Ripresosi e preso il pallone, il ragazzino fece un sorriso e ringrazio il piccolo Dan per il gesto

    -Grazie...-

    -Dan...sono Dan...-

    -Allora...Grazie Dan....vedo che sei da solo. I tuoi amici dove sono? Se vuoi puoi unirti a noi....Dai vieni, ci divertiremo...-

    Senza nemmeno attendere conferma da parte sua, il ragazzino prese Dan per un braccio e lo tirò via con se, portandolo dai suoi amici...
    Il suo sguardo andò fugace a cercare la console portatile ai piedi della grande quercia, mentre il suo braccio dapprima teso verso di essa, lentamente prese a scendere per poi raggiungere il resto del corpo. Per tutto il pomeriggio e per la prima volta nella sua giovane vita, Dan scoprì la gioia di avere compagni di gioco della sua età e non sentì nemmeno la necessità di cercare quel piccolo gioiello della tecnologia per tutto il tempo passato con loro.



    CITAZIONE
    Pilota: Dan Howlett
    Status Fisico: Contusione all'occhio destro e leggero livido appena visibile. Trauma cranico dovuto all'esplosione, varie escoriazioni più o meno gravi sul volto e ferita abbastanza grave alla spalla destra.
    Status Psicologico: Versa attualmente in stato di incoscienza
    Equipaggiamento/dotazione: Indumenti di uso comune: jeans, felpa e fazzoletto legato al collo.
    Universal Digital clock al polso sinistro
    Piastrine militari del padre allacciate al collo ed infilate sotto la felpa

    Equipaggiamento supplementare

    Knife
    Tipologia arma: Coltello
    Peso: 0.3 Kg
    Lunghezza: 260 mm
    Note: Tagliente da un lato e seghettato dall'altro é il tipico coltello utilizzabile per le operazioni di guerriglia. Leggero, resistente e multiuso. Può essere allacciato quasi dappertutto grazie ad una fondina adattabile al vestiario ed alle parti del corpo tramite appositi lacci.: .

    Rifle
    Tipologia arma: assault rifle
    Nome in codice: Kampfer
    Numero del modello: ISW-1000
    Munizioni per caricatore: 150
    Caricatori: 2 (1 reversibile per doppia scorta)
    Tipologia di proiettili supportati: standard da 5,56 mm
    Tipologia di proiettili in uso: standard da 5,56 mm
    Gittata: 600 m
    Peso: 2,1 kg
    Lunghezza: 650 mm (senza silenziatore); 950 mm (con silenziatore)
    Ottica: digitale ad ingrandimento telescopico.
    Sistemi ottici di rilevamento: nessun sistema di puntamento speciale installato.
    Note: Arma leggera per combattimento dalla medio-lunga distanza.


    Azioni difensive ed offensive: //

    Riassunto azioni: //
    Note:

     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Gundam Master

    Group
    Admin - GM
    Posts
    6,593
    Location
    Il profondo cielo dei miei sogni

    Status
    Anonymous Anonymous
    P h a s e   14:
    Darkness_

    [porre il player in modalità "repeat" e premere il tasto play]



    Location:// Nei pressi della regione Nord del palco di Macross For The Peace_
    Ore 09:27:12 pm



    Charlie One picchia verso il basso grazie alla potente ala rotante dell'elicottero che ha appena rubato.
    Si fionda sul gruppo di Savage dichiarando la propria posizione alla squadra dei VF-11C

    - Qui Irregulars Charlie One a VF-11 Leader, sono in picchiata per rotta 2-6-0 su di un elicottero rubato, entro in vostra copertura. -

    che al suo arrivo disingaggiano, lasciandole campo libero.
    I Savage le sparano addosso con le mitragliatrici senza riuscire a colpirla grazie al suo repentino scartare prima a destra e poi a sinistra.
    Colte alla sprovvista - attirate dalla repentina picchiata della donna - una dopo l'altra, pian piano le ranocchie vengono distrutte dai Valkyrie, che con i loro gun pod flagellano le carlinghe di quattro dei cinque RK-92 componenti il gruppetto più a nord del palco.
    Kat, ora più a nord di tutti, stabilizza il proprio elicottero ad una ventina di metri di quota puntandone il muso verso i nemici, optando primariamente per il Savage schizzato dietro le camionette della polizia, proprio nelle vicinanze.
    Con sommo gaudio, poi, pone fine all'esistenza del terrorista...

    screen12

    - Salutami i tuoi amici, stronzo! -

    ...scaricandogli addosso tutto il suo amore attraverso un missile anti-carro di ultima generazione.
    L'RK-92 ha appena il tempo di girarsi che la testata lo raggiunge, deflagrando con tutta la propria potenza contro la sua corazzatura ventrale.
    La pancia del mezzo esplode, schiudendosi verso l'esterno come fosse stata sventrata da un animale; persino la sua testa salta via sospinta dalla potentissima onda d'urto, che nel frattempo ha flagellato il corpo del pilota nemico con miriadi di frammenti ferrosi devastandone le carni, regalandogli - nel migliore dei casi - una morte rapida.
    In quel mentre il Tachikoma viene attaccato dal Savage più a sud del gruppo, che gli spara contro con il proprio mitragliatore.
    Ma il ragno meccanico è agilissimo, imprendibile... e forte delle citazioni derivanti dai film di ben tre secoli prima!
    Infatti - scartando lateralmente sulla destra - spara nuovamente il proprio gancio retrattile verso la testa del mezzo attaccante, lanciandosi poi in mezzo alle sue gambe sospinto dalla repentina accelerazione delle sue rotelle mobili, non prima di aver analizzato con attenzione il punto dove si trova il motore a turbina dedicato alla trazione.
    Poi, grazie ad un pendolo ben congegnato, passa sotto alle gambe dell'Arm Slave che - impacciato - tenta invano di afferrargli il cavo, che viene prontamente staccato quando il mecha si trova proprio dietro alla schiena del nemico, nel punto di massima elevazione del pendolo appena eseguito.
    Lì, sfoderando l'ennesima citazione - questa volta con la voce di Ivan Drago di Rocky! - spara l'ennesima granata all'interno del sistema motorio del mezzo, proprio in mezzo alle paratie dedicate alla protezione della turbina.

    - TI SPIEZZO IN DUE! -

    Il fragore dell'esplosione è tale da sbalzare all'indietro il piccolo mezzo corazzato, il quale - facendo un salto mortale - arretra sulle quattro zampette dotate di rotelle e si rimette in posizione, sgommando rudemente ed artigliando il terreno con i due bracci frontali, per poi rialzare il muso e fronteggiare con i suoi occhi rosso fuoco il prossimo Savage.
    Ha poco tempo prima del prossimo attacco, il sistema di ricarica delle granate scatta producendo un forte schianto, mentre il bossolo metallico dell'ogiva esplosiva appena sparata salta via dal braccio sinistro del Tachikoma, lasciando il posto al prossimo proiettile.
    Niente riuscirà a fermare la sua avanzata.

    ~

    Squadra Bravo + Outsider
    ( Mai / Outsider / Dan)


    Mai Izumi
    Location://
    Ai piedi del grattacielo A, nei pressi della parete Sud, a cinquanta metri di distanza dal Gunner Wizard Pack_
    Ore 09:27:12 pm



    La sensazione ferrosa del sangue nella tua bocca è come una droga invisibile.
    Senti il denso liquido rossastro scalare a ritroso il tuo esofago e finirti in gola, per poi fuoriuscire con forza dalle tue gengive digrignate.
    Il tuo "memento mori" pare non essere arrivato.
    Non ancora.
    Ed in più sei stata completamente ignorata.
    Crudelmente, ignorata.
    Il più brutale lato di te stessa emerge senza che neanche tu te ne accorga, lasciandoti in balia di una furia cieca, scavandoti le interiora come se non peggio dell'esplosione che ti ha dilaniato.
    Il fuoco del tuo animo ti corrode dall'interno, facendoti diventare tutt'uno con l'intento di devastare quel bastardo che ti ha lasciato ormai in balia di te stessa.
    Lo segui, ti esponi, lo guardi di schiena caricare la propria lama per poi scagliarla contro il labor in un unico fulmineo movimento rotatorio, da sinistra verso destra, parallelamente al terreno.
    Ma si accorge di te, del dardo smeraldino che gli hai scagliato contro, un istante prima che il tuo raggio di luce lo raggiunga.
    Il tuo colpo fallisce l'obbiettivo, passando sopra la testa dell'inerme Ingram che stazionava di fronte al Gale che - con una potentissima spinta vettoriale - scarta sulla propria destra prima di venire colpito, senza portare a termine il proprio attacco.
    Tu arretri, pronta a fare fuoco per innescare la mortale trappola che hai teso, sei completamente alienata dal resto del mondo, incollata al tuo nemico ed alle sue movenze.
    Il Gale, però, nel suo repentino spostamento si è allontanato dal punto dove giace il tuo wizard pack, rendendo così del tutto vano il tuo piano.
    Poi avviene l'incredibile:
    Il Gale sfodera dal retro del gonnellino, con la mancina, il proprio beam rifle.
    Per un istante ti senti morta.
    Il braccio del Gundam si rivolge verso il tuo Zaku Warrior mutilato.
    Sta puntando te!
    Sì, è finalmente arrivata la fine.
    Ti sta fronteggiando.
    E' quello che vuoi!
    Ha abboccato all'amo il bastardo!
    Infatti, il Gundam ti sta puntando addosso la sua arma.
    Intravedi i suoi occhi color smeraldo oltre l'ottica del suo fucile a raggi.
    Punta te, lo vedi.
    Sei finalmente una minaccia!
    Poi, una leggera correzione della mira sulla tua destra...
    Cosa?
    ed il fascio di energia condensata che ne consegue.
    Non è possibile...
    Un unico raggio di particelle fluorescenti vola incredibilmente rapido...
    ma verso un'altra direzione.
    Quel giudizio imperituro che avrebbe dovuto decretare la tua morte, esplode invece verso qualcun altro qualcos'altro.
    Direttamente alle tue spalle.

    La gente urla di nuovo, la folla grida terrorizzata come se non più di quando la prima bomba è esplosa tra la calca.
    Corpi dilaniati, figure vaporizzate e semi-disciolte in aberrazioni umane dal passare del raggio prendono piede nella tua mente.

    Nuovamente ignorata, nuovamente inutile.
    E non di certo perché sei donna.
    Non perché quel pilota è un orgoglioso e si è indispettito.
    Ti ha dimostrato con un semplice e millimetrico gesto che, ora, non sta di certo a te stabilire chi sia la minaccia sul campo di battaglia.
    LORO
    sono la minaccia.
    TU
    una mera spettatrice di quel massacro.
    Chiunque sia a bordo di quel mostro è una fredda macchina omicida,
    che ha appena fatto una strage.
    Un professionista del terrorismo.

    Hai solo il tempo di poterti rendere conto della carneficina operata dal raggio ad elevatissima temperatura - che piove direttamente tra le rimanenze di oltre due milioni di persone - che un forte schianto spinge il tuo Zaku contro alla parete del grattacielo, facendogli urtare la schiena contro le rimanenze delle finestre dei primi due piani.
    Ora il fronte del tuo suit devastato è completamente rivolto verso il lato sud del piazzale.
    Proveniente da quella parte, invisibile, un raggio di energia color smeraldo ha appena raggiunto e colpito lo spallaccio dell'unico braccio del tuo mezzo.
    Il corno, solo quello, è stato completamente vaporizzato.
    Un colpo preciso.
    Stanno giocando con te.
    Con il tuo orgoglio.
    Ti stanno tutti prendendo in giro.
    L'articolazione non ha riportato danni, ma la botta ha schiantato te e Hime contro al grattacielo.
    Poi una serie di video-comunicazioni, intercettate dal sistema di auto-aggancio delle frequenze.

    screen12- Non dovevi occupartene tu, Crot? -


    Una finestra compare a video sul tuo monitor, vuota, colma di disturbi dettati da chissà quale artificio della tecnica andato a male.
    Atone, le parole di una donna risuonano nell'abitacolo dello Zaku Warrior, esattamente come chi - con lo sdegno della più totale indifferenza - denota un fatto quantomai ovvio.
    Ma la sua frase non è diretta verso di te.
    Infatti, sulla destra appare una nuova finestra di video-comunicazione, attraverso la quale una figura prende questa volta forma davanti ai tuoi occhi seguita da una voce sprezzante e quantomai carica di una certa baldanza.

    screen12- Piantala di fare la piantagrane, frigo ambulante!
    Voglio solo divertirmi un po'!
    Non vedi com'è carina quando si arrabbia?
    Quasi quasi ammazzo un po' di gente pure io,
    tanto per farle vedere quanto è inutile...
    e nel frattempo la faccio a pezzi!
    Piaaano piano! -



    Graffiante e forte di una tonalità spavalda e ricolma di una certa sicurezza.
    Un ragazzo dai capelli rossi ti appare a video, evidentemente rivolto verso la propria compagna d'armi.
    Sta parlando di te.
    Dice che ti farà...
    a pezzi.

    Poi qualcosa...

    Vedi arrivare dei colpi in direzione del Gale.
    Precisi, al millimetro.
    Ma il Gundam si sposta, scarta a destra ed a sinistra in brevi frazioni di secondo, grazie ai suoi potentissimi vector nozzle.
    Poi sparisce alla tua vista, oltre al grattacielo dietro al quale c'era il labor.
    Non lo vedi più.
    Chi diavolo gli sta sparando?

    Ma lo senti, il bastardo che risponde al nome di "Crot" ha appena dichiarato di voler compiere un'ulteriore carneficina.
    Glielo permetterai?
    Lascerai altre bambine morire per mano tua di questi maledetti bastardi?
    Hai un problema però.
    L'unico tuo avversario al momento è completamente invisibile...
    E di colpo le luci si spengono nuovamente,
    lasciandoti in balia della più totale oscurità.
    In balia del buio infinito in cui sei ricaduta insieme al tuo cuore.
    Che triste, il fato, volevi un principe azzurro?
    Invece ti ha regalato un tetro e raccapricciante
    ...
    cavaliere nero.

    Outsider
    Location://
    Sopra al piazzale, a cinquecento metri dal livello del suolo_
    Ore 09:27:12 pm



    La situazione è grave, nell'hangar c'è un casino pazzesco, tecnici che corrono a destra ed a sinistra, VF-11 che partono in scrambe utilizzando le vetuste catapulte a vapore al posto di quelle elettromagnetiche... che diavolo sta succedendo?
    Sei appena uscita da quel condotto di aerazione che subito uno dei meccanici senza troppi complimenti ti spinge verso Cisco, dotato di Super Pack.
    Cavolo, non hai neanche avuto il tempo di testarlo che già ti vogliono far pressione per usarlo?
    Non hai neanche la tuta addosso!
    Non hai tempo di farti domande, vieni letteralmente sollevata e buttata nell'abitacolo di Cisco senza che tu nemmeno quasi sappia cosa devi fare.
    Sai solo che c'è stato... un attentato terroristico? (perché te lo anno detto, sì... prima di sbatterti nel cockpit)
    Chi mai vorrebbe rovinare questa bella giornata di festa!?
    I sistemi del Valkyrie sono avviati e pronti all'uso, lo start-up del 25 è talmente rapido che era ovvio che tentassero di farne lo scrambe subito ma... perché? Che diavolo è successo!?
    Non hai nemmeno il tempo di chiedertelo che ti infilano il casco personalizzato della EX-Gear sulla testa per poi chiudere l'abitacolo forzatamente, mentre la fortissima spinta della catapulta proietta te ed il tuo RVF-25 Super Messiah in mezzo al casino che è diventata la piazza del concerto, ad oltre cinquecento metri d'altezza...

    Vedi dei segnali - molteplici - proiettarsi sull'HUD1 del casco... diversi [Uknown] ed alcuni [Friendly].
    Uno in particolare attira la tua attenzione.
    Uno Zaku color rosso ciliegia tutto danneggiato che arretra e viene istantaneamente colpito da un raggio verde provenire... dal nulla!?
    Ma che diavolo!?
    ...
    Poi le luci si spengono e neanche tu vedi più niente...
    A stento distingui la sagoma dello Zaku dilaniato da molteplici danni.
    Non ci hai capito niente, sai solo una cosa, qualcuno ha fatto del male a questo tuo compagno.
    Questo [Friendly] che si ritrova ora con le spalle al muro.
    Questo valoroso guerriero immortale che affronta i suoi nemici come un impavido membro del Club!
    Un momento...
    Ma lo Zaku rosso ha appena sparato ad un Gundam!
    I Gundam non sono federali?
    Ancora non capisci... I Gundam son buoni o cattivi!?
    Perché i federali dovrebbero attaccare il personale in difesa della città?
    Rovinare un evento tanto importante?
    Poi vedi un raggio di luce azzurra.
    No, sono due...
    e provengono dalla sommità della SDF-1!
    Puntano contro al Gundam bianco che si sta ritirando verso la destra del palco.
    Cosa?
    Da una distanza simile c'è solo solo una persona che potrebbe colpire con tanta precisione da costringere un bersaglio a non restare un attimo fermo...

    E' LAN!

    E ora che con te c'è anche lei, l'unica cosa che sai in questo momento è che un tuo compagno è in grave pericolo,
    ed ha un disperato bisogno...
    del tuo aiuto.

    Dan Howlett
    Location (Point B)://
    All'interno dello Strike Gundam_
    Ore 09:27:12 pm

    No information_


    Signal Lost_

    ~

    Squadra Alpha
    ( Lorak / Subaru )


    Lorak Vanadius
    Location://
    Macross City, piazzale, zona parcheggio, dietro ad un'autovettura_
    Ore 09:27:12 pm



    Ebbro della propria vittoria il pilota del Sieg si appresta a muovere il proprio mezzo per andare in copertura ad Izumi, accortosi della crisi vertiginosa in cui la ragazza sta attualmente trovandosi, ma qualcosa di enorme attira la sua attenzione, stagliandosi sul grattacielo di ben duecento metri che si ritrova davanti a lui leggermente sulla propria destra e vicino alla baia di sbarco dei mezzi anfibi.
    Imperiosa, nei suoi oltre quaranta metri d'altezza, una macchina obnubilata dalla più totale oscurità viene a palesarsi per un unico istante, grazie al rifrangersi di una folgore generatasi nel fosco cielo temporalesco.

    screen12

    L'armatura, le cui forme ricalcano quelle di un guerriero medioevale, risplende di un'arcana e bluastra opalescenza, mentre la sua cromia riluce delle più vivide tonalità dell'azzurro. Nel petto, sulla fronte e sulle braccia risaltano alla vista numerose gemme dall'arcano lucore color smeraldo, luminescenti di luce propria, quasi a risaltare ancor di più il mistero che avvolge questo fantomatico mostro meccanico impossibile da inquadrare in alcuna macchina conosciuta.
    Poi Lorak, l'istante successivo, viene nuovamente sorpreso da una comunicazione video inaspettata.
    Qualcuno dei suoi compagni?
    Izumi? Atsuta dall'interno del suo M9?
    No.
    Il volto che Vanadius intravede è reso solo parzialmente visibile dall'oscurità che sembra ottenebrarlo.
    Qualche ciuffo di capelli ramati, un volto glabro e leggermente spigoloso, ed un sorriso.
    Beffardo e colmo di estrema e serafica sicurezza.

    screen12

    - Così sei tu il leader...
    piacere di conoscerti. -


    Una voce spavalda e carica di enfasi coglie Lorak impreparato e - prima che il veterano possa richiedere l'identificazione del misterioso figuro - il mezzo che sosta sul palazzo di fronte a lui si proietta verso il suo Siegfried ad una velocità letteralmente incredibile.
    La ventata seguente la radiante esplosione propulsiva cerulea, che prorompe dai propulsori posti sulla schiena del gigante appena comparso, distrugge letteralmente le vetrate del grattacielo sopra al quale si trova.
    L'istante successivo un roboante grido di guerra inonda il piazzale mentre il Sieg si ritrova involontariamente afferrato dalle braccia del demone blu, che - con ancor più potenza - lo fa schizzare via nel cielo portandolo con sé azzerando in meno di un secondo la distanza che si trovava tra di loro.

    screen12

    - Soulgain...
    IKKEEEEEEEEEEE!2 -


    Tutto ciò non può essere possibile.
    Vanadius nel frattempo, scosso dalla potentissima accelerazione gravitazionale, tenta invano di riprendere il controllo del mezzo, ma scompare oltre le nuvole prima di poterlo fare.
    Solo un tuono si ode, prima di veder scomparire la scia del demone blu che ha rapito Lorak tra le tenebre del cielo temporalesco.
    Mentre tuoni, lampi e due scie azzurre prendono a danzare macabramente nel cielo notturno.

    Subaru Atsuta
    Location://
    Macross City, piazzale, zona parcheggio, davanti all'M9_
    Ore 09:27:12 pm



    Sali sull'M9.
    Riesci ad aprirne il portello.
    Sei nell'abitacolo.
    L'AI è già avviata, come anche tutti i sistemi di bordo, hai solo il tempo di infilarti dentro all'esoscheletro del sistema Master Slave che "qualcosa" prende il tuo M9 e lo lancia via.
    All'indietro.
    Non capisci dove vieni sbalzato, l'accelerazione è troppo violenta ed improvvisa affinché tu possa avere concezione di quel che ti sta succedendo.
    Quasi ti toglie il respiro colpendoti duramente il diaframma.
    Atterri.
    Ti schianti.
    La schiena del tuo Arm Slave piomba al suolo facendovi strisciare insieme per diversi metri, raschiando il terreno asfaltato sul quale tu e la tua macchina ora siete sdraiati supini.
    Riprendi il controllo della situazione constatando, attraverso il monitor di controllo frontale, che hai qualcosa di estremamente pericoloso davanti ai tuoi occhi, mentre il pilota di quel "qualcosa" comincia a canticchiare una canzoncina che ha dell'inquietante...

    - Ho tante noci di cocco splendide... diddi liddi
    tutte in fila per tre, per tre, per tre
    po po popopopopo po,
    GRANDI, grosse... -


    Per poi terminare la sua performance puntandoti addosso il suo mitragliatore gatling a sei canne rotanti...

    screen12

    - ...anche più grandi di te! -

    Rosso, la silhouette slanciata e resa ancor più sinistra dalla mancanza di illuminazione.
    Già, le luci si spengono di nuovo.
    Ma i tuoi occhi lo vedono fin troppo bene.
    Un demonio di cui non riesci ancora a disfarti.
    Un crudele oni color sangue, con un caratteristico pennacchio sulla fronte ed una gondola posteriore dalla forma ovale, aperta per favorire il raffreddamento del...
    L a m b d a - D r i v e r.
    Plan 1058 Codarl-I
    Nome in codice:
    Venom.
    Il nome che oggi la morte ha scelto per venire a farti visita.

    Ti trovi all'interno di un piazzale secondario oltre il lato sud della zona a voi assegnata, esattamente oltre il palazzo davanti al quale eravate poco fa tu ed il tuo M9.
    Una larghezza stimata di duecento metri per lato.
    Qualche macchina posteggiata qua e là...
    Poi, come se non bastasse, come se la situazione non volesse essere già abbastanza ridicolmente critica...
    Uno, due, tre, no... quattro altre sagome escono dalla copertura dell'ECS - due per parte - ai lati del Venom.
    Quattro Codarl-M.
    Uno armato di due lunghi coltelli, uno di spada, uno di una lancia ed uno di un tridente.
    Che assieme al Venom vanno a costituire cinque modelli dotati di Lambda Driver contro di te.
    Sì, esattamente contro un unico, solo e disperato M9.

    screen12

    Lo sai, poteva essere finita ancor prima di iniziare.
    Ma adesso...
    adesso sai che la tua fine sarà molto lenta...
    ed estremamente dolorosa.

    PoV - Mai Izumi:

    Ignorata,
    di nuovo.
    Inutile,
    di nuovo.
    I civili,
    dietro di te,
    uccisi,
    dilaniati.
    Colpita,
    ancora,
    schernita,
    ancora.
    Davanti a te non più un principe azzurro.
    Ma un cavaliere nero.
    Infido, meschino, vuole ora uccidere quelle persone,
    quegli ideali che tu,
    a parole,
    hai sempre giurato di
    proteggere.




    PoV - Dan Howlett:

    ...
    Flashback mode_on
    ...



    PoV - Subaru Atsuta:

    Non hai tempo.
    Sei di fronte al tuo incubo passato quintuplicatosi davanti ai tuoi occhi.
    Impossibile.
    Assurdo.
    Ridicolo.
    La ferita al fianco ti fa male, brucia come l'inferno, come la spalla, come il tuo corpo.
    Il dolore ti riporta indietro nel tempo, a darti memoria della paura che in passato ti fece vibrare all'interno dello stesso abitacolo in cui sei ora.




    Simbolo-tabella-spoiler

    Game-master
    Scusandoci per l'immensità del ritardo vi proponiamo il nuovo post della quest che stavate tutti attendendo con ansia.
    I ritardi per questo giro di post non verranno conteggiati e potrete prendervi tutto il tempo necessario al fine di rileggere attentamente i precedenti post per rientrare in situazione nel migliore dei modi, al fine di realizzare al meglio i vostri post.
    A questo giro entra in campo una nuova giocatrice, accoglietela con affetto e solidarietà!

    OUTSIDER:
    Basati sul PoV che ti abbiamo lasciato, come da accordi effettua il tuo post di presentazione e divertiti!

    ALLEN:
    Il Gale scompare dalla tua vista e non riesci più a vederlo sui sensori.
    Inutile cercarlo, è perso oltre i palazzi schizzato chissà dove.
    Davanti a te ora il nulla, il buio.

    DANTE:
    Vai con la terza parte del flashback.

    FELIO:
    Hai solo il tempo di entrare nell'abitacolo che il Venom rosso afferra il tuo M9 e ti lancia in un parcheggio secondario dietro al palazzo davanti al quale era il tuo mezzo.
    Quando atterri vedi di fronte a te le sagome dei nemici, qualunque cosa tu voglia fare chiedi prima di farla vista la delicata situazione.

    Per motivazioni funzionali l'ordine procederà nel seguente modo:
    -Outsider
    -Allen92
    -Felio86
    -Danteh™


    MECHA AVVERSARIMECHA ALLEATI
    Savage-ico2copia
    Nome unità: Gale Strike Gundam
    Status strutturale: Perfettamente funzionante.
    Azioni: Schiva il primo colpo di Izumi distanziandosi dal punto in cui stava per distruggere il labor. Scartando sulla propria destra ritorna visibile alla pilota Irregulras, per poi puntarle addosso il proprio beam rifle ma all'ultimo momento sparare sulla folla.
    A causa però di alcuni colpi sparati contro di esso è costretto a cambiare zona sparendo dalla mappa verso Nord.
    Savage-ico2copia
    Nome unità: Hail Buster Gundam
    Status strutturale: Perfettamente funzionante.
    Azioni: Colpisce lo Zaku di Izumi alla spalla destra scavandole via il corno grazie alla bordata del suo potente high energy beam rifle. Permane all'interno del suo stato di invisibilità.
    Savage-ico2copia
    Nome unità: RK-92 Savage (dal 7 al 10)
    Status strutturale: Perfettamente funzionanti.
    Azioni: Il 7 e l'8 sparano contro ai Valkyrie in arrivo sulla zona con i loro mitragliatori.
    Il 9 viene distrutto dal Tachikoma.
    Il 10 viene distrutto dall'elicottero di Kat.
    Savage-ico2copia
    Nome unità: RK-92 Savage (dal 12 al 15)
    Status strutturale: Perfettamente funzionanti.
    Azioni: Sparano contro ai Valkyrie con i loro mitragliatori cercando di non farsi colpire ma vengono dilaniati tutti dai colpi nemici, tranne il 15 che cerca di fuggire dietro ai palazzi.
    Savage-ico2copia
    Nome unità:VF-25G Messiah
    Status strutturale: Perfettamente funzionante.
    Azioni: Spara con il suo fucile di precisione dalla sommità della SDF-1 contro allo Strike Gale costringendolo alla ritirata.
    Savage-ico2copia
    Nome unità: ADH-02 Hellhound Attack Helicopter(Elicottero rubato da Kat)
    Status strutturale: Perfettamente funzionante, vetro frontale della cabina di pilotaggio epurato.
    Azioni: Spara un missile anticarro contro al Savage 10 e lo fa esplodere.
    Savage-ico2copia
    Nome unità: Tachikoma
    Status strutturale: Perfettamente funzionante.
    Azioni:Si aggrappa alla testa del Savage 9 e gli passa sotto le gambe, per poi sparargli una granata dietro al bacino là dov'è ubicato il motore a turbina del mezzo.


    Mappa della zona delle operazioni:
    - Zona Piazzale
    - Parcheggio secondario
    - Mappa operativa del briefing

    Dettagli sull'ambientazione:
    Condizioni climatiche: Notte, nuvoloso, nevischio lieve in caduta, tempo in peggioramento, tuoni lampi sparsi.
    Temperatura: -8° C (in lieve rialzo a causa delle continue esplosioni)
    Vento a terra: Fortissime onde d'urto nei pressi della zona Nord del piazzale, con successive altre fortissime ventate provenienti dall'area del palco ad Est.

    Note:
    1) HUD: Head-Up Display (visore a sovrimpressione, letteralmente "a testa alta"), o semplicemente HUD, è un tipo di display che permette la visualizzazione dei dati di volo (ad esempio quota, velocità e beccheggio) senza dover costringere lo sguardo a soffermarsi sui vari strumenti nella cabina. Questa tecnica è stata implementata anche su veicoli terrestri e marittimi oltre che in varie applicazioni di altri settori.
    2) IKE: Giapponesismo trascritto in maniera alterata di modo da enfatizzarne la lettura e da rendere maggiormente carico l'urlo del personaggio alla guida del mezzo. Letteralmente dal giapponese"vai".






    Edited by - Temari - - 22/9/2013, 00:37
    Web
     
    Top
    .
  14. Madoka Kyouno
     
    .

    User deleted



    L e g e n d a
    - Testo -
    (Testo NdG)
    *Testo*
    Parlato Madoka
    Note della giocatrice
    Espressioni e Mood vari

    JAAJI NO ONNA NO KO
    U n a   n o r m a l e   r a g a z z a   d i   K a m o g a w a
    57jhz
    S e m p r e   c h e   "n o r m a l e"   l a   s i   p o s s a   d e f i n i r e... NdG




    ://
    Distance...
    ://


    Avete presente quelle bollicine che ti escono dal naso quando sei in apnea?
    Sono tantissime.
    Mi passano davanti come una miriade di piccole stelle, nel buio della vasca per gli allenamenti della SDF-1.
    Capita a volte che ciò a cui pensi ti mandi in una sorta di trance, uno strano torpore dal quale difficilmente esci se non per un qualche agente esterno che ti disturba.
    In quei momenti viaggi, vaghi, all'interno della tua mente vuota, alla ricerca di qualcosa, di qualcuno, di un ricordo.
    Senza farlo apposta a me a volte succede.
    In quelle piccole sfere di ossigeno che vedo salire verso la superficie uscendo dal mio naso, infatti, senza nemmeno che io me ne renda vagamente conto, vedo riflessa me stessa bambina, mentre al caldo sole del tramonto gioco sola seduta su di una spiaggia.
    Nel silenzio tombale della piscina artificiale, completamente avvolta dall'acqua, sento lo scrosciare delle onde sulla battigia di Kamogawa, la mia città natale.
    Sento il lontano lamento dei gabbiani che volano sulla superficie del mare e vedo le mie mani piccole, mentre sulla sabbia della riva sono seduta a giocare con secchiello e paletta, ricordi di quando ero una bambina assetata di sapere qualsiasi cosa sul mondo che mi circondava.

    Sto facendo un super castello inespugnabile!

    Altre bolle, l'ossigeno sale ancora, altri ricordi mi viaggiano davanti agli occhi.
    Qualcuno si avvicina a me, mentre metto nel secchiello l'ennesima palettata di sabbia.
    E' mio nonno.
    Mi dice di rientrare in casa, perché si sta facendo tardi.
    Io però devo restare a finire il mio castello! Altrimenti la mamma non lo vedrà.
    Gli dico di no.
    Gli rispondo che mamma non è ancora tornata e voglio restare ad aspettarla per farle vedere il castello!
    Lui mi dice che tornerà più tardi ma...

    Piango.

    Altre bolle, sfere, questa volta gocce di un liquido più salato dell'acqua ricolma di cloro della vasca della SDF-1.
    Avete presente le goccioline di pioggia che pian piano si rincorrono sui vetri della finestra quando piove e tu come un'ebete resti fissa lì a guardarle?
    Vedo piccole sferette d'argento uscire dai miei occhi e rimango inebetita a fissarle.
    Perché sto piangendo?
    Non dovrei piangere!
    Succede sempre così.
    Si innalzano dai miei occhi, confondendosi con l'oscurità che mi avvolge.
    Lacrime.
    Ma io sono felice!
    Cioè... felice davvero!

    Mia madre...

    Tornò qualche giorno dopo, ricordo.
    Ma quando tornò il castello era andato in frantumi, ma io,
    con determinazione,
    lo ricostruii di nascosto, solo per farglielo vedere.
    Ed alla fine lei lo vide, dopo essere tornata; da quel momento non se ne andò più,
    ed io continuai ad impegnarmi,
    senza più chiedere aiuto a nessuno,
    senza più essere un peso per nessuno.

    ...

    Sono sei mesi che non la vedo, anche se ogni due settimane comunicavo con lei tramite le fold waves ed i telefoni speciali di City Seven, quando ero all'accademia, lontano dalla Terra.
    A causa dell'effetto Urashima sono passati tre anni da quando sono partita, tre anni che non rivedo mia madre.
    E' strano a dirsi, ma ogni volta che mi soffermo a pensare troppo a queste cose gocce salate escono dai miei occhi, proprio come la pioggia che d'estate ti rinfresca e sotto la quale ti soffermi a rilassarti, svuotando la mente.

    Io però sono contenta di tornare! Davvero!

    Queste gocce però si affollano copiose, vogliose di uscire, e io non le capisco.

    Non ci riesco?

    Come se il mio cervello non volesse accettarle, come se sapessi che quando rincontrerò mia madre spariranno istantaneamente, perché non voglio più essere quella bambina che tanto tempo fa ha lasciato che il suo castello si sgretolasse per colpa delle onde.

    Sicuramente!

    Quando rincontrerò mia madre le dirò che la sua bambina è diventata un pilota!
    Sarà sicuramente orgogliosa di me.

    ...

    Esco dalla vasca, mi asciugo con l'asciugamano mentre il mio fidato costume da bagno scolastico mi si appiccica addosso, una sensazione che mi riporta a Kamogawa, almeno col pensiero.
    Penso alla serata, penso al fatto che ho appena ottenuto la mia versione personale del caccia sperimentale YF-25 Messiah ed ho sostenuto numerosissimi test sia di volo che simulazioni a terra qui a Macross City, dove mi hanno trasferita dopo il periodo all'accademia.

    Sono eccitatissima!

    Oggi è il grande giorno della presentazione e sono emozionata, chissà se mia madre guarderà la televisione.
    Si celebreranno non solo il decimo anniversario per il successo dell'Operazione Carneades, ma anche la presentazione del nuovo prototipo che ho collaudato io!
    Io, proprio io!!!
    Peccato che un fortissimo attacco di pipì mi abbia costretta a correre in bagno poco dopo l'inizio del concerto...
    ed io che speravo di vederlo insieme a Lan.

    57jhz
    *Madoka imbronciata*

    Purtroppo le cose non vanno mai come ci si aspetta che vadano... ma non mi arrendo!
    Questa sera dovrò essere al concerto con Lan, la mia migliore amica, la mia prima tōshi1, il primo membro del club, la mia prima compagna di stanza, la prima che ho portato in bicicletta, la prima a cui ho offerto da mangiare!
    La prima in tutto!!!
    Lo prometto!
    E poi, penserò a come tornare a casa da mia madre.

    ***



    ://
    Mai usare i bagni della SDF-1!
    ://


    AAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!!!
    ....

    (O_O" NdG)

    ....
    Pipì-pipì-pipì-pipì-pipì!
    PISTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!
    Corro, come mai ho corso in vita mia!
    Al bagno del secondo piano interno della Prometheus... c'è la coda!
    Accidenti, accidenti, accidenti!
    Corro disperatamente al bagno secondario:

    A T T E N Z I O N E - P A V I M E N T O - S C I V O L O S O

    MA PERCHE' DOVEVANO LAVARE I PAVIMENTI PROPRIO STASERAAAAAAA!!!!!
    Non mi scoraggio! E volo verso il bagno ulteriore d'emergenza dello sgabuzzino della sala controllo della portaerei...
    GUASTO!
    Accidenti ai manutentori!
    Troppe sigarette e poco olio di gomito!
    POI FANNO MALE ALLA SALUTEEEEEEEE!!!!!
    DANNAZIONEEEEEE!!!!!!
    Non posso perdermi nemmeno un secondo del concerto e poi Lan mi sta aspettando!
    Le mie vie urinarie stanno esplodendo!
    *Ondata di imbarazzo...*
    Mi si bagnerà il costume da bagno!
    *Vergogna*
    Quasi mi cappotto per svoltare un angolo e fiondarmi verso la sbarra di discesa rapida del corpo di prevenzione antincendio della base, mi ci aggrappo e scivolo giù meglio di un pompiere fregandomene se quelli del corpo di sicurezza dopo mi faranno la ramanzina per l'ennesima volta che la uso senza permesso (E tu la usi tutte le volte senza permesso? E se ci fosse un'emergenza? NdG)
    QUESTA E' UN'EMERGENZA!!!!111
    Scendo fino al piano inferiore, dove si trovano i bagni dell'hangar della Prometheus!
    ACCIDENTI NON DEVO PENSARE ALL'ACQUAAAA!!!!! ...........
    Pipì-pipì-pipì-pipì-pipì-pipì!
    *L'incontinenza incombe*
    Stringo le gambe camminando come una stupida saltellando persino su di un piede solo, vedo la porta della toilette, la spalanco!
    C'è un bagno libero!!!!
    *Coro angelico*
    Spalanco la porta e la richiudo dietro di me, sedendomi sul gabinetto lasciando che tutta la mia tensione scivoli via in un istante con lo stesso impeto volumetrico dell'acqua delle cascate del Niagara.

    - Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! -



    A volte si pensa che il momento della capatina in bagno corrisponda con una sorta di pace dei sensi naturalmente indotta, capace di donarti l'elevazione spirituale necessaria per raggiungere l'illuminazione.
    Una sorta di trasmigrazione shintoisto-santo-buddista, un qualcosa di simile all'ascensione dello spirito ultraterreno devoluto alla crescita dello spirito interiore superiore ulteriore dell'animo...
    Anf... anf... anf...
    Beh...
    Per me in un certo senso è stato così.

    - AAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!! Che lunga... una pipì così rilassante non la ricordavo da anni! -



    Peccato che per qualche congiunzione astrale - dev'essere perché sono del segno della vergine! - assieme alla mia pipì lo sciacquone si portò via anche le luci di tutta la SDF-1...

    - Eh!? -



    Sola ed al buio mi sono alzata cercando di aprire la porta del bagno...
    Solamente dopo mi sono accorta che non mi ero tirata su i calzoni e dopo essere arrossita - come solo una ragazza imbarazzata di Kamogawa sa fare - mi sono sistemata, mentre l'alimentazione di emergenza si attivava inquietando ancor di più il mio sesto senso femminile devoluto al salvataggio, mentre il bagliore rossastro delle luci illuminava tutto con intermittenza...

    Comunque bisognava uscire da lì e... chiusa.
    La porta del bagno era bloccata.

    SONO RIMASTA CHIUSA DENTRO!?
    ...

    - NANI-NANI-NANI-NANI2!? -



    Il panico s'impossessò di me, portandomi a fare il giro giro tondo del gabinetto grande un metro per un metro.
    Sembrava uno di quei film horror dove d'improvviso si spegne la luce e la ragazza carina protagonista rimane bloccata in un bagno e poi qualcosa sfonda la porta e la uccide!
    AIUTOOOOOOOOOOOOOOO!
    Ma la ragazza carina protagonista si salvava sempre per un pelo alla fine del film!
    Trovava sempre una soluzione!
    Dovevo trovare una soluzione...
    Dovevo pensare a qualcosa!
    Pensa pensa pensa pensa!
    Nel mentre che il mare infinito dell'universo contenuto nel mio cervello impediva ai miei neuroni di incontrarsi per far scaturire dalla mia mente una straordinaria idea degna della miglior tuttofare di Kamogawa, all'interno dei bagni superultratecnologici della SDF-1 un avviso di emergenza piuttosto sommesso ed incomprensibile prese a scandire la propria litania, quasi cacofonica per il fatto che, da quelle parti - più o meno vicino agli hangar della Prometheus o giù di lì, condotto più condotto meno - non arrivava correttamente.
    La cosa si faceva sempre più inquietante... sentivo anche le voci!
    *Brividi che corrono lungo la schiena*
    Nel frattempo il mio piccolo animaletto da compagnia - Frufru - saltellava sulla mia spalla sinistra cercando di attirare la mia attenzione (Come se fosse facile attirare due neuroni dispersi perennemente in un mare di nulla... NdG) ma come in trance io cercavo continuamente una soluzione al mio irrisolvibile super dramma esistenziale.
    Dovevo capire quale protagonista di quale film horror era riuscita ad uscire da un bagno all'ultimo secondo salvandosi la vita! Non potevo di certo far sì che un mostrone con la testa a forma di piramide m'infilzasse all'ultimo momento! Dovevo andare a vedere il concerto!
    Lan mi aspettava!
    DOVEVO FARCELA ASSOLUTAMENTE!
    Il mio piccolo animaletto alieno, incrocio tra un gatto, un coniglio ed una sorta di piccola pallina di pelo bianca dai particolari verde pastello, nel frattempo mi imitava forse nel tentativo di salvarmi dalla mia mancanza di prontezza... effettivamente Frufru era sempre stato più intelligente ed intuitivo della sottoscritta.
    Mi sedetti quindi sul gabinetto accavallando le gambe ed incrociando le braccia.
    Dovevo concentrarmi.

    - Mmmmmh... -



    Pensa Madoka!
    (Operazione assai ardua per una come lei che agiva con l'ardore dell'istinto, con la passione della vitalità di una ragazza di Kamogawa...
    Seguirono istanti di lunga e trepidante attesa... NdG)
    Pensa...
    Pens...
    Pen...
    Pe...
    ...

    (Avviso per il lettori:
    i flussi neurali di Madoka Kyouno sono momentaneamente occupati nel tentativo di trovare una soluzione, ci scusiamo per il disagio e preghiamo cortesemente i gentili lettori di continuare nella lettura NdG)

    ...

    - AH! -



    Seduta sul gabinetto con indosso il mio fidatissimo Jersey arancione, con una manica ed una gamba rimboccate, avevo trovato una soluzione al mio problema!
    *Ovviamente imitata nella posa di sorpresa ed illuminazione dal suo fidatissimo animaletto*

    - USERO' IL CONDOTTO D'AERAZIONE! -
    (Ma che genio... e ci voleva sto studio per capirlo!? NdG)



    So di essere una ragazza un po' lenta (Lo sappiamo anche noi purtroppo... NdG), ma vuoi mettere la soddisfazione di aver trovato finalmente lo stratagemma con cui la ragazza carina protagonista si salvava da quella situazione così altamente pregna d'inquietante pericolo!?
    Ovviamente bisognava urlarla per rendere al massimo l'enfasi dell'aver trovato la soluzione!
    Ma io non stetti troppo a rimuginare sulla cosa e passai subito all'azione.
    (Poveri noi... NdG)
    Mi accovacciai sul water e mi estesi verso l'alto fino ad artigliare con la possanza di una powergirl di Kamogawa la grata del sistema di ventilazione.
    Il mio sguardo intelligente e deciso era lo specchio di quanto la mia idea fosse stata meravigliosa e di quanto ovviamente io ne ero convinta!
    Nel film la ragazza si salvava proprio in quel modo!
    Ne ero convintissima!
    (Se ne sei convinta tu... ma poi di che film stai parlando? O_o NdG)
    Secondi più tardi mi ero liberata della grata ed agitavo il sedere con la mia istintiva grazia femminile per infilarmi dentro al cubicolo stretto del condotto metallico che dovevo seguire...
    Ovviamente non conoscevo le strutture del sistema di ventilazione ma... EHI! Io ho un istinto naturale per certe cose!
    Quindi scelsi senza pensarci due volte di andare a destra e mi tuffai nell'oscurità gattonando cercando di non gemere ogni dieci secondi perché...
    Beh è imbarazzante essere sensibili sul sedere...
    Essere toccati dalle viti delle giunzioni... piccole, fredde, brrrr...
    Che diamine! V-Vorrei vedere voi a sentirvi una...brrrrr...viiiiiite... che vi sollllleeeeeeetica...brrrr... in quel puuuuunt-KYAAAAAAAA!
    T-t-t-t-t-tutto il t-teeeeemmmmpoooooo....

    Anf anf anf

    (Ha percorso solamente meno di due metri... NdG)

    ...

    Nel frattempo Frufru si agitava dentro al Jersey cercando un posticino caldo in cui essere trasportato, massimizzando ovviamente lo strofinio, gli urletti e le sensazioni eccitose che stavo provando in quel momento...
    Anche perché il posto più caldo e perfetto per il trasporto era niente poco di meno che... mmmmmmh ma è imbarazzante dirlo!
    (Dillo e piantala! NdG)
    I-l...Il.... i-i-i-il...
    (ECCHECCACCHIO NON BALBETTARE! NdG)

    IL SEDERE!!

    (Oooooh e ci voleva tanto... NdG)

    ...
    ...
    ...
    *Blushing*
    ...
    ...
    ...

    (Beh lo dico io altrimenti qui non si continua la narrazione... insomma, il suo punto G per eccellenza...
    ...
    Continuiamo va...
    A volte rimango senza parole pure io... NdG)


    ***



    ://
    Watashi wa tasukeru, tōshi!3
    ://



    Molti metri - urletti, brividini, eccitamenti ed altre amenità - più tardi...

    - ECCOLA! -



    L'uscita del condotto d'aerazione mi trovò felice come una pasqua, se non fosse stato che per l'ennesima vite che mi sfiorava il sedere - facendomi andare in modalità imbarazzo - misi tutto il peso sulla grata che mi lasciò gentilmente in balia dalla forza di gravità, la quale - come solo a me poteva succedere - mi schiantò al suolo...
    Ricordo che succedeva anche in quel film credo... o forse era un altro?
    Comunque fece lo stesso un gran male!

    - AHIA! -



    Ma ero salva!
    EVVIVA!
    Colpendo col sedere il pavimento dell'hangar portai Frufru a spostarsi tra i miei seni.... che furbone!
    Sapeva sempre come scampare ai miei eccessi di personalità.
    Quel maledetto... ma tanto ero troppo presa dal mio enorme successo per accorgermi del suo strofinarsi al di sotto dei miei vestiti.
    Ebbra del successo mi alzai con istintiva prontezza, per contemplare il luogo che finalmente mi avrebbe consentito di raggiungere nuovamente una delle tante balconate superiori dove avevo lasciato Lan ad aspettarmi mentre osservavamo insieme il concerto...
    Sì, però...
    C'era qualcosa di strano...

    ...

    No.
    Non poteva essere... quante persone si stavano muovendo?
    (Rimaniamo incantate a guardare le formichine che si muovono? NdG)
    Ero nell'hangar?
    (Ma come non sai manco dove sei finita!? T___T NdG)
    Erano tutti intenti ad andare a destra, a sinistra, sopra, sotto... pure Cisco... il mio prototipo di RVF-25... - non avete mai visto Balla coi lupi? - era preparato e pronto ad uscire...
    Dotato persino di Super Pack!



    - Aaaaaaaaaaaaaaaaah -

    (Attendere caricamento... NdG)



    Non so perché ma presi a fare un verso senza alcun senso, forse i miei neuroni stavano ancora elaborando un motivo per cui tutta quella gente stava facendo quel che stava facendo.
    Avete presente quando vedi qualcosa di assolutamente assurdo e non riesci a capire il senso di un qualcosa che senza senso si agita e tu devi trovarci un senso per dare un senso al senso che deve aver senso nel senso astratto della tua mente?
    *Balle di fieno che rotolano*
    ...
    Era tutto troppo complicato.
    (Facepalm... NdG)

    Quando ad un certo punto...

    - Kyouno! Dove diavolo eri finita! -


    Eruttò uno dei meccanici che passava di lì facendomi quasi saltare sul posto per lo spavento!

    - Ehm.. ero incastrata in uno dei bagn-...! -

    - Chissene frega delle tue scemenze... -


    Mi tirò su mettendomi in spalla senza che io potessi capire.

    - ...C'è bisogno di tutto l'aiuto possibile là fuori! -


    Dicendo questo il mio sesto senso kamogawaiano si eccitò sensibilmente... Aiuto? Dove? Chi? Come? Quando?
    Una valanga di domande prese ad arrotolarsi nel mio cervello impedendomi qualunque tipo di collegamento logico.

    - Siamo sotto attacco terroristico! Quindi va' là fuori e fa' il tuo dovere! -

    - EH!? -



    Venni infilata nel mio RVF-25 verde, già pronto per il lancio con il Super Pack montato senza che neanche io avessi ancora mai avuto il tempo di provarlo!
    Poi, senza manco capire come, il casco mi venne infilato in testa e le cinture di sicurezza del sedile di pilotaggio mi si allacciarono sul Jersey senza che potessi fare alcunché.

    - EEEEEEH!? -



    Il sistema di controllo ed i sistemi di volo erano già operativi ed i motori, senza che io potessi capire quasi niente (Quasi eh...NdG), sospinta dall'accelerazione bruciante della vetusta catapulta di lancio a vapore mi scaraventarono praticamente in cielo prima che io potessi fare qualche collegamento logico utile alla situazione.

    - EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH!? -



    Dopo aver rinunciato a capire il senso di quella situazione i fasci dei raggi, i missili in avvicinamento ed il fuoco della città mi fecero capire solo una cosa: se eravamo sotto attacco c'erano sicuramente persone bisognose di aiuto ed... ecco.
    Molteplici segnali comparvero sull'HUD come un insieme di luci, Friendly, Uknown...
    Esattamente come nel videogioco di BURNING PT!
    Sono sempre stata un asso in quel videogioco!
    In sala giochi ero così imbattibile che avevo pure stabilito un record superultradevastante che nessuno su City Seven era mai riuscito a batterlo!
    Ma un momento.
    Tornando seri...

    In mezzo a tutta quella gente di cui quasi non capivo niente c'era un "amico" che attirò subito la mia attenzione.
    Uno Zaku rosso segnalato come friendly dall'HUD.
    Lo vidi.
    Era mutilato del braccio sinistro, vicino all'albergo che serviva quei deliziosi pasticcini alla panna di cui andavo matta.
    Quel delizioso gusto cremoso che ti si scioglieva in bocca, mentre la crosticina di sfoglia si rompeva tra i denti liberando una sensazione di puro godimento...
    Anche Lan veniva sempre con me in quell'albergo, ci andavamo in bicicletta e posteggiavamo davanti all'entrata e...
    AAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!
    Il posteggio per le biciclette era andato distrutto!?!?!?
    Maledetti! Chi aveva osato distruggere quel meraviglioso posto che ci permetteva di gustare l'ineguagliabile sapore della panna fresca appena preparata dalle sante manine di Giuvigilio... o era Giuvigiubaru?
    Non lo avrei mai perdonato!
    Ricordo di essere stata decine e decine di volte in quell'albergo solo perché mi piaceva abbuffarmi di quei pasticcini e...

    DOKKAAAAAAAAAN!!!4

    *Concentrazione*

    Qualcosa di invisibile aveva appena colpito alla spalla destra il mecha rosso con un raggio verde smeraldo schiantandolo contro il paradiso dei dolcetti!
    STAVA INFIERENDO!!!
    Che vigliacco!
    Io detesto i vigliacchi!
    Chi se la prende con i più deboli!
    Chi mi distrugge il posteggio per biciclette che sfruttavo per mangiare i pasticcini!!!1111
    Sopratutto chi se la prende con qualcuno di così coraggioso da affrontare l'ignoto persino in così pessime condizioni!
    Dovevo fare qualcosa ma...

    Tutto diventa buio!
    Le luci della città si spengono ed io d'improvviso non ci vedo più niente.

    - DOPPIO NANI!? -



    Ma...
    ...
    UN ATTIMO!

    Ma lo Zaku rosso ciliegia - adoro le ciliegie... perché m'è venuta fame? Vabbeh continuiamo - aveva sparato poco prima ad un mecha che credo si chiami... Gandamu? Gundome? O forse era Gundam?
    Dovevo essermi persa questo dettaglio nel marasma di esplosioni, fasci e lucette random che avevano saturato il mio campo visivo nel frattempo.
    Boh...
    Ma i CONDOMS non erano dei mecha alleati federali?

    *Gli ingranaggi nel cervello di Madoka presero a girare senza senso impallandola*

    Ma se gli amici attaccano gli amici, che senso ha cercare i nemici?
    I nemici, gli amici? Gli amici dei nemici, i nemici degli amici?

    *Confusione....*

    (Non dico niente che è meglio... NdG)

    Nel frattempo, dalla SDF-1, dei raggi - che io conoscevo bene - venivano sparati da una postazione sopraelevata, contro al Condom a cui lo Zaku ciliegioso - mmmmh gelato alla ciliegia... *Slurp*... - aveva precedentemente sparato.
    Beh poco importava perché a sparare con il suo fidatissimo VF-25G era Lan.

    La mia Lan!

    (EVVAI UN PENSIERO LOGICO! Forse ne usciamo... NdG)

    Lan che era la prima in tutto!
    La mia migliore amica, la mia prima compagna di stanza, la prima che avevo portato sulla bicicletta, la prima che... bla bla bla...
    (Mi correggo, siamo lungi dall'uscirne... comunque per la lista leggete l'introduzione NdG)
    *Molti aggettivi più tardi...*

    - LAN! -

    Esplosi con gioia nel nostro canale whisper via radio!
    Non ero sola.

    57jhz- M-Madoka! -

    - Allora anche tu sei qui! -57jhz

    57jhz- Madoka... -


    Lan sospirò...
    *Espressione imbarazzata mista ad incredulità...*

    - Ma come mai i federali ci attaccano?
    Non sono nostri amici i Condoms? -
    57jhz

    57jhz- Si chiamano "Gundam" Madoka!... -


    *Ondata di imbarazzo*

    57jhz- ... e comunque non sono federali!
    S-Sono chiaramente dei terroristi! -

    - Mmmmmmh ho capito! -57jhz

    57jhz- M-Madoka! Non c'è tempo da perdere, stanno attaccando la città, dobbiamo aiutare la gente, mi raccomando... non guardare mai in basso, io mi occupo del Gundam bianco e azzurro che sta andando verso la nostra destra, tu aiuta lo Zaku degli Irregulars che si trova di fronte a te. -


    Non mi sarei tirata indietro di certo, avrei aiutato quel mio valoroso tōshi in difficoltà.
    Così, come una scheggia, il mio cervello cambiò completamente mood e diventò tutt'uno con i comandi del valkyrie, proiettando i suoi impulsi istintivamente alle mie braccia, facendomi manovrare le cloche con istintività e prontezza, permettendomi di lanciarmi in difesa del mio compagno ferito.
    Proprio come nel videogioco di Burning PT!
    Insert coin!
    Round one...
    FIGHT!

    - YOSH!5 Non credo di aver capito molto ma non preoccuparti, farò del mio meglio!
    Tu pensa a sistemare il Condom! -
    57jhz

    57jhz

    *Lan muore per l'erroneo doppio senso della frase detta ingenuamente da Madoka... iniziando a sparare ancor più veementemente contro al Gale lasciandogli ancor meno spazio per agire*


    Lan aveva detto bene comunque, quel mio tōshi era in difficoltà, era un compagno in pericolo, e non lo avrei mai, mai lasciato senza aiutarlo in tutti i modi che conoscevo.
    Quel raggio che lo aveva colpito doveva essere arrivato da qualche parte, ed anche se il vigliacco che lo stava bersagliando si nascondeva, io avrei triangolato la sua posizione attraverso le informazioni derivate dalla traiettoria, Cisco avrebbe fatto il resto attraverso il suo avveniristico sistema di acquisizione e tracciamento radar basato sulle onde di piega e grazie ai suoi nuovissimi sensori agli infrarossi.
    Poi lui è speciale, è stato modificato apposta per me!
    *Ondata d'orgoglio Madokiano*
    Ha la testa di un VF-25F apposta perché a me la brutta testa d'uovo del modello di serie non piaceva, poi ha il Super Pack, una spinta superiore, un armamento di tutto rispetto con cui sicuramente riuscirò ad essere d'aiuto!

    Decisamente!
    Non gli sarei mai stata di peso!
    Lo avrei aiutato con tutte le mie forze!

    Quindi, fiondatami in picchiata sul compagno in difficoltà, passai in pochi istanti in modalità Gerwalk per poi mettere davanti a me lo scudo e lasciare che i sistemi del valkyrie facessero il resto, alla ricerca del dannato che si stava nascondendo da quelle parti!
    Ancora pochi istanti e avrei capito qual'era la posizione del nemico, serviva solo qualche altra informazione, un qualche altro dato per poter analizzare con precisione dove si trovava il vigliacco che lo stava bersagliando!
    Ma nel frattempo però, dovevo sincerarmi delle condizioni del mio tōshi!

    - Ehi tu sullo Zukka! -
    (Perché... PERCHE' NON SEI CAPACE DI DIRE UN NOME IN MODO NORMALE!?!?!?!?!?
    Anf anf anf...
    Comunque, la dislessia Madokiana le impone di non essere in grado di pronunciare parole difficili come "Zaku" o "Gundam" o qualsiasi altra parola di senso compiuto nel modo corretto, impiegherebbe secoli anche solo per capire di che cosa si tratta, figuriamoci ricordarsi una cosa difficile come il suo nome. Ma è il pensiero che conta! Vi prego... credeteci anche voi... ;____; NdG)


    Con il sintonizzatore di frequenze cercai di agganciare quella del mezzo color rosso ciliegia - mmmmmh macedonia ... *Bava che cola* - al quale ero appena atterrata davanti, scaglionata sulla sua sinistra, a coprirgli il punto cieco, quello senza braccio.

    - Stai bene!? Non preoccuparti, ora ti salvo io!
    Se ci sono Condoms nemici li abbatterò tutti e salverò te ed il tuo ZUKKA! -



    Il gatling pod era stretto nella mano destra del Messiah, il Super Pack pronto a vomitare missili e laser da tutti gli armamenti, il sistema radar potenziato assieme al computer di bordo elaboravano i dati sulla traiettoria del colpo...
    Avevo lo sguardo più determinato e convinto che mai stampato sul viso, ero entrata in modalità:

    MASSIMO IMPEGNO!

    57jhz


    Ero nuovamente pronta al salvataggio!

    (Oh... se combina qualche casino non è colpa mia eh! Sia chiaro... T_____T NdG)




    Barra_spoiler_pilota
    Status fisico: Meravigliosamente Waifu come solo una splendida ragazza di Kamogawa sa essere.
    Status psicologico: Jersey power mode on.
    Equipaggiamento/dotazione:
    - Jersey [Img1]
      Status: Integro ed attivo.
    - School Swimsuit [img1] [Img2]
      Status: Indossato e leggermente fastidioso sul sedere.
    - Frufru [Img1]
      Status: Vivo e riparato tra i seni di Madoka, prima o poi uscirà facendole avere brividini di piacere ed altre convulsioni dettate dal solleticamento eccitoso... non voglio essere nei panni di chi avrà davanti il suo valkyrie quando ciò accadrà.
    Azioni difensive ed offensive: N/A


    Barra_spoiler_mecha
    Status strutturale: Per ora integro...
    Equipaggiamento/dotazione:
    Sensori di rilevamento ottico/radar avanzati (in arancione i sistemi utilizzati nell'azione):
    - Rilevamento termico
    - Rilevamento agli infrarossi
    - Rilevamento ai raggi X
    - Rilevamento forme in movimento
    - Rilevamento avanzato dei bersagli (oltre 128 possibili bersagli targettabili ed oltre 2048 bersagli possibilmente identificabili in un raggio di un anno luce)
    - Rilevamento spettrografico delle radiazioni
    - Analisi della morfologia spaziale
    - Analisi della morfologia del terreno
    - Mappatura tridimensionale di un'area di 100.000 chilometri.
    - Analisi dei disturbi elettromagnetici
    - Strumenti per la guerra elettronica di disturbo radar
    - Sistema di intercettazione trasmissioni e video-comunicazioni.
    - Tracciamento radar
    - Tracciamento a base di onde di piega
      Status: Attivi e funzionanti, impegnati nell'intercettazione del bersaglio invisibile che attacca lo Zaku rosso ciliegia.
      Il sistema di intercettazione delle trasmissioni nel frattempo si sta occupando di agganciare la frequenza di Izumi nel tentativo di comunicarle le trasmissioni di Madoka.

    Azioni difensive ed offensive:
    Posizionatasi a coprire il punto cieco di Izumi sta cercando di triangolare la posizione del nemico invisibile attraverso i sistemi di rilevamento altamente avanzati del suo Cisco. Nel frattempo ha la ferma intenzione di proteggerla da eventuali ulteriori attacchi improvvisi.


    Barra_spoiler_note

    Riassunto azioni:
    Dopo essere riuscita finalmente ad uscire dal bagno della SDF-1 in modo più o meno decente viene spedita a calci in culo in battaglia, nel mentre che - porella - cercava di capirci qualcosa. Una volta in cielo e dopo aver scambiato due parole con Lan, Madoka si dirige verso lo Zaku ciliegioso in difficoltà fiondandosi a soccorrerlo senza esitazione, ponendosi in sua difesa coprendo il suo punto cieco.

    Note:
    1) Tōshi: Espressione giapponese indicante il termine "compagno", inteso come compagno di squadra, commilitone, compagno di avventure; Madoka si rivolge così a tutti i membri del club del Jersey.
    2) Nani: Espressione giapponese identificativa della parola "cosa" in italiano, denota solitamente un senso di stupore e smarrimento.
    3) Watashi wa tasukeru, tōshi!: Letteralmente: "Io ti salverò, compagno!"
    4) DOKKAN!: Onomatopea giapponese che sta per esplosione (il nostro "KABOOM").
    5) Yosh!: Espressione in lingua giapponese che sta per "ok", spesso sfruttata per enfatizzare la convinzione in qualcosa.

    Ed eccolo qui, l'aborto.
    Ringrazio gli amministratori amichetti miei che porelli hanno dovuto assecondare la mia venatura idiota e quella del mio personaggio privo di capacità neurali e cognitive di qualsiasi genere. In tutto questo ciarpame di roba c'è un senso! Davvero! (Lo giuro! ;_;).
    Spero di non aver letteralmente fatto suicidare uno dei giocatori della quest con questo marasma di parole più o meno (molto meno che più) sensate, e spero si comprendano le intenzioni di questa svampita... tutt'al più leggete il riassunto azioni U_U *Pigrizia*.
    Proverò a non fare più post così oscenamente lunghi, spero che mi perdonerete ma dovevo dare un po' di spessore al tutto.
    E... SGVNNESG sono le 2.00 ed è meglio che posto prima che mi si fonda il cervello, sperando che non mi esploda domani rileggendo il post trovandoci errori, nel qual caso vi abbandonerò molto presto perché mi sparo.
    Baubaumiciomicio, e spero di trovarmi bene con voi. ^^"
    Buonanotte.

    P.S. Eventuali "Maru" verranno soltanto nei successivi post... se ci sarà qualcosa per cui MARUIZZARE ovviamente.
    E la vedo piuttosto difficile...



     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Trinity Tea Party

    Group
    Reclute
    Posts
    4,164
    Location
    Will you save me, Sensei?

    Status
    Offline offline
    Narrato
    "Pensato"
    -Parlato-

    ~Act.13~
    Rest@rt



    I'm not just going to reject my way of living I continued till yesterday;
    The path I'm going to move down from here on out is within my sight.
    I like the me who's a girl who holds on and grows and plays it cool
    Over the one who's weak.

    Right away, I crack open the door of my heart.
    I feel like going on a journey.
    Because if I just space out, that precious chance
    Seems like it might pass me by.

    I want to be like a bird that flies in the big sky and spread out my wings and fly.
    Let's go, no matter how faraway. I don't want it to end
    In the world I admire so much.

    Rather than walking in the dark, if we run down the bright path,
    We can head towards our goal without wasting time.


    What I realize is right in front of me, is that saying "Live only looking forward".
    There's no doubt this is the mission given to me.

    723 All St@rs -Jibun Rest@rt
    Album: IDOLM@STER Animation M@ster 05



    OST
    Song: Shin no Ryoki
    Author: kirina
    Album: Shin Kohime Musou OST








    Non era ancora Mezzanotte.
    Il giorno non era ancora concluso.
    La notte non era ancora al suo apice.
    E invece l' incantesimo, si era già spezzato.
    Non quando il Gundam aveva evitato il suo colpo.
    Neppure quando aveva intuito la pericolosità della trappola e l'aveva resa inutile.
    La magia era svanita in un preciso momento.
    Nel momento in cui Mai aveva capito di non essere più la protagonista.
    - Ah?-
    Mormorò semplicemente, con un filo di voce, mentre i suoi sensi sovreccitati seguivano la canna del beam rifle.
    Lentamente quasi fosse in un film montato male gli istanti parvero svolgersi fotogramma per fotogramma.
    Vide l'oscurità della bocca da fuoco, la vide muoversi in un arco avanti a sè, per poi fermarsi un poco più in là.
    Proseguire la sua lenta e studiata corsa.
    Con la perizia di un attore consumato e diabolicamente perverso.
    La luce verde acqua si concentrò in una piccola sfera, mentre le particelle subatomiche entravano in agitazione.
    Il campo magnetico dell'arma stava instradando tutta quell'energia a forgiare un condotto in cui essa si potesse riversare.
    Un battito di ciglia, e l'equilibrio si interruppe.
    Un flash, così intenso da lasciare una immagine residua nella retina della ragazza si dischiuse come i petali di un fiore.
    E una colonna di energia luminosa fluì al suo fianco.
    - N-no...!
    Esclamò con forza, mentre cercava di interporre un braccio tra il colpo e il suo bersaglio.
    Non aveva mirato a lei, bensì alle sue spalle.
    La macchina che aveva erroneamente definito un cavaliere aveva bellamente ignorato la sua sfida.
    Aveva snobbato ogni sua frase, per accanirsi dove faceva più male.
    Fu solo troppo tardi, che la Coordinator si ricordò.
    Laddove il braccio di Hime avrebbe dovuto intercettare il raggio, non si mosse altro che aria.
    L'arto sinistro, o almeno quello che ne restava, giaceva fumante una dozzina di metri più in là.
    Come in una sensazione di arto fantasma, aveva inutilmente tentato di muovere qualcosa che non c'era.

    Poi giunse l'esplosione.
    Il tuono, il lampo...
    E infine le urla.

    Rimase immobile, ad osservare dagli angoli dello schermo la luce che filtrava dalle sue spalle.
    E in un bizzarro ossimoro, tutto il resto parve sprofondare nell'oscurità.
    Come svuotata, la pilota dai capelli rosa neppure si accorse dell' impatto.
    Il mondo attorno a lei si scosse mentre le oltre settanta tonnellate di macchina color ciliegia si abbattevano pesantemente sulla facciata del palazzo, oramai già provata.
    Schegge di vetro piovvero tutto attorno a lei, in una distorta parodia artificiale della neve che già aveva iniziato a coprire i morti.
    Non aveva visto cosa l'avesse colpita, ma poteva intuirlo.
    Il colpo aveva semplicemente reciso la decorazione che portava sulla spalla rimanente.
    Un'arma in meno che se ne andava.
    Non l'aveva mancata, era stato del tutto intenzionale...
    Stavano giocando con lei, come il gatto con il topo.
    Digrignò i denti.
    Per poi smetterla.
    Lo sguardo spento, fisso avanti a lei.
    Il piazzale vuoto, illuminato solamente dalle fiamme e dal bagliore delle esplosioni.
    A cosa serviva arrabbiarsi?
    A cosa serviva sforzarsi?
    Lei era inutile.
    Non poteva fare niente.
    Era Impotente.
    Nonostante tutto il suo Zaku cosa poteva contro quelle macchine di morte?
    Quasi non si accorse dello sfrigolio della radio.
    La statica oramai era divenuta un rumore di fondo sin troppo familiare.
    Eppure, da quel suono stridente ed elettrico, giunse una voce.
    Fredda, atona, non distaccata come Aisu.
    No, quella non era la voce di un robot, quella era la voce di un professionista.
    Piegata come era, sudore e sangue si mescolarono sul mento di Mai, prima di gocciolare a terra.
    Stava sudando, e non certo per il caldo.
    Chiunque fosse dall'altra parte era un professionista senza dubbio alcuno.
    Poi, non appena udì le parole, rabbrividì.
    - Non dovevi occupartene tu, Crot? -
    La pilota del Gale.
    Perchè non poteva essere altri che lei, con quella freddezza, quella sensazione così...aliena.
    La superbia e la rigidità tipica del guerriero.
    Con quel distorto senso dell'onore.
    Improvvisamente sentì ancora più freddo.
    La coscienza che svaniva.
    Gli antidolorifici stavano smettendo di fare effetto.
    Nel frattempo un'altra voce si intromise.
    Spavalda e ricolma di una certa sicurezza, tipica di chi sa di avere tutte le carte in mano.
    - Piantala di fare la piantagrane, frigo ambulante!
    Voglio solo divertirmi un po'!
    Non vedi com'è carina quando si arrabbia?
    Quasi quasi ammazzo un po' di gente pure io,
    tanto per farle vedere quanto è inutile...
    e nel frattempo la faccio a pezzi!
    Piaaano piano! -

    E il cuore di Mai si fermò per un istante.
    Iniziò ad essere scossa da tremiti incontrollabili, e a singhiozzare.
    Come era possibile.
    Come era anche solo concepibile.
    Quel tizio stava parlando di uccidere non solo lei, ma anche decine, centinaia, migliaia di innocenti.
    Era come ascoltare un bambino che si diverte a staccare le ali a delle farfalle.
    Era normale, per lui era una cosa normale...
    era...
    divertente.
    Avrebbe volentieri vomitato, se solo il suo stomaco non si fosse già svuotato poco prima.
    I movimenti peristaltici le aggredirono la muscolatura ventrale già duramente provata, mandandole scariche di pura sofferenza attraverso tutto il corpo.
    - Gaaaahk....
    Tossì, quasi strozzandosi.
    Sangue e bile si mescolarono, riempiendole la bocca di un sapore acido.
    Sapeva di cosa era capace l'essere umano.
    Aveva visto i notiziari, visionato i footage televisivi sulla Bloody Valentine war.
    Aveva udito la sciocca propaganda dei seguaci dei Blue Cosmos alla radio.
    Eppure, eppure mai aveva pensato che persone...
    No, il termine corretto non era quello.
    Che dei MOSTRI così esistessero.
    Così cinici, arroganti, spietati.
    Il pensiero, la terrorizzava.
    Cosa poteva fare lei, contro cose del genere?
    Con un mezzo devastato, il corpo a pezzi, lo spirito sfracellato.
    Cosa poteva fare...

    Si raccolse sul sedile, le ginocchia puntate al volto, e si mise a singhiozzare.
    Al buio, al riparo della cockpit, illuminata solo dal bagliore degli schermi e dalle scintille di qualche cavo reciso.
    Persino i due terroristi avevano smesso di parlare.
    All'interno dell'abitacolo era finito per discendere un silenzio irreale, interrotto soltanto dal lamento delle sirene, dal fragore delle esplosioni e dalle urla dei presenti.
    Al diavolo il mondo, al diavolo le responsabilità.
    Cosa si aspettavano da lei?
    Avevano mandato lei e i suoi compagni al macello.
    Chi più chi meno inesperti, con un equipaggiamento inadeguato, senza supporto.
    E questo era il risultato.
    Howlett, Atsuta, Vanadius, Solance.
    Erano tutti morti, o peggio.
    Era rimasta da sola, sola e impotente.
    Non poteva fermarli, non poteva impedire loro di compiere tutte quelle atrocità.
    Strinse i pugni.
    nmr
    Con un gesto rabbioso, bloccò tutte le comunicazioni in uscita verso i due Gundam.
    Non voleva, non voleva che la sentissero piangere.
    - Uh...uuuuh....uuuuugh...-
    Sighiozzi squassarono il suo corpo, mentre cercava disperatamente di riprendersi
    Strinse con forza le ginocchia alla fronte, premendo sino a quando non sembrarono rompersi.
    E dette libero sfogo alle sue emozioni.
    Grosse lacrime presero a scivolare lungo le sue guance, tacciando solchi iridescenti.
    Nella sua mente balenarono le immagini, come istantanee, della sua infanzia su PLANT.
    I suoi genitori, Kyousuke-jii, Yumi, le ragazze.
    E dopo di essi giunsero le immagini della tragedia, il sangue, gli arti mutilati.
    E tutto iniziò a mescolarsi in un caleidoscopio assurdo di violenza e ricordi felici.
    - Uh...uwaaaaah...W-waaaaaah...-
    Continuò a piangere senza sosta, mentre evidentemente i piloti dei due gundam decidevano sul da farsi.
    Potevano essere passati secondi, minuti, ore, non capiva più niente.
    Il tempo, lo spazio, le direzioni, tutto appariva così assurdo.
    Così irreale.
    A differenza di prima però, non piangeva più per lo stress.
    Adesso, Mai, era onestamente, sinceramente affranta.
    Triste per sè stessa, per coloro che erano morti, per coloro che sarebbero morti.
    Centinaia, migliaia di persone erano già morte.
    E lei, lei non poteva fare nulla per aiutarle.
    Tutto il potere che fino ad ora aveva pensato di possedere, adesso ammontava a niente.
    Prima era la forza, la potenza racchiusa nel metallo, l'aveva definita.
    Ma ora?
    Ora non era che un catorcio, un ammasso di materia pronto a rompersi da un momento all'altro.
    ...
    Esattamente come lei
    ...
    Guardò tra cli occhi socchiusi e umidi prima la folla, poi i due gundam.
    O almeno quello dei due che era visibile.
    In pochi istanti, la carneficina sarebbe cominciata di nuovo.
    E lei cosa avrebbe fatto?
    Niente.
    Cosa avrebbe potuto fare?
    Niente.
    La sua stessa debolezza la portò a stringere i pugni con forza.
    Non poteva reagire in alcun modo, come una formica davanti ad un tifone.
    Eppure, non potere, non significava certo non volere.
    E a quel punto, Mai potè fare solo una cosa.
    L'unica cosa che rimaneva da fare a quelli come lei.
    Pregare, sperare in un miracolo.
    -Qualcuno...-
    Le labbra si mossero, delicatamente, tremando.
    Sporche di sangue, come foglie in autunno.
    Oramai, tutto quello che le restava era la speranza.
    Che qualcuno arrivasse, che la liberasse da quel brutto sogno.
    -Vi prego, qualcuno...-
    Ma era inutile, lo aveva già visto in precedenza.
    Le favole erano tali perchè non si realizzavano mai.
    Non c'era nessun principe azzurro sul suo cavallo bianco.
    Non per lei, non in mancanza di una principessa da salvare.
    Nessun eroe si scomodava mai per la servetta del palazzo, se non c'era una fatina buona.
    Lei il ballo, si era limitata a doverlo osservare da lontano.
    Singhiozzò un'altra volta.
    -Aiuti...-
    Le lacrime oramai non si potevano più fermare.
    Con la voce roca, resa flebile dalla sofferenza, alzò gli occhi al cielo.
    Alla ricerca di un miracolo, a sperare nell' arrivo di un angelo che sapeva non sarebbe arrivato.
    L'ultimo disperato sforzo di una ragazzina oramai priva di qualsivoglia potere.
    Chiuse gli occhi e gridò, con quanto fiato aveva in corpo.
    Un urlo più che un grido, l'ultima felbile, esile arma che le rimaneva.
    -Qualcuno aiuti quelle persone!!!-
    Nessuno avrebbe potuto sentire la sua voce, nel profondo della cockpit insonorizzata.
    Eppure, qualcuno rispose.



    Una serie di colpi, uno più preciso dell' altro, piovvero sul Gale.
    Lance di energia iridescente scavarono profondi fori nell'asfalto, costringendo per la prima volta il potente mezzo a schivare dei colpi.
    Con l'esperienza che aveva maturato nei suoi anni di addestramento la Coordinator non ebbe dubbi sulla provenienza.
    Si trattava di un cecchino, e uno parecchio bravo per giunta.
    Uno abbastanza esperto, da costringere il Gundam alla ritirata.
    Tuttavia se lo sniper era stato così abile, la pilota del bianco Mobile suit era stata ancora più abile, a non essere sfiorata neppure una volta.
    Stava ancora cercando di capire cosa fosse successo, quando la statica degli altoparlanti riprese nuovamente vita.
    Scariche temporanee e poi una voce.
    Diversa da quelle che aveva udito in precedenza, molto più squillante e dinamica.
    Carica di energia a stento trattenuta e di voglia di fare.
    In un certo senso, le ricordava un po' la sua.
    Una ragazza di non più di diciassette, diciotto anni a dirla tutta.
    Non certo la migliore risorsa sul campo di battaglia.
    Eppure, la giovane fanciulla di PLANT non potè fare a meno di sorridere, le lacrime che finalmente si erano trasformate in espressione di gioia.
    Qualcuno aveva risposto.
    Qualcuno aveva risposto alle sue preghiere.
    - Ehi tu sullo Zukka! -
    La voce la apostrofò con tutta l'energia di un turbine.
    Fu come se un improvviso raggio di sole avesse squarciato le tenebre in cui si trovava Mai.
    Rimase interdetta qualche istante mentre cercava di capire qualcosa.
    Che si trattasse di una completa novellina?
    Chi diavolo poteva sbagliare così il nome di uno Zaku?
    Diamine, chiunque pilotasse o avesse un addestramento militare sapeva cosa fosse.
    -eh?-
    Ad ogni modo ogni suo dubbio o esitazione fu spazzato via dalle parole successive.
    Quella frase era tutto quello che le serviva sentire.
    A dispetto dell'inesperienza, della spensieratezza e della chiara mancanza di serietà...
    Quella ragazza...
    - Stai bene!? Non preoccuparti, ora ti salvo io!
    Se ci sono Condoms nemici li abbatterò tutti e salverò te ed il tuo ZUKKA! -

    Aveva detto che era lì per salvarla.
    E quello, per lei bastava.
    Porto con cautela una mano alla bocca, e si stupì di scoprirsi a sorridere.
    Nonostante tutto quello che era successo, nonostante avessero cercato di distruggerla, stava ancora sorridendo.
    Osservò con smisurata gratitudine quella singola icona [Friendly] che era apparsa vicino al suo mezzo, e inspirò per un secondo.
    Nel fare questo lo sguardo le cadde sulla piccola striscia rossastra a terra.
    Era un gagliardetto.
    Era il suo gagliardetto, e su di esso, nonostante tutto, si stampava ancora il simbolo degli Irregulars.
    Sbuffando divertita lo raccolse da terra, non prima però di essersi tolta il cappotto e averlo gettato in un angolo.
    Non aveva più freddo, on sentiva più il gelo invaderla dentro.
    No, tutto era cambiato.
    Quella singola voce aveva riacceso in lei qualcosa che contava più di tutte le armi del mondo.
    Aveva rintuzzato in lei le fiamme della speranza.

    Con un gesto rabbioso della manica si ripulì il sangue dal volto e ghignò divertita.
    Nonostante tutto si sentiva invincibile, con qualcuno a guardarle le spalle qualunque fossero state le sue condizioni, qualunque fosse stato il suo nemico, sapeva che avrebbe potuto dare il meglio.
    Che sciocchezza, lei voleva salvare il mondo, ed ecco che toccava a lei venire salvata...
    Tanto valeva ripagare il favore prima che fosse troppo tardi, il tempo a sua disposizione stava scadendo.
    Aiutandosi con in denti si sistemò la felpa tirandone su le maniche e aprendone la zip, lasciando a protezione del torso solo la T-shirt che portava sotto.
    Se doveva combattere tanto valeva stare comoda.
    Poi, il tocco finale, sollevò il piccolo oggetto di tessuto e lo agganciò alla spalla, lasciandolo lassù in bella vista come un trofeo.
    Se era un membro degli irregulars tanto valeva andarsene come tale, per quanto semplicemente una recluta.
    le mani danzarono delicatamente sulla tastiera, stabilendo un contatto audiovideo con il suo interlocutore.
    Con un leggero ronzio la finestra di comunicazione si accese, passando da audio ad Audio-video.
    Solo allora Mai si accorse che non doveva essere un bello spettacolo, con i vestiti così imbrattati di sangue come erano.
    Ma si sforzò di sorridere, mentre Hime lentamente si alzava in piedi, come un gigante ferito.
    Carezzò con affetto lo schienale su cui si trovava, sussurrando delicatamente.
    -Avanti Hime... so di chiederti molto, ma ho bisogno che tu faccia un ultimo sforzo per me va bene?-
    L'enorme Mobile suit gorgogliò leggermente, mentre i servomeccanismi danneggiati lo portavano in posizione eretta.
    Fu quasi come se la macchina stesse facendo le fusa.
    -Già, vecchia amica mia, io e te insieme, come ai vecchi tempi...-
    Con difficoltà, l' unico braccio dello ZAKU Gunner prese il Beam rifle e lo poggiò delicatamente nell'apposito socket sul retro della skirt armor.
    Con un leggero "clunk" i ramponi magnetici ancorarono il rifle al suo posto, in maniera che fosse subito pronto all'uso.
    Presto, ne avrebbe avuto bisogno ma aveva bisogno di avere la mano libera per mettere in atto quello che aveva in mente.
    Nonostante tutto l'altro Gundam, quello pilotato da quel tale, Cort, era ancora in giro, e se aveva capito bene, aveva ancora in mente di fare una strage.
    Con lo sguardo nuovamente pieno di energie e determinato, Mai sorrise e si rivolse alla nuova arrivata.
    Al suo angelo disceso dal cielo.
    E mai termine sarebbe stato più appropriato.
    Quel mezzo sembrava un Valkyrie, o meglio, era seriamente simile al progetto che era stato appena rubato fatta forse eccezione per l'apparato radar estremamente sosfisticato sulla schiena.
    Sembrava essere in tutto e per tutto un modello in un qualche modo ottimizzato per la pattuglia o la guerra elettronica.
    Il che, tornava a loro vantaggio.
    - Grazie...-
    Disse semplicemente, prima di aggiungere.
    -Non ho idea di chi tu sia, ne del come sia riuscita ad arrivare sino a qui.
    Tuttavia di una cosa sono sicura, se veramente sei in grado di sconfiggere questi bastardi e di aiutarmi a salvare questa gente, sei il migliore aiuto in cui potessi sperare.-

    Cercò di darsi un contegno, ma non riusciva a smettere di sorridere.
    Si sentiva al settimo cielo, non aveva il minimo motivo di sorridere, erano sempre in inferiorità numerica e incredibilmente inferiori in quanto a potenza di fuoco.
    Eppure, si sentiva in grado di affrontare qualunque nemico adesso.
    -So che è chiedere molto, ma ho bisogno di un favore.
    Al momento la priorità è permettere a questa gente di fuggire tuttavia non saranno mai al sicuro se prima non fermiamo il Gundam nero...-

    Con un rumore di pesanti passi, il Mobile suit rosso ciliegia si mosse in avanti per interporsi tra il pubblico ed eventuali colpi provenienti dalla zona non coperta da ciò che si apprestava a fare.
    Con un gesto che poteva sembrare stanco lo ZAKU Gunner portò la mano alla vita e lasciò che una granata gli scivolasse nel palmo.
    Si trattava della ZR13Q, una granata fumogena appositamente concepita per gli scontri terrestri in grado di occultare i bersagli con del fumo inodore di colore rosato.
    A differenza dei lacrimogeni non presentava problemi a livello respiratorio, tuttavia in alte concentrazioni poteva comportare un po' di tosse e lacrimazione.
    Non che il pubblico avrebbe potuto lamentarsi, l'alternativa era assai peggiore.
    Il panico era già dilagato, e poco avrebbe potuto aggiungere al caos un fumogeno, se non permettere a coloro che fuggivano un temporaneo riparo.
    Concepita per schermare i mobile suits la nube fumogena avrebbe impedito ai mezzi nemici di agganciare un bersaglio sia con i sensori termici sia con quelli infrarossi.
    Certo, avrebbe potuto ostacolare la ricerca del bersaglio da parte del Valkyrie, ma un mezzo come quello, a giudicare dall' apparato di sensori che portava doveva avere sicuramente qualche asso nella manica in grado di aggirare le interferenze.
    E la sicurezza del pubblico veniva prima di ogni altra cosa.
    - Cercherò di coprire la fuga di questa gente con un fumogeno, tu approfitta del tempo per scovare quel dannato bastardo e friggerlo...-
    Con un ampio gesto lanciò in aria la granata, lasciando che esplodesse a mezz'aria e scendesse ad interporsi tra il pubblico in fuga e la posizione da cui le sembrava fosse partito il colpo dell'Hail Buster.
    - In quanto a me, cercherò di impedirgli di ferire qualcun'altro, dovessi fare loro scudo con il mio corpo!-
    Era una vaga speranza, ma era la cosa più simile ad un piano che la ragazza fosse riuscita ad escogitare.
    Adesso che finalmente aveva la mano libera, lo Zaku estrasse il beam rifle con un movimento fluido e si pose davanti alla folla in fuga, quasi fosse una statua o un muro.
    Dubitava che il suo fucile avrebbe potuto qualcosa contro la potenza di fuoco di un mezzo come il Gundam nero, o contro la sua corazzatura, ma almeno avrebbe potuto tentare di abbattere eventuali proiettili in volo.
    Non aveva altra possibilità.
    Adesso, doveva necessariamente fare l'impossibile per proteggere quella gente.
    Rivolse un'ultima frase alla sua compagna, che ancora si trovava alla sua sinistra.

    - Thank you Aibou1! Mi fido di te....-



    wqf0




    Era ora di far vedere al mondo, che nonostante tutto lei non era ancora finita.
    Al diavolo la donna, al diavolo Cort, al diavolo l'universo intero.
    Finchè avesse avuto energia non si sarebbe arresa, a costo di sacrificare un braccio, una gamba, Hime o la sua stessa vita.
    Presto se ne sarebbero accorti, che a quel concerto c'era ancora una star.
    Non aveva una bella voce, era stonata come una campana, non era neppure così attraente come le Idol.
    Ma a modo suo, anche lei avrebbe ridato speranza a quella gente.
    Con uno sguardo nuovo negli occhi, passo dopo passo.
    Mai Izumi, tornava a combattere

    - It's showtime!-



    CITAZIONE
    Pilota

    Status Fisico: Taglio sul labbro inferiore, offuscamento parziale della vista, taglio superficiale da scheggia (proiettile) sulla guancia sinistra, taglio sulla fronte e morso sanguinante sulla nocca sinistra.
    In seguito al terribile impatto degli Sturm-faust, il corpo di Mai è inoltre letteralmente a pezzi.
    Le costole inferiori, dalla sesta alla dodicesima sono fratturate o peggio, la milza e il fegato sono completamente devastati ed inoltre è presente una vasta emorragia interna unita ad innumerevoli altri microtraumi sottocutanei.
    La coordinator è profondamente provata da queste ferite, e se non dovesse ricevere cure adeguate d'urgenza entro i prossimi otto-dieci minuti potrebbe trovarsi in pericolo di vita.
    Da notare che i movimenti di Mai sono momentaneamente normali a causa dell' assunzione di antidolorifici.
    Quando l'effetto di questi ultimi finirà tuttavia, le sue prestazioni avranno un netto calo.
    [I sensi ed i riflessi sono funzionanti al 150% della normale capacità a causa dell' attivazione del SEED mode.]

    Status Psicologico:Prima dell'arrivo di Madoka e del suo Valkyrie, la mente di Mai è completamente a pezzi, oramai priva di qualunque sostegno morale.
    L'arrivo però di un alleato così all'improvviso, e nell'ora più buia, ha avuto un efffetto incredibilmente positivo sia sul morale sia sulla mente della ragazza, riportandola apparentemente in ottimo stato.
    Adesso la coordinator appare incredibilmente determinata, razionale e focalizzata sull'obbiettivo
    Questo tuttavia è uno stato solo, puramente, temporaneo.
    Qualora dovesse perdere anche l'unico compagno che si è ritrovata ad avere, nessuno sa quanto nelle profondità potrebbe sprofondare la psiche di Izumi.
    [SEED mode: Attiva]


    Equipaggiamento/dotazione:Fascia da fronte autografata (Indossata sulla fronte, a tenere indietro i capelli ed il sangue dal volto), Cappotto pesante da esterno [Gettato incerimoniosamente in un angolo], Felpa (Maniche tirate in su), maglietta, pantaloncini da ginnastica, scaldamuscoli, pantaloni jeans e guanti [Con il tessuto sull' indice destro tagliato per permettere maggiore libertà di movimento], Gagliardetto Irregulars (sporco di sangue) [Indossato], registratore tascabile (stato sconosciuto)

    Equipaggiamento supplementare

    Life saving unit
    Tipologia oggetto: Contenitore di scorte mediche per il primo soccorso
    Peso: 2.0 Kg
    Lunghezza: 60 cm
    Note: Questa piccola scatola di materiale plastico alloggiata sotto la postazione di pilotaggio di Aka-hime continene al suo interno attrezzi per le riparazioni d'emergenza, la lasgun ISPA personale di Mai, assieme ad un piccolo ma ben fornito Kit medico.
    Quest'ultimo contiene bende, garze sterili, medicinali per il primo soccorso, alcune fiale di un cocktail di morfina e stimolanti e alcuni strumenti per le medicazioni di emergenza.

    Knife
    Tipologia arma: Coltello
    Peso: 0.3 Kg
    Lunghezza: 260 mm
    Note: Tagliente da un lato e seghettato dall'altro é il tipico coltello utilizzabile per le operazioni di guerriglia. Leggero, resistente e multiuso. Può essere allacciato quasi dappertutto grazie ad una fondina adattabile al vestiario ed alle parti del corpo tramite appositi lacci.: .

    Sniper rifle "Charline" [Stato: sconosciuto]
    Tipologia arma: sniper/anti-material rifle
    Nome in codice: Charline
    Numero del modello: M-82 DX-4
    Munizioni per caricatore: 10
    Caricatori: 3 (2 standard da 7.62mm , 1 HE)
    Tipologia di proiettili supportati: Standard da 14,5 mm, Standard da 7,62 mm, HE, AP, Cartucce esplosive a basso potenziale da 25 mm
    Tipologia di proiettili in uso: Standard da 7,62 mm; HE
    Tipologia di proiettili nel caricatore: Standard da 7,62x39 mm
    Gittata: 2320 m
    Peso: 11,9 Kg
    Lunghezza: 1758 mm
    Ottica: mirino ottico telescopico Digitale-Analogico 10x, ABC system 1
    Sistemi ottici di rilevamento: Visione notturna agli infrarossi e sensore di rilevamento di calore
    Note: Fucile di precisione anticarro, usato sia per azioni anti-veicolo che per azioni anti-uomo. Pare essere appartenuto ad un commilitone di Mauser.





    Mecha


    himechanZGMF 1000/A1 ZAKU Gunner (B)aka-hime

    +++Status strutturale:+++

    Scansione terminata, inizio analisi...

    Funzionalità operativa: 46%
    Capacità motoria residua 60%
    Capacità offensiva residua 15.5%
    Elaborazione rapporto danni...
    Testa: Lievi danni alla corazzatura esterna, sensori lievemente danneggiati, perdita leggera al sistema di raffreddamento [connessione interrotta, operatività limitata], impianto visivo lievemente danneggiato.
    Torso: Lievi danni alla corazzatura esterna.
    Arti superiori:
    Arto destro: Lievi danni alla corazzatura esterna, sistema di trasferimento energetico sovraccarico e compromesso.
    Arto sinistro: Danni critici all' intera struttura [Epurato]
    Scudo protettivo: Danni critici all' intera struttura [Epurato]
    Arti inferiori:
    Arto destro:Lievi danni alla corazzatura esterna, giroscopio stabilizzatore leggermente danneggiato [operatività garantita]
    Arto sinistro: Danni medi alla corazzatura esterna, Lievi danni ai meccanismi interni, giuntura del ginocchio in condizioni precarie, perdita al sistema di raffreddamento [connessione interrotta, operatività limitata]
    Sistema energetico: Trasmissione di energia a braccio destro interrotto [funzionalità del reattore:ottimale]
    Sistema elettrico: Lievi problemi al sistema vocale [speaker esterno: inutilizzabile]

    Equipaggiamento/dotazione:

    +++Raccolta dati in corso+++

    Sistemi operativi

    - Nome arma/sistema: Radio di bordo per comunicazione a onde corte
    - Status: Meccanismo funzionante [Operatività ottimale]
    - Funzionalità: Terminata la modalità ricerca ha stabilito una connessione audio-video con il Valkyrie di Madoka, la comunicazione con le altri due fonti (I gundam), è stata settata su sola entrata.

    Sistemi d'arma

    - Nome arma/sistema: M1500 "Orthros" high-energy long-range beam cannon
    - Status: Operatività meccanismo di fuoco compromessa [Epurato]
    - Munizioni 3/5 rimanenti, operatività generatore compromessa [Epurato]

    - Nome arma/sistema: MA-M8 beam tomahawk
    - Status: Danni di livello critico in seguito a esplosione scudo [Distrutto]
    - Munizioni //

    - Nome arma/sistema: MMI-M633 beam assault rifle
    - Status: Impugnato in mano destra, pronto all' uso [Funzionalità ottimale]
    - Munizioni 14/15 rimanenti, munizioni di riserva [Perdute]

    - Nome arma/sistema: Shoulder shield
    - Status: Danni critici a tutta la struttura [Distrutto]
    - Munizioni //

    - Nome arma/sistema:4x Granate portatili
    - Status: Montate sulla struttura del bacino
    - Munizioni
    ZR30F a frammentazione [ ]
    ZR20E ad alto esplosivo [x]
    ZR271 termica dirompente [x]
    ZR13Q bomba fumogena [ ]

    Equipaggiamenti utilizzati:
    Granata Fumogena ZR13Q
    (Prima semi-azione di attacco)
    MMI-M633 beam assault rifle]
    (Seconda semi-azione di attacco)




    Riassunto azioni::
    Dopo essere stata scaraventata contro il muro si rinchiude momentaneamente in se stessa sino all' arrivo del Valkyrie di Madoka, allora, dopo avere stabilito un contatto con esso e avere bloccato le trasmissioni con i due Gundam, fa sollevare lo ZAKU dalle macerie.
    Rinfodera il Beam Rifle e si muove in posizione, per poi lanciare una granata fumogena in maniera tale da proteggere la fuga del pubblico.
    Successivamente sfodera il Beam rifle e si prepara ad intercettare eventuali attacchi, lasciando alla sua compagna il compito di attaccare lo Hail Buster


    Azione offensiva
    Prima semi-azione Lancia una granata fumogena ZR13Q per coprire la fuga del pubblico
    Seconda semi-azione (Dipendente dalle azioni del nemico)
    Colpo di MMI-M633 beam assault rifle diretto ad eventuali colpi in arrivo (se colpi solidi)
    Altrimenti interpone il braccio/ la spalla per bloccare eventuali raggi di energia
    Azione di movimento
    Prima semi-azione Si alza in piedi e Rinfodera il Beam Rifle
    Seconda semi-azione Si sposta nella zona non coperta dai fumogeni per proteggere meglio il pubblico

    NOTA: Se il nemico attacca in maniera diversa da quella descritta sopra il master è libero di interpretare le azioni di Mai come preferisce, la coordinator cercherà di proteggere al meglio il pubblico in ogni modo possibile.

    accludo di seguito un piccolo schema per spiegare il movimento

    schema

    NOTA2: L'area in cui si sparge il fumo è indicativa e a discrezione del master, quella rappresentata nell'immagine è a scopo puramente esplicativo






    NOTE al testo

    [1]: Aibou
    Aibou [相棒, あいぼう] Termine Giapponese che indica qualcosa di più di un compagno, più un Partner, legato da motivi lavorativi.
    Viene usato quando si vuole esprimere una profonda fiducia nel proprio interlocutore, ma è raro che venga usato tra persone che non si conoscono.
    Il perchè Mai lo usi in questa occasione è un chiaro segno di quanto si stia psicologicamente appoggiando alla figura di Madoka come sostegno.





    Edited by Allen92 - 31/8/2013, 20:06
     
    Top
    .
86 replies since 15/6/2010, 15:38   6334 views
  Share  
.